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Autore: pikychan    17/07/2015    1 recensioni
Questa fanfiction comincia da Lucinda.
Ora ha tredici anni e anche quest'anno parteciperà al Gran Festival.
Poco prima della finale però conoscerà una ragazza che sembra conoscere Ash. Questa decide di ripartire per trovarlo.
Preoccupata per le sorti della ragazza ne parla con la sua amica Zoey.
...
"...Non ti piacerebbe rivedere Ash?"
...
Le consiglia di ripartire con questa ragazza, ma Lucinda è confusa.
Che cosa farà alla fine?
{Pearlshipping and Elettricshpping}
[AshxLucinda and CamillaxLem]
Genere: Demenziale, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ash, Lucinda, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon: Le mie fanficition sulla pearlshipping'
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Quarta medaglia? Stelle prima della battaglia!

Lucinda si svegliò quando sentì qualcosa di morbido sul viso. Qualcosa che glielo accarezzava. Aveva gli occhi chiusi e quindi non vedeva. Però era qualcosa che non si faceva per niente sentire.

Sentiva anche un leggero venticello che le accarezzava i capelli. Gli occhi però non li voleva aprire. Non voleva rinunciare a quel senso di calma e di estraneamento dalla realtà.

Passarono un altro paio di minuti. Il vento ora era aumentato. Ormai la ragazza non sapeva dire se era tutto un sogno o stava accadendo realmente. A un tratto sentì qualcosa precipitarle sul naso. Era bagnato, sembrava proprio si trattasse di una goccia.

La ragazza blu riaprì gli occhi di scatto. Era sdraiata su un prato a faccia in su verso il cielo. Come c'era finita lì?

Vide qualcuno sfrecciate vicino a lei. Allora alzò il busto per vedere meglio. Era Ash, si riparava la testa con un giornale. Correva a tutta velocità... ma che diamine stava succedendo?!

“Presto Lucinda! Sta per piovere!” esclamò sbrigativo non fermandosi.

La blu rimase per un po' basita. Non capiva. Non ricordava. Che cavolo stava succedendo? Non è che era tutto un sogno?

Finalmente si scantò dai suoi pensieri e comprese che intanto Ash si stava allontanando sempre di più. Si alzò in piedi e lo rincorse gridandogli un po' offesa di aspettare.

L'amico era entrato in una tenda e dentro alla tenda c'erano Camilla, Lem, Clem e Serena. Lucinda era sempre più confusa. Quella tenda da dove veniva?

“Ash! Lucinda!” esclamò Serena non appena li vide.

“Meno male, avete fatto in tempo?” emise la piccola Clem.

“Per un pelo, fortuna che Lucinda si è svegliata” disse lui sedendosi.

“Ash, mi serve una mano per la cena” si alzò Lem andando vicino a lui.

“Adesso? Ma sta piovendo!” si lamento Ash.

A quel punto gli occhiali del ragazzo scintillarono. Lem disse esattamente: oggi trionfa la scienza, il futuro è qui! Tirò fuori uno strano oggettino sferico. Spiegò che si trattava dello SmettitoreDiPioggia300. Bastava lanciarlo in aria e lui avrebbe fatto il resto. Il ragazzo biondo in realtà diede una lunga ed esauriente spiegazione, ma nessuno degli amici capì gran che. Ash a fine spiegazione guardò l'oggetto ammirato. Gli occhi gli scintillavano.

“La scienza è davvero incredibile!” disse, poi però tornò coi piedi per terra.

“Quando lo lanciamo?” chiese.

Lem sogghigno. A dire la verità quando faceva così inquietava un certo timore.

Fuori pioveva già abbastanza. Gli amici erano usciti di pochi passi dalla tenda mentre Lem era uscito molto di più e protendeva l'oggetto verso il cielo.

“Vai, SmettitoreDiPioggia300!” urlò lanciandolo in alto.

La pioggia si era bloccata all'istante. In modo del tutto innaturale, senza preavviso... altrettanto senza preavviso fu la lavata di capo che tutti i ragazzi ricevettero un attimo dopo. Infine la pioggia riprese a scorrere col suo ritmo regolare.

Dopo una mezz'ora smise di piovere. Lem aveva preparato la cena e Ash l'aveva aiutato ad apparecchiare. Tutti avevano finito di mangiare abbastanza velocemente. Non erano ancora completamente asciutti. Lucinda fu la prima ad alzarsi da tavola. Diceva che doveva assolutamente andare ad asciugarsi i capelli, altrimenti il giorno dopo sarebbero stati orrendi.

Il ragazzo biondo era ancora atterrito. Letteralmente. Perchè la sua invenzione non aveva funzionato?

Clem gli si avvicinò. Gli dispiaceva un sacco vedere il suo fratellone ridotto così.

“Suvvia fratellone, non è la prima volta che una tua invenzione non funzione, non abbatterti così” gli disse, ma in realtà realizzò subito che nonostante quella fosse la verità non lo aiutava di certo a dire così.

“Clem, dimmi la verità... pensi che io sia un fallito?” domandò con la faccia stampata contro al tavolo.

“No che non lo penso! Sono convinta che l'invenzione a cui stai lavorando funzionerà!”

“Grazie sorellina, ma non ne sarei tanto sicuro” rialzò la testa lui facendo un sorriso un po' sforzato.

Intanto Lucinda si stava seccando i capelli con il phoon dento la tenda. Aveva quasi finito quando entrò Camilla.

“Bella mossa Lucinda!” le disse andando di fronte a lei sedendosi a gambe incrociate.

L'amica proprio non capiva. A cosa si riferiva? Spense il phoon, tanto ormai aveva finito.

“Cosa intendi?”

“Come cosa? Ti sei addormenta in piedi e proprio tra le braccia di Ash, è stata una mossa vincente, degna di te, brava!” disse cominciando a dondolarsi a destra e a sinistra.

La blu avvampò. Come si era addormentata? … COME SI ERA ADDORMENTATA!?

“Vuoi dire che ho dormito in piedi?!”

L'amica mora scoppiò a ridere. Lucinda era veramente forte quando faceva così. Quando si agitava, la trovava veramente buffa.

Commentò l'unicità dell'amica. Naturalmente la blu si arrabbiò chiedendo come al solito cosa c'era di tanto divertente.

“Lucinda non te ne accorgi? Sei così sincera che se non ti conoscessi direi che è tutta una falsa” disse tra un riso e un altro.

Lucinda la guardò sorpresa. Che voleva dire? Come sarebbe che tutto sembrerebbe una falsa se non la conoscesse? O meglio, lo capiva ma... lei si era sempre reputata una persona che... una persona! Una ragazza, si comportava come le veniva. Sul momento, non pensava assolutamente a come pilotare il suo comportamento. Più che non riuscirci proprio non ci pensava. Perchè avrebbe dovuto comportarsi in modo diverso? O meglio, perchè di solito la gente lo fa?

Il giorno seguente ripresero il viaggio verso Temperopoli. Ash avrebbe vinto la sua quarta medaglia senza troppi intoppi. Ormai era diventato davvero forte negli incontri. Perfino il suo Fletching ormai aveva raggiunto l'ultimo stadio evolutivo, orma era un Talonflame.

Il tragitto per i nostri eroi fu tranquillo. Lucinda si guardava da tutte le parti ammirata, poi a un certo punto il suo sguardo si soffermò su Ash e non si staccò più. Il suo cuore aveva cominciato a battere forte. Perchè succedeva? La ragazza non capiva, a volte era addirittura terrorizzata. Aveva anche avanzato l'ipotesi di aver contratto qualche strana malattia e questo la spaventava ancora di più.

L'amico vedendola con la coda dell'occhio osservarlo fece un mezzo sorriso, poi guardandola apertamente esclamò il suo nome. La ragazza dai capelli blu titubò goffamente. Non se lo aspettava, perchè a volte Ash se ne usciva così?!

“Sì!?” chiese lei indecisa se essere stupita o terrorizzata. In realtà si chiedeva perchè terrorizzata, lei non aveva fatto niente. Eppure in quel momento si sentiva un po' in colpa.

“Come va? Ieri eri decisamente stanca, ti sei riposata abbastanza ieri notte?”

La ragazza era contenta che glielo avesse chiesto. Non poteva negarlo, il suo interessamento era prezioso. Era così: A volte Ash è davvero dolce. Così quello che poteva sembrare un modo di dire in realtà era pura verità. Perchè Ash poteva essere testardo, cocciuto, impulsivo e qualche volta anche un po' sfacciato, ma la sua dolcezza era innegabile. Certo, molte volte era smentita da una battuta sarcastica come in quel caso: Non avevo mai visto nessuno addormentarsi in piedi, sei da guinness dei primati!

Lucinda non poteva negare di essersi un po' offesa, ma in fondo lo sapeva. Ash non si sarebbe mai dimostrato troppo dolce e gentile. Forse si vergognava, in fondo anche questa poteva essere una forma di timidezza. C'è chi scappa e chi si atteggia. E Ash sicuramente era uno che si atteggiava. Beh, scappava anche a dirla tutta, ma poi prometteva di ritornare quindi non è timidezza. Chi scappa da timido non ritorna. Per questo la blu si prometteva che mai nella vita sarebbe scappata. Perchè se scappi è dura tornare...

“Eddai Lem! Non vuoi proprio dirmi cosa fa la tua ultima invenzione?!” Camilla tartassava di domande il povero Lem. Era curiosa, voleva sapere di più su quel quadrato meccanico a cui l'amico lavorava con tanta passione. Il ragazzo biondo però le disse che era top secret e che l'avrebbe rivelato solo più avanti. Tuttavia la resistenza di Lem non bastò perchè la mora smettesse di incalzare, anche perchè dopo si aggiunse la piccola Clem e anche se il ragazzo non vuotò il sacco lo avevano ridotto allo stremo. Lem aveva perfino sbattuto contro un albero dalla confusione che aveva in testa.

“Camilla, credo che non dovresti insistere...” le aveva sussurrato all'orecchio Lucinda.

Allora la ragazza mora si era sentita un po' in colpa e non aveva più aperto bocca.

Verso sera erano arrivati a Temperopoli e si erano messi subito alla ricerca di un Centro Pokèmon. Arrivarono che saranno stata poco più delle sette.

Ash fece controllare tutti i suoi Pokèmon in vista della lotta del giorno successivo.

Alle dieci tutte le luci si spensero. Era l'ora del così detto copri fuoco.

Tutti stavano già dormendo. Non si sentiva uno spiffero.

Lucinda si girava e rigirava nel letto. Quella sera non riusciva proprio a dormire. C'era troppo caldo. Ormai da diversi giorni era così, ma ora eravamo arrivati proprio al culmine.

Invece Camilla, Serena e Clem dormivano beatamente. La ragazza pensò che erano proprio fortunate.

Si sedette con l'intenzione di alzarsi. Prendere un picchiere d'acqua, era questo l'obbiettivo. Cercò di uscire senza fare rumore. Tanto nessuna di loro se ne accorse.

La ragazza blu scese le scale e si diresse verso il distributore di picchieri e acqua. Prese però un grande spavento quando ancora lontana vide la sagoma di qualcuno venire verso di lei. Stava per gridare, davvero... fortunatamente la sagoma si avvicinava sempre più e solo un intante prima la ragazza realizzo che... era Ash!

Si era messo un dito sulla bocca e la implorava di non urlare. La blu si rese conto in tre secondi di tutto. In tutta sincerità la prima reazione sarebbe stata quella di tirare uno schiaffo a cinque dita ad Ash. Che spavento le aveva fatto prendere...

“Ash! Che ci fai qui!?”

“Era più o meno la stessa cosa... ehm, mi stati seguendo?”

“Cos...? N-no! Cosa dici!?” Lucinda ci mise un po' per elaborare, ma smentì subito. Come poteva pensare una cosa simile? E poi non aveva risposto, ragion per cui decise di insistere. In realtà sapeva bene il perchè anche senza che il ragazzo le dicesse niente. Il suo amico era solito essere molto impaziente, ragion per cui non riusciva mai a dormire prima di un evento importante... beh, in effetti come lei.

Ad un tratto Lucinda vide muoversi velocemente un cosa scintillante in cielo. Corse euforica verso la finestra lasciando Ash di stucco e la indicò.

“Una stella cadente!” esclamò indicandola con il dito sorridente.

L'amico le venne vicino e costatò che aveva ragione. Poi disse qualcosa a proposito degli astri e le costellazioni. Si domandava se ci fosse un Pokèmon a capo di esse.

“Sarebbe bello uscire a vederle meglio...” commentò la ragazza ancora ammirata.

Ash la guardò stupito. Quando si dice che una ragazza adora le stelle non mentono. Non capisce bene perchè, ma sembra che quei blocchi luccicanti in cielo faccia scattare qualcosa in loro. Sogni, speranze, desideri... a lui non fa quell'effetto, anzi non gli fa nessun effetto. Né caldo né freddo. Come guardare le nuvole sperando che non piova. Beh, forse non proprio, ma più o meno è la stessa cosa...

“Lucinda, credo di avere un'idea” disse un po' sorridendo. Si domandava proprio come si sarebbe comportata l'amica una volta spiegato.

Lucinda lo guardò perplessa, ma al tempo stesso confusa. Impossibile dire cosa avesse in mente. O meglio forse non impossibile... forse non voleva solo illudersi con varie ipotesi... chissà...

Ash le aveva rivelato che al piano di sopra nascosta dietro le scale aveva scovato una parte di corridoio provvista di una portafinestra. I due non aspettarono un attimo. Salirono le scale e andarono verso la portafinestra. Lucinda l'aprì, mentre l'amico recuperava un paio di sedie nella sala d'aspetto. Infine si sederono.

Lucinda continuava a guardare gli astri meravigliata. Le stelle si fondevano nei suoi occhi con una combinazione eccezionale di colori.

Ash inizialmente guardò solo lei. Dallo sguardo dell'amica cercava di cogliere quell'entusiasmo che la caratterizzava. Lui era molto diverso da lei, almeno in quel senso. Non capiva l'importanza della meraviglia. Di meravigliarsi per le piccole cose. Lui, sempre a caccia di nuove avventure non riusciva a fermarsi a pensare. Non si osservava molto attorno, forse se lo avesse fatto avrebbe capito. Alla fine non c'è bisogno di andare a caccia di chissà quali avventure, basta solo essere felici.

“Grazie Ash” disse lei non staccando gli occhi dal cielo.

Il ragazzo la guardò stupito. Di cosa lo ringraziava esattamente?

“le stelle sono bellissime...” continuò guardando sempre più in alto.

In quel momento l'amico avvertì qualcosa nel petto. Non si può dire gli facesse male. Era strano, sembrava come un formicolio... un tuffo all'incontrario... non capiva, eppure qualcosa gli diceva che non era un male. Andava tutto bene e il fatto di non capirlo lo rendeva più tranquilla.

Ash guardò per la prima volta le stelle. Ora forse coglieva un po' di quella bellezza che Lucinda trovava in loro.   

  
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