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Autore: Eneri08    15/07/2015    2 recensioni
Cosa succederebbe se Hera, dea del matrimonio, dopo l'ennesimo tradimento di Zeus, decidesse a sua volta di tradirlo con un comune mortale, e se dalla loro unione nascesse una figlia semidea? L'appassionante storia di tre ragazze semidee che andranno incontro al loro cupo destino tra guerre, primi amori e satiri che mangiano lattine.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Era, Grover Underwood, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La setta delle Illuminate
 
Mi risvegliai la mattina seguente con delle spighe di grano intrecciate fra i capelli e con Magalie che mi solleticava il naso con della paglia. Sul mio stomaco, Sparkle stava russando mentre con la zampetta si grattava un orecchio porcino. Eravamo arrivate a Jackson, nel Mississippi dopo quattordici ore di viaggio. Teoricamente sarebbe dovuto durare all'incirca sette ore e mezzo, ma "Betty" era un catorcio malandato, e non era proprio una Ferrari.
Ringraziammo il vecchietto e scendemmo dalla vettura, ma Sparkle, quando Isabelle cercò di afferrarlo, grugnì in segno di rimprovero e cominciò a raspare cercando di dimenarsi dalla ferrea presa. Isabelle fu costretta a lasciarlo, quando cercò di morderla. Sparkle rincorreva Betty, e quando si furono stancati, cominciarono a strofinarsi i musini l'un con l'altro felicemente.
-Sparkle, vieni, dobbiamo andare!- Strillò Magalie, e lo tirò per il codino riccio. Lui le diede un calcio sul polso con le sue gambette, e Magalie imprecò.
-Stupido maiale...- Disse, massaggiandosi il polso indolensito. Isabelle era sbigottita.
-Ehm... eh... voglio dire, guardali!- Dissi a Magalie mettendole un braccio attorno al collo, -Guarda come è felice con la piccola Betty! Sono sicura che starebbe meglio con lei che rischiando di morire ogni giorno con noi. Sembrano così innamorati!
-Tu... tu dici, Walle?- Disse con le lacrime agli occhi. Annuii.
-Forse hai ragione, forse è meglio così. Addio, Sparkle!- Disse soffocando il maialino in un abbraccio.
-Oink! Oink!- Fece il maiale, masticando una ciocca di capelli di Magalie. 

Prendemmo un autobus, che conduceva a Baton Rouge. Magalie, appena aveva toccato il sedile, era entrata in un sonno profondo. Isabelle aveva cercato di resistere, ma dopo una decina di minuti le palpebre le si erano fatte pesanti, ed aveva ceduto al sonno. Senza che nessuno mi notasse, o meglio, senza che Isabelle mi notasse, avevo preso dal suo zaino il suo iPod, ed adesso stavo ascoltando una canzone di un gruppo metal tedesco. Forse per questo lei era così cattiva: la musica che ascoltava faceva schifo. 
Dopo un po', il mio sguardo cadde su Magalie. Aveva un aspetto sempre più malaticcio e la pelle era leggermente bluastra, e sotto gli occhi aveva delle occhiaie, come se non avesse dormito per notte intere. Il problema è che lei dormiva sempre, o per meglio dire, quando era possibile. Poi mi soffermai sul taglio che le avevano provocato le Arai. Perché quelle dannate vecchie ci seguivano da New York? Okay che siamo degli Eroi e che i mostri non muoiono mai, pero'! Cosa mai potevano volere da noi? 
Poi mi venne in mente ciò che ci avevano detto dietro quel fast food. Che la loro signora le avrebbe punite se non ci avessero seguito. 
Mi ricordai che le Arai sono servitrici di Nyx, dea della notte; che cosa mai poteva volere una dea primordiale da noi? Pensai a qualche sgarbo che avremmo potuto farle, ma lei non era  neanche stata presente al Consiglio per decidere della nostra sorte. Quindi, COSA avremmo mai potuto farle? Forse si era sdegnata del mio inquinamento luminoso quando all'età di cinque anni avevo fatto spendere un capitale a zia Eve in torcette luminose da stanza. Forse questo non giovava al cielo notturno, ma andiamo, avevo cinque anni!
L'autobus si fermò a Baton Rouge, dopo due ore e quarantacinque minuti di viaggio. Misi in fretta l'iPod e le cuffie nello zaino di Isabelle, e svegliai entrambe le mie amiche. 

-NO! NON VOGLIO! Non potete costringermi!- Imprecò Isabelle.
-Oh, andiamo, smetti di fare tanto la melodrammatica, tua madre è una persona adorabile.- Le risposi.
-Appunto!
-Ma tua madre ci ha promesso i biscotti!- Proclamò sognante Magalie.
-Non voglio!- Piagnucolò.
-Oh, falla finita, Isabelle, un po' di contegno! Da te non me lo sarei mai aspettata.
-Tu non capisci!- Ringhiò. Le sbuffai e premetti il campanello della piccola villetta a schiera di Laurel Street. Qualche istante dopo, una donna sorridente con indosso un grembiule su cui c'era ricamato con del filo rosso, delle lettere storte: "Alla mamma migliore del mondo!" comparve sulla soglia dell'abitazione.
Isabelle si portò le mani al viso ed urlò di rabbia.
-Ohh, siete venute a trovarmi alla fine! Che carine! Prego, entrate, entrate, ho appena fatto i biscotti!- Cinguettò con la sua voce caramellata. 
-Visto, te l'ho detto che faceva i biscotti!- Mi sussurrò all'orecchio Magalie.
-Potete stare qui tutto il tempo che desiderate!
-Ergo, non più di due giorni, capito errore?- Disse in tono aspro Isabelle. La signora Ross storse il naso, e diede un pizzicotto sulla guancia della figlia.
-Oh, tesoro, quando fai così mi ricordi tanto il tuo papino! Che ne dite di andare a fare un bagno, ragazze? Sarete sporche ed affaticate, suppongo.- Cantilenò gioiosamente.

Avevamo appena finito di rinfrescarci, quando, uscendo dal bagno con i capelli ancora bagnati, notai una scena alquanto stupida. Isabelle si era parata davanti alla sua stanza e non lasciava entrare Magalie.
-Eddaaaaaaaaaai!
-No, ho detto di no.
-Ah, sìììì? Beh, chi la dura la vince!- Ed incominciò a fare il solletico ad Isabelle, che, fra gli spasmi di ridarella si era raggomitola sul lato dello stipite della porta. Io, che sono una persona molto gentile, spalancai la porta della sua stanza, mentre lei era ancora inerme. 
Avete presente quelle enormi camere rosa barbie delle reginette di bellezza? O  dei capitani delle squadre di cheerleader che si vedono nei film degli anni '60? Ecco, la camera di Isabelle Ross era dieci volte peggio; era un piccolo buco completamente rivestito di rosa e panna, dove da ogni angolo, peluches e centrini in pizzo, sbucavano da ogni maledetto angolo della stanza. Sulle pareti, erano incorniciate foto della piccola Isabelle: mentre mangiava un gelato, mentre faceva il bagnetto, mentre prendeva a calci un altro bambin... aspetta, cosa? 
-Carina la tua stanza, Ross- sghignazzai.
-Ma è veramente carina!- Disse Magalie, buttandosi sul letto e scomparendo avvolta dai peluches. Sopra il suo comodino, ci saranno stati sì e no una ventina di coppe e di coccarde; una per l'equitazione, una per un concorso di pianoforte, una per il concorso di scienze naturali ed una per... il wrestling infantile. 
-Se provate a dire a qualcuno di questo posto, l'ira di Zeus vi sembrerà uno stridulo urletto infantile al mio confronto.
-Se, se. Tranquilla, non diremo a nessuno che hai vinto il concorso di scienze naturali quando eri alle medie.- Risi.
-Ragazzeeee, la cena è pronta!- La voce zuccherevole di Sandy Ross rieccheggiava dal piano di sotto.

La signora Ross, che per carità, era un'ottima cuoca, ci aveva deliziato con svariate leccornie; forse anche un po' troppe, dato che solo a muovere gli arti mi risultava difficile, dopo quel pasto.
Sandy sembrava entusiasta per qualcosa che ancora non ci aveva spiegato, e guardava ossessivamente l'orologio, fino a quando, alle nove ed un quarto, la signora Ross scomparve in salotto ed accese la televisione. La cenetta luculliana ci aveva provocato della sonnolenza, ed adesso stavamo tutte e tre con la testa spiaccicata sul tavolo a sonnecchiare, fino a quando delle urla animalesche ci fecero fare un balzo di dieci metri dalla nostra sedia.
-QUELLO ERA UN FALLO, IDIOTA! FIGLIO DI..- Non riporterò parola per parola di ciò che sentii quella sera, perché... ne rimarreste traumatizzati, ve l'assicuro. Fatto sta che, mentre Isabelle si versava del tè freddo come se non fosse successo niente, io e Magalie ci appostammo sulla soglia del salotto. Ciò che vedemmo ci scandalizzò. Vi ricordate la dolce, amabile, zuccherevole signora Ross? Bene, durante una partita di rugby dimenticatevela. Quella davanti a noi era una donna con indosso una maglietta dei Chicago Lions tre volte più grande rispetto alla sua taglia. Sulle guance paffute, c'erano delle strisciate di rossetto nero. La voce era diventata roca a causa di invaire contro lo schermo della televisione. Sul tavolino da caffè, diversi snack e salatini erano sparpagliati da ogni parte. Ci voltammo verso Isabelle. Il massimo che fece fu alzare le spalle.

Dopo diverso tempo dalla fine della partita, la signora Ross si era addormentata sul divano, e russava sonoramente. Mentre attraversavamo il salotto in punta di piedi, per non svegliarla, Magalie inciampò sui suoi piedi, e cadde sulla libreria, che a sua volta fece cadere un enorme album dei ricordi. Guardammo in direzione di Sandy, certe che si sarebbe svegliata; e invece no, era ancora lì, stravaccata sul divano con un filo di bava che le cadeva sulla federa dei cuscinetti. Prendemmo il libro, e ci guardammo con uno sguardo d'intesa.
Poi, corremmo in camera di Isabelle.

Magalie si stava truccando con un improbabile ombretto verde davanti ad una toilette trucco; Isabelle si stava esercitando a scuoiare i suoi peluches con il pugnale, mentre io sfogliavo l'album. Sulla copertina c'era scritto: 
"La setta delle Illuminate 
1978
Università di Stanford"
.
L'album dei ricordi mostrava tre giovani ragazze, fra cui zia Eve, che indossava sempre e solo enormi pantaloni a zampa di elefante, alternati da magliette corte che lasciavano fuoriuscire l'ombelico a camicie di lino sbrindellate dai colori psichedelici; le altre due erano Ermelinda Hall e Sandy Ross. In alcune foto, comparivano persino Apollo ed Ares, ovviamente in una versione da ragazzi universitari. Mentre sfogliavo, notai una foto che mi fece rabbrividire; Zia Eve stava baciando... Chirone. 
-CHIRONE!- Urlai, lanciando l'album addosso a Magalie.
-AHIO! Che ti prend...- Magalie strabuzzò gli occhi ed urlò, lanciando nuovamente l'album a Isabelle. Lei lo aprì, e disse sarcastica:
-Foster, non sapevo che tua zia se la facesse con i pony.- 
Rabbrividii. Probabilmente zia Eve non sapeva che Chirone era un centauro, dato che in tutte le foto in cui compariva era sulla sua solita sedia a rotelle che mostrava quando doveva insegnare, o fare visita, al di fuori del Campo.
-Ew.- Scossi la testa violentemente, come se facendo in quel modo il ricordo si sarebbe cancellato, ma ormai era troppo tardi; quell'immagine si era impressa a fuoco nella mia mente.
Continuai a sfogliare le pagine, fino a quando non arrivai alla seconda parte dell'album, dove al suo interno erano scritti degli appunti, e diversi scarabocchi disegnati a penna. Non riuscivo a leggere bene quel che c'era scritto per via della mia dislessia, ma all'incirca, gli appunti parlavano del fatto che le divinità greche esistevano ancora tutt'oggi.
-Ragazze, venite a dare un'occhiata.- Le altre si affacciarono e scrutarono il libro al di là della mia testa. C'erano diversi disegni anche di mostri, ed ogni divinità aveva un suo profilo personale, su cui c'erano scritte anche cose stupide. Su quello di Apollo, c'erano diversi stampi di baci fatti con del rossetto, mentre chi aveva scritto quello di Ares, doveva avercela con lui, dato che era scritto in modo molto marchiato e la pagina si stava quasi per strappare. C'erano anche diversi appunti riguardo i titani; Crono, Gea, Rea, Mnemosine, Giapeto... 
L'ultima pagina riguardava Urano, ma era stata strappata per metà. Le uniche cose che si potevano leggere erano le seguenti:
"Urano (Οὐρανός, ovvero cielo stellato, firmamento), era una divinità primordiale, ed era la personificazione del cielo. Era un uomo dai capelli scuri e di media lunghezza, ed indossava solo un... perizoma. Aveva una corporatura atletica ed era molto alto. Questa entità è molto peric..."
Il resto era stato strappato. Magalie chiese con fare ingenuo,
-Chi mai potrebbe averlo strappato?- Isabelle commentò:
-Magari non stava molto a genio alla setta.
-La faccenda puzza.- 
Dal piano di sotto, qualcuno bussò alla porta. Isabelle corse allo spioncino e ci fece segno di prendere le armi. Non ebbimo neanche il tempo di farlo che la porta venne sfondata e le Arai sghignazzavano sulla soglia.
-Toc toc. Vi siamo mancate?-

Nota delle autrici
Ed anche in questo capitolo non succede... nulla! Pero' preparatevi, perché prima della tempesta c'è sempre la quiete.
-La trinità delle sfigate

Curiosità
All'età di sei anni, quando Isabelle andò ad un acquario insieme a sua madre, spinse un altro bambino nella vasca dei delfini.
 
   
 
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