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Autore: White Queen of Asgard    18/07/2015    1 recensioni
Ormai per i quattro ragazzi tutto era tornato alla normalità.
La solita vita di sempre: università casa, casa università.
Quelle tre ragazze avevano dato una piccola svolta alla loro vita e quell'incidente li aveva cambiati ulteriormente.
Ma, come disse Roger, quello era "solamente l'inizio" e il tutto deve ancora accadere.
* * * * * * * * * *
Seguito di You Don't Need Nobody Else But Me
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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06) BACK TO MY ARMS AGAIN
19-20/2/1973

E con lunedì si ricominciava la settimana.
Preparatasi, Julia uscì di casa.
Scese gli scalini e, arrivata in strada, si sentì afferrare una spalla. Senza pensarci due volte si voltò e tirò un pugno in pieno viso al malcapitato.
Sfortunatamente la vittima altro non era che un Roger difficilmente riconoscibile, dato che, in quella mattina particolarmente fredda, era completamente imbacuccato con solo gli occhi e il naso rosso visibili.
"Emm... Roger?"
"Cazzo, che botta..." fu tutto ciò che riuscì a dire il ragazzo con la guancia dolorante.
"Scusami, ma ti pare il caso di spaventarmi così?!"
"Ma che spaventarti e spaventarti. Ti stavo solo chiamando"
"Lasciamo stare... piuttosto, che ci fai qua?" chiese aiutando il biondo ad alzarsi.
"Posso portarti in un bel posto qua vicino?"
"Alle sette di mattina. Esatto. Senti, dovrei andare perché mi stai facendo fare tardi"
"Eddai, July. Non puoi saltare un giorno? Fallo per me" disse cominciando a sbattere le ciglia in modo abbastanza strano per un ragazzo.
La ragazza rimase per qualche secondo a fissarlo.
"E va bene!" urlò "però mi devi un favore"
"Secondo me il favore te lo restituisco già portandoti in questo posto"
"Ma si può sapere che posto è?"
"Sapessi. Dai, vieni" concluse prendendo la ragazza per mano.
Si infilarono in una stradina buia e arrivarono fino ad un bar che la ragazza non aveva mai visto prima.
Il biondo bussò alla porta del locale ancora chiuso ma, conoscendo il proprietario, si fece aprire.
Era completamente vuoto, eccetto l'uomo al bancone che lavava tazzine.
"Roger" salutò il barista con un cenno del capo.
"Tom" ricambiò il ragazzo "lei è Julia"
"Piacere" disse la ragazza.
"Piacere mio. Io sono Thomas, se Roger non ti ha già raccontato la mia vita" rispose ridendo.
"No, non so niente" continuò ridendo "è venuto a casa mia e senza dirmi niente mi ha portato qua"
"Quindi non sa cosa ci sia di così bello qua. Ci dai due caffè intanto?" Roger si appoggiò al bancone.
"Certo, voi andate pure di là" rispose prendendo due tazzine.
I due ragazzi si diressero verso un'altra stanza e Julia non poté credere ai suoi occhi.
"Siamo sicuri di non essere tornati negli anni '50?" chiese ridendo e guardandosi continuamente intorno.
C'era di tutto solo in quella stanza: dai divanetti bianchi e rossi alle piastrelle a scacchi bianche e nere, e le insegne luminose non potevano mancare.
"July" La chiamò indicando il jukebox a cui era appoggiato.
"Oh mio dio. Monetina" chiese, o piuttosto ordinò, al biondo.
"Ai suoi ordini signora" rispose dandole la moneta.
"Che metto?" Guardarono ogni canzone e finalmente si decisero.
"Io direi una cosa tranquilla tipo-"
"Jailhouse Rock" lo interruppe ridendo.
"Si, esatto. Molto tranquilla devo dire"
Si sedettero a un tavolino e poco dopo Thomas arrivò con i due caffè e due brioche.
"E queste?" chiese Roger.
"Offre la casa" rispose sorridendo.
Finirono di mangiare e uscirono.
Girarono e girarono fino all'ora di pranzo, quando decisero di fermarsi a casa di Roger per mangiare.
"Ti dispiace se cucino io?" Chiese il bondino dirigendosi in cucina.
"Se sai fare, ti lascio pure il posto" rispose lanciandosi sul divano.
"Certo che so fare. Sono un cuoco professionista!"
Si mise al lavoro e preparò quel fish and chips che faceva da jolly quando non sapeva che cucinare.
Tornò in salotto con i due piatti e si sedettero.
"Be', buon appetito" disse la ragazza portandosi in bocca il primo boccone.
Quando il biondo fece lo stesso si bloccarono entrambi.
"Hemm... Roger?"
"...si?"
"Be' ecco... si, fa un po' schifo"
"Si... lo so"
Non riuscirono a trattenere una sonora risata.
"E che ci facciamo con sta roba?" chiese Julia toccando il cibo con la forchetta.
"La soluzione migliore è buttarla" rispose ridendo.
"Cuoco professionista, eh?" disse ridendo.
"Per quanto tempo me lo rinfaccerai?"
"Finchè ne avrò voglia"
 
* * * * * * * * * *

Solita giornata fredda, solita passeggiata di Freddie.
Come al solito fece i suoi giri per i negozi, fermandosi, ovviamente, al negozio di dischi per controllare se ci fossero novità.
Continuava a camminare a testa bassa pensando ai fatti suoi quando, inevitabilmente, tamponò qualcuno. Colpa di entrambi dato che anche l'altro camminava guardandosi i piedi.
"Oh, scus-" dissero in coro.
Ci fu un attimo di silenzio mentre i ragazzi continuavano a fissarsi negli occhi.
"... Luna?"
"Freddie?"
"Luna!"
"Freddie!"
Si abbracciarono rischiando di soffocarsi a vicenda.
"Quanto diavolo di tempo è passato?!" disse Freddie.
"Ah, troppo" rispose la ragazza dai capelli neri.
"Ma che fine avevi fatto?"
"York. I miei si erano trasferiti lì e mi hanno portata con loro, ma Londra mi mancava"
"Be', almeno ora sei qui. Comunque, dove andavi, tesoro?"
"In realtà tornavo a casa"
"Allora ti accompagno, cara mia. Ah piuttosto, dove abiti?"
"Vieni, ti faccio vedere"
Arrivarono a casa e Luna invitò il ragazzo a fermarsi lì un po', il quale accettò.
"Da quanto sei arrivata?" chiese notando il casino che c'era per casa.
"La settimana scorsa. Devo ancora sistemare tutto"
"Be' è sicuramente più in ordine di casa mia" continuò guardandosi attorno.
Continuarono a parlare per un'ora buona di tutto ciò che gli era successo in quegli anni.
"Oh, dovrei andare, tesoro" disse Freddie guardando l'orologio.
"Va bene. Appena puoi passa ancora" rispose Luna accompagnando il ragazzo alla porta.
Si guardarono per un attimo negli occhi sorridendo.
"Sono felice che tu sia tornata" Freddie la abbracciò "senti, domani se non ti dispiace voglio portarti a conoscere un po' di miei amici" continuò staccandosi dalla ragazza.
"Se sono amici tuoi sono sicura che sono a posto" rispose ridendo.
L'amico cominciò a ridere.
"Be'... in realtà non ne sarei così sicuro"
 
* * * * * * * * * *

Come stabilito, il biondino si fece trovare alle quattro a casa di Brian.
Si mise a suonare il campanello e a bussare ma nessuno apriva.
Cominciò a sparare insulti, non si sa se diretti a Brian, alla porta, al campanello o al freddo, e finalmente il ragazzo aprì.
"Dio, quanto ci hai messo?!" urlò Roger.
"Scusa, dovevo rec-"
"Si, va bene va bene. Dai andiamo"
"Hai tanta fretta?"
"No, non ho voglia di sentire le menate che hai da dirmi" rispose e il riccio gli tirò un pugno sulla spalla.
"Piuttosto, ieri dov'eri? Sono passato a casa tua ma non credo fossi lì" chiese Brian incamminandosi.
"Se non ti ho aperto subito vuol dire che non c'ero. Non faccio come te" rispose ridendo "ma a che ora sei passato?"
"E che ne so, saranno state le tre. Credo"
"Allora ero fuori con Julia"
"Ah capisco. Che avete fatto di bello? Se posso sapere" domandò sorridendo
"Sono passato a prenderla alla mattina presto... ok, forse un po' troppo presto. Siamo andati a quel bar che c'è vicino a casa sua. Presente? Quello di Thomas"
"Ah, Thomas! Aspetta, il tuo 'un po' troppo presto' mi preoccupa"
"Effettivamente erano le sette di mattina. Era appena uscita" disse il biondo "tra l'altro l'ho chiamata prendendola per una spalla e credo di averla spaventata dato che mi ha tirato un pugno. È rimasto il segno?" continuò ridendo.
"Effettivamente il livido c'è"
"Fantastico. Va be', è l'amore" Alzò gli occhi al cielo "penso"
"Be', l'altro giorno Georgia mi ha urlato contro, ma la capisco. Sono andato a svegliarla alle sette i mattina di domenica" rispose controllando che stessero andano per la strada giusta.
"Cazzo"
"Cosa c'è? Non mi pare che svegliarla alle sette di domenica sia peggio che farle saltare un giorn-"
"Là" lo interruppe.
"Là cosa. Dove"
Roger indicò due ragazzi.
"Deacy. E... lei non è Roby? No, dico... sono loro?! Ooh oh ooh!"
"Dio, lasciamoli in pace" stette per qualche secondo in silenzio "...passiamo a salutarli?"
"La coerenza, proprio" lo rimproverò ridendo "va be', lasciamolo stare che poi si imbarazza"
Ancora un attimo di silenzio.
"DEACON! FERMATI!" urlò indicando l'amico.
La povera vittima si immobilizzò e cominciò a voltarsi molto lentamente sperando che non fosse la persona che pensava.
"Non parlarmi di coerenza" disse il riccio ridendo e cominciando correre dietro al biondo che era già partito.
"Potresti non urlare al mondo il mio nome?" si lamentò John.
"JOHN RICHARD DEACON, GENTE!" urlò il biondino per puro dispetto.
"Grazie" Il ragazzo lo fulminò con lo sguardo.
"Evitate di litigare voi due" si intromise il riccio.
"Ma se siete sempre voi due che litigate!" continuò John.
"Emm... ragazzi?" li interruppe la ragazza ridendo.
"...ha iniziato lui" Lo spilungone scaricò la colpa su Roger come tutte le altre volte.
"Roger sta zitto, se no ricominciate" Ancora una volta fu John a salvare la situazione.
"Comunque, come mai da queste parti?" chiese il biondo.
"Niente di che, solo un giretto" rispose il ragazzo "voi piuttosto?"
"Noi... dove stavamo andando?" chiese Brian con la sua lunga memoria.
"A prendere quella camicia che hai visto l'altro giorno"
"Ah già, è vero"
"...capisco perché dicono che hai la memoria da elefante morto"
"Ah, io?! Dai forza, quand'è il compleanno di John?!" chiese sapendo che l'amico non l'avrebbe ricordato.
"È il... emm... dician-"
"Hai esitato!"
"Ma la piantate voi due?!" John si intromise per l'ennesima volta.
"Non si ricorda quando sei nato!"
"Ma che importa, tanto non se lo ricorda nessuno!"
Ci fu un attimo di silenzio.
"Io me lo ricordo"
"Si può sapere quand'è questo compleanno?" chiese Roberta.
"Diciannove agosto" rispose Roger dimostrando che effettivamente lo sapeva.
"A che ora chiude il negozio?" chiese Brian rendendosi conto dell'orario.
"Ah boh, se non lo sai tu. Andiamo che non si sa mai"
I ragazzi si salutarono.
"E fate i buoni voi due" Roger si voltò verso la coppietta facendo arrossire il ragazzo.
"Idiota" disse l'amico dandogli una gomitata.
Non appena furono abbastanza lontani John e la ragazza cominciarono a parlare del biondo e del riccio.
"Mi sembrano ogni volta più strani quei due"



Angolo della Queenie:
scusate il leggero ritardo ma ci sono stati alcuni problemi... tecnici.
Comunque, ecco che ci ho messo dentro un altro personaggio. Spero vi vada bene XD
Poi, volevo avvisare che il 26 vado in vacanza e nel caso non riuscissi a pubblicare la prossima settimana dovrete aspettare fino al 18 :D...
Vedrò di caricare il prima possibile.
Ci tengo a specificare che anche qua sono stata aiutata nell'ultima parte da mia sorella.
Ringrazio ancora per le recensioni e... ecco Rog e Julia XD
  
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