Protagonisti: Kakashi, Uchiha Obito.

Rating: G

Disclaimer: I personaggi appartengono a Kishimoto Masashi. La canzone che ha ispirato questa storia e da cui ho preso il titolo, “My Grandfather hated the Germans” è stata scritta da Michael Patterson e pertanto appartiene a lui.

Kakashi odiava i ninja della Roccia

Nonostante fosse uno dei ninja più famosi e più rispettati anche fuori dal Paese del Fuoco, nessuno avrebbe mai pensato che Hatake Kakashi fosse un uomo in grado di odiare. Agli occhi del mondo, lui era il perfetto esempio del ninja, una macchina da guerra priva di emozioni e sentimenti.

Niente di più sbagliato.

I ninja, per quanto temibili, restano sempre Uomini. E un Uomo è una creatura formata da cervello e cuore: è uno sciocco chi cerca di eliminare una delle due parti o di attribuire più importanza all’una piuttosto che all’altra.

Hatake Kakashi era un uomo e, come uomo, anche lui a volte provava sentimenti assurdi e irrazionali, ma allo stesso tempo impossibili da soffocare.

Visti alcuni aspetti della sua personalità – i suoi ritardi cronici e la tendenza a giustificarli con scuse assurde, la sua passione per la serie “Icha Icha Paradise” – non lo si sarebbe detto un uomo in grado di odiare. Ma era un Uomo, ed ogni Uomo è molto più complesso di quanto non sembri.

Hatake Kakashi odiava i ninja della Roccia.

I ninja non dovrebbero odiare. I ninja non dovrebbero provare alcun tipo di sentimento. In teoria.

Ma non sempre teoria e pratica coincidono.

Kakashi odiava i ninja della Roccia.

Nonostante avesse combattuto una guerra appena ragazzino per causa sua, non aveva niente contro il Paese della Terra. Ma i ninja della Roccia proprio non li poteva sopportare.

Era più forte di lui.

Anche se il suo odio era ben diverso da quello che consumava Uchiha Sasuke. Kakashi non aveva mai sentito il bisogno di vendicarsi di loro, non perdeva il controllo quando incontrava qualcuno di loro, non li provocava, non cercava mai di attacar briga anche se lo scontro si sarebbe quasi sicuramente risolto a suo favore.

Tutte le volte che li sentiva nominare, il suo corpo si irrigidiva impercettibilmente. Sotto la maschera stringeva i denti fino a farsi dolere le mandibole e le labbra si riducevano a una linea sottile che pareva quasi scolpita.

Nel suo occhio, per un attimo lampeggiava uno strano bagliore, talmente rapido che non si riusciva a vederlo.

Kakashi odiava i ninja della Roccia, ma era bravo a non darlo a vedere.

Riusciva a mascherare anche quei minimi segnali che non era mai riuscito a controllare del tutto. Ma dentro di sé, sentiva un peso sul petto all’altezza del cuore. Sentiva qualcosa bruciare dentro di lui e doveva sempre stare molto attento a ciò che diceva o faceva. Nessuno doveva saperlo, bastava che lo sapesse lui stesso.

Sapeva che il suo odio era quasi totalmente irrazionale. Sapeva che era stupido, perché chissà quante persone a causa sua odiavano il Villaggio della Foglia e i suoi ninja. Sapeva di essere un ipocrita: anziché odiar loro avrebbe dovuto odiare sé stesso per quello che era successo. Ma Hatake Kakashi era un Uomo e per gli Uomini è molto più facile odiare gli altri che sé stessi.

Aveva provato mille volte a liberarsi di quello scomodo sentimento e tutto ciò che comportava, ma non era servito a niente. Tornava sempre, non cambiava mai.

Kakashi odiava i ninja della Roccia e non poteva farci proprio niente.

Perché quel nome automaticamente ne richiamava un altro.

Obito Uchiha.

Perché, tutte le volte che sentiva quel nome, vedeva il suo primo amico, il suo rivale, il suo migliore amico schiacciato sotto quella roccia enorme. Rivedeva il suo volto pallido e insanguinato che pian piano scompariva dalla sua vista, coperto dalle rocce che continuavano a cadere come la pioggia d’autunno e pareva non dovessero fermarsi mai. Pensava a quanto doveva aver sofferto morendo in quel modo atroce, a come la sua voce era rimasta calma fino alla fine.

Non poteva evitarlo. Così come non poteva evitare ciò che provava.

Kakashi odiava i ninja della Roccia e il suo odio sarebbe rimasto con lui fino alla tomba.