Vagare alla ricerca di un'uscita era complicato. Rimanere ferma era impensabile. Sembrava che tutto andasse per il meglio ma non era così. 
Kagome vagava immersa in un bosco tra le montagne non riconoscendone nessun punto di rifermento nonostante il vagabondare nel mondo di Inuyasha.
Non riusciva a capire dove si stava dirigendo e allo stesso tempo il compagno di viaggio non si vedeva da nessuna parte eppure ricordava che lo aveva preso per mano mentre cadevano nel vortice.
"Inuyasha! Dove sei?!". continuava a chiamarlo e rabbrividiva ad ogni fruscio sinistro. Non era mai stata spericolata nella sua esistenza, solo dall'arrivo nel mondo parallelo aveva iniziato a capire che non poteva sempre farsi proteggere dai suoi compagni di viaggio. 
Sembrava impossibile continuare per quel sentiero, non le rimaneva che addentrarsi nel bosco... però...

Inuyasha sentiva ancora il sangue scorrere veloce. La furia lo teneva tra i suoi artigli ma ad un tratto la vista tornò normale. 
Una figura minuta si stava avvicinando lentamente e gli parve famigliare. 
"Come è possibile? Dove mi trovo?". Si chiese non riconoscendo gli odori che percepiva come quelli della foresta vicino alla capanna di Kaede. 
La figura ormai era quasi arrivata dalla parte opposta al sentiero.
Rimase fermo immmobile, anche il respiro gli si bloccò per qualche secondo per poi riprendere sempre più veloce. 
"Kikyo!". Urlò precipitandosi da lei....

Sango e Miroku stavano ancora parlottando fra loro.
Sango: "E  adesso che cosa faremo? Quel bastardo ha preso tutti i nostri frammenti!". Ringhiò Sango quasi sull'orlo delle lacrime.
Miroku: "Cara, dolce Sango non dobbiamo disperarci, invece che ne diresti di cercare un carretto e tornare dalla vecchia Kaede? lei saprà aiutarci sicuramente e...". Voltandosi scorse la ragazza in lacrime con quel vestito gonfio e pesante che la faceva assomigliare ad una bambina troppo cresciuta. rimanendo un poco perplesso il monaco le si avvicinò con il sorriso e sedendo vicino a lei cercò di parlarle e, come suo solito, provò ad allungare la mano verso gli strati ammucchiati verso il fondo della schiena.