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Autore: Freya24797    17/07/2015    0 recensioni
La vita di Karen è piena di cambiamenti: il divorzio dei suoi genitori, la casa nuova in un paese che non sembra accettare di buon grado i nuovi arrivati, le stranezze di suo fratello e di molti abitanti, tra i quali il ragazzo dagli occhi più belli che abbia mai visto. Presto però scoprirà che tutti questi fili fanno parte della stessa matassa, una matassa che nasconde un segreto narrato in antiche leggende delle quali la sua nuova casa e la foresta retrostante ne sono protagoniste. E delle quali potrebbe esserlo lei stessa. Fairy Blood è una storia di fate, ma non di fate come siamo abituati a conoscerle: di fate apparentemente crudeli e calcolatrici protette dai loro custodi contro l'unica famiglia di cacciatori di fate che sia mai esistita. Karen si ritroverà al centro di questa storia scoprendo di essere un tassello fondamentale per entrambe le parti. Cederà alle apparenze o scaverà più in profondo nella verità?
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Probabilmente alla maggior parte di voi questa sembrerà una di quelle solite storielle di fantasia, in cui la protagonista poco originale si ritrova catapultata in un mondo tutto nuovo eccetera eccetera.
Ma posso garantirvi che questa è la mia vita e che ci sono momenti in cui preferirei veramente che fosse una di quelle solite storielle. Almeno saprei cosa aspettarmi.
Ma bando alle ciance.
Inizierò a raccontare dal momento che ritengo più interessante, anche se la mia storia ha radici ben più profonde di quanto avrei mai potuto pensare.

-Karen, aiutami a montare questo mobile!
Sento la voce di mia madre provenire dall’altra stanza, attutita dal muro che ci separa.
Chiudo il libro che sto leggendo e mi alzo per raggiungerla.
Il suddetto mobile è una piccola libreria piuttosto vecchia e decadente.
-Pensavo non l’avessi portata – le dico.
Ci siamo trasferite da tre giorni nella nuova casa, ma non abbiamo ancora finito di sistemare i mobili.
Da quando mamma e papà hanno divorziato, ce la stiamo vedendo brutta.
I soldi non sono abbastanza e papà non ci aiuta quanto dovrebbe.
Quindi la mamma ha fatto richiesta per un altro lavoro.
È stato un miracolo che gliene abbiano offerto uno con uno stipendio più elevato, ma abbiamo dovuto cambiare città, vendere il nostro appartamento e prendere una scialba abitazione dai muri scrostati. Beh, più che prendere, abbiamo ripreso, dato che era la casa di qualche lontano zio deceduto non so quando. E più che un’abitazione sembra una catapecchia sul punto di crollare. È su tre piani e per noi tre è esageratamente grande, oltre che esageratamente complicata da pulire.
Mi è dispiaciuto lasciare la mia vecchia vita, le mie amicizie, le mie abitudini, ma ho cercato di incoraggiare mia madre.
Cosa che invece non ha fatto mio fratello Colin.
Ha diciassette anni, uno in più di me, e dovrebbe essere “l’uomo di casa”.
Macché.
Non ha fatto altro che lamentarsi come un bambino, rifiutando il trasferimento.
Ha dovuto abbandonare la sua vita da rock star a cui era abituato, la sua band, la sua ragazza, i suoi amici.
Dubito che avrà difficoltà a recuperare la sua nomina anche in una scuola diversa, ma lui è lì che vuole restare.
Purtroppo per noi, è già Febbraio, quindi inizieremo la scuola dal secondo quadrimestre, la settimana prossima.
-Beh, in qualche modo dovremo pur riempire tutto questo spazio – risponde mia madre. –Sai dove sia tuo fratello?
-Dove potrebbe mai essere, se non nella sua nuova camera ad ascoltare musica al massimo volume? – Rispondo.
-Almeno non sta usando lo stereo …
-È già qualcosa …
Aiuto mia madre a sistemare la libreria e sto per aprire uno dei pochi scatoloni rimasti, ma lei mi blocca.
-Non preoccuparti, lascia stare qui. Piuttosto, non è che andresti a fare un po’ di spesa? – Mi chiede.
Proprio in quel momento, mio fratello scende le scale, passandoci davanti come un fantasma, diretto in cucina a bere.
Mia madre si schiarisce la gola, ma mio fratello continua ad ignorarla.
Continuiamo a fissarlo, ma per lui non esistiamo. Una volta posato il bicchiere sul tavolo, fa per risalire le scale.
-Vado a parlargli. Magari lo convinco a venire con me – dico alla mamma.
Lei annuisce.
Salgo le scale velocemente e raggiungo mio fratello proprio mentre sta entrando in camera sua.
-E dai, Col! Sai che non è colpa della mamma tutto questo! Sei ingiusto ad avercela con lei! – Gli dico.
-Io non ce l’ho con lei – ribadisce mio fratello. –Ce l’ho con tutto questo schifo.
-Si, beh, ma questo schifo dobbiamo sorbircelo, quindi tanto vale affrontarlo a testa alta, non ti pare?
Mi fissa.
Penso che si girerà dall’altra parte per riprendere ad ignorarmi, invece, inaspettatamente, sorride e mi scompiglia i capelli.
-Perciò, dov’è che dovrei andare con te? A fare la spesa?
Sorrido anch’io.

   
 
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