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Autore: Exhausted_Panda    15/07/2015    1 recensioni
(SOSPESA E IN REVISIONE)Salve a tutti questa è le prima storia che pubblico. Spero vi piaccia. Non sono sicura di poter dare alla storia un grande spessore, ma tenterò di fare il possibile per rendere la lettura avvincente e scorrevole.
[Agli albori della storia quando sulla terra a dominare non era l’uomo, ma la natura selvaggia troviamo due entità misteriose dall’essenza divine il cui nomi, volti o età sono noti a pochi. Legati tra loro da uno sconto che dura da millenni, ma ormai è giunto il momento della svolta decisiva: chi dei due vincerà questa “battaglia”??].
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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La candela proietta ombre allungate e danzanti sulle pareti della mia nuova stanza e una brezza leggera entra e volta le pagine del libro aperto sopra il letto. A piedi nudi sulla terrazza mi faccio scompigliare i capelli dall’alito freddo del vento che mi aiuta a pensare. Penso a mio fratello, penso agli ultimi eventi e a come mi hanno cambiato, ma il particolare penso ad Arthur e a come la sua presenza mi disorienti. Sentimenti contrastanti mi tolgono il sonno, il suo fascino da guerriero duro e insensibile oppure quel modo arrogante che si fonde con il suo  lato così gentile e premuroso che spiazza.  Ad interrompere la mia riflessione è il gracchiare di un corvo il lontananza. Per la precisione un corvo messaggero che si dirige, invisibile a molti ma non a me, verso il castello puntando direttamente alla torre più alta. Nel giro di meno di dieci minuti sento bussare alla porta.
-Si?- rispondo rimanendo immobile e con lo sguardo ancora fisso all’orizzonte ancora profondamente buio.
-Mi dispiace disturbarla, ma il Signorino vorrebbe parlarle subito se permette. La aspetta nella biblioteca- Dice una voce anziana da uomo da dietro la porta ancora chiusa. Non ho neppure tempo di rispondere che sento i passi allontanarsi lungo il corridoio. Con molta calma indosso una vestaglia presa dall’armadio e la indosso sopra la camicia da notte un po’ troppo trasparente ed esco imboccando la strada per arrivare al punto di incontro. Percorro i corridoio con estrema calma, ma allo stesso tempo una certa trepidazione mi guida con precisione tra gli scaffali colme di polvere e libri. Entrando nella grande stanza mi chiudo alle spalle la porta e rabbrividisco per il freddo. Mi stringo le braccia intorno al corpo e seguo la fioca luce che proviene da dietro un ripiano.  Raggiunto la fonte e trovo Arthur seduto ad un tavolo stracolmo di libri e mappe. Un in particolare attira la mia attenzione ovvero una grande mappa rovinata dal tempo che rappresenta i tre domini: Lux, Medium, Obscuro e nel Dominio Obscuro un cerchietto rosso nell’entro terra racchiude un castello stilizzato con sopra una scritta: Tenebris Castro castello della terza generazione di domatori di demoni. Non ho il tempo di osservare meglio la mappa.
-Scusami se ti ho svegliato, ma avevo urgenza ti metterti al corrente di alcuni informazioni che mi sono appena giunte dai miei informatori al confine-. Intavola il discorso Arthur.
-Nessun problema, non stavo dormendo- Dico in risposta sedendomi nella seconda sedia libera accavallando le gambe e lasciando che i capelli creino una cascata intorno al mio corpo bianco. Osservo la palla di pelo caffelatte e bianco sotto la sedia di Arthur che appena entrata non avevo notato. Come se sapesse che lo stavo osservando l’animale di alza e si siede ritto affianco al suo padrone guardandomi con due occhietti neri immersi nel pelo candido e curato. Arthur gli posa una mano sulla testa e lo accarezza affettuosamente  dicendo: -Lui è Daiki che significa “Grande gloria”, è un Akita. Fa da cane da guardia al castello ed è anche un mio fedele compagno nelle missioni pericolose. Bene finite le presentazioni vorrei affrontare il discorso per il quale ti ho chiamato nel bel mezzo della notte. Tra due settimane ci sarà il compleanno della principessa Melisandra che compiendo sedici anni verrà incoronata regina delle terre Obscure e i miei informatori hanno buoni motivi di sospettare che gli uomini di tuo fratello saranno presenti alla cerimonia che verrà data per l’incoronazione e vorrei che venissi con me. Faremo finta di essere marito e moglie, signori di terre hai confini del Dominio e tenendo un basso profilo indagheremo . Cosa ne pensi?- Rifletto per un poco valutando tutte le variabili che mi vengono in mente: se venissimo scoperti? Se fosse un imboscata? Se Lui non ci fosse?...
-Non saprei, ma… non credo sia un idea da scartare. Anzi la trovo un idea geniale!- Dico saltando in piedi euforica. Arthur mi guarda alzando un sopracciglio e il cane drizza le orecchie e inclina la testa. In un certo senso assomiglia al suo padrone e la cosa mi fa sorridere.
-Per raggiungere Tenebris Castro bisogna passare per un paesello dove ho perso le tracce di Astaroth poco tempo fa- Dico girando intorno alla scrivania gesticolando presa dal discorso. Quando mi trovo dall’altra parte poggio le mai sul tavolo per guardare meglio la mappa e con il dito percorro sulla carta il possibile itinerario da seguire per arrivare fino al cerchio rosso che circonda il castello di Melisandra. Non mi accorgo che Arthur nel frattempo si è alzato e mi  ha raggiunto mettendosi alle mie spalle. Sento il suo respiro sul collo e il suo corpo appoggiato al mio. Con la coda dell’occhio noto che è intento a studiare la mappa in questione. Il battito del mio cuore aumenta senza che io possa fare niente per impedirglielo e il calore del corpo appoggiato al mio passa i vestiti leggerissimi che indosso provocandomi un imbarazzo esagerato. Arthur non sembra accorgersi del mio stato e continua con il discorso guardando la mappa.
- La strada che prenderemo allora dovrebbe richiedere all’incirca quattro o cinque giorni di cavallo da qui se evitiamo soste non necessarie, ma passare per l’entroterra sarà abbastanza pericoloso sei sicura di riuscire a recuperare le forze in tempo per il viaggio-.
Questa insinuazione è una pugnalata al mio orgoglio che spazza via l’imbarazzo. Indosso il mio sorriso arrogante e mi giro per guardarlo:- Sono pronta a fare uno scontro anche adesso. Tanto non andrei a dormire comunque e un po’ di allenamento farà bene a tutti e due. Andiamo?.
Arthur
Quando fa quel sorrisetto arrogante desidero solamente stringerla a me per poterla toccare e baciare su quelle labbra perfette color ciliegia, ma mi controllo anche se la distanza tra i nostri volti e di pochi centimetri 
-Perché no. Che ne dici di uno scontro corpo a corpo. Niente armi, lame o altro. Una semplice lotta io e te-
-Ci sto- risponde senza esitare.
-Allora seguimi-. Esco dalla biblioteca per dirigermi prima in armeria e poi nella sala allenamenti.  Luna mi segue per i corridoi affiancata da Daiki che pare abbia una particolare adorazione per lei e le sta incollata trotterellando come un cagnetto da compagnia. Arrivati a destinazione faccio un gesto al cane che si allontana dopo aver preso una coccola dietro le orecchie da Luna. Mi Sento uno stupido ma vorrei io le sue attenzioni. Quel cane gioca sporco.
-Non fare caso a lui e un approfittatore- Dico entrando nella sala che ospita tutte le mie scorte di armi e anche una grande stanza sgombra che utilizzo per allenarmi senza essere disturbato. La mia preziosissima collezione ospita centinaia di armi tra spade, lance, pugnali o asce ma le mie armi preferite sono una katana nera come il carbone che appartiene alla mia famiglia ormai da generazioni e una spada dalla lama larga quanto un avambraccio di pesante acciaio temprato. Mi ci sono voluti anni e anni di allenamento per riuscire ad utilizzare con destrezza tale spada dal peso non indifferente. Ma per questo scontro non credo utilizzeremo armi. Con uno sguardo veloce osservo l’abbigliamento della mia avversaria non molto adatto al combattimento. Allora le indico un armadio a muro che contiene tutte le tenute da battaglia compresa la mia solita armatura nera. Luna accostandosi all’armadio si sofferma davanti alla bestia nera e la osserva come incantata, ma subito dopo come se si fosse svegliata da un sogno entra nella piccola stanzetta e io le indico una semplice tenuta di cuoio leggero. Io prendo la mia ed esco dandole la possibilità di cambiarsi. Ci mettiamo entrambi pochissimo tempo e siamo così pronti per sfogarci.
-Se sei pronta cominciamo- chiedo, e lei risponde solo con un cenno di assenso. Cominciamo a girare introno al centro della stanza uno difronte all’altro. In questo momento di stallo posso osservarla: si muove sicura e furtiva come una gatta, i capelli legati in una coda di cavallo ondeggiano al ritmo dei passi, la tenuta di cuoio le fascia il corpo alla perfezioni, ma non ha indossato ne scarpe ne stivali. E’ a piedi scalzi. I pantaloncini sono a metà coscia e non ha messo neppure i para stinchi, probabilmente per alleggerirsi e non avere  protezioni inutili. Mentre la osservo vedo guizzare i muscoli dei polpacci nudi e prevedo che salterà pronta ad attaccare ma non mi faccio prendere alla sprovvista. Schivo con facilità i primi due pugni: uno dritto alla faccia e l’altro alla bocca dello stomaco e roteando su me stesso cerco di prenderla alle spalle, ma non è così facile sei di accuccia con velocità sorprendente e sfugge alla mi presa. Di nuovo uno difronte all’altro ci osserviamo. Il primo a colpire questa volta sono io che con una finta le faccio alzare il braccio per difendersi permettendomi così di poterla afferrare per quello stesso braccio e trascinarla verso di me e girarla di mezzo giro. Le blocco i movimenti chiudendola in una morsa. La sua schiena sul mio petto, afferro tutte e due le sue braccia e le tengo incrociate davanti al suo petto impedendole di dimenarsi. Rimaniamo per qualche istante così. La sento respirare pesantemente ma non una goccia di sudore la scorre sul corpo.
-Ok il riscaldamento e finito e ora di fare sul serio- Dice lei roteando i polsi e dando uno strattone che allenta leggermente la mia presa su si lei permettendole di sgusciare via. Non so bene per quanto la lotta sia andata avanti. Un contini scambio di colpi, parate e prese fino allo sfinimento. Entrambi ormai siamo sfiniti: io con un labbro spaccato e dolori ovunque mentre lei con una mano sul fianco si regge a malapena in piedi. L’ultimo attacco sarà quello che deciderà il vincitore e vista la situazione decido di darci un taglio io partendo all’attacco. Prendo un lungo respiro e con uno scatto mi lancio verso di lei che non riesce a reagire abbastanza prontamente e la prendo per un braccio e con un spinta laterale e un colpo alla gamba postante finisce a terra senza fiato con me spora e senza vie di uscita. Il laccio che le legava i capelli si rompe poco prima che lei atterri e adesso intorno alla sua testa c’è un’aureola di capelli dorati.
-Ok mi arrendo basta non ce la faccio più- . Ammette lei ansimando e sentite tali dolci parole la lascio e le porgo una mano per alzarsi. Lei accetta e la tiro su con facilità e finiamo uno addosso all’altro e occhi negli occhi non riesco più a resistere. Le metto una mano sulla vita la stringo a me e lei non sembra opporsi e sostiene il mio sguardo. Con una mano le sposto i capelli dal viso e avvicino il suo volto al mio. Sento il suo respiro veloce, ma non so se per il momento o per la fatica della lotta. Le sue guance sono bollenti al tatto. Mentre il mio cuore galoppa nel petto e i pensieri vanno a briglie sciolte avvicino il suo volto al mio fino a che le nostre labbra non si incontrano. Il pavimento sembra sparito da sotto i miei piedi, ma per un interminabile istante penso a quello che sto facendo! Cosa sto facendo! Il mio sollievo è immenso quando lei ricambia e appoggia le mani al mio petto. Le percorro con una mano tremante la schiena e lei sembra sciogliersi tra le mie braccia. Una scossa mi percorre quando dividiamo, poi lei mi guarda e dice al mio orecchio: -Tutto qui?- Quando la guardo ha sul volto quel sorrisetto che mi fa impazzire. Le nostre labbra si uniscono in un bacio più intenso e passionale. Per quanto mi dispiaccia mi divido da lei e senza parlare la carico in spalla e lei molla un urletto di sorpresa e si dimena cercando invano di liberarsi.
-Che ne dici allora di un bagno?
Quando esco dalla stanza busso due volte sulla pareste e il mio fedele maggiordomo si presenta all’istante:-Prepara il bagno-  e con un cenno di consenso sparisce dentro il muro con la stessa rapidità con cui è arrivato mentre io mi dirigo verso la stanza con la grande vasca interrata: la mia preferita.
Luna
Mi dimeno con le poche forze che ho ma lui non cede al massimo ride e dice: -prendila come il premio per il vincitore. L’umiliazione è davvero troppa. Adesso siamo io e lui nel bagno: i vapore dell’acqua invade la stanza e un profumo afrodisiaco annebbia la mente. Credo sia gelsomino. Subito dopo essere entrati Arthur mi poggia finalmente a terra, ma non neppure il tempo per insultarlo che lui mi ha praticamente già svestita slacciando le fibbie che tenevano la corazza unita. Sento le sue mani che sganciano la mi sfilano di dosso la tenuta e io non oppongo resistenza o per meglio dire non voglio opporre resistenza. In pochissimo tempo siamo entrambi nella vasca senza niente addosso. Sento le mani insaponate che passano tra i miei capelli, ma non lo vedo visto che è alle mie spalle. Non ho il controllo della situazione sono in completa balia del mio cuore. Quando i miei capelli sono puliti e profumati le mani di Arthur non si fermano e percorrono il mio corpo in ogni suo angolo. Senza il mio consenso dalla mia bocca escono suoni e piccoli gridolini indefiniti di puro piacere.  Tutto sembra passare in un attimo fino a che mi volto per rivoltargli contro la sua stessa arma. Prendo una noce di sapone pure io e con fare da gattamorta gli passo pe mani tra i capelli biondi e poi scendo fino al petto e percorro i muscoli asciutti del suo petto, ma lui ridendo mi prende per i fianchi e mi costringe a voltarmi di spalle e lo sento baciarmi lungo il collo e una attimo dopo non lo sento più alle mie spalle. Lo vedo fuori dalla vasca con un asciugamano avvolto intorno alla vita, si passa una mano tra i capelli portandoli indietro e mi guarda con un sorriso sornione. Con poche falcate lo vedo raggiungere la porta, ma poco prima si ferma a raccogliere qualcosa da terra per poi uscire silenziosamente e chiudersi alle spalle la porta. Un attimo dopo esco anche io dalla vasca e mi avvolgo un asciugamano attorno e con irritazione mi accorgo che la cosa che prima Arthur ha raccolto sono gli abiti con qui eravamo arrivato! Mi affaccio al corridoio. Lui è già in fondo davanti alla porta della mia camera… mi guarda…ed entra.
quando raggiungo la mia stanza lo trovo ad aspettarmi con le spalle appoggiate al muro e le braccia incrociate sul petto. Quando sono completamente entrata nella stanza chiude la porta con un piede e si avvicina a me. Lo guardo fisso negli occhi e mi sento strana… vorrei mi guardasse così sempre.
Arthur
Bella come una rosa, ma piena di spine. La desidero soltanto per me a costo di ferirmi per raccoglierla. Afferro il suo volto tra le mani e percorro con i pollice il profilo delle sue labbra arrossate per il bacio di prima. Il suo corpo e caldo contro il mio. Le impedisco i movimenti bloccandola alla porta mettendole una gamba tra le sue e fermandole le mani sopra la testa. Le do un altro bacio e lei risponde con passione e mi mordicchia anche il labbro inferiore. Mi stacco stupito e la guardo negli occhi, occhi colmi di desiderio e così belli da farmi perdere la tesata. Continua a guardami negli occhi e io le lascio le mani che si avvolgono intorno al mio collo. La stringo forte a me e lei mi bacia con ardore. La lascio fare. Mi passa una mano tra i capelli bagnati ed un brivido mi percorre la schiena. Il semplice asciugamano che la avvolge sta per cadere ma lei non ci fa caso. Non pensavo che il mio stupido gioco finisse così bene. Entrami abbiamo il respiro pesante,  poi avvicino le labbra al suo orecchio e sussurro:- “tutto qui” gattona?-. Sulle sue labbra appare quel sorriso poi si avvicina e le sue mani percorrono la mia schiena finche con ci pianta le unghie e mi sussurra all’orecchio:-Miaooo!- allora la sollevo leggermente da terra. Quasi la lancio al centro del gigantesco letto che c’è al centro della stanza. Lei ride reggendosi l’asciugamano con una mano. Le sto completamente sopra, e lei mi sfiora la pelle delle spalle ancora umida e con i segni delle unghie. Si solleva sui gomiti per avvicinarsi e baciarmi. Per vendicarmi dello scherzetto mi avvicino come per assecondarla e quando lei mi viene incontro mi allontano, lei mi cerca e solo dopo averla fatta penare per un po’ la bacio assaporando le sue labbra che ho tanto desiderato. Le nostre lingue si accarezzano e in corpo ho pura adrenalina. Le sue mani percorrono la linea del mio petto mentre io con una mano sulla sua coscia sfioro la sua pelle perfetta e la faccio sussultare. Le sue mani mi avvolgono stringendomi a lei. I nostri corpi sono come un'unica cosa. I nostri cuori battono all’unisono ad una velocità sconcertante. Resistere diventa sempre più difficile e il comportamento provocatorio di Luna  non aiuta. Faccio scendere i miei baci lungo il collo e proprio sotto l’orecchio la bacio la pelle prima con delicatezza poi con  più forza fino a lasciarle un livido violaceo che sarà il mio marchio su di lei. Adesso siamo solo io e lei e niente può rovinare i nostro momento.
 
**********Angolo Autrice**********
Scusate per avervi fatto attendere per così tanto tempo, ma mi mancava l’ispirazione. E poi ho trovato il mio nuovo Beta (dato che quello precedente non partecipava molto attivamente hahahaha). Vi ringrazio per la lettura e mi scuso ancora per il ritardo.
Ci terrei ad aggiungere anche che l’aspetto di entrambi i personaggi e stato modificato
Riassuntino veloce:
Luna: capelli castani mossi lunghi fino ai fianchi. Occhi blu
Arthur: Biondo capelli tenuti abbastanza lunghi, ma sopra le spalle. Occhi grigio-verdi con sfumature dorate.
Come al solito accetto: consigli, Correzioni, critiche costruttive e tutto il resto. Grazie e alla prossima.
EmmOz
   
 
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