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Autore: eppy    19/07/2015    5 recensioni
Quando presente e passato si fondono, le convinzioni vacillano, le barriere si spezzano, desideri mai conosciuti sconvolgono, vecchi sospiri ritornano, e inevitabilmente, cominciano i casini.
Emma è testimone dell'esistenza di un passato che per lui è stato troppo breve e bello, e lo ha lasciato con l'amaro in bocca.
Ethan è semplicemente il ragazzo che è stato capace di farle tremare le ginocchia senza aver mai incrociato i suoi occhi, e che lei, a distanza di anni, ha inserito in una parentesi della sua vita che considera conclusa.
Londra è la meravigliosa città che ospita la vecchia biblioteca che inneschera' i sopracitati casini.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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EMMA


Ethan c'aveva provato in tutti i modi a fermarmi, ma non ci era riuscito.

Prima con quell'abbraccio stritola-tutto, dopo con le parole, poi mettendosi il mio cellulare nei pantaloni, dopo ancora baciandomi sulla bocca, e alla fine bloccando l'uscita con le braccia.
In quell'esatto istante era comparsa dal nulla una tizia che non avevo mai visto prima di allora, ma che sembrava conoscerlo bene, e lui l'aveva stretta forte come tantissime volte come aveva fatto con me, che non avevo trovato nulla di più sensato da fare, a farte scappare via. Gelosissima di quella vicinanza tra i due, dovevo ammertelo, e incazzatissima con me se stessa, perchè avevo appena finito di pregarlo e scongiurarlo di lasciarmi andare via, e mi ritrovavo ad essere arrabbiata e delusa perchè lui aveva abbracciato un'altra ragazza.
Se quella Jane non fosse arrivata...io, io non so per quanto tempo avrei retto ancora.
Più mi implorava di restare con lui, più mi prometteva che insieme avremmo potuto affrontare tutto, e più mi sentivo una perfetta imbecille.
Perchè lo amavo, lo avevo sempre amato con tutta me stessa, ma per una notte un po' più intensa delle altre, mi ero legata a Ricky per la vita, e non potevo tornare indietro in nessun modo.
Quando il mio ex-ragazzo mi aveva minacciato di fargli del male fisico, dopo avermi dimostrato che ne sarebbe stato capace davvero, avevo avuto paura, e quando aveva aggiunto che se mi fossi azzardata a dire a qualcuno di quel subdolo accordo, avrebbe fatto in modo di togliermi mio figlio, io mi ero rannicchiata su me stessa, tremante, e gli avevo promesso che sarei partita con lui. Mi era uscito un filo di voce soltanto, e non sapevo nemmeno dove avessi trovato quell'esigua forza per rispondergli.
Avevo capito che quelle minacce fossero frutto di una mente ormai malata, ma non sapevo che fare...mi sentivo sola contro tutti, e Dio solo sa quanto avrei voluto correre da Ethan, gettarmi tra le sue braccia, raccontargli tutto e lasciare che lui si prendesse cura di me; ma non potevo farlo, non potevo rischiare che Ricky gli facesse del male. Era già accaduto una volta, e anche se tutto sommato se l'era cavata con poco, vedevo fuoco e sangue in quegli occhi che mi ero illusa di riuscire ad amare come i suoi, e avevo paura..non lo avrei sopportato se a Ethan fosse accaduto qualcosa per colpa mia.
E c'era qualcosa in nel tono di voce di Ricky, nel suo discorso, nei suoi gesti e nella sua presa ferrea sul mio polso, che mi inquietava. 
Sarei stata stupida se non gli avessi dato retta, avrei messo a repentaglio la vita di una persona che amavo follemente, più di me stessa, perchè Ricky voleva fargli male, con i fatti. Lo aveva già dimostrato. Era impazzito, e io dovevo davvero essere arrivata, o tornata, ad amare Ethan Harrow più di me stessa, se pur di salvarlo e proteggerlo dal mio ex, ero disposta a sacrificare me stessa.
Lasciare Londra per Amburgo equivaleva a  lasciare l'unico mio vero amore per uno che mi voleva in modo malsano, e mi faceva stare male soltanto il pensiero. Ma se amavo davvero Ethan, dovevo farlo, unicamente per il suo bene. E io lo amavo da morirne. 
Lui doveva stare bene, lui doveva essere felice, lui doveva costruirsi una vita..io e il bambino, ce la saremmo cavata, in qualche modo. Non sapevo come, dato che non mi fidavo minimamente del padre della creatura che mi portavo in grembo, ma in qualche modo avremmo fatto. Magari dopo qualche tempo saremmo potuti scappare, chissà dove, e ci saremmo arrangiati a modo nostro; sarei stata ancora una volta sola contro tutti, sarei stata forte per il piccolo Harry e avrei pianto lacrime amare ogni sera al buio, prima di addormentarmi, quando lui non avrebbe potuto vedermi.. ma non mi sarei piantata un coltello nel petto per farla finita, semplicemente e unicamente per lui. Avrei resitito per quella creatura, perchè non potevo essere così egoista da lasciarla sola, e ogni qualvolta avrei avuto voglia di un abbraccio confortante, di una conversazione leggera e profonda, di un bacio mozzafiato o di un qualsiasi altro piacevole contatto, avrei chiuso gli occhi e ricordato ogni singolo istante trascorso con Ethan a Londra.
Avrei sorriso tra quelle lacrime immaginandomi i suoi occhi, avrei perso la testa per quel sorriso, e avrei bramato i suoi baci sulla pelle più di ogni altra cosa al mondo. Forse non lo avrei più rivisto, o forse, prima o poi, sarebbe riuscito lui a trovarmi..sapevo soltanto che lo avrei aspettato per sempre, fino all'ultimo respiro, e che se pure non fosse mai arrivato, io lo avrei amato lo stesso fino a star male.
Ciò che provavo nei suoi confronti, non riuscivo a controllarlo, nè a spiegarlo, persino definirlo amore per me sarebbe stato riduttivo, perchè era di più, di più di qualunque cosa. E proprio per quel motivo non avevo potuto far altro che lasciarlo, per proteggerlo, per lasciarlo libero. Ricky mi faceva paura.
Ma piuttosto che vivere quella mezzora in biblioteca, con lui che tentava di trattenermi in tutti i modi, e mi stringeva forte al petto, e mi sfidava a toccarlo dove non avevo mai provato il desiderio di toccare nessuno in quel modo (no, con Ricky non lo avevo mai fatto), e mi baciava disperatamente parlandomi con le lacrime agli occhi, e mi prometteva il mondo, e quasi mi spiettellava in faccia che mi amava parandosi davanti alla porta per impedirmi di uscire dalla sua vita.. piuttosto che sopportare tutto quello avrei preferito morire.
Era stato difficile resistere, e avevo abbassato la guardia e tentennato più volte di fronte a quella dolcezza e quella determinazione, ma alla fine ero andata via lo stesso, perchè lo amavo troppo per concedermi il lusso di rischiare. Quella tipa mi aveva reso le cose più semplici, in un certo senso, però quando lui l'aveva abbracciata avevo avveritito una fitta al cuore fino ad allora sconosciuta.
Visto che ero stata io a sgretolare il sogno di un futuro insieme, perchè era chiaro persino ai cechi pur non stando insieme ufficialmente ci amavamo da pazzi, vederlo in atteggiamenti teneri e complici con quella Jane non avrebbe dovuto farmi nè caldo e nè freddo, ma sapevamo entrambi che così non era stato.
Lo amavo talmente tanto, e desideravo il meglio per lui, ma allo stesso tempo, non ero assolutamente pronta a vederlo felice con un'altra. Mi rendevo conto che non lo sarei stata mai, per quanto avessi potuto provare a convincermi del contrario. Volevo che riuscisse a superare la nostra sottospiecie di relazione e andare avanti, ma il solo pensiero che potesse dimenticarsi di me e di quello che avevamo vissuto insieme, mi faceva mancare l'aria.
Quanto mi sarebbe piaciuto essere abbastanza forte e sufficientemente incosciente da provare a tener testa a Ricky e alle sue minacce; quanto mi sarebbe piaciuto rinchiudermi in una bolla e trascinare Ethan con me, lui e basta; quando avrei voluto sussurrargli che lo amavo sopra ogni altra cosa, e che l'unico motivo per il quale mi stavo allontandando andava attribuito proprio al fatto che lo amassi più di stessa. Ma lui a quel punto avrebbe chiesto di sapere di più, mi avrebbe probabilmente legata al suo corpo, perchè avrebbe pensato che sarebbe stato da pazzi lasciarsi così, con tutto quell'amore nel mezzo, e io non avrei saputo dargli torto.
Avrei volutamente disimparato a slegare pure il più debole dei nodi che ci avrebbero tenuti legati...e se gli fosse successo qualcosa a causa mia, se Ricky avesse anche solo provato a sfiorarlo, non me lo sarei perdonata.
Non avevo avuto scelta, e mi ero ridotta a fare che ciò che già a sedici anni avevo promesso di non fare mai. Lasciarlo, abbandonarlo, fargli credere che potevo vivere anche senza di lui.
Ero rientrata a casa correndo, a dispetto delle mie condizioni, con gli occhi bagnati di lacrime, e singhiozzi che probabilmente si udivano in tutta la palazzina, e quando avevo trovato Ricky seduto sul mio divano, con l'aria apparentemente tranquilla e rilassata, non lo avevo degnato di uno sguardo, ed ero corsa in camera da letto, mi ero gettata sul materesso a pancia in giù, e avevo pianto la restante parte di lacrime che ancora serbavo in corpo.
Incurante di tutto e di tutti, avevo bagnato il cuscino come probabilmente avevo fatto tante volte da bambina, come avrei fatto quando avevo scoperto di essere in dolce attesa se Ethan non mi avesse cullato tra le sue braccia; e avevo urlato, disperata a distrutta, di odiare il mondo intero, non solo la gente che lo popolava, ma il meccanismo stesso della vita, perchè l'unica persona che volevo al mio fianco era la stessa che io stessa ero stata costretta ad allontanare.
Piansi così tanto e così incessantemente, che quando non fui più in grado di versare lacrime, avvertii un dolore al petto, un dolore fisico, che entrò presto in competizione con quello emotivo che mi stava divorando da quando i miei occhi avevano smesso di contemplare i suoi. Presi a pugni il materasso fino a quando non mi mancarono le forze per continuare, perchè era tutto così ingiusto..e soltanto quando avvertii la testa girarmi forte per le troppe lacrime, i troppi singhiozzi e le troppe urla strozzate, mi fermai, inerme su quel maledetto letto.
Portai istintivamente le mani sull'addome, perchè non sentivo il piccolino dall'ultima volta in cui Ethan mi aveva accarezzato dolcemente la pancia, e quel semplice gesto mi fece scoppiare di nuovo, questa volta in un pianto silenzioso, che non raggiunse nemmeno gli occhi e mi si bloccò in gola, rendendo difficile persino respirare. Non volevo credere che quelle fossero state le ultime carezze, il solo pensiero mi faceva soffocare.
E se solo non ci fosse stata quella piccola e innocente creatura dentro di me, avrei sul serio preferito morire, piuttosto che sopportare un'esistenza come quella a cui stavo andando incontro.
Quando avvertii dei passi avvicinarsi, per un solo miserissimo istante, il cuore ricominciò a battere forte, facendo tutto da solo, senza il mio permesso, immaginando Ethan che varcava la soglia della mia camera da letto, e senza dire una sola banalissima parola, mi stringeva forte al suo petto, sdraiandosi accanto a me, sussurrandomi che era tutto apposto, che mi aveva sentito urlare nel sonno mentre stava preparando la colazione per entrambi; me lo immaginai mentre mi diceva  che Ricky non era più un pericolo per noi, che non lo era mai stato, e che lui mi amava alla follia, e amava Harry, e mi prometteva che avrebbe provato a renderci felici entrambi. E io gli credevo, con tutta l'anima, mi aggrappavo a lui con tutte le mie forze, e lo baciavo fino a dimenticare persino il mio nome.
Avrei dato tutto ciò che avevo, pur di avere la possibilità di dimostrargli quanto intensamente lo amavo e l'avrei amato per il resto della mia vita.
Ma a entrare da quella porta fu Ricky, e io trattenni il respiro, perchè avevo paura persino che mi si avvicinasse troppo.
" Hai finito di piangere? Maledizione..mi hai fatto venire il mal di testa!" disse sedendosi al bordo del letto
" Però sono disposto a perdonarti se.." infilò le mani sotto la mia maglietta e in un secondo me le sentii sul seno
" Non toccarmi" sibilai, scostandomi con chissà quali misere forze
" Non fare così tesoro...voglio soltanto coccolarti un po'" ritentò, intrappolandomi sotto il suo corpo e prendendomi il viso tra le mani
" Lasciami Ricky" "..non voglio" mi veniva da piangere di nuovo
 Forse, dopotutto, le lacrime non finiscono mai sul serio.
" Non essere timida.." quella voce sin troppo dolce e pacata mi induceva soltanto a voler scappare, ma ero bloccata sotto di lui.
Chiusi gli occhi, per non vedere più nulla, chiendendomi quando eravamo arrivati a tanto. Non mi aveva mai forzato a fare l'amore, non mi aveva mai nemmeno toccato in quel modo, prepotente, lascivo, morboso.
In un attimo avvertii le sue labbra sulle mie, ma le mantenni serrate, mentre lui incombeva sul mio corpo, incurante della mia pancia, con il solo scopo di spogliarmi e fare di me ciò che voleva. Urlai con tutta la voce che avevo, con il solo risultato di farmi abbassare i pantaloni, e quando lo sentii alitarmi sul collo eccitato e affannato, a fatica riuscii a reprimere un conato di vomito. Mi stava facendo male, anche fisicamente.
Se non fossi stata preoccpata per il bambino, avrei lasciato pure che mi uccidesse, tanto non avevo più nulla da perdere..ma reagii solo e unicamente per salvare mio figlio, da suo padre.
Alzai il ginocchio destro e glielo piantai violentemente nel petto, stordendolo per un istante e scappando nel bagno mezza nuda. Lui però fu abbstanza veloce da raggiungermi prima che riuscissi a chiudermi dentro, e mi immbolizzò contro il lavandino.
" Non c'è bisogno di essere violenti per così poco.." sussurrò, spingendomi il bacino contro
" Non mi sfuggirai per sempre, sai? Avremo tutto il tempo del mondo per noi, non appena saremo partiti" avvicinò una mano al mio viso, e io mi girai di scatto per non accogliere quella carezza
" Mi fai schifo" dissi soltanto, pregando Dio affinchè mi lasciasse disperare in pace
" Stai attenta con queste parole...o il tuo caro amico potrebbe pagarne le conseguenze. Mi prudono le mani dalla voglia di ammazzarlo di botte. Tu eri mia, e lui non doveva permettersi nemmeno di guardarti"
" L'ho mollato! Ho fatto come mi avevi detto...che vuoi ancora?" sbottai
" Calmati" mi strinse le spalle "altrimenti, essendo il padre del bambino che porti in grembo, potrei riuscire a fartelo salutare soltanto per cartolina, legalmente. Direi in tribunale che sei una pazza instabile e che non sei nelle condizioni di crescere un figlio e-" non lo ascoltai nemmeno più, non ci riuscivo.
Ricky giocava sul fatto di essere il padre del bambino...se solo non lo fosse stato, non avrebbe saputo con che cosa minacciarmi. Era malato, e io non potevo nemmeno dirlo a nessuno, tantomento all'unica persona alla quale avrei voluto confidare tutto. Chiusa in quel bagno, con Ricky che mi premeva addosso minacciandomi apertamente, le lacrime non che ero capace di ricacciare indietro, e quello sputo di forza che mi consentiva perlomeno di restare in piedi, non desideravo altro che Ethan. Avevo bisogno anche solo di qualcuno che mi stringesse la mano, me lo sarei fatto bastare, a patto che si fosse trattato di lui.
Quella notte dormii poco e male, il più vicino possibile al bordo del letto, con Ricky che mi controllava a vista, nel caso in cui avessi provato a scappare. Avevo tentato più volte di mandarlo via, ma non ci ero riuscita. E quando il lunedì mattina mi svegliai, lo trovai a fissarmi, lo sguardo torbido, e mi costrinsi a chiudere di nuovo gli occhi per fingere di non averlo accanto. 
All'ora di pranzo mi rifiutai di mangiare, non volevo fare la parte dell'addolorata, ma stavo male davvero, e non c'era voluto molto perchè mi si chiudesse lo stomaco. A metà pomeriggio mi constrinsi a bere un succo di frutta, unicamente per il bene di Harry...fosse stato per me, sarei pure potuta morire disidratata. Non me ne fregava niente..dove la dovevo trovare la voglia di vivere con tutto quello che mi aspettava?
Io volevo Ethan e basta, desideravo soltanto annullarmi tra le sue braccia.
Ma avevo persino spento il telefono, perchè sapevo che se mi avesse scritto, non avrei retto, sarei corsa da lui. E non potevo farlo.
A pomeriggio inoltrato Ricky mi accompagnò di sua spontanea volontà dal ginecologo, per controllare che fosse tutto a posto prima di partire, ma io non avevo preso appuntamento con la dottoressa, e pur sapendo che ci avrebbe rimandato indietro senza visitarmi, accettai lo stesso di andare..perlomeno avrei potuto prendere accordi per l'indomani mattina. Rifiutandomi di accendere il telefono, non potevo farlo in nessun altro modo, e prima di partire, volevo assicurarmi che Harry stesse bene. Sì, sarebbe potuto cascare pure il mondo, ma io l'avrei chiamato Harry, perchè lo aveva proposto Ethan, e io lo avrei fatto per lui, anche se sarebbe potuta sembrare una cosa senza senso.
Sospettavo invece che Ricky avesse voluto accompagnarmi in modo tale da far sapere a tutti di essere il padre del bambino, in caso fosse successo qualcosa nelle ore che ci separavano dalla partenza, qualunque cosa.
Come pensavo, la dottoressa riuscì a inserirmi negli appuntamenti dell'indomani mattina, le spiegai a grandi linee la faccenda, con Ricky presente, e lei, pur non sembrando troppo convinta delle mie dichiarazioni in merito, si limitò ad annuire e a consegnarmi un opuscolo in attesa della visita che avrebbe avuto luogo il giorno dopo.  Soltanto quaranta minuti dopo quell'incontro, saremmo dovuti essere in aeroporto. Soltanto quaranta minuti dopo, avrei definitivamente detto addio a Londra e all'amore della mia vita. Non ero sicura di riuscire a sopportarlo.
Tornammo a casa poco prima di cena, Ricky cucinò addirittura per me, provò un tipo di approccio diverso e più umano, ma ormai io non mi fidavo di lui, e restai diffidente per tutto il tempo. Mangiai qualche boccone, nonostante non avessi per niente fame, soltanto per evitare di farlo incazzare..avevo paura di quello che avrebbe potuto farmi se gli avessi fatto perdere il controllo, perciò tentai di compiacerlo, nei limiti del possibile, per proteggermi da un'altra pseudo-violenza a cui non volevo nemmeno pensare. Provavo ribrezzo per lo stesso ragazzo per il quale fino a poco tempo prima, pensavo di provare amore.
Tuttavia, quando con voce sin troppo carezzevole mi disse che saremmo stati bene ad Amburgo, che avremmo trovato di nuovo il modo di far funzionare le cose come prima, e che saremmo addirittura potuti essere una famiglia felice, non riuscii a resistere e sbottai.
" Niente è più come prima, lo capisci o no? Tu non sei più lo stesso, e forse nemmeno io sono più la stessa. 
Non prendiamoci in giro Ricky: io non ti amo, non ti credo, non mi fido, non ti voglio; e tu....a te non importa assolutamente niente del bambino, e mi desideri, ma in modo malato. Non saremo mai felici, io non sarò mai felice come lo sarei stata, come potrei provare a esserlo se tu mi lasciassi decidere cosa voglio fare della mia vita"
" E tu vuoi lui, vero?" non mi fece nemmeno finire...Ethan era un chiodo fisso pure per lui
" Sì, io voglio lui" ammisi, senza peli sulla lingua, tentando per l'ultima volta di farlo ragionare..non sapevo più che fare, ma forse parlargli con calma e sincerità sarebbe potuto servire a smuoverlo, o no?
Io ci speravo ancora; e non so dove trovai la forza di affrontare l'ennesima discussione con lui, ma lo feci, perchè prima di arrendermi, dovevo perlomeno lottare.
" Pensaci Ricky, ti prego. Sei davvero disposto ad accontentarti di una che sta con te solo sotto minaccia? E' questo quello che vuoi?
Non so più come fartelo capire che non voglio stare con te, e che l'unico motivo per il quale domani parto, va attribuito al fatto che amo Ethan...sì, mettitelo in testa, amo Ethan più della mia vita, e lo lascio perchè non riesco nemmeno a sopportare l'idea che tu gli faccia del male per causa mia. Io lo lascio perchè lo amo, perchè tengo di più a lui che a me stessa, e penso che ciò che sto facendo ne sia la dimostrazione più grande. "  "E tu? Tu ti acconteresti di vivere con me, sapendo che sono pazza di lui?
Sopporteresti di sapere che ogni volta che mi stringerai, io immaginerò le sue braccia?
Come reagiresti se ti dicessi che bramerei le sue labbra ogni minuto, e che rischierei di diventare pazza io, a saperlo così lontano?"  continuai.
" Riusciresti davvero a reggere una situazione del genere? Non vorresti anche tu essere amato senza riserve? 
Perchè vuoi me, se io non sono disposta a darti nulla di quello che ogni uomo cercherebbe?...E non venirmi dire che è per via di nostro figlio, perchè questa scusa non ha mai retto e adesso regge ancora meno..perchè non accetti che la nostra storia sia finita? 
Non sei nè il primo e nè l'ultimo a trovarsi in una situazione simile, e okay, la vita non sempre ti riserva ciò che vorresti, ma devi imparare ad affrontarla, a morderla con i denti e con le unghie" parlavo per esperienza personale.
" Non voglio fare la moralista, ma vorrei che sapessi, che ti accorgessi, che nemmeno per me è stato facile...io non lo volevo questo bambino, mi è crollato il mondo addosso quando ho saputo di essere incinta, per non parlare di quando tu te la sei filata. Non sai assolutamente nulla di quello che io ho passato in quei giorni, non lo puoi nemmeno immaginare.. però  alla fine ho accettato la realtà, sono andata avanti, ho imparato a convivere con questa presenza dentro di me, e credimi, adesso lui è l'unica ragione che mi fa restare in piedi...pensi sia stato facile? No, ti assicuro che non lo è stato affatto.. ma ti giuro che se tu decidi di accasciarti a terra e piangere, o di non alzarti più dal letto la mattina, il mondo continua a girare lo stesso. Anche quando le cose non vanno come vorresti."
" Questo significa che anche tu puoi imparare a vivere senza di lui!" constatò
" Non è questo quello che sto dicendo. Il punto è che vorrei che ti rendessi conto di quanto sia sbagliato costringermi a venire con te.
Pensavi che avremmo potuto avere un futuro insieme, ho deluso le tue speranze..benissimo, allora mandami a quel paese, odiami, insultami, rinfacciami quello che vuoi. Ma non costringermi a starti accanto... piuttosto reagisci, esci, incontra gente nuova, e dimenticami"
" Perchè io posso dimenticare te, e tu non puoi dimenticare lui?"
" Perchè è sbagliato il modo in cui ti stai comportando. Perchè tu continui a dire di amarmi, ma il tuo è un desiderio di possesso, e anche se non lo fosse, io non ti ricambio. Invece io e Ethan ci amiamo da entrambe le parti..non c'è ragione di ostacolarci. E se è la faccenda del bambino che ti preoccupa, anche se sinceramente non credo sia questo il motivo della tua ossessione nei miei confronti, ti ripeto che hai e continuerai ad avere tutti i diritti su di lui.
Mi dispiace che sia andata a finire così tra di noi, ma che posso fare? 'Al cuore non si comanda' è il detto più vecchio e banale del mondo, ma non manca un colpo. " gli occhi di nuovo lucidi, gli stavo parlando con il cuore in mano, e speravo con tutta me stessa che lo capisse.
" Quindi perchè non fai uno sforzo per accettarlo e basta? Senza minacce, senza ricatti, senza sudboli accordi...perchè non ci lasci in pace e basta, e non reagisci in modo sano? 
Prendi a pugni un muro se ti va, o urlami in faccia che ti ho rovinato la vita, se ti fa sentire meglio, ma non costringermi a restare con te con la forza. Così non otterrai nulla da me, niente, niente di niente."
Mi sentii una perfetta imbecille, quando senza nemmeno degnarmi di una risposta, Ricky mi prese per un braccio e mi trascinò a letto...era malato, la sua malattia ero io, e non potevo fare nulla per cambiare la situazione.
Cercai di chiudere gli occhi e addormentarmi, ma non ci riuscii e pur di non costringermi a pensare a tutto quel casino, afferrai l'opuscolo che mi aveva dato la ginecologa e cominciai a leggerlo. Scoprii che se avessi fatto l'amore mentre ero in dolce attesa, al bambino avrebbe potuto fare addirittura bene, e pensai che se lo avessi detto a Ethan, avrebbbe rimediato subito.
Solo noi potevamo sapere quante maledette volte ci eravamo trattenuti pensando di far del male a Harry...ma ormai era troppo tardi anche per quello.
Dopo il mio discorso, Ricky si rifugiò in un mutismo fastidioso,e solanto quando terminai di leggere quell'opuscolo, mi accorsi che si era addormentato. Comprensibile, visto che l'idiota aveva trascorso l'intera nottata precedente a controllare che non sgattaiolassi via dal letto.
Di tutta risposta, fu proprio quello che feci quando realizzai che quella era l'ultima sera nella mia adorata Londra. Avrei amato per sempre quella città, come Ethan, come avevo giurato a sedici anni.
Facendo il minimo rumore possibile e senza accendere la luce, infilai una camicetta e un jenas, e dopo un attimo di titubanza, afferrai il cellulare e un golf e mi riversai in strada. Presi per l'ultima volta la 'circle line' fino a 'Momument', di là proseguii a piedi verso il Tower Bridge. Era la zona che preferivo in assoluto dopo Westminster, ma se fossi scesa di fronte al Big Ben, sarei inevitabilmente finita in un vicolo apparentemente cieco, e non potevo permettermelo, quindi scelsi di passeggiare lungo il maestoso ponte sul fiume di Londra.
Tirava un po' di vento, ma la vista del Tower Bridge illuminato nell'ultimo giorno del mese di maggio, mi lasciò senza fiato, come aveva fatto sempre.
Mi sedetti con le gambe penzoloni lungo il ponte, pensando che se in quel momento fossi stata completamente sola, mi sarebbe bastato un niente per perdere il senno e sporgermi di più, per scivolare giù, nel fiume; ma per fortuna avevo una creatura a cui pensare, che mi avrebbe impedito di commettere una simile pazzia.
Di certo la vita non mi sorrideva in quel momento, mi aspettavano giornate, mesi, forse anni,  in cui avrei dovuto sopportare Ricky e le sue malsane idee, la sua pericolosa vicinanza, che ogni secondo mi faceva più paura e più ribrezzo, la sua rabbia, i suoi violenti istinti..non sapevo neppure se la sua ossessione sarebbe addirittura peggiorata. E poi avrei dovuto proteggere da sola il bambino che aspettavo, trovare il coraggio di dirlo finalmente ai miei, fare praticamente un salto nel vuoto lasciando la città che amavo per una che già odiavo, rinunciare a tutti i miei sogni e progetti che includevano Londra,  fuggire dalle uniche braccia che fossero capaci di farmi sentire a casa, e ..sì, sarebbe stato più facile mollare tutto, ma a dispetto delle lacrime che avevo versato e di come mi sentivo, non volevo che si parlasse di me come della ventiduenne italiana, incinta, che si era gettata nel fiume per chissà quale arcano motivo, forse un amore finito male. E ancora meno volevo che qualcuno mi ricoscesse dai ritagli delle foto sui giornali dei mesi precedenti, e arrivasse a Ethan, torturandolo di domande senza risposta e arrivando a pensare chissà cosa. E poi pensavo a lui, alla mia famiglia, a come avrei distrutto tutti buttandomi giù dal mio ponte preferito. Addirittura mi feci lo stesso discorsetto che poche ore prima avevo rivolto a Ricky...anche se mi fossi arresa e mi fossi rifiutata di alzarmi dal letto la mattina, il mondo sarebbe andato avanti lo stesso. E valeva anche per me.
Restai a guardare il fiume sotto di me per quella che mi parve un'eternità, inerme e desolata, sola e disperata, mi rigirai il cellulare tra le mani per un po', prima di decidermi ad accenderlo, vinta dalla voglia di leggere un suo messaggio, perchè sapevo che lo avrei trovato.

Mi manchi (ore 23.59)
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Mi manchi (ore 20.19)
Mi manchi (ore 20.20)
Mi manchi (ore 21.08)
Mi manchi (ore 21.10)
Mi manchi (ore 22.00)
Mi manchi (ore 22.34)
Mi manchi (ore 22.57)
Mi manchi (ore 23.02)
Mi manchi (ore 23.14)

L'ultimo messaggio mi arrivò in tempo reale.
Mi manchi (ore 23.23)
Sospirai sorridendo come una scema, e prima ancora che potessi rendermene conto stavo già correndo verso Westiminster, sì a piedi, e sì, incinta, e sì, in piena notte.
Sapevo che se avessi acceso quel cellulare sarebbe finita esattamente così, ma non c'era ragione, ostacolo, forza o paura che tenesse. Necessitavo delle sue braccia intorno a me, intente a proteggermi anche solo per qualche istante, dal resto di quel mondo malato. Avevo bisogno d'amore, del suo amore, almeno per un'ultima volta.




BUONSALVEEEE!!!
Anche questo è un capitolo molto intenso come il precedente, ma spero che lo abbiate apprezzato.
La mente di Emma è attraversata da pensieri decisamente poco felici, devo ammetterlo.. ma provate a mettervi nei suoi panni!
Spero di aver anche chiarito i motivi per i quali la nostra protagonista ha paura di rivolgersi alla polizia, o anche a raccontare tutto a Ethan..vi siete fatti un'idea di quanto lo ama?
E lui? Con quegli innumerevoli 'mi manchi' riuscirà a convincerla a restare?
Grazie di cuore per tutte le recensioni, davvero, le apprezzo tantissimo..perciò, continuate sempre così ♥♥♥
Un bacione,  e a prestoooooooooo<3<3<3


Ah, lo spoiler!
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" Leggendo un opuscolo che mi ha dato la ginecologa, ho scoperto che fare l'amore fa addirittura bene al bambino" gli confidai, mordendomi il labbro un attimo dopo, perchè mi stavo cacciando in un guaio bello da morire.
Lui fece tanto d'occhi, quasi scioccato, ma l'attimo dopo le sue labbra si incresparono in un sorriso tutt'altro che innocente, e il suo sguardo mi arse viva, tanto che bruciava di desiderio.
" E me lo avresti detto perchè..." cominciò, provocandomi sfacciatamente, mentre si attorcigliava i miei capelli tra le dita. Dio che visione!
" Naturalmente solo a titolo informativo" stetti al gioco, trattenendomi dal sospirare spurodatamente quando lui si passò la lingua sul labbro inferiore
" Così..per pura curiosità" continuai, godendo nel vederlo impazzire per me
I capelli arruffati, gli occhi brucianti d'amore, il sorriso malizioso, e il suo corpo così dannatamente vicino al mio, mi fecero perdere la testa, inducendomi a dimenticare qualunque cosa che non fosse lui. Senza pensarci due volte, mi avventai sulla sua bocca e lo baciai intensamente, dimostrando il perfetto contrario di ciò che avevo appena affermato
***********

A prestoooooooo!!!
Ps. Recensiteeeee <3<3<3
P.ps. Se vi fa piacere, passate dalla mia nuova storia 'cinque giorni'. Grazie in anticipo ♥♥
  
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