Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Erin    18/07/2015    4 recensioni
"Cosa volevo ottenere? Me l'ero chiesto spesso, ma la verità era che non volevo altro che guardarlo, come una cosa bella da cui non riesci a distogliere l'attenzione. Prima evitavo accuratamente di osservarlo quando ero con Harry e Ron, adesso, seppur con riguardo, lo facevo in ogni momento che mi era possibile. Mi piaceva? Non lo sapevo nemmeno io. Ero al sesto anno inoltrato e molte cose che erano accadute nel passato mi dissuadevano sicuramente dall'interessarmi a lui in quel senso. Eppure i miei occhi sfuggivano ai ragionamenti e ai pensieri, continuando a seguirlo."
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






Decimo Capitolo


« Avete fatto pace? »

Sollevai gli occhi dal libro di Erbologia. Mi guardai intorno, assicurandomi che nella Biblioteca di Hogwarts tutti fossero impegnati a studiare.

« Sì » sussurrai quindi, rivolta a Ginny.

Lei sorrise, agitando appena la testa in una specie di ballo della felicità. « Non credevo mi sarebbe mai importato dello stato d'animo di Malfoy, strano il mondo » mormorò e io continuai a guardarmi intorno.

« Nemmeno io lo avrei mai creduto » feci, facendo scorrere le iridi, per la terza volta, sullo stesso rigo inchiostrato.

« E comunque non credo che la cosa sia passata inosservata. »

« Se continui di certo non aiuti » sibilai a denti stretti, poi sollevai lo sguardo e la fulminai. « Dopo » tagliai corto.

Ginny annuì, non prima di concedersi un altro sorriso.

La cosa mi era sfuggita definitivamente di mano, ormai lo sapevo bene. Camminavo nei corridoi al fianco di Ginny, Harry e Ron e sentivo – anche lontane – le voci che circolavano sul mio conto. Sul nostro conto. Mi pareva un miracolo che Harry o Ron ancora non mi avessero chiesto niente: o erano troppo scemi o troppo ingenui per poter credere che Draco Malfoy avesse una tresca segreta con me. Per fortuna non mi ero dovuta confrontare con nessuna voce: nessuno era venuto direttamente da me a chiedermi spiegazioni e nessuno ne aveva mai parlato ad alta voce davanti a me. Ma tutta Hogwarts sussurrava. E la cosa, più spesso di quanto credessi, mi faceva prudere le mani.

Alle volte avrei preferito gridarlo dalla torre di Grifondoro, uscire alla scoperto; poter intrecciare la mano di Draco in Sala Grande, chiacchierando del più e del meno. Ma l'idea di essere sulla bocca di tutti, trascinata da una serie di pettegolezzi che ingigantivano perfino ciò che era successo, mi metteva una grande agitazione.

Secondo le voci che giravano, Malfoy, grazie all'Amortentia, mi aveva trasformato in un giocattolo erotico; altri dicevano che io avevo un debito con Malfoy e che lo scontavo dandogli il mio corpo, piuttosto che vedere colpiti quelli che amavo; qualcuno era arrivato ad ipotizzare che uno dei due fosse Polisuccato, in genere quasi sempre io, che in realtà ero una Serpeverde sotto copertura tra i Grifondoro, mentre la vera Hermione Granger giaceva morta e sepolta chissà dove. Insomma, sentire certe oscenità mi rendeva difficile camminare dritta per i corridoi, placando gli istinti omicidi che muovevano la mia mano verso la bacchetta.

D'altro canto non potevo negare che, il fatto che la nostra storia fosse segreta, contribuiva a rendere ancora più eccitanti i nostri incontri casuali e combinati. Le interruzioni improvvise e i nascondigli che trovavamo mi irritavano e piacevano al tempo stesso. Sì, decisamente la cosa mi era sfuggita di mano.

« Fa così caldo che mi sembra di soffocare » bofonchiò Ron seduto nei giardini sul retro del castello.

Io stavo seduta su uno sgabello di pietra, Harry e Ginny giocavano con una pluffa a pallavolo. Tornai a prestare attenzione al mio libro.

« Stanotte faranno un festino alla Stanza delle Necessità. » Lo guardai tagliente. « Ma dopo l'ultima volta non credo che vorrò andarci » aggiunse lui prontamente. Gli sorrisi.

« Stavolta ti controllo io » fece Harry, passando la palla a Ginny.

« A me non sembra una buona idea. Io non verrò » dissi, girando pagina.

« Non hai motivi per venire? » domandò Harry, come indifferente, ma il tono che usò mi fece irrigidire.

« No... nessuno. Anzi, devo studiare e recuperare » risposi infine.

Lui annuì senza guardarmi, ma fu Ginny a farlo. « Ma sì, sarà un noioso festino uguale a tutti gli altri » mi disse.

Dal modo in cui Harry assottigliò gli occhi e in cui Ron arrossì appena sulla punta delle orecchie pensai che forse, anche loro, sospettassero di me... ma che non avevano il coraggio di chiedermi se le voci fossero vere. Ovviamente ero sicura che stessero rifiutando l'idea con tutto loro stessi, ma il germe del dubbio si era probabilmente insinuato anche dentro le loro menti. Potevo leggerlo nei loro volti: la loro migliore amica con il loro peggior nemico?


Alle vacanze estive mancavano pochi giorni; il 19 Giugno sarebbe ufficialmente finito il Terzo Trimestre e la maggior parte dei ragazzi avrebbe fatto ritorno a casa.

Ron e Ginny sarebbero tornati alla Tana: Ginny non era entusiasta all'idea, dal momento che avrebbe voluto partecipare alla vacanza in Spagna organizzata da alcune ragazze del suo anno. La risollevava l'idea che Harry sarebbe andato a trovarli pochi giorni dopo e che avrebbe passato quasi tutta l'estate lì. Quanto a me, i miei avevano prenotato dieci giorni in uno chalet nel Trentino, in Italia, con tanto di escursioni programmate, terme, abbuffate di funghi e strudel. Non avevo potuto rifiutare: mi avevano fatto sentire in colpa quando avevo chiesto di poter andare anch'io alla Tana; dicevano di vedermi pochissime volte all'anno e ci tenevano a stare quei dieci giorni solo con me. Avrei potuto andare ad Agosto dai miei amici.

Con Draco non avevo parlato del periodo estivo. Ogni volta che ci pensavo, mi sentivo bloccata all'idea che, un mio eccessivo attaccamento al nostro rapporto, avrebbe potuto allontanarlo: temevo che, se gli avessi parlato di come sentirci o vederci durante i due mesi e più prima dell'inizio di Hogwarts, lui avesse pensato che consideravo fin troppo seria la nostra storia. Insomma, mi facevo troppi problemi.

Stavo camminando al terzo piano quando lo vidi. Teneva la camicia della divisa arrotolata sopra i gomiti, i bottoni allentati fino allo sterno e la cravatta piegata e ficcata nel taschino. Tra la mano destra e la gamba erano sorretti tre libri di pozioni mentre la sinistra era in tasca; i capelli gli ricadevano sul lato destro e gli sfioravano le ciglia scure. Aveva un'espressione pensierosa e contratta, la pelle bianchissima illuminata dai colori del sole ancora bollente che andava calando dietro le colline.

Quando mi vide sembrò sorprendersi: era veramente sovrappensiero. Si guardò intorno, continuando a camminare verso di me e quando mi fu a pochi passi mi avvolse con la mano libera la vita e mi portò a sé.

« Che bello vederti. Ne avevo proprio bisogno » mi sussurrò sulle labbra, poggiando la fronte contro la mia e sfiorandomi il naso con il suo.

Sollevai una mano sulla sua guancia, sfiorando con i polpastrelli gli zigomi e risalendo sulle tempie.

« Che succede? »

« Scocciature » tagliò corto lui. Teneva gli occhi chiusi e respirava il mio profumo. Sentivo perfino i suoi battiti del cuore.

« Se parlarne ti aiuta, io sono qui. »

Draco aprì gli occhi e puntò le iridi ghiacciate nelle mie. Il suo profumo d'ambra era sempre inebriante per me.

« Non voglio parlarne. Voglio stare con te e basta » mi sussurrò.

Cercò le mie labbra, sfiorandole con le sue. Fu un bacio incredibilmente dolce. Lasciò cadere i libri al suolo con un tonfo ma nessuno dei due se ne curò. Mi passò le mani sul collo e mi afferrò i lati del viso, aprendomi appena la bocca con i pollici. Poi mi baciò di nuovo, con più passione, come un assetato con sulle labbra dell'acqua gelida.

Mi persi nel suo sapore caldo e lasciai che i brividi febbrili mi scorressero per tutto il corpo. Lui scivolò con le mani sotto la mia gonna, mi afferrò per le gambe e mi sollevò, portandosele alla vita; le intrecciai dietro la sua schiena. Ci guardammo con i respiri accelerati. Mi appoggiò sul davanzale basso dell'enorme finestra del corridoio, aderì con il suo bacino al mio; mi toccò le caviglie e risalì lungo gambe, stringendo sulle cosce, non smettendo mai di baciarmi.

« Ti voglio vicina. Più vicina » mi disse, stringendosi contro di me, facendo scivolare le mani dietro il mio sedere e schiacciandomi contro di sé.

Sentivo il suo membro duro pulsare contro la mia intimità. Quel contatto mi fece sussultare.

Inarcai appena la schiena e reclinai la testa; Draco mi baciò il collo, lasciando qualche morso. Abbassai il mento e mi ritrovai a guardarlo negli occhi: affusolati, limpidi come due laghi d'inverno con un sasso nerissimo sul fondo. Le sue labbra si dischiusero, piene e virili.

« Hai detto di amarmi » sussurrò.

Arrossii vistosamente, cercai di distogliere lo sguardo. Draco mi afferrò il mento con il pollice e l'indice, riportandomi di fronte a lui; non mi lasciò.

« Dimmi che mi ami. »

Arrossii nuovamente.

« Io... »

Draco mi trascinò per il mento verso di lui, fece scivolare le sue labbra sulle mie e le leccò.

« Dimmi che mi ami » mi ripeté.

Mi sentivo bloccata. Era così difficile dirlo, come se quelle due parole, risalendo, mi graffiassero la gola, mi togliessero il respiro, mi facessero perdere forza in tutto il corpo; volevo dirglielo, volevo gridarglielo, ma non ci riuscivo.

In quel momento sentimmo dei passi e delle voci provenire dalla fine del corridoio. Draco mi afferrò per la vita e mi riportò giù, poi si diresse a recuperare i suoi libri dal pavimento. Mi scoccò un'occhiata eloquente e maliziosa, poi si avviò nella direzione opposta rispetto alle voci e sparì. Poco dopo, due Corvonero passarono chiacchierando.

Mi appoggiai con la schiena al davanzale dietro di me, portandomi un palmo sul petto come se potessi calmare i battiti del cuore; scossa ancora dalle sensazioni provate, non riuscivo a impedirmi del tutto di correre da lui per toccarlo ancora, baciarlo di nuovo... trovare il coraggio di dirgli ciò che provavo.


Il 19 Giugno arrivò. Fu l'ultimo venerdì di lezione di quell'anno accademico, l'ultimo del nostro sesto anno. Ero in Sala Grande a cenare con Harry, Ron e Ginny, chiacchierando di quando li avrei raggiunti e di cosa avevano in progetto di fare quell'estate alla Tana.

I miei occhi, fin troppo spesso, si spostavano però sul tavolo Serpeverde e Ginny lo sapeva bene; i suoi erano sguardi d'apprensione. Sapeva che temevo per la lontananza tra me e Draco e per quello che poteva derivarne. Temevo, in effetti, che potesse conoscere qualche altra ragazza, che potesse dimenticarsi di me, che potesse ripensare alla nostra assurda relazione e non volermi più al mio ritorno; insomma, ero tormentata da mille e per lo più insensate preoccupazioni, ma l'amore raramente è razionale.

Incrociai finalmente lo sguardo di Draco. I capelli biondi portati all'indietro, morbidi; gli occhi allungati e un sorriso appena pronunciato sulle labbra maliziose. Mi faceva tremare anche da quella distanza. Mormorò qualcosa, ma non capii, così aggrottai la fronte; ci riprovò. Disse: serre. Annuii appena con il capo. Insomma, ci saremmo detti arrivederci alle serre, dove saremmo potuto stare un po' in pace. Non sapevo se era il caso di parlargli dell'eventualità di mandarci qualche gufo durante l'estate o di vederci in qualche modo. Ma poi, pensandoci, mi dissi che avrei aspettato che lo dicesse lui altrimenti me ne sarei stata zitta.


Poco dopo la cena, mi congedai da miei amici e Ginny mi strinse appena la mano per darmi forza. Le sorrisi con affetto. Mi guardai intorno mentre mi dirigevo ai giardini, per evitare che qualcuno potesse seguirmi. Quando mi accertai di essere sola, proseguii spedita e mi mossi al buio delle dieci. Le uniche luci accese erano quelle del campo da Quidditch ma lasciavano nell'oscurità la zona delle serre di Erbologia; sciami di lucciole comparivano di tanto in tanto a illuminare porzioni d'erba.

Individuai il vetro fresco di una struttura e mi ci appoggiai contro, aspettando di sentire dei passi; ma ciò che avvertii prima ancora fu il suo profumo.

Mi accorsi che era già molto vicino a me, che i suoi passi silenziosi si erano susseguiti nell'erba poco distante da dove mi trovavo.

« Mezzosangue » disse, così mi voltai nella direzione della sua voce e vidi la sua sagoma a pochi metri da me.

Allungai le mani e quando lo trovai intrecciai le mie dita con le sue. Le mie pupille si stavano abituando all'oscurità e riuscivo a vederlo piuttosto bene nella penombra della notte, grazie anche alla luce della luna piena.

Feci scorrere le mie iridi nelle sue, mi portai le sue mani sulla vita e salì ad intrecciare le mie intorno alla sua nuca.

« Mi mancherai » gli dissi.

Lo sentii sorridere. « Mi devi ancora due parole. »

Arrossii e di nuovo mi sentii bloccata. « Io... »

Draco mi passò indice e medio sulle labbra, disegnandone i contorni; poi passò le due dita sotto il mento, direzionandolo verso il suo. E mi baciò. Scivolò sul collo, davanti, baciandomi fino alle clavicole, poi scese sul seno; s'infilò con le dita tra i passanti della mia camicia e i suoi polpastrelli sfiorarono il lembo del mio reggiseno. Lo spostò e mi sfiorò un capezzolo. Sussultai come per una scossa elettrica. Mi sentii lo stomaco vuoto e il respiro mozzato, il cuore impazzito. Sfilò i bottoncini dalle asole e aprì la mia camicia per andarmi a baciare il seno. Le sue labbra avvolsero il mio capezzolo e la sua lingua lo leccò. La bocca scese poi lungo lo sterno e raggiunse l'ombelico, si fermò al bordo della gonna. Mi sembrò di morire quando le sue mani scivolarono sotto, per afferrare i miei slip e tirarli verso il basso. Infilò anche la testa sotto la mia gonna e quando le sue labbra incontrarono il mio clitoride mi sembrò di perdere tutte le forze e crollare sulle ginocchia.

« Draco... »

« Shh. »

La sua lingua bollente mi sfiorò l'intimità e prese a giocarci. Nessuno mi aveva mai toccato in quel modo. Nessuno aveva mai osato entrare così nella mia vita e ora era Draco Malfoy il ragazzo a cui permettevo di farlo.

Le sue dita si strinsero attorno ai miei glutei e mi allargò le gambe con un piccolo strattone. Il piacere che stavo provando non potevo descriverlo paragonandolo a qualcosa che avevo già vissuto: era assurdo.

Incominciai ad ansimare. Cercai di contenermi per non farmi sentire, ma era difficile. Infilai le dita tra i suoi capelli, scossa dalle scariche di adrenalina che mi stava facendo sentire.

Era bravo, così bravo che nemmeno io avrei saputo toccarmi in quel modo: la sua lingua seguiva il filo del mio desiderio, come se potesse leggermi nel pensiero.

Mi lasciai sfuggire dei gemiti, inarcai la schiena contro la parete curva dietro di me; inclinai appena il busto e Draco seguì il mio movimento, alzandomi appena le gambe da terra.

Le sue dita andarono a sostituire la lingua e lui si raddrizzò, per guardarmi negli occhi. Nonostante la penombra, vederlo mentre mi toccava mi eccitava ancora di più.

Presa da un'inspiegabile intraprendenza, mossi le mie mani verso il bottone dei suoi pantaloni, tirai giù la zip e afferrai il lembo di stoffa dell'indumento per portare Draco contro di me.

Lui sorrise, quasi divertito, forse della mia perdita di controllo. Mi baciò le labbra, di nuovo il collo, mentre si abbassava appena i pantaloni e i boxer; mi alzò contro la parete di vetro alle mie spalle, si portò le mie gambe attorno alla vita e sfiorò con il membro la mia intimità.

Mi guardò qualche istante. S'infilò con la destra, abilmente, il preservativo. Poi, lentamente, entrò dentro di me, arrivando fino in fondo e tappandomi la bocca con un bacio quando rischiai di farmi sfuggire un urlo. Una fitta di dolore mi tagliò in due il corpo. Draco rimase dentro di me finché i miei muscoli interni non si rilassarono.

« Sei davvero mia, ora » mi sussurrò sulle labbra.

Lentamente cominciò a muoversi, avanti e dietro, baciandomi con passione; poi intensificò i movimenti. Le spinte si fecero via via più decise, più bisognose, più prepotenti. Il dolore lasciò il posto al piacere, lo circondai con la braccia e lo strinsi contro di me. Ti amo. Fare l'amore con lui era qualcosa di indescrivibile. Ti amo. Avrei voluto stare così per sempre.

« Ti amo » mormorai nel suo stesso respiro e lui mi baciò più forte.


Ci separammo quando il buio dei giardini lasciò il posto alla luce delle candele del castello. Draco voltò a sinistra, io a destra. Lo vidi guardarmi andare via; quando mi voltai la terza volta, lui non c'era più.

Camminai per tornare al mio dormitorio, aggiustandomi la treccia sfatta con un nastro di seta nero; camminai persa nei pensieri e nelle sensazioni che avevo provato. Trovai Ginny addormentata in una mia evidente attesa, ma il sonno doveva aver avuto il sopravvento. Mi spogliai, andando il bagno e osservandomi il corpo: tutto sapeva di lui, sentivo di appartenergli come mai prima di quel momento. E sentivo che anche lui era mio. Solo mio.

Mi infilai sotto il lenzuolo fresco, facendomi trasportare nel sonno dal ricordo di poco prima.



Lo chalet Il Bosco era una di quelle baite in legno con appena una ventina di stanze, piscina interna e piccolo centro benessere, giardino inondato dai fiori colorati, sdraio e buon cibo fatto in casa. Dallo sguardo entusiasta dei miei capii che già adoravano quel posto.

Eravamo partiti quella mattina presto da Londra, avevamo preso un aereo – i miei genitori odiavano quando li smaterializzavo a tradimento – ed eravamo atterrati a Bolzano, affittando poi un auto e arrivando poco dopo Bressanone. Lo chalet era gestito a livello familiare, una costruzione interamente in legno con tetto a spiovente immersa nel nulla di un bosco e circondata da campi di mele.

Ci avevano accolto con una cordialità inaspettata: ci avevano già liberato delle valigie e un ragazzo alla reception ci stava illustrando cosa vedere e fare in quei giorni. I suoi sguardi sembravano piuttosto eloquenti nei miei riguardi ma i miei pensieri erano così rapiti da ciò che avevo vissuto un mese prima e dalla mancanza di Draco, che quel ragazzo avrebbe potuto essere il migliore dei ragazzi possibili: io non riuscivo a non pensare a lui.

Nell'ultimo mese, solo il pensiero dei nostri sguardi, delle nostre chiacchiere, delle nostre avventure mi aveva tenuto compagnia, dal momento che, dopo quell'ultima volta, non l'avevo né visto né sentito: d'altronde lui non aveva parlato in merito all'argomento “restare in contatto” e io non me l'ero sentita.

Lasciai i miei genitori a parlare in reception e andai a curiosare per lo chalet. Imboccai la scala che scendeva al piano interrato, dove in teoria ci sarebbero dovute essere la piscina e la spa. Superai un paio di porte, finché non vidi quella che dava accesso all'area benessere. L'aprii. L'ambiente era caldo e accogliente. Qualcuno stava disteso a sonnecchiare sui lettini, altri a mollo in una piccola piscina; altri nella vasca idromassaggio.

La mia attenzione fu attirata da un ragazzo che stava leggendo un libro su una sdraio azzurra. Prima che potessi mettere a fuoco l'assurdità della situazione, lui sollevò gli occhi dalla pagina e li spostò su di me. Indossava un costume a pantaloncino nero come la pece; era bianchissimo, quasi pallido. Il torace era scolpito, i pettorali ben definiti e gli addominali disegnati da anni di attività fisica; i bassi formavano una V che si perdeva oltre l'orlo del costume. Le braccia erano un fascio di nervi e muscoli, le gambe sode e lunghe. I capelli biondi erano spettinati e gettati all'indietro, fermati dagli occhiali da sole scuri. Le sopracciglia erano due tagli arcuati che rendevano il suo sguardo limpido tagliente come una lama. La sua bocca piena era curvata in un'espressione di sorpresa, la sua fronte appena aggrottata.

« Mezzosangue? » fece interdetto e io persi un battito cardiaco.







***



Ciaaaao! Scusate l'immenso ritardo con cui posto. E grazie per la pazienza e la passione con cui seguite le mie storie *-* spero che questo cap vi piaccia, dal prossimo ne vedremo delle belle! Sono curiosa di leggere i vostri commenti, perciò non risparmiatevi u.u

Baci,

Erin.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Erin