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Autore: Far_Away_IV    16/07/2015    1 recensioni
E se Harry non fosse l'unico prescelto? E se oltre a quella dei Potter, ci fosse un'altra storia da raccontare?
Una battaglia finale leggermente diversa, con un Potter in più ed una storia - sia d'amore che non - che trova il suo finale felice.
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera degli eventi, ne del carattere di queste persone o di offenderle in alcun modo.




(SO MUCH FOR MY) HAPPY ENDING





"Harry Potter è morto!" esclamò Voldemort, fiero, davanti a tutti i - pochi - sopravvissuti di Hogwarts. I mangiamorte alle sue spalle ridevano con lui. Il corpo del ragazzo giaceva tra le braccia di Hagrid, il gigante buono e sorridente, ora più triste che mai.
Qualcosa dentro Hannah si spezzò, la vista cominciò ad offuscarsi, le urla disperate di Ginny furono gli ultimi suoni che sentì. Era a terra, senza forze, con un gran mal di testa ed il cuore a pezzi. Non era possibile. Suo fratello non poteva essere morto. Lei non poteva aver fallito.
Le tornò in mente il suo ultimo incontro con il professor Silente, nel suo ufficio, che ormai lei conosceva bene - per tutte le volte che era stata in punizione.

"Hannah, ragazza mia! Bella come tua madre, vivace come tuo padre. E un po' scapestrata, aggiungerei. D'altronde James non poteva averti donato solo i suoi occhi, giusto?" Silente, come chiunque conosceva i Potter, non faceva che ripeterle quanto somigliava ai suoi genitori.
Lei era uguale a sua madre: gli stessi capelli rossi lunghi e lisci, lo stesso naso piccolo, gli stessi lineamenti dolci. Tranne che per gli occhi, color nocciola come quelli di suo padre.
Harry ed Hannah non si somigliavano per niente, se non per lo stesso fisico gracile ed il viso sottile. D'altronde erano gemelli eterozigoti.
"Hannah, tu sai bene che Harry è forte, ma anche tanto buono, sensibile, emotivo; proprio come Lily. Avete entrambi un grande senso di sacrificio, lealtà, di amicizia, di amore... Ma sei tu quella più forte, determinata, coraggiosa; come tuo padre. Devi essere tu a proteggere e sorvegliare tuo fratello. Lui ha più bisogno di te di quanto tu ne abbia di lui. Hannah, voi siete la nostra speranza più bella" furono le ultime parole dell'ex preside, prima di spedirla al dormitorio.
Era da allora che non si cacciava più nei guai, che rispettava le regole, che non litigava ne prendeva in giro nessuno. Era da allora che si comportava come un vero adulto responsabile. Si fidava cecamente del professore, era l'unica persona che stava davvero a sentire.

Silente le aveva ordinato di proteggere suo fratello, ma lei aveva fallito. Non ce l'aveva fatta. Aveva lasciato che quel verme di Voldemort lo uccidesse. Non poteva perdonarselo. Harry non se lo meritava.
Era strano, comunque. C'era qualcosa, dentro di lei, che le faceva sentire ancora la presenza di suo fratello. Ma forse stava diventando troppo emotiva come lui e no, non poteva permetterselo. Non adesso.

Aiutata da Hermione, si rimise in piedi. Si sentiva estremamente debole, e la scena che le si parò avanti non le fu d'aiuto. I signori Malfoy richiamavano il loro figlio, dalla parte del Signore Oscuro. Hannah non riuscì ad impedirsi di guardarlo, e di pensare - per l'ennesima volta - quanto era bello. Quanto stava bene quell’abito nero sul suo fisico asciutto, quanto erano perfettamente lisci quei capelli biondissimi, quanto erano belli quegli occhi grigi – se pur dannati.
Hannah aveva imparato bene gli occhi di Draco: azzurri e luminosi quando era se stesso, grigi e spenti quando c’era qualcosa che non andava. Ed era un bel po' di tempo che gli occhi di Draco erano grigi. Hannah aveva imparato a studiare bene il ragazzo che - oh, la stava per caso guardando?

La sua espressione era sofferente, disperata, eppure il ragazzo raggiunse a grandi – e lente – falcate i suoi genitori. Voldemort provò ad abbracciarlo, ma Draco non gli degnò di un tocco. Ormai lo avevano capito tutti che quella vita gli stava stretta. Ma si trattava della sua famiglia, non poteva tirarsi indietro, non era libero di farlo.
Hannah si era accorta del marchio nero che traspariva dalla camicia bianca della sua divisa, delle lacrime che versava troppo spesso, del suo viso - il suo bellissimo viso, sottile e spigoloso – sempre apatico. Quello non era il Malfoy dei primi anni di scuola, e questa cosa non piaceva ad Hannah. Lei rivendicava sempre la libertà di pensiero e di parola. Beh, non credeva molto nelle regole.
Forse era proprio questo che la legava cosi tanto a quel ragazzo. Forse sapeva che sotto la sua maschera da tipo superbo e pieno di se, c’era qualcun altro. Qualcuno di molto più fragile e sensibile.
D’altronde anche Hannah era solita indossare una maschera. Questione di difesa. Quando non hai una famiglia, devi provvedere da solo a proteggerti.

Draco ora era di nuovo tra i suoi genitori; di nuovo dalla loro parte, nel loro mondo. Un mondo che gli stava stretto, che non sentiva adatto a se.
Lui era un po' come come sua madre, fedele al sangue puro ma contrario alla morte. Per questo erano tanto legati, per questo lei lo amava cosi tanto. Non come il legame che il padre gli aveva imposto, perché era il suo unico erede e doveva crescerlo a sua immagine e somiglianza. Non fraintendetelo, Draco adorava suo padre; gli aveva permesso una vita agiata e lo aveva sempre protetto, fino a qualche tempo fa. Da piccolo lo considerava addirittura un eroe.
Ma crescendo, cominci a capire tante cose, ed è proprio per questo che si cambia. Draco non condivideva la scelta di suo padre di essere un mangiamorte. Lui non voleva fare davvero del male alla gente, non era davvero fedele al Signore Oscuro, non gli interessava davvero quel tipo di potere. Draco era semplicemente fedele al suo sangue puro, ma voleva una vita normale come tutti. Sognava di sposarsi, avere figli, un buon lavoro. Condurre una vita agiata, come quella che aveva avuto lui.
In realtà in quel momento sognava di poter stare dall'altra parte del cortile, magari con la ragazza che amava. Sognava dei capelli rossi e lisci, degli occhi color nocciola. Eh gia, Draco si era innamorato del nemico e non sapeva neanche lui il perché. Forse perché era bellissima, forse perché era un po’ come lui, forse perché solo i suoi occhi erano capaci di ipnotizzarlo e leggerlo dentro.
Che poi non era certo del perchè considerasse i Potter dei nemici. L’unica che davvero non sopportava era la Granger, la saputella dal sangue sporco; impossibile accettarla. Ma effettivamente non capiva perché odiava tanto i Potter; o meglio, se li odiava davvero. Tra l'altro un paio di anni prima, in uno dei tanti tentativi di difendere il fratello, Hannah gliel'aveva proprio chiesto.
"Fammi capire, Malfoy. Perché ce l’hai tanto con noi, eh? Che cosa ti abbiamo fatto? Oh aspetta, è un’altra cosa imposta da tuo padre?forse perché non sei in grado di pensare da solo? E' questo che ci invidi tanto?" Hannah adorava stuzzicare Malfoy - beh, adorava stuzzicare tutti. Ma quella volta era dannatamente seria, con la bacchetta puntata al collo del ragazzo e gli occhi piantati nei suoi pozzi azzurri – che per la cronaca, adorava. Hannah adorava tanto gli occhi chiari. Invidiava quelli di suo fratello, infatti.
Comunque. Quella volta la ragazza colpì Draco in pieno, nel profondo; se ne accorse dal modo in cui i suoi occhi diventarono grigi. E come cambiavano gli occhi di Draco cosi cambiavano i sentimenti di Hannah, che quella volta finì per abbassare la bacchetta – e lei non era il tipo da lasciare una battaglia a metà.
Si aspettava che il ragazzo se ne scappasse subito, ma in realtà continuò a fissarla, ancora schiacciato contro il muro. Si erano guardati per un tempo infinito, ognuno perso in chissà quali pensieri. Furono interrotti soltanto dal professor Piton, che non perse occasione per ricordare alla piccola Potter il caratteraccio ereditato dal padre.
Draco quella volta si era totalmente perso nei suoi pensieri, non trovando una risposta a quelle domande. Non trovava risposte più a niente. Fu da quel momento che cominciò a farsi domande su se stesso, su cosa voleva veramente, se lo voleva veramente o si stava facendo manipolare troppo da suo padre. E a Draco non piaceva l’idea di non poter fare ciò che voleva, essendo cresciuto con quella concezione.
Fu grazie ad Hannah che cominciò a “svegliarsi”. Forse era anche per questo che era tanto legato a lei.

In quel momento voleva raggiungerla. Abbracciarla, baciarla, scusarsi per quello che era dovuto diventare, per aver causato tanta sofferenza. Voleva chiederle una possibilità, una vera possibilità, di conoscere il vero Draco; e magari tentare di costruire con lei la vita normale che sognava.
Si, anche Draco Malfoy era un debole, uno stupido sognatore. Un fallito, perché non poteva.
Si limitava a guardarla, a penetrarla con i suoi occhi aggiaccianti. Gli piaceva l’idea di mettere a disagio una tosta come lei.

D’altro canto Hannah sapeva nascondere bene i suoi sentimenti, ma non poteva controllare il suo corpo. Inevitabilmente arrossì; solo Draco era capace di causarle questo.
Distolse lo sguardo, ma ne incontrò un altro più gelido e schifoso. Gli unici occhi azzurri che odiava.

“E tu, Potter femmina, cosa intendi fare? Vuoi unirti a me, o a quel povero stupido illuso di tuo fratello?” ridacchiò, “ritieniti fortunata, Hannah. Io concedo una possibilità di scelta solo a chi lo merita. Io e te, insieme, potremmo fare grandi cose” concluse. Gli occhi di ghiaccio puntati su di lei, e un suo - schifoso - dito a sfiorarle il mento.
Hannah sapeva gia la risposta.Senza suo fratello non ce l’avrebbe mai fatta a sconfiggerlo, a vivere. Lei ed Harry erano e sarebbero sempre stati insieme.
Si concesse qualche secondo per guardarsi intorno: la scuola distrutta, tanti morti, feriti… si sentiva tremendamente in colpa. Poi guardò suo fratello, con gli occhi lucidi. Quello era uno dei rari momenti in cui stava lasciando che qualcuno – beh, in questo caso tutti - la vedesse piangere; ammise a se stessa che era debole.
Il corpo del ragazzo sembrò compiere qualche movimento impercettibile, ma sapeva che era solo immaginazione, o forse la vista offuscata dalle lacrime.
Spostò lo sguardo verso Draco, come per dirgli addio. Avrebbe tanto voluto conoscere il ragazzo che si nascondeva sotto quella maschera, dietro il cognome Malfoy. Il diretto interessato le rispose corrugando maggiormente la fronte, gli occhi - sempre grigi - che cominciavano a pizzicargli. Aveva capito tutto.
"Preferisco morire, che diventare un lurido pazzo schifoso brutto verm-" Hannah non riuscì a terminare la frase, che fu interrotta da uno “Stupeficium!!!” urlato da una voce stranamente familiare. Dalle spalle di Voldemort si vide un Harry improvvisamente saltato dalle braccia di Hagrid. Inutile dire che tanti occhi sgranati erano puntati, ancora una volta, su di lui.
“Nessuno può toccare mia sorella” ringhiò, usando le parole che tante volte Hannah aveva usato per lui. Si sorrisero. In fondo i Potter non fallivano mai.
“Io lo attiro nel castello, voi uccidete i mangiamorte!” Harry si rivolse a Ron, Hermione, George, Neville, e chiunque era in quel cortile. Hannah recuperò velocemente la sua bacchetta, prima di seguire suo fratello. Non l'avrebbe lasciato solo. Nessuno poteva toccare suo fratello.

Cominciarono a correre per tutti i corridoi, scale, classi, cortili, del castello. A volte si dividevano per confondere il nemico, a volte lanciavano incantesimi di qualsiasi genere, per tentare di indebolire lui e quello stupido serpente - ah gia, c'era l'ultimo horcrux da distruggere. Hannah voleva ucciderlo, ma dove poteva trovare un dente di basilisco in mezzo a quelle macerie di scale? Della spada di Grifondoro, poi, non se ne parlava; per colpa di Harry era andata a quello stupido folletto.

Ma, come ho gia detto, i Potter non falliscono mai. Neanche come se gli avesse letto nel pensiero, Neville entrò in scena, tra quelle scale, con una spada, anzi, la spada, in mano. Com'era possibile? oh giusto, il cappello parlante. Ecco perché lo stringeva forte prima. Il cappello parlante donava la spada solo ad un coraggioso Grifondoro.
Ed infatti, preso da una scarica di adrenalina e coraggio che solo un Grifondoro può avere, Neville agitò la spada verso il serpente, che stava per mordere la ragazza. Gli tagliò la testa.

Senza neanche accorgersene, erano arrivati davanti all'entrata principale. Hannah vide suo fratello e Voldemort cadere da una torre, dopo di che continuate a combattere; li raggiunse immediatamente. Il mago oscuro non esitò più a lanciare l’“Avada kedavra!” contro il ragazzo. Hannah strinse forte una mano a suo fratello, tentandl di contrastare, ancora una volta insieme, la maledizione. Hannah stava facendo proprio come sua madre fece 17 anni prima per loro; gli stava trasmettendo amore, uno scudo invincibile anche per il più grande mago Oscuro.
La bacchetta di Sambuco volò nelle mani del suo vero padrone, Harry. Ed una bacchetta non si rivolta mai contro il suo padrone.
Voldemort cadde in frantumi.

Si bloccarono tutti ad osservare quella scena. Compresi gli unici mangiamorte sopravvissuti: i Malfoy. Avevano deciso di non combattere. Lucius si era arreso, era stanco. Aveva finalmente capito che non poteva mettere in un tale pericolo la sua famiglia, non poteva permettere di vedere sua moglie e suo figlio infelici a causa delle sue scelte sbagliate. E non poteva più sbagliare. La sua famiglia era la cosa più importante.

I gemelli si abbracciarono forte. Ce l’avevano fatta, di nuovo. Una volta e per sempre.
Nessuno sa quanto Draco fu contento di osservare quella scena, tant’è che si lasciò scappare un sorriso. I suoi occhi tornarono azzurri, ma lui non se ne rese subito conto.
Risate ed applausi riempirono quel silenzio. Ogni sacrificio era stato ripagato. Era tutto finito.

“Hannah!” qualcuno urlò quel nome per la prima volta. Sapeva gia a chi appartenesse la voce, prima di voltarsi.
Trovò una testa bionda farsi spazio tra la folla.
Si guardarono. Ancora una volta. A loro piaceva guardarsi; era cosi che si scoprivano, che si parlavano. Che si amavano.
“Sono azzurri” Sorrise la ragazza.
“Cosa?”
“I tuoi occhi. Adesso sono azzurri. Adesso sei felice, Draco?” Lo fissò. Era bello pronunciare il suo nome, tanto quanto era bello per Draco sentirlo.
Il ragazzo non rispose, stavolta preferì agire. Prese il suo viso tra le mani, come per assicurarsi che lei non scappasse. Si appropriò di quelle morbide labbra rosa che aveva tanto desiderato. Un bacio dolce e casto, come se non volesse romperla.
Sorrise, Hannah, prima di schiudere le sue labbra, lasciando libero accesso a Draco di approfondire quel bacio. Voleva sentire il suo sapore. E il ragazzo non perse tempo a leccarle il labbro inferiore, per poi assaporare bene la sua bocca e cercare la lingua dell'altra. Si cercarono, si trovarono, si assaporarono. Si amarono. Si staccarono solo per riprendere fiato, guardandosi per un - altro - tempo infinito. "Si" rispose il ragazzo, un po' in ritardo, alla domanda fattagli prima. Si sorrisero, davvero, per la prima volta. Niente cattivera, niente malizia, niente odio. Solo tanta voglia di conoscersi, di amarsi.
“Ce l’hai fatta a passare al lato giusto, Malfoy!” scherzò Harry, alle spalle della sorella, abbracciato alla sua Ginny. Risate ed applausi riempirono, di nuovo, quel – piacevole - silenzio.



Angolo autore:
Salve, balbettante bambocciona banda di babbuini! ok lo so, non posso neanche definirmi un "autore". Beh, che dire... ho fantasticato su come "modificare" il finale della saga (che amo, sia chiaro), di parlare anche di qualcun altro, di aggiungere qualche dettaglio - e personaggio - in più. La mia fantasia semplicemente vola, fin troppo, e solo cosi posso "sfogarla". E' orrenda e banale, lo so, solo che avevo voglia di scrivere. E' la prima storia che scrivo su questo genere, sulla storia di Harry, quindi siate clementi LOL a parte gli scherzi, vorrei sapere cosa ne pensate. Ogni opinione e critica che avete da farmi. Aiutatemi a migliorare.
All the love a tutti i Potterheads, mi smaterializzo.
-E. =) x
  
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