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Autore: cin75    17/07/2015    4 recensioni
Che cosa l'amore può spingere a fare? Che cosa l'amore può far accettare?
Jared e Jensen avranno modo di poter rispondere a queste domande!!!!
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando la mattina arrivò fu Jensen a destarsi per primo.
Con movimenti lenti , si divincolò dalla presa che Jared aveva su di lui, sorridendo del mugolio di disapprovazione del giovane che comunque restò ancora perso nel suo sonno.
Il maggiore si rivestì e andò in cucina. Preparò il caffè e quando se ne versò una tazza, restò per alcuni minuti a fissare il fumo che fuggiva via.

Ora sapeva che cosa voleva dire “sconvolgersi una vita!”

Una sola notte gli aveva cambiato la vita, l’esistenza e di certo gli avrebbe sconvolto ancora tanto. Per un momento si chiese se ne valeva la pena.
E un momento dopo rivide il volto di Jared. Lo rivide mentre lo baciava e si faceva baciare. Quando gli si concedeva , quando aveva riso con lui, quando aveva raggiunto il piacere insieme a lui. Lo rivedeva mentre gli dormiva vicino, sereno. In pace. E sentì dentro di sé esattamente quello che anche lui aveva sentito in quei momenti.
Diamine! Se ne valeva la pena.
Quello che provava in quel momento non era solo il frutto di una di quelle esperienze che si fanno e che poi vanno dimenticate. Quello che era successo era qualcosa che non aspettava altro che accadere o non sarebbe accaduta. Non con Jared, non in quella maniera, non sconvolgendolo in quel modo.

“Jensen?” fece la voce dietro di lui.
 

Jared si era svegliato qualche minuto dopo di Jensen e per un po’, dopo essersi reso conto di essere a letto, da solo, rimase a fissare il soffitto, ripensando alla notte appena trascorsa.
L’aveva fatto.
Aveva fatto l’amore con un uomo.
Si era lasciato conquistare e invadere da un uomo, cosa  che mai in vita sua aveva mai nemmeno considerato.
Ma poi quell’uomo prese le sembianze di Jensen e tutto sembrò avere senso.
Quell’affinità nata immediatamente quando avevano iniziato a lavorare insieme. Un amicizia nata ancora più facilmente. La naturale semplicità con cui si erano legati e trovati lavorativamente e caratterialmente. La sintonia innata nelle cose serie e in quelle meno serie come gli infiniti scherzi sui set.
Quell’inspiegabile complicità quando si erano ritrovati nudi nel suo letto. Non poteva essere solo curiosità quello che era successo. Non, sentendo quello che sentiva lui in quel momento.

Si alzò anche lui dal letto, recuperò dal pavimento la sua tuta e la sua maglietta, sorridendo nel ricordare il modo sensuale con cui Jensen gliel’aveva sfilata la notte scorsa e sembrò di sentire ancora il suo odore quando la infilò.
Andò verso la cucina da dove sentiva provenire i soliti rumori mattutini, ossia, Jensen che, benchè lo facesse con discrezione, litigava con la macchinetta del caffè. Restò per un attimo a godersi quei rumori così familiari e poi quando non sentì altro, entrò nella stanza e lo vide.
Fermo, pensieroso, quasi assente che fissava il fumo che si alzava dalla tazza di caffè appena fatto.

“Jensen?!” lo chiamò e il compagno si voltò verso di lui. Il suo sguardo era strano, diverso da quello con cui l’aveva guardato fino a qualche minuto prima di addormentarsi con lui.
Ecco!, pensò Jared. Ci siamo, ci ha ripensato. È finito tutto ancora prima di cominciare!

Non voleva sembrare debole e se tutto doveva finire, voleva almeno tentare di salvare la loro amicizia. Avrebbero dimenticato tutto. Avrebbero fatto finta di niente. Avrebbe pianto solo una volta, come un disperato e poi avrebbe ripreso a vivere. O forse sopravvivere. Fece un respiro profondo e decise di scoprire le carte il più in fretta e nella maniera meno indolore possibile.
“Ci hai ripensato!” disse e non chiese. “Vuoi tirarti indietro, lo capisco. Ma se è così, ti prego cerchiamo almeno di salvare il salvabile. Cerchiamo di rimanere …amici!” disse quasi in imbarazzo dato la banalità di quelle parole, ma mentre lui le pronunciava nemmeno si era accorto che Jensen gli si era avvicinato.
Solo quando Jensen gli mise una mano sulla bocca per farlo tacere, si rese conto di averlo di fronte a lui.
“Sta’ zitto!” fece il maggiore , baciandolo subito dopo, in modo dolce e delicato. “Non voglio tirarmi in dietro da niente. Non ci ho ripensato!” lo rassicurò.
“Ma…tu…sembri così…”
“Pensieroso?!” finì per lui e Jared annuì. “Quello a cui stavo pensando è solo: come spiegarlo e comunicarlo alle nostre famiglie, agli amici e a quelli con cui lavoriamo. Solo a questo!” lo sorprese Jensen.
“Sul serio?!”
“Mai stato così serio in vita mia!” disse sorridendogli. “Ascolta!, ti ho trovato prima come perfetto collega, poi come migliore amico. Ora, sorprendentemente  ma meravigliosamente , ti ho scoperto e trovato come compagno e non ho nessuna intenzione di perderti o lasciarti andare. Io vorrei..” ma poi si fece più deciso in quella richiesta. “Io voglio provarci, Jared. Voglio provare a far funzionare quello che sta nascendo tra noi. Se tu vuoi, naturalmente!”
Jared lo guardò. E per un momento non riuscì a sentire bene quello che Jensen diceva tanto era il rimbombare  furioso e felice del suo cuore. “Voglio provarci anche io Jensen, giuro che voglio provarci anche io.” Disse abbracciandolo. Abbracciandolo forte.
“Perfetto. Perché io non mi sono mai sentito così completo e in pace come quando…”
“..abbiamo fatto l’amore!” concluse al suo posto , Jared, ma Jensen, stupendolo, lo corresse.
“No, non mi sono mai sentito così completo e in pace come quando ti ho visto dormire al mio fianco, abbracciato a me!” disse accarezzandogli il viso emozionato.
 
Da quella mattina, passarono giorni e poi settimane e poi mesi e tutto sembrò riprendere al meglio. La loro vita, il lavoro, loro stessi.
Quella tensione, quel nervosismo, quella mancanza di concentrazione che molti avevano notato erano come spariti nel nulla, perfino sul set, quello che per anni li aveva caratterizzati come persone incredibili e professionisti indefessi, si era fatto ancora più tangibile. Sia quelli della crew che i vari guest o comparse, lasciavano i set, a fine riprese, non riuscendo a non tessere le lodi per i due protagonisti della serie.
 
Durante una delle solite convention, a tarda notte, Jared era riuscito a raggiungere la stanza di Jensen, senza essere visto.
Non riuscivano a starsi lontano per troppo tempo.
L’entusiasmo di quella loro nuova esistenza si era rivelata essere più forte del previsto  e se all’inizio, temevano, che lentamente quel loro cercarsi sarebbe scemato, si sentirono galvanizzati, invece, sentendo, che più si cercavano, più si volevano.

Avevano fatto l’amore quella sera, soffocando i loro gemiti e i loro ansiti di piacere contro i cuscini o a volte in un bacio più disperato. Si erano stretti forti, cercando aiuto uno dall’abbraccio dell’altro quando l’orgasmo li raggiunse potente, indifferente degli ospiti delle altre stanze. I due amanti si erano stretti le labbra tra i denti per controllare quegli spasmi così incontrollabili ma al tempo stesso infinitamente piacevoli. E avevano riso, quando si lessero sul loro stesso viso, la fatica che avevano fatto per contenersi.

Jensen teneva Jared abbracciato, mentre lui era appoggiato con la schiena alla schienale del letto. Era silenzioso e il suo respiro era regolare e ritmico e Jared adorava restare così a farsi cullare da quel lento su e giù del petto del compagno.
“Odio l’idea di dover andare via tra un po’.” Disse il giovane e in effetti guardando l’ora, sapeva  che sarebbe dovuto andare via o avrebbero rischiato che qualcuno lo avesse visto uscire dalla stanza di Jensen. Ma Jensen non disse niente. “Jensen?!” lo richiamò. Che stesse dormendo?

“Io ti amo!” fu invece la risposta a quel richiamo.

Jared si alzò su di scatto, girandosi per guardare il compagno che lo aveva appena sconvolto.
“Cosa?!”
“E’ così. Ti amo, Jared.” Disse ancora e rimase stupito quando Jared rispose: “Come?”
“Non riesco a trovare altra risposta a quello che sento per te, a quello che provo quando sono insieme a te e quando tu invece mi sei lontano. Non riesco a spiegarmi perché e come hai fatto ad entrarmi così dentro l’anima fino a questo punto, a prendere possesso del mio cuore in una maniera così completa. Perciò, non posso fare altro che essere certo che solo una cosa può fare una cosa del genere: l’amore. Quindi, io ti amo!” ribadì, dopo quella sua ammissione sincera.
Jared non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Il suo cuore batteva furiosamente, il suo respiro aveva preso ad essere agitato e la sua mente non riusciva a formulare un pensiero decente che potesse fare alla bisogna per quel momento e per quelle parole. E forse fu per questo suo stato confusionario che dalla sua bocca venne fuori solo un insensato: “Perché?!”

Jensen lo guardò stranito ed ebbe un attimo di smarrimento, ma se dentro di sé non potè evitare di chiedersi: E che cavolo? Io ti dico che ti amo e tu non riesci a dire altro che  cosa, come  e perché??!”, sinceramente doveva anche ammettere che quello che vedeva sul volto del giovane compagno era pura sorpresa e confusione.

“Perché sei tu, perché dovevi essere tu. Perché sei qui. Perché siamo qui. Perché doveva accadere ed è accaduto con l’unica persona che l’avrebbe reso possibile. Tu. Sei sempre stato tu, Jared!” e attese e attese e attese. “Ti prego, Jared, dì qualcosa!”
Jared sorrise, finalmente. E il suo sorriso era raggiante, felice. Jensen potè quasi giurare di poter dire: soddisfatto. E forse ne ebbe anche la prova da quello che Jared gli disse.
“Non sapevo ancora quanto altro tempo avrei dovuto aspettare prima che tu ti decidessi a dirmelo!!” lo spiazzò il giovane.
“Beh! io non credevo di avere una sorta di diritto di prelazione sul dire “ti amo” per primo!” fece ironico.
“No, certo!” convenne Jared. “Ma ammetto di essere stato egoista in questo perché volevo che si realizzasse un sogno!” rispose quasi in imbarazzo.
“Un sogno?!”
“Volevo sentirtelo dire per primo. Volevo provare quella meravigliosa sensazione allo stomaco quando ti avrei sentito dire Ti amo e poi lo avrei detto a te e donandoti la stessa felicità.” Ammise un po’ in colpa, ma Jensen gli mise un indice sotto il mento e lo costrinse a guardarlo.
“Dimmelo!”
“Ti amo. Ti amo, Jensen. Ti amo in una maniera che a volte mi fa quasi male. Ti amo a tal punto che mi manca il fiato al pensiero che potrei amarti di più e magari non ne sono capace!” disse tutto di un fiato, mentre si lanciava letteralmente tra le braccia del compagno, che lo accoglieva emozionato.
“Tu mi ami esattamente come voglio che tu debba amarmi, piccolo. Tu sei così. Io ti voglio così. Ti amo così. Non voglio e non chiedo, non ti chiedo altro.” gli disse in quell’abbraccio. “Oddio! Come faccio a farti andare via da qui!” disse poi, dispiaciuto all’idea che si stava facendo giorno e che davvero Jared avrebbe dovuto lasciare la sua stanza.

“Sistemeremo anche questo, amore mio. Sistemeremo anche questo!” lo rassicurò Jared.
   
 
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