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Autore: pikychan    19/07/2015    1 recensioni
Questa fanfiction comincia da Lucinda.
Ora ha tredici anni e anche quest'anno parteciperà al Gran Festival.
Poco prima della finale però conoscerà una ragazza che sembra conoscere Ash. Questa decide di ripartire per trovarlo.
Preoccupata per le sorti della ragazza ne parla con la sua amica Zoey.
...
"...Non ti piacerebbe rivedere Ash?"
...
Le consiglia di ripartire con questa ragazza, ma Lucinda è confusa.
Che cosa farà alla fine?
{Pearlshipping and Elettricshpping}
[AshxLucinda and CamillaxLem]
Genere: Demenziale, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ash, Lucinda, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon: Le mie fanficition sulla pearlshipping'
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Calem viaggia con i nostri eroi?

 

“Ma scusate, voi pensate di poter sparire così come se niente fosse?” li rimproverava Camilla con le braccia sui fianchi e aria critica.

La mattina gli altri si erano spaventati non vedendoli. Allora grazie all'inespresso senso calmo, scrupoloso e investigativo della ragazza mora avevano setacciato tutto il Centro Pokèmon. Così avevano trovato i due amici addormentati. Erano seduti su quelle stesse sedie che avevano sfruttato per vedere le stelle. Poi alla fine non avevano visto nessun'altra stella cadente e senza troppe spiegazioni devono essersi addormentati.

“Mi sa che ci hanno beccati, eh Lucinda?” emette Ash mortificato. Si sfrega la fronte, intento l'amica però continua a dormire. È appoggiata alla spalla del ragazzo, non sembra proprio dar cennò di svegliarsi.

“Siete incredibili, tu Ash oggi hai anche l'incontro! Chi sa come siete stati scomodi a dormire seduti!”

Non era proprio nelle intenzioni di Camilla, ma le sue urla svegliarono la blu. Subito aprì gli occhi piano e pigramente, ma mano a mano che vedeva sempre più chiaramente l'amica mora fece quasi un salto e aprì gli occhi di scatto. Si mise a balbettare dicendo che poteva spigarle tutto e che era stata solo sua l'idea.

La ragazza mora si mise a ridere dicendo quanto fosse buffa l'amica. Dopo una reazione così non ce la faccio ad arrabbiarmi. Lucinda non sapeva se esserne contenta o meno.

Serena guardò lei e Ash. Sorrideva, ma a stento. Più che altro il suo sguardo risultava rassegnato. Ammetteva la sconfitta? Ma no! Sconfitta di cosa poi? Qui non stava gareggiando nessuno... o almeno è quello che Lucinda e Ash pensavano. Pensare che i due neanche si erano accorti dell'amica che li guardava...

Dopo colazione si diressero alla palestra. La lotta non durò moltissimo. Come previsto Ash riuscì a vincere con facilità, ma non perchè il Capopalestra fosse debole. L'allenatore stava affinando sempre più la sua tecnica. E poi aveva molto spesso il vantaggio del tipo e non era una cosa da sottovalutare.

Al pomeriggio erano già ripartiti. La prossima tappa era Luminopoli. Ash avrebbe dovuto sfidare Lem nella sua palestra. In effetti l'idea di sostenere una battaglia con il proprio compagno di viaggio per ottenere una medaglia gli sembrava strano, ma avrebbe dovuto pensarlo fin dall'inizio quindi non era così importante. In fondo non era poi così strano.

Il tragitto da compiere era lungo. Molto lungo. Non avevano pensato di portare con loro scorte extra di acqua e faceva molto caldo. La piccola Clem sudava un sacco. Diceva di aver sete, proprio non ce la faceva a proseguire. Il fratellone le disse di portare pazienza ancora un po', ma quando disse così la bambina gli urlò che aveva sete e male ai piedi e il ragazzo sobbalzò per la sorpresa. Se la sorella iniziava a lamentarsi dopo che era arrivata allo stremo non sentiva ragioni.

Si erano fermati tutti. Lucinda era preoccupata. Già era difficile per loro, immagina per una bambina come Clem... almeno ci sarebbe voluta un po' di acqua, ma nei paraggi non c'era un fiume...

“Tieni” disse qualcuno tendendo una bottiglietta d'acqua. La bimba guardò perplessa prima la bottiglietta e poi lui.

La biondina non fu l'unica a rimanere sorpresa. Anche gli altri si fecero perplessi. Era un ragazzo. Carino, come pensarono le ragazze...

Sì, era proprio lui! A Lucinda era venuto un colpo... il ragazzo della Torre della Megaevoluzione...

Serena sorrise. Impossibile dire perchè.

“Calem!” esclamò poi la ragazza castana.

“Lo conosci?” chiese Camilla curiosa.

“Sì, è il mio vicino di casa” rispose all'amica. Poi si rivolse a lui e gli disse che non sapeva si fosse messo in viaggio. Lui le rispose che ormai viaggiava da due mesi e che aveva già quattro medaglie, ora stava andando a Luminopoli.

“Grazie” sorrise la piccola prendendo la bottiglia.

“Prego” sorrise a sua volta il ragazzo. Si rivolse agli altri e si scusò per essersi intromesso, ma rivelò di avere una sorellina e per questo non riusciva a rimanere impassibile davanti a una bambina in difficoltà.

Lucinda era arrossita. Era molto imbarazzata, quel ragazzo era veramente gentile. Non era stato solo un caso. La blu si augurava davvero che nessuno si fosse accorto delle sue guance... la ragazza si era messa senza accorgersene a guardare Calem. Esattamente come la prima volta che si erano incontrati. Non se ne accorgeva, al contrario di lui che se ne accorse. E le sorrise. A quel sorriso Lucinda sorrise impacciata cercando di essere gentile, ma in realtà stava morendo di vergogna e arrossendo sempre di più. Che si ricordasse di lei? No, si erano sono incontrati... anzi scontrati. Eppure lei si ricordava di lui. È anche vero però che se fosse stato un altro forse non se ne sarebbe neanche accorta. Quel ragazzo era così gentile. Un principe moderno... argh! Di nuovo!

Ash li guardò. Un po' di irritazione... sì, traspariva. Il suo sguardo si era un po' spento. Era logico pensare il nuovo ragazzo non gli stesse tanto simpatico. Serena lo notò e gli chiese se andava tutto bene. A quel punto l'amico si riprese e disse sorridendo che stava benone.

“Calem, visto che anche anche tu vai a Luminopoli che ne dici se ci andiamo tutti inseme?” propose Ash.

Tutti erano stupiti. Conoscevano Ash e lui non era decisamente il tipo da fare questo genere di proposte. Camilla lo guardò senza farsi notare. Il suo sguardo era serio. Lei aveva capito subito che qualcosa lo turbava. Qualcosa che neanche lui sapeva. Tuttavia l'amico era decisamente unico nel suo genere, molti scappano quando percepiscono il pericolo. Lui è ostinato ad andare fino in fondo. Non sarà un po' masochista come cosa?

Riuscirono a convincere Calem. Ripresero il viaggio verso Luminopoli. Calem aveva appena scoperto che Lem era il proprio il Capopalestra della città. Disse che se l'avesse saputo sua sorella sarebbe stata gelosa. A quanto pare era una grande fan di Lem e dei suoi Pokèmon.

“Lo sai Calem, non ho mai incontrato tua sorella nonostante il fatto che siamo vicini di casa” disse Serena cogliendo l'occasione per parlare della misteriosa sorella del ragazzo.

“Questo perchè i nostri genitori sono separati, lei vive a Luminopoli coi nostro padre” rispose lui.

Lucinda ascoltò interessata. Incredibile come le cose siano complicate. A un primo sguardo non si direbbe mai, neanche al secondo se è per questo. Riprese a guardare in avanti. Forse tendente al basso. Era pensierosa. Chi sa come poteva essere la sorella di Calem. Non se la immaginava proprio. Tanto per cominciare aveva la loro età? Era più grande o più piccola? Beh, forse più piccola considerando che poco prima aveva detto che Clem le ricordava la sorella...

“Sei pensierosa” l'affianco l'amica mora.

“Per niente” la guardò con la coda dell'occhio la blu. Possibile che Camilla capisse sempre ogni cosa? Eppure non si direbbe né alla prima, né alla seconda, né alla terza volta. Invece l'amica era decisamente un tipo attento e intuitivo.

“Sai Lucinda, mi dispiace molto, noi non parliamo più sinceramente come una volta” continuò incrociando le mani dietro la testa.

L'amica davvero non capiva perchè così all'improvviso avesse detto una cosa del genere. Però in effetti era vero, da quando erano con Ash e gli altri si confrontavano poco.

“ricordi quando sei caduta nella fontana? Oppure quella volta che la madre di Serena ci ha ospitato a casa sua? Bei tempi...” continuò.

L'amica castana era stata sempre all'oscuro del fatto. Domandò a Lucinda se era vero, anche se non dubitava delle parole di Camilla. Così le tre cominciarono a parlare del passato ricordando anche quando erano state a Luminopoli. La mora ricordò anche che era stato lì che aveva incontrato Lem per la prima volta, facendolo arrossire. Non se lo aspettava.

La castana invece affermò di aver incontrato per la prima volta Lucinda all'interno della Boutique-Chic-à-Porter e la blu fece un sorriso imbarazzato al ricordo di quello che era successo.

“A proposito Lucinda, dopo ci facciamo un salto?” le chiese Serena.

“Non penso proprio ci potrò rimettere piede...” rispose lei ancora sorridendo imbarazzata.

Serena non capiva bene, comunque non fece ulteriori domande. Si ricordava che in quell'occasione Lucinda era scappata urlando qualcosa e che dalla foga aveva dimenticato la cuffia. Tuttavia non ricordava cosa avesse effettivamente urlato...

I ragazzi erano finalmente arrivati in città. Avevano impiegato ore. Erano tutti stanchi e il sole era sempre più cocente. Ash voleva davvero combattere? Dopo tutto sarebbe stata la sua seconda lotta della giornata. Magari avrebbero potuto aspettare il giorno successivo e passare la notte al Centro Pokèmon.

“Finalmente! Dai Lem, andiamo alla palestra!” disse tendendo le braccia al cielo.

“Aspetta un attimo Ash, è impensabile con questo caldo, le palestre non hanno neppure l'aria condizionata” spiegò Camilla.

L'allenatore fece una faccia mezza offesa e riabbassò le braccia. Non era giusto, il caldo aveva rovinato tutto.

Lem disse che c'erano vari bar a Luminopoli e che quindi potevano andare a uno di quelli. Tirò fuori dallo zaino una guida. I ragazzi restarono sorpresi nello scoprire quanti posti ci fossero nella città. Scelse Camilla, tra tutti i caffè fece mentalmente la conta e poi scelse. Andiamo qui! Disse. Al Caffè Elisio.

“Ah, qui non ci sono mai stato...” commentò il ragazzo biondo. Non era proprio convinto, non sapeva se prezzo, servizio e cibo erano buoni.

“Dai fratellone! Meglio così, no?! Così vediamo com'è!” esclamò Clem.

I ragazzi si diressero verso quel bar. Non fu per niente difficile raggiungerlo, con la guida di Lem si mossero brillantemente per le varie via della città. Lucinda ricordava come fosse stata dura la prima volta. Aveva dovuto girare un sacco e chiedere indicazioni. Camilla non era nemmeno riuscita a raggiungere lo studio dei videochip, chi sa se avrebbe chiesto di andarci.

Arrivati al caffè in piazza Rosa si stupirono di vedere che l'intero edificio era dominato dal colore rosso. Perchè non costruirlo in piazza Rossa a questo punto? O meglio, se proprio dovevano farlo tutto di un colore perchè non farlo rosa? Almeno sarebbe stato in pan-dan con tutta la via.

Nei tavoli all'aperto c'erano sedute due o tre persone per tavolo. Naturalmente anche sedie e tavolini erano rigorosamente rosse. I ragazzi rimasero quasi a bocca aperta. L'amico con gli occhiali aveva dichiarato di non conoscere quel posto, ma a guardarlo così si direbbe fosse molto popolare.

Decisero di entrare. All'interno, un bancone rosso, altre sedie rosse e muri rossi... che originalità... altro rosso! Il proprietario doveva amare quel colore.

“Posso esservi utile?” disse qualcuno parandosi davanti a loro. Era un uomo. I suoi occhi trasparivano un odio glaciale. Aveva una barba lunga e folta di colore rosso pel di carota, anche i capelli erano dello stesso colore.

“Vorremmo ordinare a questo bar se è possibile” disse Calem con i suoi soliti modi gentili.

“Sono spiacente, ma il bar sta per chiudere” disse ancora l'uomo. Ma chi era? Non aveva l'aria di essere un cameriere... e poi come il bar stava per chiudere? C'erano ancora un sacco di persone...

“Scusi, ma lei chi è?” chiese la piccola Clem curiosa.

“Sono Elisio, il proprietario di questo caffè” si presentò.

Ecco svelato il mistero. Elisio, proprietario del Caffè Elisio, rigorosamente rosso come la sua barba e i suoi capelli. Che originalità!

Arrivò una ragazza. Mora, capelli corti, vestito decisamente inusuale. I suoi occhi erano azzurri come quelli di Elisio, ma al contrario suo non sembravano giudicare o sprezzare niente e nessuno.

Si chiamava Diantha. Non approfondi la sua presentazione, però dalla discussione era emerso che sia Ash che Calem erano allenatori di Pokèmon.

“Forse un giorno capiterà l'occasione di sfidarci” concluse facendo un occhiolino a tutti e due. Lucinda stavolta non provò alcun tipo di irritazione. Questa volta era diverso, intanto la ragazza era molto più grande, poi il suo occhiolino sembrava quasi un lancio amichevole di sfida. Nessun interesse nascosto. Nonostante la blu l'avesse capito i due si stupirono molto, soprattutto Ash.

Alla fine la ragazza misteriosa se ne era andata e i ragazzi uscirono a mani vuote. Al caldo. Troppo caldo, sudavano già. La bimba bionda chiese dove sarebbero andate ora e Camilla propose di andare allo studio dei videochip. Ash non ne parve però molto contento. Sappiamo bene a cosa puntava lui.

Lucinda era molto irritata dal comportamento dell'amico. Cos'era quell'atteggiamento? Era angosciante, anche perchè per buona parte del tragitto Ash camminò a testa bassa. E se la blu non avesse detto qualcosa non avrebbe neanche smesso.

“Ash ho un'idea, perchè non vai ad aspettare davanti alla porta della palestra che qualcuno ti apra?” disse in tono severo. Vederlo così le scocciava un sacco. Loro erano sempre in viaggio per lui, se qualche volta volevano divertirsi non gli era concesso?!

Il ragazzo alzò la testa confuso. Ci mise un po' per capire cosa effettivamente avesse detto l'amica. E quando l'ebbe capito si offese all'istante. Dall'altra parte Lucinda non aveva detto nulla di carino. Era arrabbiata. Giustamente, ma non si può negare fosse arrabbiata.

“Guarda che io non ho chiesto un tuo parere Lucinda!”

Il ragazzo biondo che camminava un po' più indietro lì implorò di non litigare, ma loro non lo ascoltarono neanche. La mora invece che camminava più avanti si fermò e si voltò. Ma cosa stava succedendo?

Tutti ormai si erano fermati. I due si guardavano in cagnesco. Qualsiasi proposta di pace non sarebbe stata accolta.

“Sai che ti dico? Ci vado davvero davanti alla palestra, sempre meglio che doverti sopportare!” disse voltandosi e camminando via.

“Bravo! Così non ci dobbiamo portare dietro uno che tiene un muso lungo come la proboscide di un elefante!” gli urlò la ragazza amplificandosi la voce con le mani.

“Non ti sento!” concluse il ragazzo sarcastico facendo un cennò della mano mentre si allontanava sempre più.

“Antipatico!” disse lei facendogli la linguaccia, anche se ormai era ben lontano.

“Lucinda...” le arrivò Serena di fianco. Le avrebbe volto chiedere se voleva seguire Ash, anche se in realtà non avrebbe voluto. Quello che avrebbe voluto ricevere era una risposta negativa da parte dell'amica. Tuttavia non ebbe in coraggio di chiederglielo.

Quando sentì il richiamo Lucinda si rizzò in piedi. Fece trasparire il suo stupore. Forse l'amica credeva che fosse stata troppo dura. Forse voleva consigliarle di far pace... davvero era stata così dura?

Si intromise Camilla dicendo raggiante di andare. Aveva detto che gli sarebbe passata presto. Così invogliati dal sorriso raggiante della ragazza procedettero.

 

  
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