POV'S ANASTASIA
Fui dimessa dall'ospedale tre giorni dopo.
I dolori erano miracolosamente quasi scomparsi, ed io non vedevo l'ora di poter ritornare a casa.
Mentre eravamo in macchina mi ricordai improvvisamente di Gail e Prescott, e la paura si insediò in me.
Christian se ne accorse.
-Ehi.- Disse. -Ana, che succede?-
-Gail e Prescott? Loro...ecco, loro stanno bene?-
Avevo paura della risposta.
Christian si incupì.
-Gail è ritornata a casa, così come Prescott.- Rispose. -Sono state drogate, ma per fortuna la dose non è stata mortale.-
-Oh, grazie a Dio.- Sospirai.
-Si, Taylor ha detto che Gail sta già abbastanza bene, ma vorrei ancora concederle qualche altro giorno di ferie.-
-Si, certo. È molto meglio così. E Prescott?-
-Dovrebbe stare bene anche lei.- Borbottò.
-Oh...-
-L'ho licenziata, Ana.- Disse.
-Che cosa? Perché?-
-Perché per colpa della sua disattenzione tu sei stata rapita.- Digrignò i denti, e sapevo che stava cercando di non dare sfogo alla sua rabbia.
-Oh..- ripetei.
-Non voglio ritornare sull'argomento. Da ora in poi sarai protetta solo da persone affidabili.-
-Non ti arrabbiare, ti prego.- Sussurrai.
Lui mi guardò ad occhi spalancati, poi mi fece accomodare sulle sue ginocchia.
-Non sono arrabbiato.- Sussurrò.
Prima ancora che potessi dire qualcos'altro, però, un altro pensiero mi colpii.
-Jonathan!- Esclamai.
Che fine aveva fatto?
-Chi?- Chiese Christian, inarcando un sopracciglio.
-È un uomo! È stato catturato anche lui da Jack, dov'è?-
-In prigione.- Borbottò. -Proprio dove deve stare.-
Impallidii.
No, non è così che doveva andare.
-Ma lui mi stava per aiutare a scappare.- Dissi. -Mi ha dato da mangiare, e non mi ha neanche sfiorata. Ti prego Christian, ha una famiglia!-
-Ana, quell'uomo ha aiutato Jack a rapirti.- Christian strinse i pugni. -E comunque si è costituito da solo. Io non centro nulla questa volta.-
-Perché?- Sussurrai.
-Credo che si fosse pentito.- Mormorò. -E così ha scelto di pagare per le sue azioni.-
-Ma ha una famiglia..- ripetei. -Se ha fatto quello che ha fatto è perché gli servivano dei soldi.-
-Non è di certo una scusa, questa.- Sbottò. -Se aveva bisogno di soldi poteva benissimo cercarsi un lavoro come qualsiasi altra persona normale.-
Abbassai lo sguardo.
Anche se mi dispiaceva, Christian aveva ragione.
-Ana.- Sospirò. -Non pensarci troppo. Te l'ho detto, ha preferito lui costituirsi, ed è meglio così.-
-Sei ancora più comprensivo di quanto pensassi.- Sorrisi.
-Tu credi, Mrs.Grey?-
-Si, Mr.Grey. Lo credo eccome.-
-E...Jack?- Chiesi titubante.
Christian mi guardò impassibile, poi il suo volto si illuminò.
-È morto, Ana. Non ci darà mai più alcun problema.-
-Davvero?- Chiesi, con le lacrime agli occhi. "Oh, grazie a Dio!"
Non era bella esultare per la morte di qualcuno. Ma se qualcuno era Jack...beh, in quel caso c'era l'eccezione alla regola.
Christian sorrise leggermente. Poi mi accarezzò la gamba e disse: -sei pronta a tornare a casa?-
Fissai la porta dell'ascensore a disagio, ma feci un profondo respiro e dissi: -Si, sono pronta.-
Christian mi prese per mano, e insieme salimmo sull'ascensore.
Tutto quello che era successo mi fece vacillare leggermente, ma Christian fu subito accanto a me.
La casa era perfettamente pulita, ed esattamente come me la ricordavo, e la sera vennero a trovarci tutti.
-Ana! È così bello vedere che tu sia ancora viva!- Gridò Kate, correndomi incontro.
Mi stritolò tra le sue braccia.
-Kate, non respiro così.- Scherzai.
Lei allentò la presa, ma non mi lasciò.
-Ho avuto così tanta paura...- sussurrò.
-Ne ho avuta anch'io..- Le confessai. -Ma ora sto bene. È tutto passato.-
-Mi sento così in colpa.- Esclamò, con le lacrime agli occhi. -Tu eri qui da sola, ed io dovevo fermarmi a dormire, magari, o invitare te a casa mia, e invece...-
-Va tutto bene, Kate.- La rassicurai. -Non è colpa tua. Non pensiamoci più, per favore.-
-Si, certo. Scusa Ana. Sono solo felice di rivederti.-
Le sorrisi calorosamente.
Ad uno ad uno tutti vennero ad abbracciarmi.
Dopo Kate, anche Jose mi strinse tra le sue braccia, e notai che a Christian la cosa non dispiacque.
Poi ci furono Elliot, Mia, Grace, Carrick, Bob, mia madre, Ray e infine Christian.
-Al ritorno di Anastasia.- Disse Elliot, alzando il fragile bicchiere di vetro.
-Ad Anastasia.- Esclamarono tutti gli altri, all'unisono.
Arrossii.
Non mi piace essere al centro dell'attenzione, ma ricambiai i brindisi con tutti.
-Bentornata a casa, Ana.- Disse Kate, con le lacrime agli occhi. -Ti stavamo aspettando.-
-Già.- Mormorai. -Sono a casa.-
E non potevo esserne più felice.
Christian mi afferrò il mento e mi costrinse a girarmi verso di lui, prima che le nostre labbra si unissero in un bacio dolcissimo.
-Bentornata a casa, Mrs.Grey.- Disse, con una luce brillante negli occhi. -Non lascerò mai più a nessuno farti del male, te lo prometto.- Mi baciò il naso.
Avevo vissuto un'esperienza di puro terrore.
Credevo che sarei morta e che non avrei mai più rivisto nessuno della mia famiglia.
E invece eccomi qui: circondata da puro amore.
Questa è la vera felicità.
~FINE~
ANGOLINO AUTRICE:
Eccoci giunti al termine di questa breve storia!
Spero sinceramente che vi sia piaciuta!
Ci tengo ancora una volta a ringraziarvi di cuore, non solo per avermi seguito, ma anche per avermi supportato!
La prossima storia che ripubblicherò sarà: cinquanta sfumature di cambiamento(parte 1), che avevo già pubblicato tempo fa, ma che per alcuni problemi non ero riuscita a concludere, e così dovetti cancellarla.
A chiunque interessasse domani troverà il primo capitolo online!
Grazie ancora!!