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Autore: caith_rikku    26/02/2005    7 recensioni
Malinconissima fan fiction dal punto di vista di Narcissa Malfoy...un punto di vista che non è decisamente dei più rosei... Scritto in un momento di tristezza...siate clementi...
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva una stretta al cuore, mentre li guardava, mentre guardava quelle due figuri dai capelli bianchi, dagli occhi argentei

Aveva una stretta al cuore, mentre li guardava, mentre guardava quelle due figuri dai capelli bianchi, dagli occhi argentei...

Un groppo alla gola le bloccava il respiro ed un'intensa voglia di urlare la soprafava.

Ma come sempre, non avrebbe urlato. Avrebbe ritrovato la calma, la freddezza che si addiceva ad una Lady della famiglia Black, alla sposa composta di un Malfoy al quale non sapeva se era legata per una passione adolescenziale o per la scelta di suo padre.

Avrebbe ritrovato la lucidità che i suoi occhi perdevano quando li guardava insieme, quando sembravano la stessa identica persona in due grandezze diverse.

Provava orrore.

Aveva sposato un diavolo dall'aspetto etereo, dai surreali capelli biondi, gli occhi argentei e la pelle così liscia e bianca da sembrare marmo.

Aveva creato la sua fotocopia, con gli stessi ideali, con la stessa aria dell'angelo dannato.

Con orrore sapeva che la sua creatura si sarebbe ribellata quando sarebbe diventato abbastanza grande da vedere quanto era orribile non essere se stessi. Avrebbe capito quanto era orribile essere un manichino a cui avevano fatto indossare vestiti uguali al padre, degni di un Malfoy, e a cui avevano inculcato ideali ristretti dei maghi a sangue puro.

E così, il suo sguardo, lo sguardo della sua giovane creatura, avrebbe mostrato lo stesso orrore che mostrava lei. Avrebbero avuto lo stesso sguardo, lo stesso sguardo di chi reprimeva la ribellione che circolava nelle vene per l'attaccamento a qualcosa di ignoto della vita che faceva.

 

-Madre...posso portarmi un falco, ad Hogwarts?-

La sua creatura, quel bambino che a settembre avrebbe frequentato il primo anno ad Hogwarts, con la voce ancora bianca, i lineamenti ancora infantili, la guardava aspettando fremente una risposta.

Lei annuì appena, mentre un sorriso malinconico le si dipingeva in volto.

La sua creatura, quell'angelo dannato in miniatura, tornò verso il padre con passo fiero.

Il suo diavolo, il suo lucifero, le lanciò un'occhiata possessiva prima di portare la sua piccola copia dentro il negozio di animali.

 

Quasi con nostalgia ricordava come, appoggiata all'ampio petto marmoreo del suo diavolo, dopo la prima notte passata insieme, mentre ascoltava il cuore, pensava al loro futuro.

-Voglio tenere in grembo tuo figlio...- gli aveva sussurrato, baciandolo.

Lui le aveva passato una mano tra gli ondulati capelli neri e l'aveva guardata con indifferenza, come se la cosa non lo riguardasse, -come vuoi...- le aveva risposto in tono neutro. Poi l'aveva baciata di nuovo, possessivamente, con forza, lo stesso bacio che si ripeteva all'infinito.

E da quel giorno lei si era immaginata il suo bambino. Se l'era immaginato come in effetti la sua creatura era diventata: la fotocopia del padre.

Ma ora che l'amore era passato, l'infatuazione adolescenziale aveva lasciato posto alla lucidità, alla consapevolezza...e si accorse di aver creato un bellissimo mostro.

Di aver sposato un bellissimo mostro.

 

La sua creatura sarebbe stata marchiata prima di capire dell'erroe che stava facendo?

Avrebbe seguito il Signore Oscuro?

 

Camminando con il passo nobile, lo sguardo fiero, era arrivata in prossimità del negozio di animali quando vide il suo diavolo, il suo angelo dannato, uscire dalla porta senza la sua creatura dietro.

Lo guardò in modo neutro, con i suoi occhi azzurro intenso che una volta sembravano così vivi ma che ora erano uno specchio per la propria tristezza interiore.

Il demone le si avvicinò e le sfiorò appena il mento, velocemente. Non la toccava mai quando non erano nella loro camera da letto, soli.

-Non devi essere triste...- sibilò lui, con voce imperiosa.

Non era un consiglio...era un ordine.

Lei continuò a sostenere il suo sguardo senza il minimo cenno di aver sentito ciò che il diavolo in terra le aveva appena detto.

Lui inclinò appena la testa, inarcando le sopracciglia, scocciato.

 

In quel momento la sua creatura uscì dal negozio con una gabbia che tendeva ad essere più grande di lui. Lei sorrise appena, intenerita.

Si accucciò vicino a lui, raccogliendo appena la lunga veste rossa, a sistemargli la cravatta che portava al collo.

Lui sembrò per un momento infastidito da quelle attenzioni, ma dopo i suoi occhi gelidi si riempirono di un affetto che non avrebbero mai mostrato davanti al padre.

-Come chiamerai il tuo falco, tesoro?- Domandò, accarezzandogli velocemente la guancia, sfiorandolo appena.

Il ragazzino, così dannatamente simile ad un angelo, scrollò le spalle.

Come poteva far vedere che gli interessava una cosa tanto futile agli occhi del padre?

-Scegli tu, madre...- disse freddamente, con voce neutra.

-Quando andiamo a casa, tesoro...mentre prepari il baule per Howarts...- rispose lei con dolcezza, alzandosi elegantemente.

 

Ripresero a camminare per le vie affollate di Diagon Alley e la gente che li vedeva lanciava veloci occhiate rispettose o disgustate.

Ed era così che la gente vedeva quel trio: due diavoli, due viscidi serpenti dannatamente belli, con i lineamenti puri, e la bambola che stava nel mezzo, dai lunghi capelli neri e gli occhi così azzurri e così poco argentei...

una bambola triste ammaliata dal diavolo ed incapace di uscire dalla sua tela.

 

...il dolore al cuore mi perseguita per anni, mio angelo dannato...

...il mio cuore duole fino a farmi urlare ogni volta che guardo dentro ai tuoi occhi, ogni volta che torno ai momenti passati insieme, ogni volta che riscopro di amarti...

...Il mio cuore brucia perchè io so che non sei fatto per stare con me...

....Ma sei diventato una parte di me....Il demone che mi protegge...

  
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