Sort of like a Fairy Tale L’acuto
suono di una sirena lo svegliò. Si guardò
intorno, il cuore stretto dallo
stesso panico che gli bloccava il respiro, finché i suoi
occhi non si posarono
sul ragazzo che già si alzava dal proprio letto nella
piccola stanza. “Vieni,
Harry.” Tom ordinò seccamente, praticamente
trascinandolo fuori dalla stanza. Lo
seguì
senza lamentarsi, confidando che Tom li avrebbe tenuti al sicuro. Non
era
davvero sorpreso di vedere che l’orfanotrofio era
praticamente vuoto. Suppose
che tutti quanti avessero già cercato riparo in uno dei
rifugi disponibili. Lo
sorprese ancor meno che nessuno si fosse preoccupato di aspettare per
lui e per
Tom. Le cose
andavano male prima che questa guerra tra muggles iniziasse, adesso
erano
insostenibili. Era dolorante
più volte di quante potesse contare, aveva perso il conto
delle volte che tornava
sanguinante dal rovistare fra i rifiuti di Londra cercando del cibo.
Non aveva
mai provato un odio più profondo che quando Dumbledore aveva
nuovamente negato
la loro richiesta di restare a Hogwarts. L’odio
l’aveva quasi consumato; solo
Tom era stato capace di portarlo fuori da quella nebbia furiosa,
sussurrando
dolci parole di vendetta al suo orecchio. “Guarda,”
Tom sussurrò, indicando una casa con le luci accese. Harry si
sentì l’acquolina in bocca quando il profumo di
pane appena sfornato gli assalì
le narici. Con
un’efficienza
nata dalla pratica, s’introdussero nella casa, cercando
qualsiasi cosa
mangiabile che sarebbero stati in grado di portare con loro. Harry
annuì quando
Tom gli disse che avrebbe controllato la cucina, mentre lui avrebbe
dovuto
controllare la sala da pranzo. Harry
praticamente salivava alla festa trovata nella sala, quando le grida
dalla
cucina lo fecero scattare verso Tom. Si spinse oltre la porta in tempo
per
vedere un uomo prendere Tom a calci mentre Tom cercava di rendersi il
più
piccolo possibile, arricciato su se stesso per proteggere la maggior
parte del
suo corpo. I momenti
seguenti furono una macchia. Quando riprese coscienza l‘uomo
era riverso a
terra, sanguinante da diverse pugnalate alla schiena e Tom lo guardava
con occhi
pieni di orgoglio e ciò che può essere solo
definita fame. Lentamente
Tom si alzò e gentilmente prese il coltello dalla mani
insanguinate di Harry. “Va
tutto
bene, piccolo serpente,” Tom mormorò, gli occhi
che scrutarono la stanza fino a
posarsi sul forno, “Aiutami con questo.” Tom
domandò, e Harry fece come gli era
stato detto ancora in uno stato di shock. Non che si
pentiva di quello che aveva fatto. Per niente. Tom era
tutto quello che aveva, da che si era svegliato sui gradini
dell’orfanotrofio,
lontano dal suo armadio sotto le scale, Tom era sempre stato
lì per lui. Non
avrebbe perso Tom. Per nulla al mondo. E mentre
entrambi spingevano il corpo nel forno, Harry non poté che
sorridere. Questo… era
come il finale di una fiaba che Tom gli aveva letto una volta.
Ed ecco la seconda storia, dopo esattamente quindici giorni^^
Non potete neanche immaginare quanto io sia stanca, ma mi sono trascinata fino al computer per pubblicare ed ecco qui. Cercherò di pubblicare regolarmente, ho già una minuscola scorta di one-shot. Penso che i lavori più interessanti di LittleMissXanda siano le sue long, ma ho intenzione di iniziare a pubblicarle solo dopo averle tradotte interamente. Per il momento, vi lascio con la promessa di un nuovo aggiornamento il 31 luglio, non posso saltare il compleanno di Harry<3.
A costo di rendere queste note troppo lunghe… Recensite. …Per favore? Non farete felice solo me, mera traduttrice, ma anche l’autrice originale a cui invierei suddette recensioni.
Per ora
Bye,
Lory