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Autore: Mikirise    17/07/2015    2 recensioni
Gwaine ha un segreto. Che non è brutto, come segreto. Anzi. È carino e alto e non dovrebbe essere un segreto, e lo rende felice ma…
Poi c'è questo problema "internegoziale", che non è una vera e propria parola, ma lui la usa lo stesso, e… facciamola finita. Lui vorrebbe solo che Merlin fosse felice. E forse quello Stalker con complessi da ciccione -quell'Arthur- ha la chiave per la sua felicità.
O no?
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Morgana, Parsifal, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Note:
Certe cose suonano meglio nella tua testa…






Capitolo Tre





Una settimana prima i Pendragon erano Rapunzel e Quella-Troppo-Bella-Per-Il-Suo-Fidanzato, adesso sono i Due Fratelli Che Chi Se Li Scolla Da Dosso È Bravo -i DFCCSLSDDE... pessimo nel dare nomi, deve migliorare-.

E questa volta Morgana salva un po' Gwaine, che si è andato a nascondere da Merlin perché, a quanto pare Gwaine e Percival hanno litigato e hanno in atto una guerra fredda, a casa, visto che, beh, Gwaine lo aveva detto che compromettere l'etica professionale è male ma Percival non ci crede ancora.

Gwaine stava lì, sbuffando, mentre sistemava un vaso di fiori, e Merlin, che stava annaffiandoli, i fiori, si era girato e aveva detto: "Ti posso fare una domanda?"

E Merlin non era stupido. Qualcosa nel suo tono di voce gli diceva che stava per fargli la domanda e che ancora non era ora. No, ancora no. Mugugna. Merlin apre la bocca e... sbem! La porta si apre.

"Gaius!"

Sembra che Morgana non sia capace di fare un'entrata in scena che non sia plateale. Probabilmente è qualcosa nel suo comportamento da nobile e quel suo sguardo da Sorella di un Principessina. Ma c'è qualcosa di più in lei. Ancora, Gwaine non sa che cosa.

Merlin sobbalza e si gira verso di lei. "No, mi chiamo Merlin" prova, con un sorriso quasi dolce. E si gira verso di lei.

Morgana allora alza un cupcake che aveva in mano, sventolandolo come una bandiera, come se quello fosse un passpartout o un simbolo di riconoscimento -i primi cristiani dovevano sventolare così i pesci, per farsi riconoscere. Pesci morti. Oh, che schifo.- "Gaius" ripete, avvicinandosi al fioraio, che la intravede trai petali di tulipano. "Lo conosci, vero?"

Gwaine sbatte le palpebre, perché, cavolo, allora è vero che i Pendragon sono degli stalker. Come fa a sapere il nome del tutore di Merlin? Non per niente, Gwaine lo sapeva soltanto perché quando aveva conosciuto il ragazzo, con i suoi vecchi libri perennemente in mano e il sogno di diventare medico, beh, lui viveva con il vecchio. A Gwaine nasce un sorriso amaro sulla bocca, al pensiero che ai tempi Merlin era felice, e che non è diventato medico, ma un fioraio, schiavizzato, a volte, da un amico, perché fosse un aiuto-pasticcere. E forse adesso non è poi così felice. "Stalker" cantilena, come se fosse una delle cose più ovvie in questo mondo cantilenare qualcosa di stupido per dimenticare dei pensieri tristi.

Merlin sorride, perché lui sorride sempre quando qualcuno parla di Gaius. "Abbiamo un amico in comune, sembra." Ed è anche riservato sulla sua famiglia. Come sempre.

Morgana sbandiera di nuovo il cupcake e lo sbatte accanto a della lavanda, ma lo fa con delicatezza, mentre punta con un dito Merlin e sorride. "Tutto." Deve essere una delle sue parole preferite, visto che non fa che ripeterlo. "Voglio che i fiori del mio matrimonio vengano curati da te. E ti pagherò quanto vorrai. Ma alla condizione che Gaius venga con te. Ben vestito e pettinato. Dimmi che i capelli se li taglia, quando l'ho conosciuto aveva questi bellissimi capelli che gli ricadevano sulle spalle." Sorride ancora. "Lo voglio al mio matrimonio."

Gwaine e Merlin si scambiano un'occhiata. E la situazione sembra star diventando troppo intima.

"Voglio anche lo spogliarellista al matrimonio" continua Morgana, ridacchiando. "L'ultima volta ha fatto un buon lavoro."

Merlin scoppia a ridere.















Gwaine ha una teoria, di cui non può parlare con Percival, perché lui è stupido e ancora non gli parla, neanche a lavoro, e quindi la pasticcera si vuole licenziare -come sempre-, perché Gwaine la usa come messaggera a lavoro e basta.

Però Gwaine ha una teoria e deve davvero condividerla con qualcuno. Certo non con Percival. Quell'idiota.

Lancelot sfonda il portone e si butta verso di lui, in una corsa disperata verso il salotto, gridando: "Gwaine! Gwaine, cavolo, stai bene?" e sì, forse attirare lì l'amico dicendo di essere caduto dalle scale ed essersi rotto una gamba, mentre stava sanguinando dalla testa era un stata un po' una cattiveria. Ma altrimenti mica avrebbe risposto, quel grandissimo rompiscatole, perché Gwaine, sono un poliziotto, okay? Non ho tempo per le tue stupidaggini!

"Lance!" lo saluta, mettendosi in bocca un cucchiaio di nutella. E Lancelot lo uccide con lo sguardo, perché lui era davvero preoccupato per lui e... almeno stava bene. Almeno quello. Almeno per ora.

"Perché?"

"Ho una teoria." Dà due colpetti al suo posto accanto a sé e si aspetta che Lancelot si sieda accanto a lui e che inizi ad ascoltare, ma l'amico lo guarda male e gli si vede in faccia che lo vuole picchiare, che vuole distruggergli il bel faccino che si ritrova e nascondere il suo corpo in un campo fuori Londra e... "Ho una teoria" ripete Gwaine e aspetta che gli istinti omicidi di Lancelot si calmino, cosa che succede, come sempre.

Lancelot si siede accanto a lui, accarezzandosi la fronte e chiede: "Cosa?" nel modo più sgarbato che conosce -che non è poi così sgarbato. Neanche un "2 rud 4 u", per quello che sapeva Gwaine poteva essere classificato come un: "Dimmi, tesoro, quello che ti fa stare male", ma non dice niente su questo.

Inizia a parlare della sua teoria sui Pendragon. E Lancelot alza gli occhi al cielo ma lo ascolta, perché è troppo gentile per dire che non vuole ascoltarlo e okay, Gwaine sembra star diventando anche matto. O forse no.

Quindi, secondo Gwaine, il punto è questo: Arthur Pendragon è uno stalker con complessi da ciccione, che crede di non poter essere amato per quello che è. In più, continua Gwaine, deve avere qualche conto in sospeso con la famiglia, perché è impossibile pensare che altrimenti, come migliore amica, abbia sua sorella e che il suo migliore amico sia finito con lo sposarsi -per sbaglio?- con sua sorella. E okay, fin qui tutto fila.

Poi c'era ovviamente la questione di Merlin. Merlin, che era una calamita per i casi umani - "Come te?" "Tu pensi di non essere un caso umano, Lance? Serio?"- e che si vede che Arthur aveva fiutato da lontano. C'era questa strana attrazione, che, boh, non sapeva proprio se era bene o male e per chi fosse bene e per chi fosse male. Un altro punto era ovviamente Morgana di per sé, che sembra avere un contatto nel passato di Merlin - "Nessuno parla del passato di Merlin" "Oltre al suo passato, Lance. Ma mi ascolti quando parlo?"-, e che, grazie a questo legame, sta creando un legame nel presente con lui.

Ora. Quello che Gwaine pensa è che anche Morgana si sia resa conto dell'attrazione di suo fratello per Merlin e abbia deciso che, per Arthur, quella sia una cosa buona. E sta iniziando a gettare esche qua e là. Lo invita nel loro appartamento, passa a trovarlo e parlano per ore, e questa cosa che conosce Gaius, bah, questo gli sa di strano.

"Magari le sta simpatico Merlin. Noi non siamo suoi amici proprio per questo?"

"No, no" lo ferma Gwaine, con quel tono di voce che vuol dire Non dire stupidaggini, dai. "Quella ragazza è come una spia russa. Controlla il campo nemico e poi sgancia la bomba."

"La bomba sarebbe questo Arthur?"

"Ti pensavo più sveglio." Scuote la testa e sorride. "Quello che dico è che probabilmente Morgana è dalla nostra parte. Cioè, io stavo abbandonando la missione, perché sono occupato a fare altro, ma se ho un'alleata, allora..."

La porta di casa si apre ed entra Percival con un'espressione buia sul viso. Lancelot gli sorride e lo saluta con la mano, ma Percival non risponde al saluto. Semplicemente guarda Lancelot e Gwaine, la sua espressione diventa un po' più cupa e sbatte la porta dietro di sé, andandosene verso la sua camera.

Gwaine alza gli occhi al cielo, ma non ci sarà nessuna Morgana a salvarlo da La Domanda, nel loro appartamento e Lancelot sembra aver capito tutto. Infatti si gira verso di lui, fa questo sorriso strano e dice: "Vogliamo parlarne?"

Gwaine sospira.













Il discorsetto di Lancelot non cambia niente e dopo una settimana, Gwaine cerca ancora posti in cui nascondersi, per non rimanere solo con Percival e non dover fare quello che Lancelot gli ha detto di fare, perché Lancelot è un saputello del cavolo e pioveranno polipi dal cielo, prima che Gwaine faccia quello che qualcun altro gli ha detto di fare.

E in questo suo lamentarsi, soltanto Merlin lo sopporta, ma Merlin è a un passo così da fare la Domanda e Gwaine non vuole affrontare il discorso una seconda volta.

Quindi, dove si doveva andare a nascondere?

La risposta è ovvia quanto una torta ai gamberetti.

"Cos'hai?" Elyan che vuole parlare di sentimenti fa più paura di un cinghiale in mezzo al nulla. Il fatto che sua sorella, presa a preparare caffè, poco lontano, continui a lanciar loro occhiate, è un chiaro segnale di chi lo abbia mandato lì, ma comunque Gwaine lascia perdere e posa il suo sguardo sull'amico.

"È stupido nascondere la tua felicità ad un amico che ha sofferto tanto? Cioè, mal comune mezzo gaudio, no?"

Elyan scuote la testa e: "Sei stupido" dice. "Non si deve mai nascondere la felicità."

Gwaine alza gli occhi al cielo e, Dio, perché nessuno lo capisce in questo mondo?













"Tre chili" dice un giorno Merlin, trasportando dei fiori nella pasticceria -no, i fiori non sono per la pasticceria, ma li ha chiesti Percival che ne vuole piantare alcuni fuori dalla pasticceria. Dice che Gwaine ha scoperto il suo pollice verde e Gwaine non risponde alla frecciatina, perché, okay, era lui il più infantile dei due: è per questo che non gli parla. "Scommetto che Arthur ingrasserà di almeno tre chili entro una settimana e non entrerà nello smoking da testimone. E questo per colpa tua, Percival."

"È il mio lavoro!"

"Fargli provare pasticcini fino a morire?"

"Così mi offendi." Percival sorride, grattandosi la testa, e poi lo sguardo passa a Gwaine, che li sta studiando, come se fossero degli alieni.

"Tu e la Principessa siete..." inizia senza sapere come finire la frase, guardando verso Merlin che poggia un vaso di menta a terra. Deve avere la faccia da idiota, per come lo guarda l'amico, ma, davvero, riesce solo a boccheggiare. Si vede che, con la faccenda di Lancelot, che sa giocare troppo bene a Cluedo, si è distratto un po' troppo e Morgana ha già messo in atto un piano straordinario. Deve fare una statua a quella ragazza.

"Morgana si rifiuta di preparare il proprio matrimonio, non si sa bene perché." È Percival a salvarlo. "E suo fratello sta cercando di fare il wedding-planner peggio riuscito in questo mondo. Quindi è lui a scegliere dolci e fiori e composizioni. Se fossi stato qui, lo avresti saputo."

Era rimorso quello? Gwaine guarda dall'altra parte e lo ignora. Deve essere lui il più infantile trai due. È una carica alla quale tiene.

"Arthur è un... una testa di fagiolo sfruttatrice. Gwaine fa bene a starne alla larga."

Gwaine e Percival scoppiano a ridere e: "Testa di fagiolo?" chiede Gwaine. "Oh, Merlin, non essere così volgare!"

"Sta zitto e dammi un muffin. Me lo merito."










"Mi parlerai, prima o poi?"

Deve starlo torturando davvero tanto, Percival, con quel silenzio. Che comunque, poteva scegliere un momento migliore per parlare. Perché le persone vogliono sempre parlare durante gli episodi del Doctor Who? Gwaine mugugna.

"Gwaine."

"Percival." Al diavolo, in fondo è una replica. Ma non per questo scioglierà il contatto visivo con la televisione.

"D'ora in poi venderò solo pasticcini."

Gwaine si gratta la testa e abbassa il capo, a disagio. La mano cade fino al collo, e se lo accarezza, per confortarsi un po'. Sa che anche lui ha sbagliato.

"Voglio solo che Merlin non si senta abbandonato anche da noi."

Percival sorride, si avvicina a lui e si siede davanti alla televisione. A volte è così che sistemano le litigate. Per Percival, ormai, è tutto a posto, come dovrebbe essere. "Mi piace guardare gli speciali di Natale a Giugno."

Gwaine sorride di rimando e: "Anche a me."

Era sabato. Sarebbe stato imbarazzante fare un'altra cena non-familiare di domenica col broncio, no?




 
  
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