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Autore: Suomalainen    19/07/2015    1 recensioni
Un libro.
Una ragazza del tutto normale.
Un ragazzo' all'antica.
Due salti nel tempo, lui per salvarla, lei per cercarlo.
Ma se il destino non fosse così semplice? E la fine non così scontata?
Dal testo:
" «Cosa ci fai qui?»
«Io… Volevo vederti e–»
«Se ti trovano qui sono guai!»
«Non mi importa.» dissi con decisione, non volevo lasciarlo mai più. Lui mi afferrò un polso e mi trascinò dietro una porta, la richiuse alle nostre spalle e mi bloccò con la schiena al muro. «A ME importa. Non potrei perdonarmelo se…» sospirò. Mi lasciò i polsi, mi attirò a sè stringendo le sue muscolose braccia attorno alla mia vita. Mi baciò dapprima lentamente, e poi sempre con più passione. Io ricambiai stringendolo forte a me.
«Mi sei mancata.» mi sussurrò a fior di labbra.
«Anche tu.»
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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7 anni dopo.
 
Ero seduta in prima fila, ormai avevo finito tutte le lacrime e dentro di me c'era solo più rabbia e frustrazione. Non doveva andare così. Non così velocemente e d'improvviso, c'erano ancora un sacco di cose che mi doveva spiegare, come avrei fatto ora? Strinsi l'orlo del mio vestito nero stroppicciandolo un poco. La bara mi passò davanti e io fui la prima a seguirla, sentii attorno a me dei sussurri dispiaciuti e parole di conforto, ma non ci prestai molto caso. Alzai la testa quel poco per vedere facce conosciute tutte attorno a me: Helena, la mia migliore amica, che stava piangendo, alcuni miei vicini di casa che mi guardavano dispiaciuti e poi vidi lui, Lucas, dopo la storia del bacio che mi aveva dato, non c'era stato niente fra di noi: il giorno dopo quando avevo chiesto che cosa eravamo diventati dopo quella famosa sera, lui mi era scoppiato a ridere in faccia “Stai scherzando vero? Io l'ho fatto per scommessa, neanche morto avrei baciato una come te. Pensavo l'avessi capito dopo che non ho mai risposto ai tuoi messaggi.” Mi aveva spezzato il cuore e me l'aveva calpestato più e più volte. E ora eccolo lì che mi guardava con aria triste e compassionevole, distolsi subito lo sguardo; adesso avevo 20 anni e allora ne avevo 13, ma i suoi occhi facevano ancora un certo effetto e questo mi faceva davvero arrabbiare. 
 
Ero seduta sul divano accanto a mia madre, davanti a noi l'esecutore testamentario (e amico della nonna) stava iniziando a leggere il testamento:
Lascio la casa, i miei gioielli e tutti i miei averi a mia figlia Rosmary Anita Cartier e a mia nipote Cassidy Octavia Cartier che potranno usarli nel modo che ritengono più giusto. A quest'ultima lascio anche il mio antico libro rilegato, sperando che non si perda fra le sue infinite pagine.” L'uomo smise di leggere, chiuse il testamento e mi diede il libro, avvolto in un panno di velluto rosso scuro. Non lo guardai neanche, lo poggiai sulle ginocchia «Grazie.»
Stringemmo la mano all'uomo «Condoglianze, mancherà a tutti.»
«Grazie James.» rispose mia madre facendolo uscire e chiudendo la porta alle sue spalle.
Venne a sedersi accanto a me e mi fece passare un braccio attorno alle spalle «Va tutto bene?»
«Non so.»
«Mi dispiace.»
«Non doveva andare così.»
«Mi dispiace.»
Eravamo entrambe distrutte. La nonna era entrata per un normale controllo all'ospedale e da lì non ne era più uscita. 
«Tesoro io dovrei andare… Ma se non te la senti di rimanere sola posso restare un'altro po'.»
«No, vai pure! Io me la cavo da sola.» tolsi il panno di velluto, scoprendo la copertina in cuoio del famoso libro: a caratteri quasi illeggibili vi era scritto “Il Libro dei Libri". Aprii una pagina a caso, ma l'inchiostro era quasi sbiadito e non si riusciva a leggere bene.
«Io allora vado!» mia madre mi diede un bacio sulla fronte «Ci vediamo presto.»
La guardai salire sul taxi che l'avrebbe portata all'aeroporto e la salutai agitando la mano ancora una volta.
Adesso ero rimasta sola. 
Presi il libro, feci le scale di corsa e mi chiusi in camera, magari se mi fossi concentrata su quel misterioso lascito della nonna mi sarei distratta da tutti gli avvenimenti. 
Aprii la prima pagina e vi trovai una lettera quasi ormai distrutta e illeggibile “Sir Dippet, le lascio questo— speran— uso. Segua attentamente le istruzioni e mi raccomando non ci si perda.” Ma cosa cosa diavolo voleva dire? Perdersi? In un libro? Forse al tempo di quella lettera "non ci si perda" avrà voluto significare "non perdere il libro". Sì, sicuramente era così. 
Mai, e dico MAI, legg— voce: ritorni inattesi ci attendono. Ma soprattutto mai scr— cos—. Indietro— torna.
La lettera finiva così e non si capiva niente. Le parole mancanti purtroppo erano quasi quelle più importanti per dare un senso a tutto. Se la nonna fosse stata qui, tutto sarebbe stato più semplice, magari avrebbe potuto spiegarmi come funzionava o che cosa dovevo farmene di quel vecchio e inutile libro. 
Chiamai Helena: «Hai voglia di venire un po' qui? Mi sento sola.»
«Dammi due minuti.»
 
«Allora? Come stai?»
«Male. Come dovrei stare scusa?»
«Era solo per chiedere…» alzò le mani come per scusarsi e poi aggiunse «Lo sai che la nonna non avrebbe voluto vederti così vero? Lei ti avrebbe detto che la morte non è nient'altro che un altro viaggio in un posto sconosciuto.»
«Lo so, ma è difficile.» le feci un sorriso tirato e stanco, apprezzavo il suo tentativo.
«Comunque guarda cosa mi ha lasciato!»
«Il libro di cui mi ha parlato?»
«Proprio quello! Mi diceva sempre che un giorno mi avrebbe spiegato molte cose e che me lo avrebbe poi dato.» dissi con un filo di malinconia nella voce «Ho trovato questa nella prima pagina!» passai la lettera a Hel «Ma non si riesce a capire nulla!»
«Istruzioni per l'uso?! Dai, ma tutti sanno come si legge un libro, mica devi seguire delle istruzioni! Secondo me questo era uno scherzo!» prese il libro e lo aprì a caso «Ehm… Hel? Cosa vuoi fare?»
«Leggere qualcosa!»
«Io penso che non dovremmo farlo.»
«Hai paura? È un libro Cassie! Cosa vuoi che ti capiti?!»
«Se la nonna lo ha lasciato a me ci sarà stato un motivo no?» iniziavo ad arrabbiarmi, senza neanche un apparente motivo. In realtà anche io ero curiosa di sapere il contenuto di quel libro, ma volevo essere sola, in modo da sentire la nonna il più vicino possibile. 
«Oh, ho capito. Ascolta, ci vediamo domani a scuola o quando sarà… Magari starai un po' meglio e passeremo sopra a questa storia.» Hel era frustrata, prese la borsa e se ne andò lasciandomi sola, con il libro appoggiato sulla scrivania. 
Passai una buona mezz'ora a fissare il nulla, con mille pensieri per la testa e un sacco di domande senza risposta. Mi cadde nuovamente l'occhio su quel libro "Oh non fare la stupida Cassidy!" Mi sedetti sul letto a gambe incrociate e presi il libro: le prime pagine erano completamente illeggibili e probabilmente anche in una lingua a me sconosciuta, visto la presenza di lettere inesistenti nel nostro alfabeto, così decisi di partire dal fondo, magari riuscivo a capire qualcosa.
«E la strega pronunciò “Invoco colui che salvandolo ti salverà” e gettò nel fuoco della polvere…» lessi ad alta voce «Tutto qui?! Uno stupido libro di fiabe?» chiesi al libro come se quasi mi aspettassi una sua risposta. Stupida. Pensavo davvero che potesse accadere qualcosa leggendo quel libro? Che potesse apparirmi la nonna per dirmi che sarebbe andato tutto bene? Che stupida. 
In quel momento lo udii. Arrivava da sotto, dalla cucina probabilmente, un rumore di qualcosa che sbatteva "Che diavolo sta succedendo?" Avevo paura a scendere, ma presi una mazza da baseball che mi aveva regalato mia madre per il mio dodicesimo compleanno in una mano, il libro nell'altra e scesi sotto. Il rumore proveniva dal ripostiglio vicino alla cucina e appena mi avvicinai un po' il rumore cessò. Afferrai la maniglia con la mano "3…2…1… Via!" Aprii la porta di scatto e qualcosa mi finì addosso facendomi cadere a terra di schiena «Ahia!»
«Chi siete?» ci misi un attimo a capire che la cosa che mi era caduta addosso in realtà era una persona in carne ed ossa e che mi stava puntando una spada contro. 
«C-cosa ci facevi nel mio ripostiglio?» chiesi quasi tremante. 
«Mi avete invocato voi strega! E ora parlate! Dove mi trovo??» non riuscivo a vederlo in faccia, aveva un elmo che lasciava intravedere solo gli occhi di un insolito color azzurro. Cercai di divincolarmi e così facendo dovetti lasciare andare il libro che attirò l'attenzione di quell'uomo «Il libro!?» abbassò la spada e mi aiutò ad alzarmi «Siete una custode?»
«Cosa?» non capivo più nulla, una custode di cosa? L'uomo davanti a me si sfilò l'elmo e si presentò «Io sono Liam Stephen Ebenruth. Siete in pericolo?» non era un uomo, ma un ragazzo più o meno della mia età, ed era bello, bello da far male: aveva i capelli biondi e gli occhi azzurrissimi che non lasciavano trasparire alcuna emozione, proprio come se fossero stati di ghiaccio. 
«In pericolo? Io? N-no!»
«E allora perchè mi avete invocato?» era arrabbiato e tanto. 
«Io non ho invocato proprio nessuno!»
«Avete letto il libro!»
«E allora? Non potevo?»
«Sí ma non avete letto le istruzioni prima?»
«Ehm... Più o meno.» come facevo a leggerle se erano ormai sbiadite dal tempo. 
«Che idiota. E adesso io sono bloccato qui perchè una bambina ha deciso di giocare con un libro. Brava complimenti!»
«Non l'ho fatto apposta okay?»
«Non mi interessa se non l'avete fatto apposta! Il problema rimane.»
«Hai solo da andartene. Nessuno ti trattiene.»
«Ma non capite che finché non porto a termine la mia missione io non vengo riportato indietro dal libro? Ma visto che non esiste alcuna missione dovrò rimanere con voi purtroppo.»
«M-mi dispiace.»
«In che anno siamo?»
«2015, Stati Uniti d'America.»
Il ragazzo fece una smorfia e guardò la sua spada, sembrava pensieroso «Cerchiamo di far funzionare la cosa finché non troveremo una soluzione. Starò con voi per un po'»
«Smettila di darmi del voi. Io sono Cassidy e sono un tu.»
«Il voi è una forma che uso quando non voglio avere niente a che fare con le persone, quando le voglio tenere a distanza. VOI siete una di queste dopo il pasticcio che avete combinato.» poi sbadigliò sonoramente «Ora posso andare a riposarmi? I viaggi nel tempo stancano parecchio.»
Lo guardai con odio, avrei trovato il modo più veloce possibile di rimandarlo indietro, ma nel frattempo decisi che non ne avrei parlato con nessuno, nemmeno con Helena, di questa storia. Avevo già fatto abbastanza disastri così. 
«Abbiamo una stanza degli ospiti che puoi usare.» e lo precedetti su per le scale, davvero convinta che nel giro di qualche ora tutto sarebbe finito e che io avrei ripreso a vivere esattamente come prima la mia vita, dimenticandomi di tutto.
Quanto mi sbagliavo. 
 
 
Hei Gente! Allora cosa ne pensate? Chi sarà in realtà questo Liam? E come si evolveranno le cose tra loro? Mi sa che dovrete continuare a seguire la storia per scoprirlo, so stay tuned! ;D
Un bacio a voi tutti, 
Suomalainen. 
 
  
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