CONNESSA

 

Il tuo sorriso è il mio, quando vedo sollevarsi le tue labbra e le mie seguono a tempo come musica. Per questo quando piangi le tue lacrime sono le mie, la stessa pioggia che ci bagna, in due, distanti qualche città. Connessa. È l’unica parola che mi è venuta in mente e l’ho scritta su un taccuino per non dimenticarla, per utilizzarla quando ne avrò bisogno. In una poesia, in una storia, in un discorso, anche sola. Sebbene per essere connessi bisogna essere in due, ma in due come una cosa sola. Ci crederesti mai che siamo diventati uno? Uno è una parola bella e brutta allo stesso tempo. Uno è primo numero primo, il primo che taglia il traguardo. Uno è lo sguardo che fissa il pavimento perché è solitudine e non riesce a guardare il cielo. Ma uno siamo noi, che camminiamo con le dita a catena, incastonate le mani di uno nell’altra. Uno è quando per andare in un posto ci andiamo insieme e non ci è mai passato per la testa di andarci da soli. Uno è il numero più triste e felice sulla Terra. Per questo ti dico connessa e non ti so dire altro. Connessa è una parola, ma contiene tante cose come il primo numero primo. Vorrei tatuarmi quella parola addosso, soltanto per vedere come le persone la guardano e pensano che sia una fanatica dell’elettronica. Anche soltanto per vedere che sapore ha, la parola connessa sulla pelle. Quando un anno fa ho voluto tatuarmi una piuma sul braccio destro, l’ho fatto perché volevo vedere tutti i giorni il mio sogno di fronte agli occhi. Immagine. Pensa se non fossi connessa solo nel cuore, ma anche nel corpo. Ma forse mi basta stringerti la mano ancora per un po’, fare a meno dell’inchiostro stavolta e vivere. Connessa con te le parole hanno un altro sapore.