Non sempre le risate sono di gioia
Light rideva e gioiva della vittoria, riverso sulla tomba del suo acerrimo nemico.
Il respiro si affannava, la voce si rompeva e si disperdeva nell'eco di uno spazio infinito.
Quasi percepiva il corpo dell'altro, che giaceva sotto quei tre metri che lo separavano da lui, allora stringeva il terriccio, che gli si insinuava sotto le unghie.
Le urla stridule, che avevano fatto alzare in volo i corvi, erano mutate nei singhiozzi di chi aveva perso un'amante.
Light ricordò le labbra che si cercavano, la catena tirata per gioco, le mani di lui che gli si chiudevano sulla cravatta per slacciarla, attirarlo e baciarlo ancora.
Il passato si frantumò in tante piccole schegge; quelle evidentemente lo avevano ferito, perché non c'era altro modo di spiegare i graffi sulla pelle perfettamente liscia fino a un attimo prima.
Rideva ancora, poiché della vittoria si gioisce.
La sconfitta subita era nascosta nella coscienza che risiede nella mente di ogni assassino.
Addio, L.
Angolo dell'autrice
La risata isterica di Light sulla tomba di L mi ha sempre colpita. Non la vedo di derisione o di scherno, perché vi percepisco un immenso dolore.
Ecco il perché di questa flash, spero l'abbiate apprezzata.