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Autore: War Of Bias    16/07/2015    3 recensioni
Bang Yongguk è un organo genitale maschile dalla parolaccia facile travestito da ragazzo, un bullo per precisare. La sua vittima preferitá è l'adorabile -mica tanto- Park Chani, simpatica quanto scurrile giovinotta dal Kinder cereali facile.
Ora, mettiamo due bombe atomiche nella stessa stanza, facciamole scontrare: esplodono. Allora cosa cazzo è saltato in mente alla madre di Chani e Rinhee -sua indivisibile gemella, che l'adora e la supporta psicologicamente (e fisicamente)- ad invitare la famiglia Bang per un mesetto, tempo in cui la casa di Yongguk venga disinfestata dall'improvviso e violento attacco d'api?
E soprattutto, Chani si domanda, chi è quel fottuto genio che ha fatto implodere un alveare nella camera del suo "oppa", rompendo anche la finestra?

[Story by: Yeollie_]
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yongguk
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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(4)
The game of twenty questions.






«Non ci posso credere!» esclamo pestando i piedi a terra.
«Ti stai un pò zitta?» esclama a sua volta Yongguk, irato come non mai.
«Io?» mi indico scioccata. «Tu crei i casini e dopo ci devo finire dentro anche io per colpa tua!» urlo arrabbiata.
Stupido idiota.
«Non ho iniziato io a tirare cibo, non affibbiarmi colpe che non ho!» mi risponde lui a tono. Mentre si gira a fissarmi, stringendo i pungi lungo i fianchi.
«Vaffanculo Yongguk!» esclamo iniziando ad accelerare il passo.
Non ci posso credere, non ci posso credere. L'ho già detto che non ci posso credere? Quel coglione si concede persino di essere irato con me quando io non ho colpe, è stata tutta colpa di quel gruppo di coglioni che non sanno farsi i cazzi propri, mannaggia.
Prendo una palla e la lancio  in aria, sento Yongguk gemere e quando mi giro lo trovo a toccarsi una parte della testa. Mi ringhia contro, probabilmente l'ho colpito in testa, beh, meglio, magari si fa un pò più intelligente.
«Ma ti sembra normale?!» gli dico, indicandomi. «Io a quest'ora stavo dormendo! Ed invece no, perchè sono riuchiusa in questa scuola di merda con un coglione di merda che non ha un cervello!» sbotto mentre prendo a calci una palla che era capitata davanti ai miei piedi, la palla colpisce il muro e rimbalza indietro andando a finire sulle gambe di Yongguk.
«Ma ti stai un pò ferma?!» esclama lui, esasperato. «Stai facendo solo guai! E, per tua, informazione anche io avevo di meglio da fare!»
esclama ringhiando.
«Ah si! Giusto, scusa Bang! Chissà quale zoccola di basso rango ti dovevi sbattere!» rispondo alzando le mani al cielo, lui si avvicina e mi da uno schiaffetto in fronte. Sgrano gli occhi.
«Idiota!» urlo colpendogli il petto con un pugno, lui ride e si piega in due tenendosi la parte colpita.
«Merda, Park! Sei proprio forte, mi hai sfondato lo stomaco!» dice sarcastico lui.
Guarda 'sto stronzo, non solo sono chiusa qua con lui per colpa sua e si permette pure di prendermi in giro e fare il sarcastico. Ma io non so se è normale, lo prendo a sprangate fino a spaccargli i denti. Poi vede come si prende ancora gioco di me.
Lo vedo appoggiare il cellulare su un banco e togliersi la giacca, rimanendo in canottiera, però devo dire che in fatto di fisico non'è messo m-. Chan Hee!
«Vuoi farmi una foto?» domanda lui ghignando.
«Guardo quanto sei idiota, fuori fa un freddo cane e tu sei in canottiera.» rispondo con una smorfia sulle labbra mentre mi stringo nella mia felpa enorme.
«Ah, giusto, meglio la tua felpa con un...» si abbassa per vedere meglio la scritta sulla mia felpa e scoppia a ridere. «Un lamacorn. Davvero?» ride ancora più forte ed io accarezzo l'animale sulla mia felpa, è un misto tra un lama ed un unicorno ed'è assolutamente adorabile.
«Ma smettila che è stupenda!» sbotto offesa mentre lo fisso male. Ride ancora più forte. Adesso gli arriva uno schiaffo.
«Ah beh, si, potrei sposarmi un animale del genere, guarda.» si prende gioco di me.
«Mi spiace.» dico stringendomi nelle spalle «E' già sposato ed ha due figli.» continuo alzando due dita in aria e sventolandole davanti al suo volto.
Si porta una mano all’altezza del cuore e fa un’espressione ferita abbassando lo sguardo mentre scuote la testa.
«Dio.» Dice con voce falsamente rotta. «Questa cosa mi ferisce!»
«Capita.» Gli rispondo stringendomi nelle spalle e dirigendomi verso lo sgabuzzino per prendere ciò che ci serve per pulire quello schifo. Entro e Yongguk mi segue, cerco di prendere uno straccio che sta su una mensola troppo alta ma non ci arrivo, Yongguk sbuffa e la afferra al mio posto per poi porgermela, questo posto è fottutamente stretto!
«Tieni, nanetta.» Mi dice, porgendomi lo straccio.
«Sei tu che sei troppo alto, idiota.» Gli ringhio contro.
Yongguk non risponde perché sentiamo la porta dietro di noi chiudersi, mi giro per aprirla ma non ci riesco, spingo e la porta non si muove di un millimetro.
«Yongguk.» Dico con un filo di voce.
«Levati che hai la forza pari a quella di una mosca.» Risponde lui, spostandomi di lato.
Spinge la porta ma questa non si muove, ritenta mettendoci più forza ma nulla.
«Oh mio dio, Yongguk.» Bisbiglio afferrandogli la spalla, lui si gira a fissarmi stranito. «Sono claustrofobica, Yongguk.» Dico.
«Madonna, pure claustrofobica.» Sbotta, da un calcio alla porta ma l’unica cosa che fa è ferirsi il piede.
«Aia!» sbotta saltando in piedi, urta uno scaffale ed una montagna di stracci
gli finisce addosso.
«Merda!» esclama poi si gira verso di me e ringhia.
«Sei tu che porti sfiga.» Mi dice.
Ma io ti castro e vediamo chi porta sfiga, idiota.
«Fottiti.» Ringhio a mia volta, alzandogli il dito medio.
«Dov’è il tuo cellulare, idiota?» domando, alzando gli occhi al cielo.
«L’ho rimasto fuori!» ringhia ancora.
Sbuffo, scavando nelle tasche dell’enorme felpa Lamacorn fino a trovare il mio cellulare, sorrido trionfante.
«Chi è che porta sfiga?» domando sornionementre lo sblocco velocemente, la mia espressione muta da trionfante a terrorizzata in un batter d’occhi.
«Oh no no no!» dico esasperata mentre cerco di chiamare velocemente Bo Na, ma il telefono si blocca e lentamente si spegne lasciandoci al buio.
«Idiota.» Sbuffa Yongguk, mi prendo la testa tra le mani mentre lui si fa scivolare lungo il muro, si siede ed allunga le gambe chilometriche che si ritrova.
«Cosa stai facendo?!» domando allarmata.
«Non c’è nessuno qui, non possiamo chiamare nessuno quindi mi sto mettendo comodo.» Spiega alzando le spalle con fare indifferente.
«Yongguk, prova ad aprire la porta!» dico chinandomi e scuotendolo per le spalle larghe.
«E’ bloccata.» Dice togliendo le mie piccole mani dalle sue spalle. «Almeno che qualcuno non la apra da fuori, dobbiamo restare qui finche qualcuno non si accorge di noi.» Dice sbuffando.
Oh no!


 

One hour later.



«Yongguk.» Mi lamento. «Mi fanno male le gambe, voglio sedermi.»
«Siediti.» Risponde soltanto lui continuando a tenere gli occhi serrati.
«Dove?» ringhio mettendomi le mani sui fianchi.
Lui allarga le gambe e mi fa segno di sedermi in mezzo.
Cosa? E’ impazzito?
Lo guardo incarnando il sopracciglio e lui apre un occhio, poi anche l’altro.
«Se non vuoi sederti qui, puoi stare tranquillamente all’in piedi, non c’è abbastanza spazio qui.» Dice stringendosi nelle spalle ed incrociando le braccia dietro la testa.
«Alzati.» Gli dico, colpendogli il gomito. Lui alza le sopracciglia come se avessi appena detto di aver visto un maiale volare.
«Scordatelo.» Risponde.
Sbuffo, mi chino e mi siedo tra le sue gambe aperte, appoggiando la testa sul suo petto. Che merda!
«Mi annoio.» Dice Yongguk, sospiro.
«Anche io.» Rispondo accarezzandomi le gambe.
«Facciamo un gioco.» Dice sistemandosi meglio.
«Che gioco?» domanda, nonostante non posso vederlo in faccia so che sul suo viso è disegnato un sorriso beffardo.
«Il gioco delle venti domande.» Dico con una nota di soddisfazione nella voce, caccio un verso strozzato.
«Yongguk, che merda di gioco!» sbuffo stringendomi le gambe al petto e spostandomi i capelli sulla spalla destra.
«Non ho voglia di mangiare i tuoi capelli!» sputacchia lui.
«Sono buoni.» Gli rispondo odorandomi i capelli. «Sanno di vaniglia.» Continuo.
«Iniziamo.» Mi ignora lui.
«Non fare domande imbarazzanti, Bang!» lo avverto chinando il viso indietro per fissarlo, lui ride.
«Allora, come si chiama il tuo ultimo ragazzo?» domanda. «Sempre se ne hai mai avuto uno.» Si affretta ad aggiungere ridacchiando.
Coglione, pensa davvero che io non abbia mai avuto un ragazzo?
«SiYoung.» Rispondo tranquillamente.
«Hong SiYoung?» domanda sconcertato. «Quello che se n’è andato in Cina l’anno scorso?» domanda, annuisco contro il suo petto.
«Perché vi siete lasciati?» domanda.
«Quando andò in Cina continuammo a stare insieme per circa sei mesi.» Dico.
«Poi lui mi disse che mi aveva tradito e che le relazioni a distanza non facevano per lui.» Concludo sospirando.
«Quanto siete stati insieme?»
«Due anni e sei mesi.» Rispondo a manetta.
«Minchia!» esclama lui, scoppio a ridere.
«Sei vergine?»
Mi sembrava strano che non mi avesse ancora fatto questa domanda. Ma seriamente, sono stata con un ragazzo due anni e sei mesi e secondo lui che abbiamo fatto? Ci siamo guardati in faccia tutto il tempo?
«No.» Sbuffo.
«Cosa?» dice incredulo.
«Oh andiamo, non essere scioccato, tesoro.» Gli rispondo, dandogli delle pacche sulla gamba.
«Cioè, tu, Park Chan Hee non sei vergine?» domanda ancora, annuisco ancora.
«Oh Dio!» esclama, scoppio a ridere. «Okay, mh.. l’hai persa con SiYoung?» domanda.
«Si.»
«E com’è stato?» domanda curioso.
«Come qualunque altra prima volta, Yongguk, chissà con quante tizie vergini l’hai fatto, suvvia.» Rispondo sventolando la mano in aria.
«In realtà…» dice lui a disagio. «L’ho fatto solo con una persona.»
«Cosa?!» adesso è il mio turno per essere sconcertata. «Mi stai prendendo per il culo, idiota?!» lui ride.
«No.» Dice, poi lo sento rabbrividire. «Chan Hee?» domanda, annuisco. «Togliti la felpa.» Mi ordina.
«Cosa?» domando scocciata.
«Toglila, ho freddo.» Esclama mentre si sfrega le mani contro le braccia muscolose.
«Non ti darò la mia felpa, te l’avevo detto che faceva freddo!» lo richiamo.
«Dammela, non ti farò restare senza.» Mi rassicura.
«Fidati di me.» Piagnucola,
lo ignoro.
«Dai!» esclama quasi urlando. «Sto morendo di freddo.»
Meglio, così ti levi e mi lasci in pace.
Sbuffo, abbassando la zip della felpa e togliendola, lui l’afferra come se fosse una bottiglietta d’acqua in mezzo al deserto, si copre le spalle e mi tira di più verso di lui, avvolge le sue braccia attorno alle mie e appoggia il mento sulla mia spalle, in modo da coprire entrambi. Siamo troppo vicini, le mie labbra si modellano in una smorfia. Sento il suo respiro farsi più pesante contro il mio orecchio.
«Yongguk?» lo chiamo, stringendo la sua mano e scuotendola. Niente.
«Yongguk?» ritentoalzando la voce, non mi risponde, bene, si è addormentato!


 

Meanhwhile.



«Rin Hee.» Dico sventolandole la mano davanti agli occhi, lei si risveglia dal suo stato di trans e mi guarda.
«Si, unnie?» mi chiede guardandomi.
«Perché a Chan Hee attacca la segreteria telefonica?» le domando stranita.
«Sta scontando la sua punizione con Bang ed avevo il cellulare scarico.» Mi spiega lei stringendosi nelle spalle.
«Si.» Dico. «Ma è andata alle cinque adesso sono quasi le dieci.» L’avverto. Lei salta in piedi.
«Quasi le dieci?!» urla. «Che fine ha fatto la mia gemella?»
«Non ne ho idea, te l’ho detto.» Sbuffo.
«Chiama Himchan.»
«Chi cazzo ha il numero di Kim Himchan, Rin Hee?» sbotto esausta.
«Io, ce l’ho io.» Risponde sventolando il cellulare davanti ai miei occhi.
«Come fai ad avere il numero di Kim Himchan?» domando guardandola stranita, lei avvampa.
«Io…
aehm… ecco, l’ho trovato sul sito della scuola.» Balbetta insicura, mi stringo nelle spalle e digito velocemente il numero di quell’idiota.
Dopo un paio di squilli risponde ed io metto il vivavoce.
«Pronto?»
«Kim Himchan?» domando riluttante.
«Unico e solo, chi è?» domanda lui vantandosi.
«Sono Choi Sung Gi!» esclamo. «Il tuo amico è rientrato?» domando grattandomi il braccio nervosamente.
«Chi? Yongguk? Non lo vedo dalle cinque!» risponde lui.
«Non risponde nemmeno al cellulare!» continua esasperato.
«Nemmeno Chan Hee risponde.» Lo avverto, Rin Hee mi fissa stranita.
«Sarà successo qualcosa?» domanda poi.
«Andiamo a vedere a scuola.» Risponde dall’altro lato del telefono Himchan.
«Magari sarà successo davvero qualcosa.» Continua.
«Okay, ci vediamo fuori la scuola.» Dico, facendomi ad un tratto rossa. Oddio, dovrò vedere Kim Himchan e sono in queste condizioni! Non va bene!
«A dopo Sung Gi.» Dice per poi attaccare.
Sono ufficialmente diventata un pomodoro.

   
 
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