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Autore: Newtmasinmyveins    16/07/2015    4 recensioni
La convocazione aveva decretato: era giunto il momento.
La battaglia che si propagava da interi secoli, la stessa che aveva come protagonisti i Rhatos e i Feuer era destinata a finire.
Una salvezza, un nome: Kyra.
L'unica creatura in grado di fronteggiare i Rhatos, mangiatori di veleno ed esseri privi di cuore.
Una battaglia tra bene e male o male e male?
Kyra non permetterà alla terra che le ha dato tanto di essere distrutta.
La creatura divina metà lupo e mezzo drago non ha nulla da perdere, in fondo... gli immortali non muoiono.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Dicono alcuni che finirà nel fuoco il mondo, altri nel ghiaccio.
Del desiderio ho gustato quel poco che mi fa scegliere il fuoco.
         Ma se dovesse due volte finire, so pure che cosa è odiare,
e per la distruzione posso dire che anche il ghiaccio è terribile e può bastare.
Robert Frost, Fuoco e ghiaccio.
 

FUOCO NELLE VENE

 
Era terrorizzata all’idea di partorire una bambina e ne aveva tutte le ragioni. Aranel pensò al futuro della creatura che aveva in grembo e quasi tremò. Lì, nella valle del Fuoco, nulla era umano.

Una nuova doglia più intensa delle altre la costrinse a digrignare i denti per non urlare. Afferrò il lenzuolo –composto dai tanti intrecci di foglie- e lo premette sulle labbra per soffocare i lamenti. Aegnor – muta forme in drago e marito di Aranel- spalancò la porta in quell’istante, seguito da Colinde –la fata della purezza e della calma-.

Trafelato, il mezzo drago si accovacciò accanto alla moglie e le asciugò la fronte imperlata di sudore freddo. La fata cercò di diminuire il dolore iniziando a mormorare una nenia incomprensibile. Senza mai interrompere il sussurro convulso sollevò le gonne di Aranel e le scoprì il ventre. Il dolore stava aumentando, ma Colinde non desistette; s’inginocchiò accanto alla neo-mamma e, liberando dalle sue minute mani una polvere magica, alleviò lo spasimo.

Individuato il viso della nascitura, la fata della purezza puntò un fuocherello di luce calda e solare; continuò così, sforzandosi di calamitare con voce e luminosità l’attenzione della piccola, verso quel capovolgimento necessario perché potesse nascere salvando la propria vita e quella di sua madre.

Dopo grida sempre più sommerse dal dolore, la creatura uscì. Colinde la avvolse in un telo e la strinse al petto.

Aegnor protese le braccia in avanti, aveva bisogno di vedere sua figlia.

Guardò la piccola ancora imbrattata di sangue e rimase incantato dal colore dei suoi occhi; erano di un azzurro limpido, intenso e chiaro come il cielo, la sua carnagione era diafana e lucente e il viso dai tratti raffinati era incorniciato da lunghi capelli quasi argentati. Aveva tutte le caratteristiche per essere una vera e propria dea.

 
SIX HUNDRED YEARS LATER
 

Le colline si stendevano lievi e leggere, ondulate, come sollevate dal vento. Il ruscello, era un filo sottilissimo luccicante, come una piccola catena di stelle che risplendevano leggere e delicate. Le nuvole ovattavano l'orizzonte, velate dall'azzurro del cielo, che contornava il paesaggio magico.

Quel giorno si era tenuta la convocazione di tutti gli esseri: fate, elfi e creature della notte- sempre più spaventati dagli improvvisi attacchi dei nemici, sfiduciate, le creature si erano rivolte al proprio sovrano- Aegnor constatò che era giunta l’ora. Aveva sempre sperato che fosse il più tardi possibile ma l’ampolla magica del salice Celeborn aveva svelato l’oracolo. Si sentiva inutile poiché pur essendo metà drago e mezzo Dio non poteva scansare sua figlia da quel destino crudele, Kyra era un abbinamento raro: sangue di lupo da parte di sua madre e sangue di drago da parte di suo padre, una creatura temuta ma anche l’unica capace di mettere fine alla battaglia che si propagava da interi secoli, quella battaglia che aveva come protagonisti i Rhatos e i Feuer.

Mai come in quel momento ad Aegnor mancava Aranel -morta un secolo addietro cercando invano la salvezza per Kyra -insieme, avrebbero di sicuro saputo cosa sarebbe stato meglio per la loro piccola.

Si sedette nell’angolo più buio della stanza piangendo tutte le sue lacrime in silenzio. Il mezzo drago aveva raccontato a tutti che sua figlia era nata morta, per i secoli successivi l’aveva tenuta nascosta nelle accoglienti prigioni sotterrane; solo lui, Colinde la fata e il salice Celeborn sapevano la verità.

Se il muta-forme non avesse inventato codesta messa in scena, molto probabilmente gli abitanti di valle del Fuoco avrebbero attaccato la piccola con un incantesimo togliendole ciò che di più unico aveva: il cuore. Come giusto si rispetti, ogni medaglia ha due facce: Kyra poteva essere il meglio per il suo popolo e portare tutti alla salvezza, ma anche il peggio precipitando nel vortice della distruzione. Ogni dono, ogni potere aveva i suoi pro e i suoi contro.

Assicuratosi di non essere visto dalle creature del lago, si asciugò le lacrime di rugiada e si affrettò verso l’ingresso delle carceri. Era una porta di legno rinforzata da centinaia di grossi chiodi che la rendevano pesante e difficilmente espugnabile, ma lui aveva sangue divino e di drago: non era debole come tutte le altre creature. A guidarlo fu un fuoco fatuo.
Erano una dozzina di gradini, ma ognuno sembrava accompagnare verso un’atmosfera greve e una bassa temperatura.

Batté contro una roccia e questa, quasi per magia, si aprì.

Il luogo al quale addentrò era caldo e accogliente, nulla a che vedere con il postaccio che apparentemente fungeva da diversivo. Alcune rocce erano abbastanza sgretolate poiché Kyra allenandosi nella sua “stanza” ed essendo ancora una giovane inesperta, con il suo fuoco colpiva ciò che le capiva sottotiro.

«Draugluin … » sibilò dolcemente Aegnor. Questo era il soprannome che il mezzo Dio aveva attribuito a sua figlia. Nessun nomignolo era più adatto difatti significava: lupo azzurro; il colore era scaturito dagli occhi color cielo, invece, lupo faceva riferimento alla natura di Aranel.

Avanzò cautamente all’interno della grotta, fu difficile soffocare la risata nel vedere Kyra che giocava ad acchiappare il suo piccolo animaletto: Grisù, un drago dalle piccole dimensioni con due occhi color rosso fuoco, due ali sulle quali erano posti spuntoni roventi, una pelle color nero pece e  artigli proporzionati al suo corpo.  

Schiarì la voce con un colpetto di tosse, giusto per far ritornare in sé la ragazza e degnarlo di uno sguardo.

All’udire di quel tossire grasso, la ragazza si arrestò, ricomponendosi. Si sistemò una ciocca di capelli che, da qualche tempo immemore, era sempre più ribelle.

«Grande drago …» proferì arrossendo e timida qual era, abbassò lo sguardo.

Sin da sempre, la premura del padre aveva tenuto Kyra all’oscuro di tutto; La piccola dragonessa conosceva più menzogne che verità: sapeva di essere stata trovata da Aegnor durante un’esplosione e di essere orfana. Adesso la piccola guerriera aveva 1700 epoche (equivalenti a diciassette anni terrestri) e come aveva svelato l’arcano, era ora di fare qualche passo in avanti, sebbene la testardaggine del muta-forme riteneva opportuno che Kyra scoprisse -secondo lui- i veri fatti pian piano, a tempo debito.

«No, no, no … non essere mortificata, è giusto che tu ti diverta … ho saputo che ti stai allenando giorno e notte …» sorrise avvicinandosi al piccolo draghetto, gli fece un po’ di solletico e come risposta, Grisù sputò piccole innocue fiamme di fuoco.

«Già … sempre in queste quattro mura, non ho mai visto il mondo là fuori …» rispose tenendo la fronte bassa. «Ammesso che ce ne sia uno …»

«Errato! » esclamò il muta-forme cercando di apparire sorridente e rilassato.

La piccola dea alzò il viso, sembrava illuminato da bagliori di luce; Aegnor riconosceva quel chiarore: era la speranza.

Si rincuorò vedendo quella giovane fanciulla dalla pelle diafana e dalle ossa minute, fiduciosa. Anche se il suo destino era crudele, lei lo avrebbe affrontato da vera guerriera, ne era certo.

«Come tuo gran sogno, vedrai cosa c’è al di fuori di queste quattro mura.» affermò affabile donandole uno dei più sinceri sorrisi. Era cosa più unica che rara, Aegnor non aveva osato sorridere né ridere dalla morte di sua moglie. –I pensieri inevitabilmente caddero su Aranel, ma non poteva continuare a farsi affliggere da un passato che non poteva essere cancellato, soffiò via quei ricordi che come macigni gli torturavano il cuore e la mente e, fingendosi sorridente con aria autorevole annunciò, «Cittadina della valle del Fuoco appartenente ai Feuer, sei libera di andare …» si presentò un nodo in gola, e sebbene fosse triste, vedere quanta  felicità emanavano gli occhi di quella dolce creatura , gli alleviò il dolore.

Lei era felice e lo sarebbe stato anche lui, un giorno.

«Grazie, grazie davvero, ma io … - l’euforia sembrava andarsi a spegnere secondo dopo secondo, il sorriso fu momentaneamente coperto dalle nuvole della malinconia.- Io non mi reputo una prigioniera … anzi, siete stato gentilissimo ad accogliermi nonostante le mie origini vi fossero ignare … non saprò mai come ringraziarvi, grande drago. -fece una pausa, la piccola non reggeva facilmente l’emozione.-se fosse per me, non andrei mai via di qui …» abbassò il capo per nascondere una lacrimuccia, ad Aegnor spontaneamente sbucò un sorriso;

«Che ne dici piccola peste “distruggi tutto con il tuo fuoco”, un abbraccio sarà un reato per un ibrido ?» anche lui trattenne i lacrimoni e, dopo che Kyra aveva scosso il capo a destra e sinistra in segno di no, si strinsero in un caldo abbraccio.

“Non c’è cosa più potente dell’amore” pensò Aegnor, augurandosi di stringere al più presto quella creatura indifesa tra le sue possenti braccia.

« Draugluin … -proferì una volta essersi distaccato dall’abbraccio. –Non tutto è come appare, non fraintendermi: non voglio guastarti il momento ma credo che la fata Colinde ti abbia avvertito sulla nostra natura. » enunciò cercando di utilizzare le parole giuste, aveva sempre temuto l’arrivo di quel momento e ora … doveva affrontarlo.

«Oh sì, certo che me ne ha parlato …» sbuffò Kyra, con la mano allontanò Grisù che, vertiginosamente le girava intorno, l’animaletto sembrava abbastanza agitato. «Siamo fantastici, e alcuni me compresa hanno la certezza di vivere per sempre.»

«Beh, tu sei un essere speciale … abbiamo visto durante gli allenamenti quante cose riesci a fare e soprattutto a distruggere … ora il fato ti ha riservato una missione ed è giusto che tu la compia. » Aegnor stava dando il meglio di sé, doveva riuscirci.

«Ehm … questo non lo sapevo.» interruppe Kyra corrucciando la fronte.

«Immaginavo, non capisco perché mi riserbino sempre le cose più complicate …» sbraitò e inconsapevolmente abbozzò una faccia buffa alla quale Kyra non riuscì a trattenersi e scoppiò in una calda e fragorosa risata.

Era bello vederla ridere, l’esatta fotocopia di Aranel. Il modo in cui gioiva, anche se fragoroso e probabilmente fastidioso era la cosa più bella che Aegnor avesse visto. Kyra era troppo uguale ad Aranel per ingannare il mondo; chiunque aveva conosciuto entrambe, con un po’ di logica, le avrebbe appropriate a madre e figlia.

«Ricomponiamoci- canzonò lui quasi severo- … sei a conoscenza delle battaglie tra il nostro popolo e quello dei Rhatos? » sussurrò l’ultima parola all’orecchio della ragazza, a quel nome persino l’ignorante Grisù tremò.

«Insomma, so che sono esseri immortali, vivono in un deserto alternato a zone ghiacciate e si cibano di veleno …» deglutì riguardo all’ultima parola.
«Non siamo sicuri dell’ultima ma la cosa più importante: loro non hanno un cuore, vivono grazie allo scrigno del loro fondatore. Si pensa che codesto cofanetto sia al sicuro in una fredda caverna dove nessuno può accedervi se non Caius. »

« Caius? » ripeté Kyra terrorizzata quasi come se lo conoscesse.

«Quel viscido vuole distruggere tutti noi, ma il Fato ha scelto te. Sei l’unico ibrido in grado di fronteggiare e sconfiggere quegli esseri, tu hai sangue di lupo. »

«Non capisco … » dichiarò flebilmente lei, la testa iniziava a girarle e tutto risultava abbastanza confusionale quasi come se fosse un codice impossibile da decifrare.

«I lupi riescono a sottostare a basse temperature … se troverai il luogo, sarà facilissimo. – fece una pausa, - il tuo sangue di drago combacerà con quello di lupo e non sentirai né freddo né caldo, sarà una temperatura come le altre … come questa. La tua pelle non marcirà, non brucerai né tremerai dal freddo al tempo stesso. Si narra che il cuore del fondatore è sotto un trono nero, dovrai bruciarlo, distruggerlo. Ovviamente, non tutto sarà semplice, t’imbatterai in troll, in esseri spiacevoli per questo devi … - improvvisamente si fermò. Sua figlia era così bella e così femmina, i nemici avrebbero potuto catturarla per farla procreare nel periodo fertile, non poteva rischiare così scioccamente. - E’ opportuno che ti travesta da maschio, non abbiamo incantesimi capaci di trasformarti in uomo.».

Kyra sgranò gli occhi incredula, per un attimo le sembrò che le parole le morissero in gola.

«Potrà venire con me il piccolo Grisù? » domandò poi leggermente ripresa; sperava in una risposta affermativa.

 Aegnor accennò un’espressione contrariata, «Se vedono un drago, si allerteranno, si complicherà tutto.» rispose Aegnor ragionevole.

Grisù si ribellò e mostrando il suo totale disappunto iniziò a sputare piccole fiamme di fuoco, « Non sono d’accordo » replicò l’esserino a mo’ di pappagallo e  insistente continuava a sputacchiare,

«E va bene ma spegniti! » sbuffò infastidito il grande drago. Kyra accennò un lieve sorriso, con Grisù al suo fianco non avrebbe avuto paura.

«Quando si parte? » domandò, cercando di mostrarsi coraggiosa agli occhi di quel che sapeva essere solo amico non padre.

«Domani all’alba, una nave volante ti porterà nel deserto, i troll sono esseri stupidi per capire che sei una ragazza, penseranno che tu sia uno schiavo straniero innocuo, ma mi raccomando: non mostrare a nessuno i tuoi poteri. Non fidarti» accennò un flebile sorriso sperando che quella lezione potesse bastare per rincuorarla e aprirle gli occhi.

«E se mi scoprissero?» 

«Non credo sia possibile … potrebbero sospettare, ma sanno che l’unica salvatrice per la terra di Feuer è morta secoli addietro …»

 « Sarei io? » domandò sgranando gli occhi dallo stupore.

 «Sì, sei stata sempre e soltanto la sola, meglio saperti morta, credimi … si sarebbero messi sulle tue tracce e ti avrebbero fatto a pezzi. I Rhatos non sono gli unici a sapere questa menzogna … anche i nostri sanno che non … esisti» Aegnor esitò sulle ultime due parole.

«... Perché avete voluto la sofferenza del nostro popolo ?Gli abitanti meritavano di sapere che non tutto è perduto... »

«Avremo rischiato parecchio, Caius ha spie ovunque. Colinde, il grande Salice ed io abbiamo ritenuto opportuno comportarci così.» spiegò sbrigativamente, Kyra fece cenno di sì con il capo quasi meccanicamente, forse lo spavento la stava ibernando.

 «Hai paura?» chiese lui, fissando il volto della ragazza apparentemente turbato.

«No, in fondo … gli immortali non muoiono. » proferì determinata sperando di aver ragione.

«Giusto Draugluin, gli immortali non muoiono.»



Spazio Autrice: Carissimi lettori, felice che siate arrivati fin qua giù. E' la seconda volta che mi catapulto in un sovrannaturale( ma preferisco pensare che sia la prima, anni addietro scrivevo anche peggio di così). Come ben avete visto non ho descritto molto, reputo importante che il lettore immagini a suo modo il luogo e i personaggi, anche se mi è piaciuto fare questo banner e dare alcuni presta- volto, mi hanno ispirata. Perdonate i nomi strani ma sono indispensabili e li ho scelti per una plausibile motivazione:
-Aranel (la madre di Kyra) il significato del nome è principessa.
-Aegnor
( padre di Kyra nonché mezzo Dio e metà drago) significa Fuoco Funesto;
-La fata Colinde significa balia, nutrice; -
-L'albero Celeborn è appunto albero d'argento.
Sembra che non ho saltato nessuno^^ Ho fatto anche un trailer e per chi non l'avesse visto, ecco il linkhttps://www.youtube.com/watch?v=LO2mpKW_0oI&feature=share (COPIATE E INCOLLATE). Perdonate eventuali errori e aspetto ansiosa i vostri consigli, spero di sentirVi in tanti. Tanti baci zuccherosi :)
   
 
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