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Autore: Mikirise    24/06/2015    3 recensioni
Gwaine ha un segreto. Che non è brutto, come segreto. Anzi. È carino e alto e non dovrebbe essere un segreto, e lo rende felice ma…
Poi c'è questo problema "internegoziale", che non è una vera e propria parola, ma lui la usa lo stesso, e… facciamola finita. Lui vorrebbe solo che Merlin fosse felice. E forse quello Stalker con complessi da ciccione -quell'Arthur- ha la chiave per la sua felicità.
O no?
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Morgana, Parsifal, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessuna stagione
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Note:
Grazie mille a chi sta continuando a leggere questa storia. Sono molto felice che vi faccia ridere o sorridere o qualsiasi altra cosa.
Sono consapevole che il capitolo è molto corto, quasi di passaggio.
Detto questo, buona lettura :)








Capitolo Due










Elyan stava ridendo da ormai ore. Sembravano seriamente ore quelle in cui lui guardava Percival e rideva.

Poteva essere che rideva perché il ragazzone stava cercando di glassare l'ennesimo cupcake -con le sue mani grandi lo trovava un po' impacciato-, o per il suo grembiulino, o per Gwaine che correva di qua e di là, gridando che no, Percival non avrebbe fatto da spogliarellista a nessuno.

"Hai una divisa o...?" Merlin nemmeno aiutava con la situazione. Cioè, in realtà stava aiutando, preparando l'impasto letteralmente di tutto, visto che la mora psicopatica aveva deciso che voleva veramente tutto - "No, non tutto" aveva ritrattato Biondino Idiota, che si chiamava Arthur. "Di tutto un po'."- e Gwaine era impreparato, e la pasticcera aveva detto che voleva il cento per cento del profitto e... no, grazie, preferiva schiavizzare Merlin. E comunque, no, Percival continuerà a non fare lo spogliarellista per una matta!

"Nessuno farà lo spogliarello, okay? Okay."

Elyan riprende a ridere.

"No!"

Percival continuava a glassare i dolci e ad ignorare tutto intorno a lui. Tipico.

"Gwaine dice no!"

Merlin aveva la faccia da Sto mettendo insieme i pezzi del Cluedo, sappilo. Ma Gwaine continuava ad essere troppo preso a protestare per la Questione Spogliarello -che stava prendendo troppo a cuore, troppo troppo- per preoccuparsi di un amico lento nel capire l'ovvio.

"Se Percival farà lo spogliarello, allora chiuderò la pasticceria, perché la nostra etica sarà troppo compromessa. Noi vendiamo dolci non... non omaccioni!"













"Devi compromettere anche la mia di etica?" Merlin non sembrava molto felice. Non lo era per niente e non faceva che sbuffare, trasportando tutti quei dolci su e giù per il condominio e lanciando sguardi imploranti verso il suo negozietto, neanche lo potesse salvare.

Gwaine spinse la torta gigante nell'ascensore, un'espressione irritata, scocciata, odiosa, da detesto il mondo. "Sì. Mal comune mezzo gaudio."

Merlin sbuffò ancora, e davvero, Gwaine vorrebbe tanto vedere felice un suo amico, ma in quel momento non lo era neanche lui e non è giusto. No, non è giusto che solo uno di loro fosse felice. Amicizia è anche questo. Più o meno.

Percival piagnucola da dentro la torta e Gwaine vorrebbe tanto farlo star zitto perché è lui, no?, che voleva fare lo spogliarello perché quelli lì erano ricchi e potevano aiutare a migliorare la pasticceria, no? Fosse stato per Gwaine li avrebbero mandati a quel paese i Pendragon, perché come si permettono a entrare nel loro negozio e...

"Zitto."

"Ma non respiro!"

"Sprechi ossigeno."

"Per l'amor del..." Merlin aprì la torta e Percival esce per poter respirare aria non viziata. Sembrava essere stato sul punto di morire soffocato, perché si piegò in avanti e ha piacere nel solo riuscire a respirare. Povero omaccione. "Lo volevi morto?" Merlin e i suoi istinti da medico delle erbe. Bene, mancava solo questo.

"Sta solo esagerando" si giustificò Gwaine, dando una pacca sulle spalle di Percival, che lo fulminò con lo sguardo. E, probabilmente, se avesse avuto un po' più di forza, poca poca, lo avrebbe strozzato con le sue mani. Sembrava un buon piano per non fargli fare lo spogliarello, ora che Gwaine ci pensava. Doveva solo provocarlo un po'.

Aveva proprio bisogno di un barile di birra. Si passa una mano trai capelli e sospira, mentre Percival prende l'ennesimo lungo respiro e Merlin li guarda preoccupato.

Non lo sentono nemmeno il bing! che fa l'ascensore, arrivati al piano desiderato e, quando le porte si aprono, Merlin era chinato su Percival per controllare che non vomitasse e, inutile negarlo, ovviamente anche Gwaine era preoccupato, anche se quei vassoi di pasticcini lo rendevano goffo quasi quanto Merlin e avvicinarsi a Percival era diventato problematico. Giusto un po'. Quindi nessuno di loro si rese conto della Principessina che li guardava, alzando un sopracciglio, con le braccia incrociate, finché lui non si schiarì la gola e Gwaine spinse la torta di Percival fuori dall'ascensore, seguito da Merlin e il suo enorme carrello.

Gwaine aveva progettato di far incontrare quei due -Principessa e Merlin- per settimane e in quel momento era troppo irritato per godersi l'incontro.

In effetti, nessuno proferisce una parola, neanche di scuse, finché Gwaine non dice qualcosa come: "Lui è la damigella d'onore della sposa. Ora scusa, Percival dentro la torta e aprite questa stupida porta."

Decisamente troppo irritato.














Nelle seguenti ore, quelle precedenti all'addio al nubilato, Gwaine si rende conto che Arthur ha un superpotere: rompere le p... scatole, le scatole, voleva dire scatole. Ma Arthur non dava fastidio come una persona normale. È il Re di Rompiscatilandia, ha una tessera grado A++++ da Rompiscatole Professionista, dà lezioni ai novelli rompiscatole. È una palla al piede e ha un'occhio per individuare quello che ha fatto Merlin, nel bene e nel male, che, in un certo senso è addirittura romantico.

Dio, avrebbe tanto voluto non aver portato l'amico.

Ad esempio. Quanti cupcake avrà preparato Merlin? Lui faceva l'impasto seguendo la ricetta e l'impasto era buono -testato da Elyan-, ma messi in forno e glassati? Neanche una dozzina. Arthur prese uno di quella neanche dozzina e dice: "Che strano questo cupcake."

Gwaine si era precipitato a guardare e, no, a lui non sembrava strano sembrava quasi perfetto, uguale a quelli preparati da Percival e... ah. Era leggermente storto. Nel senso, Merlin aveva glassato tutto benissimo, ma la punta della glassa non andava tradizionalmente all'insù, si piegava leggermente a destra o a sinistra, in modo piuttosto grazioso, a dirla tutta, era fatto apposta, forse?

E uno. Ma non se n'era reso conto Gwaine che i cupcake di Merlin erano diversi se ne accorgeva 'sto tipo?

Poi c'era stata la questione dei muffin gonfi, delle torte colorate e dei pasticcini alti. Merlin chiedeva scusa tutte le volte a bassa voce all'amico, mentre Percival chiedeva lamentosamente perché doveva stare rinchiuso nella torta gigante già quattro ore prima l'addio al nubilato, ma Gwaine rispondeva a tutti e due di non preoccuparsi -cosa che faceva preoccupare Percival.

Poi aveva spinto l'amico fuori dall'appartamento di Miss Satana, lasciando un Percival piuttosto confuso, rinchiuso in una torta gigante.











"Lo spogliarellista penso soffra di claustrofobia" commentò Morgana, mangiando con piacere un pasticcino alla frutta. E stava sorridendo in modo sadico, o almeno così potrebbe sembrare. La verità è che chi la conosce bene, come suo fratello, sa benissimo che, no, quello non è il suo sorriso sadico. È quello normale. Quello da Mi sto divertendo tantissimo. Ma che fortuna. "Ma devo dire che il suo lavoro lo sa fare." Appunto.

Arthur si chiese che cosa ci faceva all'addio al nubilato di sua sorella, avrebbe voluto veramente saperlo, e aveva ringraziato il cielo che l'idea di Morgana di portare un alto belloccio in quell'appartamento, distraesse quelle pazze delle colleghe di Morgana da lui. Ma, ancora, lui che ci faceva lì?

"Dai, non fare la ragazzina offesa. Sei la mia damigella d'onore."

Il piano di Arthur era rimanere nell'angoletto a mangiare pasticcini e patatine finché il tutto non fosse finito. Era un piano straordinario e nessuno gli avrebbe messo i bastoni fra le ruote, va bene? "Ti odio."

"Se continui a mangiare così tanto ingrasserai fino a scoppiare. Hai aggiunto un buco a quella cintura?"

"La lavatrice mi restringe tutto!" Scusa debole e già usata. Ma che importa? Arthur non era grasso, no? Né era ingrassato, né sarebbe ingrassato, né...

Morgana afferrò uno di quei cupcake che ad Arthur sembravano essere strani -per l'aspetto, sia chiaro- e lui vorrebbe tanto fermarla. Allungò il braccio e cerca di toglierglielo dalle mani, come un idiota, e Morgana era troppo agile, mosse il braccio verso la sua destra e sorrise, questa volta sì, un sorriso sadico e da A che gioco stiamo giocando? Lo rigirò tra le mani, quel cupcake e le sue labbra rosse lo sfiorarono soltanto. "Ti ho rubato il dolcetto, Arthur?" Lei gioca. Le piace giocare con suo fratello. Le piace sfidarlo.

In effetti, l'espressione imbronciata di Arthur è simile a quella di un bambino a cui hanno rubato un dolcetto. Ma è una cosa stupida, perché quei pasticcini li aveva comprati per sua sorella e voler avere il monopolio su quelli strani è... da gente strana.

"Elena." Cambia argomento e aggrotta le sopracciglia. "Cosa sta cercando di fare Elena al tuo spogliarellista?"

Morgana si girò verso l'enorme salotto e scoppia a ridere. "Sono sempre le più tranquille" commentò. E si porta il cupcake alle labbra. Lo morde e... oh.










La principessina qualcosa di buono fa. Una volta ogni tanto, quando si allineano i pianeti del Sistema Solare e tutte le stelle della galassia. E quindi è lui a riportare a casa Percival, novello spogliarellista di notte e pasticcere di giorno.

Questo perché è quasi mattina e Percival ha rotto la loro macchina. È successo mesi fa, ma è difficile trovare una buona macchina che rimpiazzi nei loro cuori la loro vecchia e orrenda Fiesta.

"Non pensavo fossi ancora sveglio" dice Percival, quando lo vede.

Gwaine non dice niente, si stiracchia e se ne va a dormire.



 
  
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