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Autore: LadySissi    16/07/2015    4 recensioni
Sette brevi racconti. Sette confessioni di personaggi della saga di Harry Potter.
Fughe nel passato, debolezze, sentimenti ed inaspettati punti di forza.
1. Invidia *** Ninfadora Tonks
2. Accidia *** Horace Lumacorno
3. Gola *** Albus Silente
4. Ira *** Molly Weasley
5. Superbia *** Pansy Parkinson
6. Avarizia *** Ron Weasley
7. Lussuria *** Lucius Malfoy/Hermione Granger
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Horace Lumacorno, Nimphadora Tonks, Pansy Parkinson, Un po' tutti | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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(Voce narrante: Ron Weasley)

 

“…Tutto ciò che gli rimaneva era il suo lavoro. Così lavorava tutto il giorno, ogni giorno, senza scopo, come un ragno che tesse la sua tela. I suoi clienti lo pagavano in monete d’oro ed argento ed egli le teneva in una pentola di ferro. Man mano che il tempo passava, Silas cominciò ad amare quelle monete. Ogni giorno lavorava per 16 ore, ma la notte tirava fuori le monete dalla pentola e le contava. Le loro forme e colori divennero familiari per lui. Amava guardarle e toccarle.”
(George Eliot, "Silas Marner")

 

“Ron! Ancora a giocare con le monete?!?” una voce familiare mi raggiunge. È mio padre. “Sì, papà” rispondo distrattamente io, con la classica nonchalance dei bambini. “Mi piacciono molto, sai?” “Cosa intendi, Ronnie?”

“Sono belle, papà! Sono colorate! Ormai conosco a memoria le loro forme! E guarda quante costruzioni posso fare!” continuo, imperterrito.

Papà mi sorride e mi passa una mano sulla testa, ma poi un’ombra si dipinge sul suo viso. Sembra stanco.

“Ricorda, Ronnie” mi dice “anche se ti piacciono, è meglio non esagerare”
“E perché?”
“Perché desiderare troppo il denaro porta a scelte sbagliate, sai?”
 

No, non lo so. Non so davvero di cosa stia parlando. Ma una cosa la so: che a casa nostra c’è sempre bisogno di monete. Ne girano per casa sempre poche e nei momenti in cui c’è da fare qualche grossa spesa di famiglia, come quelle per la scuola, spariscono subito. Un galeone rotola giù dal tavolo ed io rapido lo raccolgo.
“Papà, è vero che siamo poveri?” non gli lascio il tempo di rispondere e proseguo: “è vero che siamo dei pezzenti e noi sette siamo troppi per essere mantenuti da voi?”
“Chi ti ha detto queste cose?” risponde papà preoccupato.

“Il figlio dei Rosier, quelli che abitano in quella grande villa di campagna… hai presente, papà? Quello vicino al campetto dove io e Ginny andiamo sempre a giocare a Quidditch. Beh, l’altro giorno ci è venuto vicino quel bambino e ci ha detto queste cose.”
Papà sospira. È infuriato, lo sento. Conosce bene i Rosier, sono degli arroganti nobilotti sospettati di una collusione con i Mangiamorte. Ma io non posso ancora sapere questo, sono solo un bambino.

“Figliolo, devi credermi: queste cose non sono vere. Devi cercare di farti coraggio ed affrontare la cattiveria di questi bulletti, che non sanno quello che dicono. Stai tranquillo, Ronnie!”

Ma io non lo sono affatto. E se un giorno finissero i soldi? E se mamma e papà fossero costretti a mandarci via? Oh, io non voglio, non ho nessuna intenzione di andarmene da casa nostra. E scoppio a piangere, come il bambino che sono, come il piccolo bisognoso d’affetto che si rifugia sulle ginocchia del suo papà.

....

Ora non ho più questo genere di paure. Ma ne ho altre. Non ho mai più dimenticato gli insulti che sono stati rivolti a mio padre nel corso degli anni a causa delle sue scelte e del suo status sociale. Se chiudo gli occhi, li sento ancora.

“Sudicio Babbanofilo…”
“Traditore del tuo sangue…”
“Lei disonora il nome stesso di mago…” e via di questo passo.

Persino Percy ha fatto una tremenda litigata con papà, qualche mese fa. Gli ha detto che non ha ambizioni, è privo di interessi a parte quelle sue stravaganti abitudini, e che per questo siamo senza un soldo. Se n’è andato di casa, dicendo che, a differenza nostra, lui non aveva nessuna intenzione di mettersi contro il Ministero.

È sempre stata una persona difficile, dal carattere presuntuoso e spigoloso. Ma io non riesco a sentirmi migliore di lui… non lo sono. Sono l’ultimo di sei figli maschi (la settima è Ginny che è ovviamente super coccolata) e sono sempre stato considerato lo scricciolo di casa, quello un po’ più da seguire, da incoraggiare… quello che non conta niente, dico io.

Ed avere come mio migliore amico il grande Harry Potter non mi ha certo aiutato, anzi. Certe volte vorrei essere come lui, sempre al centro dell’attenzione, costantemente in mezzo ai guai, anche se gli piovono sulla testa, perché tanto poi sa sempre come uscirne, lui.
È stato lui a salvare mia sorella, al secondo anno.
È stato lui ad aiutare Fred e George con i soldi del torneo Tremaghi.
Insomma, ha aiutato più lui la mia famiglia di quanto io abbia mai potuto fare.

Ed io? Come faccio anche solo minimamente a sentirmi all’altezza delle persone che amo? Mi sento sempre sciocco, inutile, un passo indietro.

Quando la tristezza del mio cuore è particolarmente forte, quando non mi serve a nulla l’aiuto di Harry ed Hermione, ritorno al mio vecchio passatempo. Aspetto di essere solo, tiro fuori i galeoni dalla mia sacchetta in pelle di drago e comincio a giocarci. Li conto, li rigiro, faccio delle forme e delle costruzioni.

Mi spiace, papà. Tu hai delle pretese quasi eroiche nei confronti di ognuno di noi, come ogni Grifondoro che si rispetti, del resto. Ma io non sono un eroe, non ancora, forse. Sono solo un ragazzo come tanti, ed il mio unico eroismo è quello di volere aiutare la mia famiglia, anche se ancora non so come. Forse è un’utopia attaccarsi ai soldi, alle cose materiali, ma chi può dirlo.

Sorrido e continuo ad agitare tra le mani le mie monete.

NOTA AUTORE: ecco a voi il sesto e penultimo capitolo, dedicato all'avarizia! Ron è un personaggio di primissimo piano e molto popolare, perciò sono veramente curiosa di sentire le vostre opinioni in proposito. Personalmente, non è mai stato tra i miei preferiti in assoluto, perché spesso l'ho trovato un ragazzo insicuro ed un po' infantile. Tuttavia, ho deciso di riservare a lui la parte del protagonista in questo capitolo, perché non è un segreto che Ron si sia sempre sentito "l'ultima ruota del carro" in una famiglia piena di persone brillanti e di talento, e, inoltre, la sua attrazione per la Bacchetta di Sambuco nel settimo libro testimonia un suo desiderio di potere (e denaro uguale potere, no?). Spero tanto che questa scelta vi piaccia.
Ci risentiamo presto per il settimo ed ultimo peccato, la lussuria, con dei personaggi che... spero vi stupiranno!! Grazie ancora a tutti voi :-) :-)
  
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