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Autore: Euachkatzl    15/07/2015    1 recensioni
“Avevi un'amica a cui hanno fatto del male?” azzardò un'ipotesi; avrebbe voluto dirne un'altra, quella che gli sembrava la più probabile, ma non ne aveva il coraggio nemmeno lui.
“No” rispose Amelia, con la voce sempre più debole. Tutta quella situazione non le piaceva.
“Hanno fatto del male a te?” chiese Brian, tentando di sembrare il più calmo possibile, quando in realtà gli tremavano le ginocchia: aveva paura. Aveva paura perché aveva capito cosa era successo ad Amelia, e non sapeva come gestire la cosa; non sapeva se cavarle le rispose di bocca o aspettare che lei si sciogliesse, anche a costo di attendere anni.
La ragazza respirò profondamente e alzò lo sguardo.
“No” rispose nuovamente, tentando di liberarsi dalla presa di Brian con uno scossone, ma senza successo: il ragazzo continuava a tenerle stretti i polsi. Amelia stava iniziando ad andare in panico.
“Dimmelo” le ordinò, perché nonostante la compassione che provava iniziava a spazientirsi: lui voleva aiutarla, e lei nemmeno provava a parlare.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brian non aveva chiuso occhio per tutta la notte e si sentiva praticamente uno straccio mentre tutti gli altri facevano colazione belli e pimpanti, assolutamente sani e senza testa pesante, nausea, domande scomode e dubbi irrequieti che affollassero loro la mente. Giusto per festeggiare il successo del neonato Pentacle, che in sole due serate era già riuscito ad attirare mezza Huntington e dintorni, Morgana si era degnata di mettersi a cucinare, e dei pancake dorati erano appoggiati invitanti sul tavolo, circondati da qualsiasi schifezza potesse essere messa a guarnire quei piccoli doni di Dio.
Il ragazzo, che sentiva che non avrebbe retto l'ennesimo discorso stupido del gruppo, preferì alzarsi e uscire dalla piccola cucina, per sedersi sul terrazzo sul tetto dell'edificio. Tecnicamente non era un vero e proprio terrazzo, e tecnicamente nessuno sarebbe dovuto salirvi, ma i 'tecnicamente' non creavano parecchi problemi a Brian. A creargli i problemi erano invece una certa ragazza e le domande che gli aveva fatto rimbalzare in mente per tutta la notte: la cicatrice, il discorso del bordello, o semplicemente il fatto che lei non volesse mai parlare con nessuno.

 

"Qualche problema?" chiese Morgana, facendo capolino dalla finestra del bagno; era la finestra più comoda dalla quale uscire per arrampicarsi sul tetto, dato il davanzale meno scivoloso degli altri. I ragazzi l'avevano imparato a proprie spese dopo che Johnny aveva quasi rischiato un volo non particolarmente piacevole dal secondo piano dell'edificio per aver provato a salire sul tetto dalla camera da letto delle ragazze.
Brian scosse la testa, ma poi si decise a chiedere a Morgana almeno un paio delle cosette che aveva in mente, giusto per calmarsi un minimo. La ragazza lo guardò storto dopo la prima domanda.

"Come siete finiti a parlare dell'aprire un bordello?" chiese incuriosita: era già un evento che Amelia e Brian parlassero, figurarsi di certi argomenti.
"Ma niente, lei ha detto questo e poi è andata via" mise le mani avanti lui; non è che gli andasse tanto di parlare della cicatrice della ragazza e del fatto che lui non si desse pace, chiedendosi come se la fosse fatta.
Morgana guardò verso il basso, gustandosi il senso di vertigine, poi sospirò e disse che, visto che ormai era giunto il momento di parlare della faccenda, tanto valeva spiegare tutto anche agli altri.

 

Amelia guardò storto Morgana e Brian, di ritorno dal tetto, chiedendosi istintivamente di cosa avessero discusso di così privato da necessitare un posto del genere; covava ancora quella punta di gelosia verso il rapporto che i due avevano: non riusciva a capire cosa avesse di tanto speciale quel ragazzo, che non sapeva farsi i cazzi propri e che doveva sempre fare domande a sproposito.
"Ragazzi, dobbiamo parlare" annunciò Morgana, sedendosi a capotavola e osservando tutti, uno alla volta. I ragazzi spostarono lo sguardo da lei a Brian, ad Amelia, per poi riportarlo sulla protagonista del discorso.

"Sei incinta" mormorò Jimmy, che sembrava stesse dicendo la verità universale nascosta da sempre alla vista dei comuni mortali. Morgana sospirò: era un discorso serio, perché se ne usciva con quelle sparate?
"Jimmy, due donne che fanno sesso tra di loro non possono avere bambini" spiegò pazientemente la ragazza. Stava per riprendere il discorso (che doveva ancora iniziare), quando il ragazzo la interruppe di nuovo.
"E chi dice che fai sesso solo con Amelia?" scherzò, tirando un pugno al braccio di Brian, seduto accanto a lui. Scese il gelo nella stanza, perché tutti sapevano che Amelia e Brian non erano esattamente migliori amici, e che lui e Morgana avevano un rapporto decisamente troppo poco innocente perché la battuta di Jimmy sembrasse uno scherzo. Erano passati secoli da quando i due erano stati assieme, ma erano ancora parecchio legati; secondo alcuni, addirittura troppo, dato il modo brusco in cui si erano lasciati.
Morgana tossicchiò, riportando l'attenzione sul punto focale della discussione.
"Se Jimmy ha finito di dire cazzate" iniziò "Dovremmo parlarvi di un paio di cose che non vi abbiamo mai detto sul Pentacle"
Detto questo, chiamò Amelia vicino a sé. La ragazza restò in piedi e si mise a fissare il tavolo, dimostrando che non aveva affatto voglia di essere lei a rivelare la scottante notizia. Morgana sospirò.
"In realtà il Pentacle non è solo un locale così, a caso" spiegò. I ragazzi si preoccuparono non poco a causa della voce insicura di Morgana: nessuno l'aveva mai sentita tremare, eppure adesso sembrava dovesse confessare di aver appena ucciso qualcuno.
"Avrete notato le stanze" prese la parola Amelia, tentando di sviare il discorso e arrivare al sodo a piccoli passi. Tutti scossero la testa, dicendo che no, non avevano mai fatto caso alla presenza di stanze.
"La sala è piena di porte, secondo voi dove portano?" fece notare Morgana, che da impaurita ora stava già diventando nervosa: tutta quella tensione le fotteva il cervello, forse era meglio dire tutto in un solo momento invece di girarci intorno. Alzò la testa e guardò gli altri, che stavano parlottando riguardo le porte. Qualcuno disse che a lui erano sempre sembrate finte, qualcun altro confessava che non si era nemmeno mai posto il problema: semplicemente c'erano delle porte, e se Morgana aveva deciso di non parlarne c'era un motivo valido.
"Il Pentacle è un bordello" interruppe tutto Amelia, alzando la voce. I ragazzi si zittirono e si voltarono a guardarla, tentando di capire se fosse uno scherzo o se la ragazza facesse sul serio. Per un paio di minuti regnò un silenzio imbarazzante, poi Zacky ebbe il coraggio di prendere la parola per primo.
"Cioè voi gestite un giro di prostituzione?" chiese, facendo una domanda ovvia ma assolutamente giustificata: non era certo facile credere che una delle persone che conosci da una vita abbia un'attività del genere.
"No, siamo uno di quei bordelli che vendono caramelle" commentò Morgana a denti stretti, innervosita. Amelia le posò una mano sulla spalla, spiegando a Zacky che sì, non avevano ancora iniziato ma di lì a poco avrebbero gestito un giro di prostituzione.
"E quando avevate idea di dircelo?" domandò acido Jimmy, che si sentiva un po' offeso da tutta la situazione: le ragazze sapevano di potersi fidare di loro, eppure non avevano detto nulla. La sua domanda non ebbe risposta, perché le due abbassarono lo sguardo, finché Matt non chiese un'ultima cosa, la questione che avrebbero dovuto prendere in considerazione per prima: quello che facevano era legale?
"No" sussurrò Morgana, continuando a fissare il vuoto. "Lo sfruttamento della prostituzione è illegale in California"
"E perché lo fate?" sbottò Brian, alzando la voce e facendo sussultare tutti. Nonostante il tono, Amelia aveva capito che la domanda non era per entrambe: era per lei. Perché la sera prima non aveva chiuso la bocca abbastanza in fretta, e si era lasciata scappare quella stupida frase. Non è che una persona si inventa di aprire un bordello di punto in bianco. Che cosa stupida.
La ragazza sentì tutti gli occhi puntati su di lei, compresi quelli di Morgana: nemmeno lei sapeva tutti i motivi che l'avevano spinta a decidere di fare quel passo.
"Avete mai fatto un giro nella periferia, di sera?" chiese, senza avere il coraggio di guardare in faccia gli altri, dato che stava improvvisando una risposta. O meglio, stava dicendo la verità, omettendo tuttavia la maggior parte dei fatti. "Ci sono tantissime ragazze, per strada, che si vendono. E non lo fanno di loro iniziativa, sono costrette. Vanno a letto con il primo pervertito che passa da quelle parti e non possono rifiutarsi. E oltretutto, non vengono pagate come dovrebbero, non hanno i controlli che meriterebbero e non sono assolutamente tutelate. Sono costrette ad andare su quella strada ogni sera, impaurite da chi potrebbe portarle a casa"
La ragazza alzò lo sguardo e vide che il suo discorso stava facendo un certo effetto: la situazione era risaputa, ma nessuno si era mai soffermato a pensare a cosa stessero vivendo quelle ragazze, costrette a vendersi.
"Ci sono dei grandi giri di sfruttamento" riprese Amelia "Alcuni sono solo una piccola parte di una mafia più grande, altri sono gestiti da gente che dirige solo quell'attività ma in fondo, in qualunque modo sia gestita la cosa, io la chiamerei schiavitù"
La parola ebbe un grande effetto su tutti: era una cosa grossa, e Amelia non l'aveva detta a sproposito.
"E quindi avete idea di tirare via dalla strada qualcuna delle ragazze?" chiese Matt; certo, l'intento era bello, ma forse non avevano fatto i conti con le organizzazioni che gestivano il giro: era una cosa molto più grande di loro.
"Ci sono ragazze destinate a venire qui, prima o poi" spiegò Morgana, prendendo la parola "Noi le adottiamo prima che finiscano sulla strada"
"E quelle sono le ragazze del libro" ragionò Zacky, alludendo al book che Brian aveva trovato la sera prima in magazzino. Le ragazze annuirono.
"Io gestirò le cose" precisò Amelia "Voi non dovrete fare assolutamente niente, per questo vi avevamo nascosto tutto. Non vogliamo che vi mettiate in pericolo. Me la sbrigherò io"
Brian si alzò, facendo stridere rumorosamente la sedia sul pavimento e facendo sussultare tutti per la seconda volta.
"Quanta nobiltà" disse, con un evidente tono sarcastico "Solo che una persona non si inventa di aprire un bordello di punto in bianco"
Morgana si alzò, giusto per rispondere a Brian dalla stessa altezza. Gli spiegò nuovamente tutta la storia, alzando la voce, spazientita: aveva capito che lui si sarebbe messo in mezzo, per fare l'eroe o solo per semplice mania di protagonismo, e lei non voleva. Brian non poteva rischiare tanto.
"Sto dicendo che possiamo dispiacerci per le puttane per strada, ma una persona sana di mente troverebbe un modo alternativo per aiutarle, non certo prenderne altre e mandarle a letto con degli sconosciuti" Brian spiegò chiaramente le sue ragioni, quando la domanda dentro ad ogni sua parola era soltanto una: perché? E quel perché voleva saperlo da Amelia, e non si sarebbe accontentato di una semplice storia che non stava nemmeno in piedi.
"Ma hai la minima idea di cosa si prova a essere messi in vendita, senza nessuno dietro a proteggerti? Lo vuoi capire che non possiamo fare niente contro quelli che già hanno un giro, ma che almeno possiamo provare a salvare qualcuno?" prese parola Amelia, sentendosi in ballo.
"Perché, tu sai com'è essere messi in vendita? Sei andata per strada a prostituirti, per caso?" chiuse il discorso Brian, lasciando la stanza nel silenzio più profondo. Amelia aveva le lacrime agli occhi, sia per la rabbia che per tutto quello che aveva appena sputato il ragazzo: che cazzo voleva saperne, lui? Non riusciva nemmeno a capire quando doveva tacere, come poteva pretendere di sapere cosa significasse ritrovarsi per strada, ogni sera, pregando che nessuno si fermasse per farti salire in macchina?
Quando la calma sembrò ristabilirsi, Morgana chiese lentamente chi voleva aiutare, almeno in parte, e chi voleva starne fuori del tutto. Disse che nessuno era obbligato, e che meno gente c'era e più comodo era il tutto da gestire. Inutile dire che, nonostante la logica di ferro, tutti vollero aiutare le ragazze: un po' perché erano le loro migliori amiche, un po' perché nessuno sapeva in che guai si stava cacciando. Pure Brian disse di voler partecipare, ufficialmente perché voleva proteggere le ragazze, in realtà perché voleva capire come mai Amelia si fosse inventata tutto quello: nonostante la storia strappalacrime, secondo lui c'era qualcosa di molto più grande, sotto.
Morgana ringraziò a bassa voce, ricordando ai ragazzi che potevano tirarsene fuori in ogni momento, e disse che prima di iniziare ad organizzare tutto bisognava dare una ripulita al locale.
"Intanto pensate a qualche buona idea" propose.
"Buona idea per cosa?" chiese confuso Zacky: buona idea su come gestire, su che ragazze scegliere, su come non farsi sgamare dalla polizia?
"Qualsiasi cosa" rispose Morgana, vaga. Si avvicinò ad Amelia e le sussurrò, badando di non farsi sentire dagli altri, che bisognava dare un'occhiata alle camere, giusto per vedere se era tutto in ordine. La ragazza annuì, dicendo che avrebbe fatto tutto lei, nonostante il numero di stanze da pulire e rassettare.

 

Erano ormai un paio d'ore che lavoravano, e i ragazzi non ce la facevano più: non erano abituati a sgobbare così a lungo, e soprattutto non erano allenati nel passare lo straccio per terra, dato che il loro appartamento era il regno del caos e degli acari.
"Non manca qualcuno?" chiese Jimmy ad un certo punto, approfittando del momento per stiracchiarsi. Tutti si guardarono intorno, notando che effettivamente mancavano un paio di persone, e non due persone qualunque. Un pensiero perverso passò per la mente di tutti, immaginandosi dove fossero quelle due personcine e cosa stessero facendo.

 

Morgana fece scorrere le dita sul tessuto di raso rosso che copriva il piccolo divanetto, posto ad un lato della stanza. Appoggiato all'altra parete, un gemello rivestito di nero, con appoggiati un paio di morbidi asciugamani.
La ragazza fece il giro della stanza per l'ennesima volta, controllando ogni singolo particolare: quella camera doveva essere perfetta, nessun dettaglio doveva sembrare fuori posto. Quella era la loro stanza migliore, la più costosa, destinata ad una ragazza speciale: la più bella, la più sexy, quella per la quale i clienti avrebbero pagato qualsiasi prezzo. Morgana si chiese se fosse la cosa giusta da fare, ma in fondo nessun'altra persona le pareva adatta per ricoprire il ruolo. Non ne aveva ancora parlato con Amelia, che si sarebbe arrabbiata parecchio nel sapere che aveva preso decisioni senza di lei, ma non le interessava poi tanto: lei aveva trovato la piccola perla del locale, ed era decisa a non permettere a nessun'altra di rubarle il posto.

 

Amelia si spaventò quando la porta della stanza si spalancò di colpo. Il giocattolino che aveva in mano cadde per terra, ma il suono fu attutito dalla morbida moquette sul pavimento.
"E' la quinta stanza in cui ti cerco" disse Brian, giusto per fare una battuta e non iniziare subito a tartassare la ragazza con domande scomode. Anche se sinceramente era un po' stupito di quante camere nascoste avesse quel locale e del fatto che nessuno se ne fosse mai accorto.
"Bravo, mi hai trovata" Amelia accennò un applauso, raccolse il giocattolino e lo chiuse in un cofanetto nero. Brian si avvicinò e le strappò la cassettina dalle mani, facendo innervosire la ragazza: dopo tutto quello che le aveva detto voleva arrivare a rompere le palle come se fosse stato tutto normale?
"Ridammi la scatola" ordinò Amelia, la voce ferma che non ammetteva repliche da parte di nessuno. Nessuno che non fosse Brian.
"E' quello che penso io?" domandò il ragazzo, incuriosito: aveva visto di sfuggita l'oggettino e, se era quello che intendeva lui, ci sarebbe stato da divertirsi, anche solo mettendo in imbarazzo Amelia. Fece per aprire il cofanetto, ma la ragazza fu più veloce e glielo strappò dalle mani.
"Sì, è quello che pensi tu, e se non te ne vai subito lo inauguro con il tuo culo" minacciò, indicando la porta in un'esplicita richiesta di levarsi dalle palle.
Il ragazzo si avviò nella direzione indicatagli da Amelia, dandole la sensazione di aver vinto, ma con un calcio chiuse la porta e si buttò pesantemente sul letto. La ragazza sospirò e fece per tirare su Brian.
"Levati, l'ho appena rifatto" si lamentò. Lui non sembrò farci caso.
"Tu sai cosa significa prostituirsi per strada" le disse, senza alcuna alterazione della voce. Senza il solito tono sarcastico, o senza quella lieve inflessione che avrebbe fatto sembrare la frase una domanda. Amelia si bloccò e si rifiutò di parlare, sfruttando i secondi per elaborare una storia convincente e non trovarsi costretta a raccontare la sua.
"Amelia" la voce di Brian la richiamò alla realtà. Il ragazzo si alzò e fece qualche passo verso di lei, le prese le mani nel tentativo di rassicurarla. "Perché non vuoi dirci il motivo per cui stai facendo tutto questo?"
"Ve l'ho spiegato prima, il motivo" mormorò lei nemmeno troppo convinta, a testa bassa, guardando il pavimento scuro. Sentì Brian sospirare, per poi tornare alla carica.
"Avevi un'amica a cui hanno fatto del male?" azzardò un'ipotesi; avrebbe voluto dirne un'altra, quella che gli sembrava la più probabile, ma non ne aveva il coraggio nemmeno lui.
"No" rispose Amelia, con la voce sempre più debole. Tutta quella situazione non le piaceva.
"Hanno fatto del male a te?" chiese Brian, tentando di sembrare il più calmo possibile, quando in realtà gli tremavano le ginocchia: aveva paura. Aveva paura perché aveva capito cosa era successo ad Amelia, e non sapeva come gestire la cosa; non sapeva se cavarle le rispose di bocca o aspettare che lei si sciogliesse, anche a costo di attendere anni.
La ragazza respirò profondamente e alzò lo sguardo.
"No" rispose nuovamente, tentando di liberarsi dalla presa di Brian con uno scossone, ma senza successo: il ragazzo continuava a tenerle stretti i polsi. Amelia stava iniziando ad andare in panico.
"Dimmelo" le ordinò: nonostante la compassione che provava iniziava a spazientirsi: lui voleva aiutarla, e lei nemmeno si sforzava di parlare.
Il tono della voce di Brian non fece altro che spaventare ancora di più Amelia, che provò nuovamente a liberarsi, ottenendo solo una presa ancora più salda da parte del ragazzo. Lo guardò, pregandolo silenziosamente di lasciarla andare, ma lui non ne voleva sapere. Non gli erano mai piaciute le persone che non si aprivano, nonostante lui fosse il primo a tacere qualsiasi suo problema, e sarebbe riuscito a far parlare Amelia, in un modo o nell'altro. Magari uno spavento avrebbe finalmente sciolto la sua lingua.
"Cosa vuoi che ti dica?" gli urlò contro Amelia, esasperata e terrorizzata: era tutto così simile, simile a tutte le volte. Era per quello che odiava gli uomini, che non voleva averne nulla a che fare: usavano la loro forza per sottometterla e schiacciarla, senza nemmeno rendersene conto. Semplicemente, lo facevano perché sapevano di avere i mezzi, quindi perché no? Perché non prendere una ragazzina e farle fare quello che voglio, visto che ne sono in grado?
"Voglio la verità, Amelia" rispose sinceramente lui. "Voglio che tu smetta di inventarti balle e inizi a parlare"
La ragazza sembrò finalmente calmarsi. Smise di dimenarsi e Brian la lasciò andare, vedendo che ormai sembrava essersi decisa a spiccicare parola. Lei si sedette sul letto e guardò il ragazzo.
"Perché ti interessa tanto?" gli chiese: nessuno si era mai particolarmente interessato al motivo per cui Amelia faceva certe cose, dalla più banale alla più contorta. Nemmeno Morgana le aveva mai davvero chiesto perché parlasse così poco, o perché non andasse d'accordo con i suoi amici; si era accontentata di stupide scuse, senza andare mai a fondo della questione.
"Perché sì" balbettò Brian, preso alla sprovvista. Perché gli interessava tanto? Amelia poteva semplicemente essere una ragazza come un'altra: non era bellissima, non era particolarmente spiritosa e non aveva grandi qualità che la facessero distinguere dalla massa. Ma, per lui, lei non faceva parte della massa: lei era un gradino al di sopra di tutti. Dal giorno in cui si erano conosciuti, quando Morgana l'aveva portata ad Huntington, Amelia era stata sempre al centro della mente di Brian, onnipresente.
La ragazza continuava a fissarlo, in attesa di una risposta decente; un banale 'Perché sì' non l'avrebbe certo convinta a spiattellare tutto a Brian. Lui continuava a guardarsi intorno, cercando le parole migliori per dirle perché gli interessasse tanto, tentando di trovare quelle frasi che avrebbero convinto Amelia pur salvandogli la faccia: il suo orgoglio continuava a prevalere, e gli imponeva di non mostrare così apertamente i suoi sentimenti; non poteva mettersi in ridicolo in quel modo.
"Perché sì" ripeté, sperando che Amelia si accontentasse di quella spiegazione.

 

"Basta" pregò Johnny, accasciandosi sui banconi della grande sala. Non ne poteva più di fare la colf, e continuava a chiedersi dove fosse finito il resto della ciurma: passi per Morgana e Amelia, che probabilmente stavano facendo qualcosa d'importante, ma pure quel traditore di Haner se l'era data spudoratamente a gambe.
Zacky e Matt riemersero dai bagni, decisamente provati dall'esperienza.
"D'ora in poi starò attento a centrare sempre il cesso, lo giuro" mugugnò il primo, seguito a ruota dal secondo, che blaterava di cose che aveva visto e che si sarebbe portato dietro per tutta la vita. Gli altri due risero: erano esauriti, ma almeno ancora sani di mente.
"La prossima volta i cessi li pulisce Haner, e con la lingua, visto che stavolta ha preferito dileguarsi" si lamentò Zacky, pensando a cosa avrebbe fatto all'amico non appena gli fosse capitato tra le mani.

 

Il traditore, come lo avevano definito i ragazzi, era comodamente seduto su un letto morbidissimo, con tanto di coperte di raso e veli che scendevano leggeri dal baldacchino. Stava fissando Amelia, ancora attendendo una spiegazione, dato che lei si era limitata a ripetere le pessime scuse che aveva propinato ai ragazzi quella mattina, per poi tenere nuovamente la bocca sigillata.
"Almeno mi dici perché non vuoi parlarne?" domandò stanco, passandosi una mano sul viso.
"Perché non capiresti" disse subito lei. Evidentemente conosceva molto bene le sue ragioni "E mi vedresti diversamente"
"Non è che abbia un particolare modo di vederti adesso" mentì Brian.
"Non ha importanza" commentò Amelia. Si alzò e si diresse verso la porta, bloccandosi quando appoggiò la mano sulla maniglia dorata. "Il taglio me lo ha fatto un tizio con cui stavo facendo sadomaso"
Detto questo, la ragazza preferì uscire dalla stanza, già pentendosi di aver rivelato anche solo quel piccolo pezzo della storia. Brian preferì restare un paio di minuti ancora sul letto, per digerire la notizia. Non sapeva come prenderla, dato il tono piatto della voce di Amelia e il fatto che non si fosse fermata a dare alcuna spiegazione. La prima idea che sfiorò la mente di Brian era che la piccola, innocente ragazzina non fosse poi così candida e pura come sembrava, ma sperava vivamente di sbagliarsi.

 

Morgana passò per l'ennesima volta un dito sulle mensole nella stanza, controllò che negli armadi tutto fosse al proprio posto e stese al meglio le lenzuola di seta nera sul letto.
Prima di uscire, sbirciò fuori attraverso lo spioncino sulla porta, giusto per assicurarsi che nessuno stesse guardando in quella direzione. Forse erano troppe precauzioni, ma avevano grandi progetti per la stanza cremisi: avrebbe dovuto diventare una specie di leggenda, nessuno avrebbe mai dovuto sapere dove fosse o come arrivarci; nessuno avrebbe nemmeno dovuto sapere come fosse fatta, prima di metterci piede di persona.
Silenziosamente, scese le scale che portavano al terrazzino e arrivò alle spalle della sua ragazza, facendola sussultare.

"Dov'eri?" le chiese Amelia. Ottenne in risposta un sussurro delicato da parte di Morgana.
"Stavo pensando che forse dovremmo testare la stanza cremisi, prima di affidarla a qualche ragazzina"
All'idea, un brivido scese lungo la schiena di Amelia, ma si arrestò bruscamente quando vide Brian avvicinarsi al gruppo, con la sua solita faccia impassibile.
"Facciamo in un altro momento" rifiutò la ragazza, lasciando perplessa Morgana: doveva essere successo qualcosa. Tuttavia non se ne preoccupò particolarmente e si dedicò ad ispezionare ogni angolo del locale, cercando qualche mancanza da parte dei ragazzi.

 

"Dobbiamo parlare" disse freddo Brian quando il gruppo si fu allontanato. Amelia alzò gli occhi al cielo: perché cazzo gli aveva detto quella stupidaggine? Sapeva benissimo a cosa sarebbe andata incontro.
"Abbiamo parlato di più oggi che in sei mesi che ci conosciamo" notò Amelia, che avrebbe sfoderato tutto lo smisurato sarcasmo di cui era dotata pur di non dover fare una chiacchierata seria con Brian.
"Sì, e dobbiamo parlare ancora" ordinò il ragazzo, che stava di nuovo iniziando a spazientirsi.
"Vuoi propormi del sadomaso, visto che ora sembro la peggior assatanata che tu abbia mai incontrato?" chiese Amelia, allargando le braccia "Te l'ho detto che mi avresti vista diversamente, figurati se ti racconto tutta la storia"
Brian ormai non ne poteva più. Lui si sforzava per capirla, per aiutarla, tentava di restare calmo ma quella ragazza non voleva far altro che farlo uscire di testa. Annuì, dicendo che da quel momento in poi l'avrebbe lasciata stare, e si unì al gruppo, che stava per iniziare l'ispezione dei bagni.

 

Morgana si complimentò con tutti, decretando che probabilmente avrebbero avuto più possibilità come donne delle pulizie che come musicisti, ottenendo in risposta qualche insulto soffocato.
"Ora ci sediamo in cerchio e ci facciamo venire qualche buona idea per la prossima festa" ordinò la ragazza, andando poi a recuperare nell'appartamento qualcosa di commestibile: i ragazzi avevano fatto un ottimo lavoro e non poteva far morire di fame i suoi schiavetti personali.
Tutti eseguirono gli ordini di Morgana, iniziando a sparare un'idea più assurda dell'altra. La discussione degenerò al punto da arrivare ad un festival di fate a Mordor, e fu a quel punto che Brian e Matt decisero di alzarsi e uscire a fumare. Amelia seguì con lo sguardo i ragazzi, in particolare uno dei due, chiedendosi se fosse il caso di scusarsi. Dopotutto, lui era stato il primo a preoccuparsi davvero per lei. Poco importava il motivo, a lui interessava sapere perché fosse silenziosa, perché non si trovasse bene in mezzo alla gente, cosa avesse fatto a Salem, cose sulle quali nemmeno Morgana si era mai davvero soffermata. Lei aveva accettato tutto, senza chiedere o altro; a volte ad Amelia sembrava che non gliene importasse affatto. Forse era arrivato il momento di decidersi e schiudersi, almeno per le persone che lo meritavano davvero.

 

Morgana e i panini che aveva preparato furono accolti da tutti con gran gioia, in particolare da un affamato Matt, che insieme a Zacky reclamava particolari diritti sul cibo, dato che erano stati loro a pulire i bagni, mentre gli atri se la spassavano in sala.
"Soprattutto il signore di fianco a me" aggiunse Zacky, indicando Brian con un cenno del capo.
"Perché, tu che hai fatto?" volle sapere Morgana, ma prima che l'interpellato potesse aprir bocca, Johnny fornì una dettagliata spiegazione sulla fuga di Brian e sul suo ritorno esattamente quando avevano finito di pulire e lustrare tutto. Morgana guardò storto il ragazzo.
"Dove sei stato?" gli chiese, con un'occhiata che avrebbe potuto uccidere.
"Era con me. Sistemavamo le stanze" lo salvò Amelia, lasciando la sua ragazza di stucco. Quei due negli ultimi giorni stavano comunicando tantissimo, rispetto ai loro soliti standard. Che cazzo stava succedendo?
Morgana contenne il suo stupore e si limitò ad annuire, considerando chiuso l'argomento e chiedendo agli altri se avevano trovato delle buone idee per la festa. Jimmy, tutto contento, prese ad illustrare il geniale programma del rave di fate che intendeva organizzare.

 

Amelia, senza farsi notare, si alzò e salì nell'appartamento. Senza esitazione, si diresse verso il bagno e da lì sul tetto dell'edificio, godendosi la brezza che saliva dal mare. Sentì dei passi avvicinarsi e maledì mentalmente chiunque l'avesse seguita: nemmeno sul tetto si poteva avere un po' di pace?
Ovviamente, dalla finestra del bagno fece capolino Brian, che non si era ancora arreso riguardo la questione Amelia.
"Avevi detto che mi avresti lasciata stare" gli ricordò lei, acida, dimenticandosi all'improvviso i buoni propositi che si era fatta poco prima sull'aprirsi e parlare.
"Dovevo dirti un'ultima cosa" ripose Brian, che quasi si ammazzò tentando di arrampicarsi: gli tremavano le mani, al pensiero della pessima idea che si era deciso di mettere in atto. "Comunque Morgana ha detto di scendere in fretta, dobbiamo scegliere le ragazze"
"Le scegliamo tutti insieme?" si stupì Amelia: le sembrava di aver spiegato abbastanza chiaramente che si sarebbe occupata lei di tutto.
"Il grande capo ha detto che anche noi abbiamo una certa esperienza, in fatto di ragazze, e che possiamo tornarle utili" si giustificò lui, alzando le mani, come a dire che almeno quella non era stata un'idea sua. "E poi, quando Jimmy ha scoperto che nella cartella c'erano anche delle cassette, è stata dura provare ad impedirgli di partecipare"
"Cioè stasera guarderemo porno" trasse le somme Amelia "Gran bella serata"

 

"Dobbiamo aspettare Brian e Amelia" urlò Morgana, tenendo la cartella alta sopra la sua testa. Grazie al suo metro e settanta, riuscì a vincere la sfida contro Johnny, ma un Jimmy decisamente avvantaggiato strappò la cartellina dalle mani della ragazza e infilò la prima cassetta nel videoregistratore che avevano portato giù dall'appartamento per l'occasione. Si sedette poi a terra comodo comodo, rivolgendo un sorrisetto compiaciuto a Morgana.
"Donna, vammi a prendere una birra" ordinò. La donna in questione gli mostrò elegantemente il suo dito medio e iniziò a scribacchiare nome e cognome della prima ragazza su un foglio.

 

Erano passati ormai dieci minuti di imbarazzante silenzio, e Brian non sapeva più che pesci pigliare per intavolare una discussione. Fortunatamente, la prima parola fu di Amelia, che chiese chiaro e tondo perché lui l'avesse seguita sul tetto. Il ragazzo sospirò. Era arrivato il momento di attuare la sua pessima idea.
"Mi avevi chiesto perché mi interessava così tanto sapere la verità" spiegò lui.
Amelia stava per dire che tutto sommato non era più così importante, che si era decisa a parlare. Che aveva capito che valeva la pena dire la verità a qualcuno, che sarebbe costato tanto ma che le avrebbe fatto guadagnare molto di più: sarebbe stata più leggera, avrebbe avuto una persona che finalmente l'avrebbe davvero capita, e non sarebbe più stata costretta a inventarsi storie che non stavano né in cielo né in terra.
Amelia non ebbe il tempo di dire tutte quelle cose.
Non ebbe nemmeno il tempo di aprir bocca, che le labbra di Brian si appoggiarono sulle sue, inaspettate. La ragazza rimase ferma, capendo ad un tratto ogni allusione, ogni interesse che lui sembrava dimostrarle. Ad un tratto lei capì tutto, e si limitò a chiudere gli occhi e ricambiare il bacio.
Ad un tratto Amelia capì che, per qualcuno, lei era davvero importante.

  
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