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Autore: redeagle86    21/01/2009    8 recensioni
Un nuovo torneo apre le sue porte, facendo da sfondo ad un'avventura incredibile. Tra personaggi vecchi e nuovi, misteri e imprevisti, a scendere in campo non saranno solo i bey!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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17. E che verità sia

 

Tutto comincia secoli fa, con una dea un po' ribelle… Mi pare sia nella mitologia nordica, ma questo non è importante… Aluka era figlia del Padre, la divinità a capo degli dei- raccontò Cassandra, sedendosi sul davanzale. –Era una ragazza a cui piaceva infrangere le regole ed essendo protettrice delle foreste e dei suoi abitanti, si divertiva a stregare gli animali e gli uomini.

-Finché un giorno il Padre fu stufo delle sue bravate: non passava ora senza che gli giungessero le suppliche dei fedeli a porre rimedio alle birichinate di Aluka. Allora la punì: le tolse i poteri e la sbatté sulla Terra, nei boschi di cui era la custode.

-Gli animali però le erano fedeli e la aiutarono a sopravvivere- continuò Artemis. –Non se la passò male e l'esperienza le servì a capire quanto male si fosse comportata in passato. Tutto insomma andava per il meglio, fino a quando non incontrò Tyren.

-Era un giovane cacciatore che aveva perso i compagni con cui si era avventurato, e girovagava nella foresta chiamandoli a gran voce. Aluka lo seguì di nascosto, senza farsi notare. Tyren era bello, forse l'uomo più bello che avesse mai conosciuto. E quando, disperato, invocò il suo nome perché lo aiutasse, la dea uscì allo scoperto.

-Aluka si era innamorata e non voleva lasciarlo andare. Così lo portò nella sua caverna e gli narrò la sua vita in quel mondo incontaminato. Giorno per giorno, Tyren imparò a trovare il cibo, a cacciare senza alterare l'equilibrio degli animali…e ad amare la sua giovane salvatrice di cui ignorava la vera identità.

-Fu un amore intenso, il primo vero amore di lei e credeva che per lui fosse lo stesso. Ma nel cuore di Tyren era rimasto il suo villaggio, la sua casa, la sua famiglia. perché, all'insaputa di Aluka, il suo bel cacciatore aveva moglie e figli e, malgrado avesse giaciuto con la fanciulla, il suo pensiero era sempre con loro.- Fu Chandler a prendere la parola per raccontare l'ultima parte. –E un brutto mattino Tyren riuscì a riunirsi ai compagni, venuti a caccia in quella zona dopo aver abbandonato le ricerche mesi addietro. Non la salutò nemmeno e alla povera Aluka non restò che covare odio, rancore, voglia di vendicarsi, di vederlo soffrire. Arrivò ad invocare suo padre perché lo uccidesse. Ma, passato il primo momento di dolore, quei sentimenti tanto negativi la spaventarono e allora decise di raccoglierli e rinchiuderli in qualcosa che le ricordasse per sempre quanto male facessero. Quel giorno nacque Nastia.

-È come l'altra faccia della stessa medaglia.

-Bella storia, ma non ci da spiegazioni su cosa sia accaduto ad Hilary- ribatté Takao. Ne aveva davvero abbastanza di divinità, segreti e menzogne.

-Nastia non scomparve nel nulla quando Aluka tornò una dea. Rimase per sempre una forza libera e selvaggia. Ma con il tempo, probabilmente, si è indebolita- replicò Luce, comprendendo i turbamenti del giapponese. –Aveva bisogno di assorbire l'energia di qualcuno per rinascere. Gli Engel Eisig hanno messo lo spirito di Nastia in Drafo e ogni volta che Hilary lo usava, regalava la vita a quella creatura.

-Ora Kei deve trovare le lacrime di cristallo per spezzare il patto che la lega a Nastia, o continuerà a prosciugarla fino ad ucciderla.

-Ma voi chi siete davvero? E chi sono gli Engel Eisig?

-Diciamo, che siamo come Aluka e Nastia. Con la differenza che noi siamo vivi e loro no.

-COSA?!

-Loro servono i demoni, l'oscurità, non sono che contenitori vuoti da riempire con il male. Loro sono morti odiando e l'inferno li ha accolti a braccia aperte. La nostra vita è un'eterna lotta per la sopravvivenza, un'eterna battaglia contro di loro.

-Non vinciamo sempre- ammise Chandler. –Ma proviamo sempre a farlo. L'oscurità, il male, non è un'entità da sconfiggere: c'è e c'è sempre stata. È quando diventa troppo ambiziosa, troppo potente, che bisogna combatterla e stroncarla per un po'. Come questa volta, anche se ci hanno battuto sul tempo: non sapevamo che la vittima fosse già stata scelta prima del torneo.

-E purtroppo Hilary ne sta facendo le spese…

-Kei ce la farà- pronunciò Takao deciso. Sì, se cera qualcuno che poteva riuscirci, quello era il russo: aveva fiducia in lui e nei sentimenti che nutriva per l'amica.

-Sì, non mollerà finché non avrà trovato le lacrime- convenne Max.

-Non ci ha mai deluso- si aggregò il prof, trascinato dall'ottimismo dei compagni.

I Dreamers si guardarono con un'espressione tra il sorpreso e il comprensivo: erano davvero legati da qualcosa di veramente forte e indistruttibile, un legame che valicava tutto.

E questo sarebbe stato il loro successo.

 

-Come sta?- chiese Rei, arrivando trafelato in ospedale.

-Non bene a quanto pare- rispose Yuri, seduto su una sedia con gli occhi chiusi.

-Ci sono i ragazzi con lei- singhiozzò Mao, interrotta dalla porta della stanza. Ne uscirono in tre e il capitano della Neoborg seppe per istinto che era Kei a mancare all'appello, ancor prima di volgersi nella loro direzione. Faceva il duro, sidava arie da uomo di ghiaccio, ma in fondo era un sentimentale: il rosso lo sapeva. Come sapeva che Hilary aveva un posto speciale nel cuore del diciassettenne.

-Dov'è Kei?- domandò il cinese.

-È rimasto con Hilary. ha detto che dobbiamo prepararci per i nostri incontri, perché lei non vorrebbe che rinunciassimo- disse Takao. In realtà c'era Luce accanto alla giapponese, ma quello non era il momento di spiegare la verità. –Non ci resta che tornare in albergo: restare qui non cambierà la situazione.

 

°§°§°§°§°

 

-Takao…- La voce nel buio della camera fece emettere un sospiro al moretto.

-Daichi, come mai sei ancora sveglio?

-Anche tu non dormi. Sei preoccupato per Hilary, vero?

-Sì…

-Takao…mi manca…- confessò il ragazzino mestamente.

-Siete alzati anche voi- intervennero Koji e il prof, tirandosi a sedere sui loro letti.

-Già. E non penso chiuderemo occhio stanotte- commentò il capitano.

-Tornerà con noi, vero?

-Che domande fai, Daichi?! Certo che si riprenderà e tornerà con noi. Lei non ci abbandonerebbe mai…

-Takao ha ragione. Andrà tutto bene.

 

Chandler prese forma nella stanza di Hilary con una coperta in mano: Luce si era addormentata e le notti lì erano abbastanza fresche. Ma come le appoggiò il tessuto sulle spalle, la fanciulla si destò.

-Oh…sei tu, Chandler…

-Continua pure a dormire. Ci vorrà un po' prima del ritorno di Kei.

-È solo colpa nostra… Rischia di morire a causa dei nostri nemici- mormorò la bionda. –Non è giusto…dovremmo esserci io o Cass al suo posto.

-Non parlare così, Luce…

-Cosa dovrei dire? Non è forse la verità?!- esclamò, con le lacrime agli occhi. –Io sono stanca di questa vita…sono stanca di essere una Sognatrice…

Il ragazzo la fissò: nel suo pianto vi era una segreta pena, ne era sicuro, qualcosa che le rendeva ancora più difficile il già arduo compito che la attendeva ogni giorno. Si sedette sul bordo del letto posandole una mano sulla sua. Non era facile per nessuno la vita che il destino aveva loro imposto, quella perenne battaglia, ma non c'era possibilità di uscirne: era nel loro sangue.

-Non siamo migliori degli Engel… Anche noi usiamo le persone finché ci fanno comodo e poi le abbandoniamo. Non siamo stati in grado di proteggere Hilary quando ne avevamo il tempo ed ora corriamo ai ripari, scaricando una nostra responsabilità su Kei… E ci definiscono i buoni della situazione.

-Abbiamo sbagliato nel sottovalutare Marina e credimi dispiace anche a me quello che è accaduto, ma mollare tutto non è la soluzione ai problemi.

-A te piace la vita che fai? Ti piace avere la responsabilità del mondo sulle spalle?- domandò bruscamente l'amica. –Ti piace avere qualcuno che ti ossessiona con la storia del sangue puro dei Sognatori?

-Piacerebbe a tutti poter condurre una vita normale- disse calmo l'irlandese. –Ma non ci possiamo tirare indietro, anche quando sembra la via più semplice. Fuggire non ha mai risolto nulla.

 

-E così era questo che nascondevi…

Mariam si sarebbe gettata dal balcone su cui stava se questo avesse potuto cancellare le bugie raccontate a Max.

-Sapevo chi erano i Sognatori e che qualcosa di grave stava accadendo- rispose, senza girarsi. –Ma non di più…né che vi fosse coinvolta Hilary…

-Ma non me lo avresti detto comunque, non è così?

Max sapeva essere spietato quando voleva, quando anche in lui emergeva la rabbia e soffocava il suo normale carattere allegro. Feriva più di una lama e le ferite che infliggeva erano profonde.

-Non è una decisione che spetta a me… Ed esserne a conoscenza cosa avrebbe cambiato? Non potevi fare nulla, al pari dei Dreamers che hanno riposto la loro ultima speranza in Kei.

-Io mi fidavo di te…però, a quanto pare, tu preferisci escludermi dalla tua vita.

-Max!- lo chiamò, volgendosi. Ma il giovane entrò in albergo senza prestarle attenzione, deluso e sconfitto: mai avrebbe creduto che sarebbe arrivato a rivolgere quelle parole proprio a lei. E invece era accaduto, purtroppo: parole amare e pesanti, dettate dalla disperazione.

Parole di cui certo si sarebbe pentito.

  
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