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Autore: galvanix    18/07/2015    4 recensioni
Un'oscura presenza rischierà di mettere in serio pericolo la vita della piccola Bra, soltanto per vendicarsi del Principe dei Saiyan.
Riuscirà Vegeta a proteggere sua figlia?
A volte l'angoscia e la paura possono essere cattive consigliere...
“Ti conviene tornare a casa in fretta Vegeta, altrimenti tua figlia rimarrà davvero male del tuo comportamento, soprattutto nel giorno del suo compleanno” concluse il saiyan voltando le spalle all’amico per andarsene.
Goku riuscì a fare soltanto due passi bloccandosi alla rivelazione dell’altro:
“Ho una strana sensazione Kakaroth, riguardo Bra e non mi piace per niente” disse Vegeta con tono angosciato.
“Di cosa stai parlando, Vegeta?” chiese seriamente Goku.
“Ho come l’impressione che qualcosa stia per accadere…”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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                               CAPITOLO OTTAVO
                       La Calma prima della Tempesta

 


Nemesis, una volta arrivato nella sua stanza, adagiò delicatamente la piccola Bra sul suo letto per poi recarsi nel suo bagno personale per prendere qualche asciugamano  pulito ed un kit di pronto soccorso per medicare la bambina. 
Nonostante il palazzo fosse antico e dall’aspetto un po’ lugubre, la sua camera era davvero molto accogliente.
Le pareti erano colorate di un viola decisamente chiaro dove al centro della stanza si trovava il letto a due piazze ed un piccolo comodino.
Accanto al letto si trovava il terrazzo, mentre al lato opposto era disposta una scrivania ed una libreria piena di libri, il suo angolo preferito.
Infine il bagno si trovava proprio in prossimità di quest’ultima decorato da pareti celestine e costituito da un’immensa vasca al centro ed un comodo lavandino.
Ritornato dal bagno l’uomo si precipitò dalla piccola e cominciò delicatamente a medicare tutte le sue ferite.
Era davvero incredibile quanta crudeltà avesse usato la strega contro la bambina.
Una violenza veramente inaudita.
Era rimato scioccato quando la piccola si era trasformata rivelando così anche la sua forza nascosta, ma lei rimaneva pur sempre una bambina.
Bra aveva tutto il corpo ricoperto di tagli, lividi e Nemesis
non seppe davvero da quale parte iniziare.
Prima di cominciare decise di levarle la sua veste ormai logora ed iniziò a medicarle il viso per poi scendere sul resto del corpo.
Fu in quel momento che lui sussurrò rammaricato tra sé: “Come ti ha ridotta”.
Toccandola sul viso si accorse che fosse particolarmente calda ed intuì che probabilmente dovesse avere la febbre piuttosto alta.
Sicuramente le percosse subite dovevano averle procurato qualche infezione interna e questo lo preoccupò non poco.
Era decisamente pallida e per un istante l’uomo credette veramente che la bambina non sarebbe sopravvissuta ancora per molto, ma all’improvviso si riscosse e si promise che avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvarla.
Fu allora che ebbe un’idea che poteva aiutare Bra in quella drammatica situazione.
Si avvicinò rapidamente alla sua scrivania dove custodiva in un cassetto delle erbe medicinali usate soprattutto per curare problemi di natura muscolare e diverse infiammazioni di varia origine.
Forse non era specifico per il problema che aveva lei, ma lui doveva tentare.
In fondo queste erbe non avevano effetti collaterali, quindi decise comunque di provare.
Così si recò nel bagno ed aprì il rubinetto della vasca facendo scorrere dell’acqua fresca, ma senza esagerare ed una volta riempita immerse le sue erbe facendole sciogliere nell’acqua.
Una volta pronta raggiunse la bambina ancora adagiata sul letto, la prese con cura tra le braccia e s’incamminò verso il bagno.
Notando l’espressione piuttosto sofferente della piccola le disse dolcemente come se potesse sentirlo:
“Non preoccuparti Bra, vedrai ti riprenderai presto così potrai tornare dalla tua famiglia”.
Dopo aver sussurrato tali parole la denudò completamente e la immerse nell’acqua con al suo interno le erbe in modo che, il suo corpo livido e ferito, ne fosse direttamente a contatto.
Intanto che Nemesis aspettava l’effetto curativo delle erbe, c’era qualcun altro che attendeva e rifletteva su ciò che avrebbe dovuto fare…
Vegeta e gli altri, una volta scesi dalla loro navicella, incapsularono il mezzo e decisero di trovare un luogo sicuro per non farsi scoprire.
Erano atterrati in un posto lontano dalla fortezza della strega, quindi era più facile non dare nell’occhio.
Dopo aver camminato per diverso tempo scorsero un’antica rovina e pensarono subito di sostarvi in quel edificio, soprattutto per elaborare un piano di attacco contro Arcadia.
 


Una volta entrati si trovarono di fronte ad una scalinata che li portò direttamente a quella che, un tempo, doveva essere la cucina.
La stanza era grande e si potevano notare ancora delle sedie non molto utilizzabili, così come il tavolino e il resto degli utensili.
Bulma, immaginando cosa li avrebbe aspettati su quel pianeta, aveva portato con sé alcune capsule contenenti una cucina, un bagno ed un paio di piccole camere da letto.
Aveva accumulato una certa esperienza nel viaggiare nello spazio e ora non c’era pericolo che rimanesse a corto di qualcosa.
Custodiva queste capsule nel suo laboratorio in caso di emergenza ed ora aveva la possibilità di sfruttarle.
Sinceramente sperava di non averne bisogno, ma il destino aveva deciso di giocarle un brutto tiro.
Quando lei estrasse fuori la cucina Goku la elogiò sorridendo:

“Grande Bulma, sei stata davvero geniale. Io non ci avrei mai pensato”.
“Ti credo in parola” rispose la scienziata accennando ad un sorriso per l’ingenuità dell’amico.

Mentre la donna, aiutata da Gohan, preparava qualcosa da mangiare Vegeta si ritrovò a riflettere su quanto provato all’interno della navicella.
Aveva percepito, per un istante, l’aura di Bra aumentare a dismisura troppo per una semplice bambina di quell’età.
Lei, però, non era come tutte le altre bimbe della sua età.
Era figlia di un saiyan e anche se Vegeta non le aveva mai insegnato nulla sul combattimento, non potevano esserci dubbi sulla sua natura.
Fu in quella circostanza che il saiyan accennò ad un ghigno di compiacimento perché la sua bambina aveva dimostrato la sua vera potenza.
Non poteva esserne più orgoglioso.
Tuttavia il punto era un altro…
Per aver sviluppato una tale energia, Bra doveva essere sicuramente nei guai e questo lo angosciava non poco.
Il Principe era molto preoccupato perché dopo quel picco massimo di potenza la sua aura si era molto indebolita e lo era tutt’ora.
Inizialmente pensava fosse dovuto al fatto che aveva consumato troppa energia, ma sentiva che ci fosse dell’altro e quella fitta che aveva avuto ne era la dimostrazione.
Era accaduto qualcosa di grave e immaginava che Arcadia fosse la risposta a tutte le sue domande.
Sicuramente centrava lei con il repentino cambiamento della figlia e se la bambina non si fosse presto stabilizzata, la strega avrebbe pagato caro tale affronto.
Sarebbe partito all’istante per verificare lo stato di salute della piccola, ma sapeva anche che affrontare Arcadia senza un piano ben preciso sarebbe stato stupido e ancora più pericoloso per sua figlia.
Così decise di aspettare ancora un po’ finché ne avrebbe avuto la pazienza.
Oltre a Vegeta qualcun altro era in un evidente stato di ansia… Trunks.
Il ragazzo si era appoggiato ad una delle tante finestre che si trovavano nella cucina ed era come in uno stato di coma.
Aveva lo sguardo come perso nel vuoto, ma allo stesso tempo duro e arrabbiato.
Questo suo atteggiamento non era sfuggito all’occhio attento e vigile del padre, così decise di intervenire per parlare con lui e, risvegliandolo dal suo torpore, gli ordinò con tono che non ammetteva scuse:

“Trunks, vieni con me”.

Il figlio, udendo il tono severo usato dal padre, lo seguì fino ad arrivare ad una stanza adiacente alla cucina per avere un momento soltanto per loro.
Bulma li seguì con lo sguardo sperando che il figlio uscisse da quella sorta di mutismo in cui si era rinchiuso da quando erano partiti per quella missione.
In questi casi l’unico che poteva aiutarlo e spronarlo nella giusta maniera era soltanto Vegeta.
Mentre rifletteva su questo, la scienziata avvertì la mano di qualcuno sulla sua spalla sapendo già di chi fosse e ne ebbe la conferma quando udì la sua voce rassicurante, sussurrarle dolcemente:

“Non preoccuparti Bulma, Vegeta lo spronerà nella maniera giusta. Andrà tutto bene, fidati”.
“Grazie Goku” rispose semplicemente la donna abbracciandolo con affetto.

L’amico ricambiò il gesto sapendo quanto lei ne avesse bisogno in quel momento.
Intanto, nell’altra stanza, Vegeta si trovava accanto alla finestra dando le spalle al figlio.
Tra i due scese un lungo silenzio che infine fu spezzato fortunatamente dal Principe.
Così il saiyan, senza voltarsi, si rivolse al figlio con tono di rimprovero:

“Trunks, smettila di comportarti come se non ci fossi.
Sei un uomo e devi comportarti come tale”
Dopo qualche minuto il giovane, con tono cupo, aggiunse:
“Forse non sarei dovuto venire”.
Questa frase spiazzò il padre che innervosito dal comportamento alquanto strano del figlio, gli domandò seccato:
“Si può sapere che cosa hai Trunks?
Ti conviene parlare e alla svelta perché altrimenti conosco un altro modo che sicuramente sarà più efficace…”
A quelle parole il ragazzo si convinse che fosse meglio esporre i suoi dubbi senza arrivare ad uno scontro fisico con lui.
Così il giovane, con tono arrabbiato, gli urlò:
“Tu come fai papà a rimanere così controllato sentendo l’aura di Bra affievolirsi ogni istante che passa. Me lo dici?
Io proprio non ti capisco.
Dovremmo agire invece di perdere tempo a tergiversare.
Ti è passato per la testa che Bra potrebbe anche non farcela? Ci hai pensato a questo?”

Il figlio esplose non rendendosi nemmeno conto del tono usato per rivolgersi al padre.
Una volta sarebbe stato attento, invece ora non gli importava voleva soltanto liberarsi del peso che lo opprimeva ormai da troppo tempo.
Udendo lo sfogo del figlio Vegeta comprese quanto stesse soffrendo per questa situazione.
Odiava vedere la propria famiglia così sofferente e si sentiva impotente di fronte a questo sentimento.
Così il Principe fece una cosa che forse un tempo non avrebbe fatto.
Si voltò verso il giovane e si avvicinò a lui appoggiando le mani sulle sue spalle per poi aggiungere con tono serio, ma allo stesso tempo rassicurante:

“Trunks, io lo so che sei molto preoccupato per tua sorella e non immagini neanche la fatica che sto facendo per trattenermi qui. È difficile restare impassibili in una circostanza simile e so che ti sto chiedendo tanto, ma ragiona. Non possiamo presentarci a quella strega senza avere un piano ben stabilito in mente.
Bra è già in pericolo e in questo modo rischieremo soltanto di metterla ancora più in difficoltà…poi non sappiamo cosa le sia successo veramente.
Tua madre vuole dimostrare di essere forte, ma in questa situazione potrebbe crollare da un momento all’altro.
Dobbiamo rimanere lucidi ed io ho bisogno della tua calma e fermezza…ho bisogno di te Trunks.
Pensi di riuscirci?”

Il figlio rimase stupito del discorso appena udito dal padre perché non si aspettava di sentirsi dire determinate cose proprio da lui.
Era una vita che attendeva quelle parole e finalmente il saiyan si era deciso.
Non avrebbe mai immaginato che il fiero Principe si sarebbe esposto così tanto soprattutto perché non era da lui esprimere ciò che provava.
Trunks era tuttavia cosciente che sicuramente la situazione drammatica in cui Bra era coinvolta aveva spinto il padre oltre il limite, ma nonostante questo era convinto delle parole sincere del suo “vecchio” e questo lo riempì di felicità.
Sapere che si fidasse e avesse bisogno di lui lo aveva, in qualche modo, spronato a non arrendersi, ma specialmente a ragionare con il cervello anziché dar retta all’impulso.
Trunks guardò in silenzio suo padre ed infine gli domandò con tono deciso, ma più rilassato:

“Io posso riuscirci, papà. Non ti deluderò”
“Bene, era questo che volevo sentire da te.
Ora vai a mangiare che poi discuteremo insieme agli altri un piano di azione”.
“Ok, ma tu non vieni?” chiese perplesso il figlio.
“Tra poco arrivo…tu intanto vai” concluse deciso il padre.
“Va bene”.
Trunks si avviò verso l’uscita, ma prima di varcare la porta si arrestò all’improvviso e, senza voltarsi per guardarlo, gli domandò curioso:
“Papà, hai percepito, per un momento, l’aura di Bra aumentare vertiginosamente al nostro arrivo?”
“Certo che l’ho sentita” replicò Vegeta pensieroso.
“Ce l’ha fatta, vero?” si rivolse Trunks sorridendo sapendo che il padre avesse intuito al fatto che si riferisse alla trasformazione in super saiyan.
“Beh, in fondo è mia figlia e tua sorella…che ti aspettavi?” rispose furbamente il Principe.
“Credo tu abbia ragione” rispose sorridendo il ragazzo.
“Sai Trunks, l’unica scontenta di questa rivelazione ne sarà soltanto tua madre” aggiunse il padre ghignando.
“Già, la mamma non sarà molto entusiasta di sapere che persino la sua bambina è già in grado di trasformarsi” disse il giovane continuando a sorridere.
“Ora sarà meglio andare dalla mamma altrimenti chi la sente”.
“Io tra poco arrivo. Tu intano vai” informò serio Vegeta.

Dopo essere andato via Vegeta rimase solo di nuovo perso nei suoi pensieri assumendo nuovamente un aria alquanto cupa ed angosciata.
L’aura della figlia sembrava essersi stabilizzata un po’ e sperava che sarebbe rimasta tale, ma la paura di perderla da un minuto all’altro albergava ormai nel suo cuore.
In quel momento sentiva soltanto l’esigenza di stringerla a sé e sussurrarle che sarebbe andato tutto per il meglio, ma purtroppo doveva ancora attendere.
Così si ritrovò a pensare ad alta voce forse per infondersi coraggio:
“Tieni duro piccola mia perché tutto questo presto finirà”.
Tuttavia Vegeta aveva ragione perché grazie alle cure di Nemesis la bambina sembrava stare leggermente meglio.
Infatti, dopo quel bagno di erbe, quest’ultimo l’aveva asciugata premurosamente ed infine l’aveva avvolta in una calda coperta per poi adagiarla sul letto.
Purtroppo la sua condizione rimaneva ancora abbastanza critica, ma le ferite non sanguinavano più e lei sembrava respirare lievemente meglio.
L’uomo aveva fatto il possibile per salvarla ed ora dipendeva soltanto da Bra continuare a combattere per sopravvivere.
Nel frattempo si distese anche lui sul letto insieme alla bimba per poterla vegliare in caso avesse avuto bisogno.
La guardò teneramente e sperò vivamente di poter ancora scorgere i suoi dolcissimi occhi blu.

Nel frattempo i Brief e i Son avevano appena finito di mangiare qualcosa e Bulma, dopo essere stata aiutata dagli altri a mettere in ordine, si ritrovò sola a ripensare alla sua adorata figlia.
Era appoggiata accanto alla finestra intenta a fissare il cielo.
La notte era calata ormai da qualche ora e fuori non c’era alcuna luce che potesse illuminarla se non qualche candela lasciata accesa da lei nella stanza.
Aveva un’espressione molto preoccupata, infatti il viso era decisamente contratto ed i suoi occhi spossati e arrossati non solo per la stanchezza, ma anche per il pianto.
Quando Vegeta non era presente si lasciava andare a delle crisi che non riusciva a controllare, quindi senza farsi vedere dal compagno cercava un momento tutto per sé e si sfogava.
Non voleva che il saiyan se ne accorgesse altrimenti non l’avrebbe più informata sulle condizioni di Bra e non poteva permetterlo.
Era talmente presa dalle sue riflessioni che non si accorse dell’arrivo del compagno, che notandola sola e piuttosto taciturna, si avvicinò abbracciandola da dietro e appoggiando il mento sulla sua spalla di lei.
La donna, a quel contatto, sussultò per lo spavento e lui la riprese sarcasticamente, sussurrandole:

“Che c’è donna, non riconosci il tuo uomo?”
“Vegeta, sei sempre il solito. Comunque mi sono spaventata perché era sovrappensiero, tutto qui” lo rimproverò la scienziata.
“Sarà… in ogni modo, devi dirmi qualcosa?”
“Cosa dovrei dirti?” domandò lei cercando di non farsi scoprire.
Bulma, lo sai che non sopporto essere preso in giro, quindi dimmi la verità” replicò lui serio.
“Non ho niente da dirti” aggiunse con tono fermo la donna sciogliendo l’abbraccio, ma durò poco perché il saiyan la prese per un braccio e l’avvicinò a sé.
Grazie alla luce emanata dalle candele riuscì a guardarla nitidamente in viso e, dopo un lungo silenzio, le riferì con tono duro:
“Riuscirei a scorgere i tuoi occhi arrossati anche in mezzo al nulla. Lo so che hai pianto, perché ti ostini a nascondermelo?”
“Perché tu non mi avresti più dato notizie riguardanti Bra e io non voglio essere tenuta all’oscuro” tuonò furiosa la donna.
“Non hai scuse. Avevamo fatto una promessa, ma a quanto pare non sei riuscita a mantenerla.
Poi, se devo essere sincero, non è tanto questo che mi ferisce, ma il fatto che tu abbia sentito l'esigenza di mentirmi o fare determinate cose di nascosto” la riprese il saiyan con tono deluso.
“Mi dispiace, ma io non volevo mentirti, credimi.
Rivoglio solo mia figlia, Vegeta” proferì lei rassegnata e frustrata.
Il compagno la strinse a sé provando a comprendere le sue ragioni e i suoi sentimenti.
Visto quanto la donna fosse provata evitò di rimproverarla ancora e, assumendo un tono più calmo e comprensivo, l’informò:
“La riporteremo a casa. Fosse l’ultima cosa che faccio”.

La scienziata sollevò lo sguardo per incrociarlo con quello del saiyan accarezzandogli il viso dolcemente per poi sciogliere l’abbraccio e recarsi di nuovo vicino alla finestra.
Arrivata vicino al davanzale prese una fotografia che aveva lasciato lì sopra prima dell’arrivo dell’uomo e la fissò preoccupata.
Vegeta, insospettito per l’atteggiamento della compagna, le si avvicinò e soltanto allora si accorse di ciò che lei aveva in mano.
Ammirò l’immagine e, una volta riconosciuta, prese il viso, ormai in lacrime, della scienziata tra le mani e le sussurrò con tono rassicurante, ma allo stesso tempo determinato:

“Ti prometto, Bulma, che ritorneremo ad essere la stessa famiglia che eravamo in quella foto e ti giuro che niente potrà fermarmi”.
 


A quel punto lei si gettò tra le sue braccia incapace di trattenere oltre il pianto e tutta la sua disperazione per una situazione diventata ormai insopportabile.
Vegeta ricambiò l’abbraccio intuendo che anche lui avesse bisogno di essere confortato perché essere separato da sua figlia diveniva, ogni minuto che passava, più difficile e non sapeva per quanto avrebbe potuto reggere…


 
                                           
                                                                                                                            CONTINUA…






ANGOLO DELL’AUTRICE

Ciao a tutti e scusate per l’ora un po’ tarda, ma non ho mai tempo per postare prima.
Comunque, visto che ci sono riuscita, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento…
Da come avete potuto leggere Bra sembra essersi stabilizzata e il peggio sembra essere passato, ma sarà davvero così?
Vegeta, a suo modo, ha provato a consolare Trunks e Bulma, ma per quanto reggerà il saiyan?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo dove anche Arcadia farà di nuovo la sua comparsa.
Approfitto per ringraziarvi, come sempre, del vostro interessamento alla storia che mi rende molto felice.
GRAZIE per le vostre gradite recensioni e anche ai lettori silenziosi.
A Presto!! :)
Un Abbraccio.

GALVANIX

  
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