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Autore: Giuls_breath    16/07/2015    2 recensioni
Era trascorso circa un anno dagli ultimi terribili eventi che avevano devastato Mystic Falls, era tutto normale…. o almeno così mi piaceva pensare.
Stavo male, era un dato di fatto, non una fantasia o una suggestione.
Stavo male per tante cose, mi sentivo come una bomba ad orologeria e non sapevo che cosa avrebbe potuto disinnescarla, chi mi avrebbe aiutata.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Kai, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mio mondo - prigione 

Quinto Capitolo


 
Dopo quel vivace scambio di opinioni né Bonnie né Kai disse più una parola.
Bonnie voleva dare quanto meno corda era possibile al ragazzo, lui non voleva che lei pensasse che volesse usarla.
Il pomeriggio perciò passò nel modo più silenzioso possibile, la sera quando le luci si spensero fu un silenzio rumoroso quello che oppresse Kai. Non ce la faceva a non parlare con Bonnie, a non dirle quale era esattamente il suo problema, ma Damon gli aveva praticamente imposto il silenzio per il bene della stessa Bonnie e così, per la prima volta nella sua vita, Kai scelse di seguire il consiglio di un’altra persona.
Somnius.” cominciava a dire fra sé e sé sperando che quella magia potesse funzionare, ma niente. Doveva solo aspettare che il sonno giungesse spontaneamente e con i pensieri che aveva, temeva di non riuscirci facilmente.
 
 
Bonnie invece scivolò in un sonno profondo e come le accadeva ormai tutte le notti da circa un anno, sognò di alzarsi dal letto e vedendo la stanza vuota uscì fuori, sui gradini anche quella volta c’era Sebastian che questa volta l’attese con uno splendido sorriso a illuminare il volto pallido, reso ancora più pallido dal chiarore della Luna.
“Come stai mia deliziosa Bonnie?”
“Nessuno mi ha mai chiamata così!” gli confessò sorridendo radiosa “Nemmeno il mio ex fidanzato!”
“Che sciocco! Non sa cosa si è perso!”
Bonnie rimase un attimo interdetta.
“Lo splendido sorriso che mi hai appena donato!”
Abbassò gli occhi un po’ imbarazzata, i complimenti le facevano piacere, ma la mettevano sempre un po’ in agitazione e disagio.
Con Sebastian era tutto semplice, era tutto naturale e immediato. Lui la sapeva ascoltare, la consigliava, la consolava, le suggeriva delle cose. Tutto era bello.
Se non fosse stato un sogno…. che sfociava sempre in un incubo, l’incontro con Kai.
Sebastian se ne andò e Kai le apparve in sogno trafelato e con una strana luce negli occhi.
“Finalmente ti ho raggiunta! Bonnie, ti prego, dimmi che mi senti?”
“Vorrei poter dire di no, ma… purtroppo sì.”
“Ti devo parlare, la tua te diurna non lo fa, perciò temo che la tua notturna dovrà.”
“La mia… diurna?” non capiva “Di che cosa stai parlando?”
Un’espressione terrorizzata apparve sul volto di Kai “Sei già a questo punto?”
Abbassò lo sguardo preoccupatissimo.
“Kai? Come fai ad essere ancora qui?”
“Bonnie” rispose Kai prendendola per i polsi, Bonnie sussultò poiché ebbe timore che l’avrebbe strattonata o fatta del male, ma non lo fece. Anzi Kai percepì il terrore che provava Bonnie e così cercò di essere il più delicato possibile nel compiere quel gesto “Bonnie, io sono al Whitmore. Sono venuto stamattina con Damon. Io sono qui perché non sono morto.”
“Ah..” Bonnie disse solo guardandolo “Perché sei qui?”
“Io…. c’è un qualcosa che minaccia l’istituto..”
“Tu!”
“No! Qualcosa. Non ‘io’. Qualcosa. E, ehm.. Bonnie, io l’ho percepita dal primo momento in cui mi sono messo in contatto con te ed è ancora più potente ora che sono al college.”
“Aspetta, ora mi sembra di ricordare…” disse con un’espressione concentrata e sedendosi sul prato “sì, tu sei venuto e hai mandato via Caroline per stare con me nella stanza.” lo guardò “Ma perché?”
“Per… diciamo tenerti d’occhio.” concluse Kai sedendosi vicinissimo a lei.
La ragazza non sopportava tale vicinanza con chi non conosceva, ma soprattutto con chi l’aveva quasi strangolata, pugnalata più volte, abbandonata nel mondo – prigione, quasi indotta al suicidio e l’aveva quasi uccisa così si allontanò con un piccolo sobbalzo.
“Perché me? Cosa ti serve?”
“Perché credi che io voglia qualcosa da te?”
“Oh vediamo, da quando ti conosco non hai fatto altro che pretendere, più che volere, qualcosa da me indipendentemente dalla mia volontà.” tacque qualche istante “Seriamente Kai, che cosa vuoi?”
Kai le prese le mani, Bonnie guardò le sue mani posate sui palmi dell’assassino con aria sconcertata e intimorita soprattutto“Io non voglio niente da te, voglio solo e soltanto aiutarti. Ti prego, lascia che ti aiuti!”
“Aiutarmi? Lasciartelo fare?” Bonnie ritrasse le mani e si alzò parandosi dinanzi a lui “Spiegati.”
“C’è una forza, temo Magia Nera, che si è annidata in un posto nel college. Sono riuscito a captarla grazie alla tua presenza.”
“Magia Nera? Ne sei sicuro?” chiese perplessa.
“Sì” disse annuendo “visti i sintomi ne sono sempre più sicuro, io da solo non so se ce la faccio.”
“Ah, ecco! Lo sapevo che c’era la fregatura!” sbottò “Hai bisogno di me, come sempre! Per una volta non voglio aiutare nessuno, sono stanca di dover essere l’ancora, di dover sacrificare la mia vita, le mie amicizie, di dover fare sempre la martire per salvare il culo a qualcuno! Non ne posso più!” sbottò con gli occhi lucidi e allontanandosi da Kai.
Si morse il labbro con gli occhi pieni di lacrime.
“Mi dispiace, Bon.” disse solo Kai alzatosi e alle spalle di lei.
“Va bene.” disse lei tirando su col naso, c’era una domanda che però voleva porgergli “Kai… perché non mi hai uccisa e basta al matrimonio? Perché creare tutto questo diversivo con l’incantesimo che ha colpito e legato me ed Elena? Lei starebbe con Damon, sarebbe felice. Io non sono comunque felice… questa non è la vita che volevo né quella che ci auguravamo quando eravamo ragazze.” stava parlando a ruota libera ormai con sguardo assente, Kai sapeva certe cose? Che importanza aveva? Non le dava neanche fastidio al momento il pensiero che il mostro sapesse.
“Cosa ti aspettavi dalla vita?” le chiese.
Bonnie sorrise tirando su col naso “Volevo essere una dottoressa. O una poliziotta. Volevo…. ormai non ha più importanza. Il mondo che conoscevo è stato distrutto, le persone che amavo o sono lontane o sono morte o sono diventate qualcuno che non conosco più. Tutto quello in cui credevo è sparito.” chiuse gli occhi e sentì le lacrime spiccare il volo lungo le guance. Se le asciugò con entrambi palmi delle mani.
“Io volevo solo dire che…”
“Non importa, ormai dovrei esserci abituata!” esclamò voltandosi verso di lui con un sorriso amaro ad incresparle le labbra “Uno in più uno in meno!”
“Volevo dire che ho bisogno che tu mi dia una mano, ma non nel modo in cui credi.” fece una piccola pausa come a cercare le parole più adatte “Ho letto che quando si va a fare una terapia, il dottore ha bisogno che il paziente collabori per farlo guarire ed è quello che dobbiamo fare. Insieme.”
“Chi è il dottore e chi il paziente?”
Tentennò qualche secondo poi rispose, sempre per cercare di proteggerla “Io e te siamo i dottori, l’istituto il paziente.”
“E come può collaborare il paziente – istituto?”
L’aveva fregato! No, con queste nozioni – Kai – non ci sapeva fare!
“Beh, se uniamo le forze.. possiamo farcela!”
Bonnie tentennò “Perché? Perché dovrei collaborare con uno come te?”
“Ti prego, dammi una sola altra possibilità! Vedrai che non la sprecherò!”
 
                        

Kai si sentì come risucchiare da un vortice: il sogno purtroppo cessò prima che Bonnie potesse rispondergli o potesse voltargli le spalle e dire o fare chissà cos’altro, Kai era sveglio. Di nuovo.
Fissò il soffitto illuminato appena dalle luci dei lampioni che circondavano l’edificio, la paura, ma anche il rimorso e il terrore di non aver fatto in tempo, di non aver saputo sfruttare bene quel poco tempo che gli era concesso per parlare come si doveva con Bonnie, forse avrebbe dovuto parlarle apertamente, forse proteggerla – come diceva Damon – non era stata la cosa giusta.
Ma che vuoi che me ne importi di Bonnie Bennett? si chiedeva una parte di lui.
Io sono cambiato, per quanto sia difficile dimostrarlo.
Penso davvero di essere diverso? gli chiese il vecchio Kai dentro di lui. Se sono cambiato allora devo fare in modo che lo veda, altrimenti avrà ragione a dubitare ancora… a meno che non abbia realmente un altro obiettivo, un altro scopo…
E quale sarebbe?
Voglio solo che la Magia Nera faccia il suo corso e distrugga poi il corpo della strega, quindi passerebbe a me. Così sarei veramente invincibile e i miei poteri di ibrido controllerebbero questa potente magia.
“No!” urlò quasi Kai mettendosi seduto e mantenendosi la testa con entrambe le mani “Non voglio… no, non può finire così.” disse a mezza voce in tono preoccupato e imparito, poi guardò verso Bonnie, la quale gli dava le spalle.
Sono davvero sicuro di essere cambiato fino a questo punto?
Deglutì, non sapeva nemmeno da quanto stesse in quella posizione, gli occhi cominciarono a diventare pesanti e cadde in un sonno profondo prima che potesse rendersene conto e potesse concentrare le sue forze sul suo obiettivo..
 
 
Bonnie si svegliò di soprassalto, alzò la testa di scatto e vide la luce invadere prepotentemente la stanza, aveva ancora sonno, voleva dormire. Si guardò intorno e Kai non c’era, era sola.
Riposò il capo sul cuscino e osservò il soffitto ormai chiaro, aveva sognato quel piccolo pazzo… gli stava dicendo qualcosa, ma non riusciva a ricordare esattamente che cosa… la porta si aprì e lei chiuse prontamente gli occhi, fece finta di dormire.
Sentì i passi di Kai, non sapeva fino a che punto potesse davvero fidarsi di lui e di quell’innaturale gentilezza e disponibilità, ci aveva già provato in passato e ogni volta si rivelava una pessima idea, perché mai avrebbe dovuto farlo ora?
Poi cosa gli stava dicendo a proposito della Magia…?
“Lo so che sei sveglia!” esclamò Kai, la cui voce risuonò per la stanza avvolta completamente dal silenzio, Bonnie non si mosse anzi continuò a far finta di niente.
Forse se lo avesse ignorato, avrebbe smesso e rinunciato a qualunque strana pretesa o scopo su di lei.
“Nel caso tu ti sia dimenticata adesso sono un ibrido, sento quanto se non meglio di un vampiro e licantropo messi insieme, quindi far finta di dormire, non mi farà sparire!”
Bonnie non demorse.
Nemmeno Kai.
“Sai, si stanno avvicinando le vacanze di Natale e visto che né tu né io abbiamo parenti, pensavo di passarlo con te!”
“Sarebbe l’Inferno, non Natale!” sbottò Bonnie aprendo gli occhi “Non festeggerò mai il Natale con te! Io almeno ho degli amici, tu? Chi hai? Nessuno. Sei solo e sei patetico!” continuò velenosa mettendosi seduta.
“Deduco che hai dormito bene!” constatò Kai tentando di comportarsi con lo stesso menefreghismo di sempre. Anche se il suo stava diventando un menefreghismo apparente, ne stava cominciando a soffrire di tutto quel veleno, del dito costantemente puntato contro. Kai aveva portato la colazione in stanza e l’aveva posata sul tavolo enorme che si trovava nel centro della stessa.
“Sì, finché non ho sognato te!”
Kai alzò lo sguardo su di lei: “Ah sì? E che cosa?” chiese fingendosi a malapena curioso di quello che gli stava dicendo, in realtà sperava profondamente che Bonnie ricordasse ciò che gli stava dicendo e potesse rispondergli.
“Non molto a dire il vero..” rispose sedendosi “Mi stavi dicendo che c’è un pericolo in atto o pronto a scatenarsi, non mi ricordo. Dicevi che era nell’istituto e…. basta.”
Kai abbassò lo sguardo deluso.
“L’ho liquidato come un incubo.” proseguì lei “Perché ogni cosa che ha a che fare con te lo è.” fece una piccola pausa “Dico bene?” chiese come a voler infierire.
Kai non rispose, anzi le disse: “Ti ho preso un cornetto, c’erano anche i pancakes ma penso tu ne abbia abbastanza.”
“Non voglio niente da te, da uno psicopatico che mi ha quasi uccisa.”
Bonnie si alzò, ma Kai la bloccò per il polso trattenendola.
Bonnie lo guardò dritto negli occhi, sguardo che lui ricambiò “Pensi che se fossi ancora un mostro, ti avrei permesso di parlarmi così? Ti avrei già strappato la lingua se fossi il mostro con cui credi di parlare!” esplose per poi lasciarla di colpo.
Bonnie decise di sedersi il più lontano possibile da lui, si sedette sul letto avvicinando le gambe al corpo e posando il capo sulle ginocchia, lo sguardo imbronciato e confuso.
Il ragazzo si alzò con il cornetto tra le mani e lo posò vicino a Bonnie “Mangialo se hai fame, per me puoi anche non mangiare. Visto che la mia presenza non è gradita, vado fuori.” detto questo prese la busta marroncina che aveva posato sul tavolo e con passo deciso uscì dalla stanza sbattendo appena la porta.
Bonnie guardò pensierosa più e più volte il cornetto avvolto da un foglietto di carta indicante il nome del bar del college, piccoli pezzetti di sfoglia si erano staccati ed erano sparsi sul copertino. Fece degli incantesimi per controllare che non fosse avvelenato, poi decise di addentarlo e le costò ammetterlo, ma il mostro ci aveva azzeccato, amava l’amarena.   
Una piccola parte di lei si dispiacque di aver trattato in quel modo Kai, così decise di scendere e andare a chiedergli scusa per quello che aveva detto, nonostante ciò però niente la induceva a vedere Kai in modo diverso, per lei Kai voleva ancora qualcosa, sebbene non sapesse di cosa si trattasse. Scese lentamente le scale del College semideserto e andò fuori, si guardò in giro e poi lo vide, era seduto ad un tavolo da picnic, la carta marroncina messa in un angolo e briciole di cornetto erano sparse sul tavolo.
Kai guardò di sottecchi Bonnie per poi tornare a fissare il tavolo “Controllato che non avessi avvelenato il cornetto?”
“Sì, l’ho fatto.” ammise sedendosi di fronte a lui.
Lo guardò, lui fece lo stesso.
In quel momento entrambi notarono dei pezzetti di sfoglia rimasti agli angoli della bocca di entrambi.
“Hai qualcosa..” dissero entrambi indicando la bocca dell’altra con una tale sincronia che sembrava si fossero esercitati nel farlo. Sfuggì a entrambi un piccolo sorriso.
Kai provò per la prima volta un profondo imbarazzo nel sorridere e nel ricevere un sorriso sincero da parte di un’altra persona, provò uno sconosciuto crampo allo stomaco che non aveva niente a che fare con l’abituale nervosismo o rabbia che aveva verso il mondo a lui circostante.
Abbassò lo sguardo e sperò che questo fosse l’ok per avere un’altra chance, per essere visto almeno come una persona normale e non per forza come il tanto temuto mostro, come quel mostro da imprigionare, dal quale guardarsi.
“Bonnie, vorrei chiederti una cosa, in passato ti è mai capitato di trovarti a fronteggiare la Magia Nera?”
Alzò gli occhi su di lei e vide il suo sguardo divenire freddo, duro, da far mancare il respiro.
“Perché me lo chiedi?”
Kai scosso scrollò le spalle e rispose vago: “Mi sono imbattuto qualche giorno fa leggendo in questo tipo di magia molto potente e non l’ho ben capita. Dal momento che tu sei una strega potentissima, volevo sapere se potevi illuminarmi.”
Non c’era più la Bonnie di qualche secondo prima davanti a lui.
Doveva stare attento…
Lo sguardo di Bonnie divenne meno duro, ma comunque non la convinse completamente la risposta del giovane davanti a lui “Per rispondere alla tua domanda, ne so molto, ma non ne parlo volentieri. Per colpa della magia sono.. beh, sono successe tante cose orrende. La Magia Nera fu bandita nel 1600 e da allora nessuno la utilizza più. Fu una Congrega di Streghe ad utilizzarla e da due Congreghe imprigionata, fu la Congrega Bennett assieme a quella Gemini a bloccarla.
Vuoi sapere altro?” disse quasi tutto d’un fiato.
Kai abbassò lo sguardo e rispose: “Sì, parlamene ancora. Questo tipo di Magia Nera… mi affascina.” fece un secondo di pausa “A te no?”
“Certo che no!” esclamò con voce acuta “Quel tipo di Magia è proibita e, soprattutto se capitata in mani sbagliate o inesperte, può far danni peggiori di quanti ne infligga normalmente!”
“Come la si può evocare?”
Bonnie scrollò le spalle, “Non ne ho idea.” fece una piccola pausa “Mi vai a prendere un cappuccino?”
Era meglio in quel momento non contraddirla, perciò si alzò e ci mise più tempo del dovuto per prendere ciò che gli aveva chiesto.
La Magia Nera poteva essere evocata, liberata e quindi diffusa. Restava da capire chi l’avesse evocata e cosa c’entrava Bonnie… era stata la sua Congrega assieme alla Gemini a intrappolarla.
Poteva uno spirito tornare ed impossessarsi di un corpo, trasformare la persona in un ricettacolo, consumarla al fine di far rinascere quel tipo di magia?
Kai non ne sapeva molto di spiriti, sapeva della Magia, aveva conosciuto la sete di potere, di gloria, ma di spiriti ritornati dall’Inferno pronti a far diffondere la Magia Oscura no. Tornò dalla ragazza dieci minuti dopo con aria pensierosa e con l’obiettivo di parlare con la vera Bonnie.


 
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Notte di Luna Nuova, eh!
Fate attenzione!! 
Scherzo naturalmente.
Avete visto il video - parodia mandato in onda durante il panel di TVD
con il bacio DaKai ahahahah tipo che non riuscivo a smettere di ridere!
Peccato abbiano fatto fuori il personaggio di Kai perché se voleva la Plec
avrebbe potuto costruirci una bella storia, magari una svolta BonKai, ma c'est la vie.
Veniamo a Kai, riuscirà mai a farsi perdonare ed accettare dalla vera Bonnie?
Si accettano scommesse.
Alla prossima
  
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