Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Cappi    17/07/2015    1 recensioni
ErenxLevi (ma può anche essere letta come LevixEren) | AU.
"Il solo ricordo di quel primo incontro lo colse col sorriso sulle labbra.
Eren si voltò sorridendo mentre scrutava il letto matrimoniale dal bagno della camera da letto.
Ora quel famoso Levi Ackerman di tre anni prima era il suo ragazzo e viveva felicemente assieme a lui in un appartamento anche fin troppo grande per sole due persone ed un gatto"
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Armin, Arlart, Eren, Jaeger, Mikasa, Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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  Honey Flower

     "Levi Ackerman."
Levi Ackerman era ciò che veniva definito 'idol', ma a lui piaceva decisamente definirsi un ventenne all'inizio della propria carriera canora. 
Era un semplice cantante, ammirato da abbastanza ragazzine in preda a crisi ormonali da poter riempire interi stadi. 
Non capiva proprio a cosa era dovuta quella popolarità. Forse era la voce, o l'aspetto allettante o il fatto che nessuno dei suoi fan sapesse molto sulla sua vita privata. Sicuramente quest'ultimo fatto rendeva i fan curiosi ed estremamente intrigati. 
Il talento occupava anche la sua parte, certamente. 

Aveva sentito nominare quel fatidico nome un bel paio di volte ormai. Le sue compagne di classe ne andavano matte, ed ogni tanto portavano a scuola (nonostante fossero proibite) delle riviste e commentavano, o meglio, urlavano ogni volta che quel nome veniva anche solo accennato. 
Ciò che nessuno sapeva era che Eren in realtà conosceva quell'uomo, anche abbastanza bene. 
Eren Jäger, all'epoca, era un diciassettenne all'ultimo anno di liceo, accompagnato dai suoi amici d'infanzia Mikasa Ackerman, cugina del famoso Levi, ed Armin Arlert. 
Come aveva conosciuto Levi? 
Una sola parola: Mikasa

Mikasa, Eren ed Armin erano amici da una vita, ed il loro primo incontro avvenne alle scuole elementari, e dal quale i tre non si separarono più. 
Si erano ritrovati alle medie assieme, nella stessa classe, ed avevano scelto anche una scuola superiore in comune, non tanto per starte attaccati gli uni agli altri ma quanto per comodità. 
La loro scuola era abbastanza vicina alle loro case e potevano fare assieme sia la strada d'andata che quella di ritorno. 
In fondo non era poi così male. Ogni giorno potevano godere della compagnia dell'altro anche se non erano nella stessa sezione. 
Potevano discutere di qualsiasi cosa, scolastica e non, qualsiasi volta lo desideravano, e soprattutto, si aiutavano a vicenda. 
Eren aveva avuto l'onore, se così poteva essere definito, ma sicuramente Mikasa non sarebbe stata d'accordo, di conoscere Levi un afoso pomeriggio di luglio. 
I tre s'erano incontrarti a casa dell'amica per passare uno dei tanti pomeriggi assieme, al fresco, a giocare a qualche videogioco o guardare qualche film. 
Quell'esatto giorno il famoso cantante decise di far visita agli zii, che non vedeva da quasi sei mesi e con i quali era sempre andato molto d'accordo. Non si poteva dire lo stesso riguardo alla cugina. 
Levi e Mikasa erano un miscuglio di amore ed odio. Ogni volta che s'incontravano la ragazza non perdeva l'occasione per ricordargli quanto maniacale fosse riguardo all'argomento 'pulizia' e quanto basso fosse. 
Eh sì, Levi Ackerman era un uomo di 20 anni alto 1,60 centrimetri. 
D'altro canto però, l'uomo non perdeva l'occasione di ricordarle quanto lei fosse apatica e molte delle volte, una grandissima stronza nei suoi confronti. 
In poche parole? I due si sarebbero potuti scannare vivi, se l'occasione si fosse mai presentata. Nonostante le dispute ed i vari litigi i due riuscivano ad andare d'accordo quando si trattava di logica. Pensavano ed agivano quasi nello stesso modo. 
Eren pensava fosse solo una cosa degli Ackerman.

"Mikasa!" - una voce femminile chiamò il suo nome dal fondo delle scale, attendendo una risposta, che a quanto pare tardò ad arrivare. 
"Scendi subito, abbiamo ospiti!" - sbuffò la madre, e non appena sentì la porta aprirsi ritornò in cucina, sorridente. 
"Uhm, volete venire giù a prendere qualcosa da mangiare?" - domandò Mikasa, uscendo dalla stanza, seguita a ruota da Eren ed Armin, che si limitarono ad annuire, sorridenti. 
Scesero le scale assieme, guidati da Mikasa che si diresse in cucina e l'espressione che le si dipinse in volto era tutt'altro che felice. 
Era un misto fra sorpresa e disgusto e tutto ciò che uscì dalle sue labbra fu un sospiro mentre esaminava il cugino in silenzio. 
"Nano." - sospirò nuovamente la corvina, alzando un sopracciglio. 
"Buongiorno anche a te, Mikasa." - sbuffò l'uomo, alzandosi, dirigendosi verso il soggiorno. Sprofondò nel divano della ragazza, con fare decisamente alterato. 
"Che vuoi?" - domandò lei, seguendolo. Incrociò le braccia al petto, sbuffando nuovamente mentre scrutava con la coda dell'occhio i due amici, che non avevano ancora proferito parola. 
"Salutarti." - ribattè con un ghigno l'altro, guardandola dal basso. "Sono amici tuoi?" - continuò indicando i due ragazzi. 
"Non sono affari che ti riguardano, nanetto." - Mikasa non riusciva proprio a comprenderlo, ma ogni volta che quell'uomo le si presentava davanti la sua pressione arrivava ai livelli del insopportabile. 
"Noiosa, comunque sia.. Non male." - affermò lui, sorridendo leggermente mentre analizzava attentamente i due ragazzi. 
I suoi occhi caddero su quelli di Eren. Quale magnifica vista. 
Quei due pozzi azzurro/verde lo studiavano nei minimi dettagli, sembravano prendere nota di qualsiasi particolare del suo corpo. 
Sorrise all'idea d'essere osservato così a fondo da un ragazzino poco più giovane di lui. 
"Veramente non male." - affermò una seconda volta, questa volta guardando il più giovane direttamente negli occhi.

Il solo ricordo di quel primo incontro lo colse col sorriso sulle labbra.
Eren si voltò sorridendo mentre scrutava il letto matrimoniale dal bagno della camera da letto. 
Ora quel famoso Levi Ackerman di tre anni prima era il suo ragazzo e viveva felicemente assieme a lui in un appartamento anche fin troppo grande per sole due persone ed un gatto.  
Ridacchiò alla vista di quell'uomo addormentato in una delle posizioni e con una delle espressioni più dolci che ci fossero. Decise però di lasciarlo dormire in pace, dirigendosi verso la cucina ed iniziando a preparare la colazione per entrambi; l'avrebbe svegliato una volta finito di cucinare. 

Iniziò di nuovo a viaggiare con la mente. 
Ripensò a quanto lentamente la loro relazione aveva preso vita ed a quanto era fiero di dov'era arrivato in quel momento. 
La prima volta che ebbe una vera e propria conversazione con quello che ora era il suo ragazzo fu in vacanza, un anno dopo il loro primo incontro. Levi aveva deciso di invitare la cugina ed i suoi due amici nella sua casa al mare. 
Li avrebbe ospitati per 4 giorni, pensando si meritassero almeno un paio di giorni di vacanza dopo la fatica degli esami. 
Quell'estate fu anche la prima volta in cui ebbero un appuntamento, in cui si tennero per mano, ed in cui si diedero il primo bacio. 
Fu una di quelle estati indimenticabili.
La loro relazione prese poi un lento avvio nel corso dell'autunno di tre anni prima, quando decisero di diventare uno il ragazzo dell'altro. 
In quei tre anni s'erano amati, avevano fatto l'amore innumerevoli volte, si erano divertiti, s'erano consolati a vicenda, avevano deciso di comprare un appartamento e di adottare un gatto. 
Sorrise nuovamente, ritrovandosi fra i piedi quest'ultimo, che apparentemente aveva fame. 
Heichou
Oh sì, avevano deciso di chiamare quel magnifico gattino di poco meno di un anno Heichou, gli si addiceva. 
Si fermò, ascoltando fiero i miagolii del piccolo gatto, che non perdeva mai occasione di strusciarsi contro le sue caviglie. Lo prese in braccio, sorridendo e portandolo di fronte ad una ciotola nella quale versò attentamente il contenuto di quello che era cibo per gatti. 
Ritornò alla sua postazione, si lavò le mani e riprese a cucinare, arrossendo lievemente. 

Non avrebbe mai dimenticato il modo in cui Levi gli aveva proposto di vivere assieme. 
Gli aveva lanciato un paio di chiavi prima di andarsene e gli aveva detto di incontrarlo il giorno dopo all'indirizzo al quale si trovava l'abitazione, che gli venne comunicato in seguito tramite un messaggio. 
Il giorno dopo, una volta entrati si guardarono attorno, e dopo aver sentito il "Perfetto, non credi?" di Levi iniziò a chiedergli delle spiegazioni. 
Il più grande gli rispose con un semplice e veloce: "Non pensi sia perfetta per noi?" 
Non era un vero e proprio proporre, ma Eren ormai lo conosceva, e rimase alquanto basito quando Levi glielo domandò veramente, questa volta con parole scelte con cautela. 
Gli svelò solamente in seguito che aveva già comprato l'appartamento e l'unica cosa che riuscì a pensare fu "Quell'idiota di un uomo avventato". 

Sospirò preparando la teiera, sapendo che il suo compagno non andava affatto matto per il caffè, quando si sentì circondato la vita da due braccia. 
Un Levi assonnato, con dei capelli scompigliati lo stava abbracciando da dietro, appoggiando la fronte sulla sua spalla, mormorando un "Buongiorno." con la voce ancora impastata e rauca dal sonno. 
Eren sorrise, voltandosi e prendendo fra le braccia il proprio ragazzo, baciandogli la testa dolcemente, inspirando il dolce profumo del più basso, che ritrovò conforto fra le braccia del più giovane. 
"Buongiorno anche a te" - soffiò contro i suoi capelli il moro, continuando a sorridere, allentando la presa delle braccia intorno alla schiena del più basso, che si staccò leggermente dal corpo del più alto per poterlo guardare negli occhi e sorridergli delicatamente. Si alzò poi sulla punta dei piedi, lasciandogli un breve ma tenero bacio a stampo sulle labbra, andando a sedersi a tavola. 
Eren si voltò per finire di preparare l'amato tè nero del ragazzo ed il caffè per se stesso. 
Fecero colazione come al solito, ridendo guardando Heichou mentre faceva una delle sue scemenze o mentre uno dei due raccontava qualcosa successo al lavoro il giorno prima. 
Vivevano la vita assieme, fra alti e bassi, rispettando quella promessa che s'erano fatti la loro prima notte assieme, quella del rimanere l'uno affianco dell'altro fra alti e bassi, senza permettere a nessuno di rovinare quello che era il loro piccolo ma immenso mondo.
   
 
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