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Autore: Prue786    20/07/2015    0 recensioni
“Io…” il giovane aumentò la stretta alla testa, respirando un po’ a fatica “Non…” scosse piano il capo, reprimendo un’imprecazione “È assurdo, ma non ricordo.” [...] “...non ricordo il mio nome...”
Genere: Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9. Chi sei?

 

“Ehi?” Andrew inarcò un sopracciglio di fronte all’assenza di risposta; il ragazzo di fronte a lui aveva lo sguardo perso nel vuoto.

“Sarà normale?” Pensò lanciando un’occhiata alla porta “Forse dovrei chiamare qualcuno…”

Tornò a fissare Matthias e si schiarì la voce.

“Ehi, Matthias? Ci sei?... Matt!” Esclamò alzando la voce.

Matthias sobbalzo e scosse la testa “Che diavolo urli? Ci sento benissimo!” Sbottò nervoso.

“Ah, beh, se lo dici tu.” Andrew mosse qualche passo indietro, portando la mani sui fianchi, e lo scrutò con attenzione “Non ti senti bene? Vuoi che chiami il…”

“Chi sei?”

Andrew spalancò gli occhi “Cosa?”

“Chi sei?” Domandò ancora Matthias, impassibile “In questi giorni ho visto la vecchia, il tuo vecchio e te… quand’è che arriva David?”

Il giovane Wilson sbatté velocemente le palpebre, fissando un punto sul letto “Ti ho detto che ci vogliono…”

“Balle!” Esclamò Matthias stringendo un pugno “David non arriverà mai perché io non conosco nessun David! … Chi diavolo sei?” Sibilò a denti stretti.

“Matthias, cerca di calmarti.” Andrew si avvicinò al giovane con un sorriso tirato “Sei quasi svenuto in corridoio… riprenditi prima…” Posò una mano sulla spalla dell’altro “Riposa un…”

“Cazzate!” Urlò Matthias allontanando bruscamente il braccio di Andrew, che indietreggiò.

“Quella sera…” Continuò il moro con tono più pacato “… ero davvero ubriaco… se solo quegli stronzi avessero mantenuto la parola, non me ne sarei andato via così presto…  e anche tu eri completamente zuppo, vero?” Domandò fissando Andrew “Fottutamente zuppo!”

“Forse è meglio se chiamo mio…”

“Scappi ancora? Anche davanti all’evidenza?”

Matthias poggiò un piede a terra e aggrappandosi alla testiera del letto riuscì ad alzarsi.

“Ormai ricordo chi sono. Il punto ora è: chi diavolo sei tu?”

Andrew fece un passo verso la porta “Non agitarti, ora…”

“Chi cazzo sei?” Urlò l’altro afferrandolo per un braccio e facendolo voltare.

Andrew rimase in silenzio davanti all’espressione furiosa del ragazzo.

“Perché mi hai portato qui? Perché diavolo mi hai raccontato stronzate? Eh?” Continuò a domandare dando uno spintone ad Andrew “Allora? Cos’è, non sai che altre balle inventarti? Eh, figlio di papà?” Matt lo spinse di nuovo e il giovane Wilson strinse i pugni, accigliandosi.

“Se mi tocchi ancora…” sibilò piano.

“Se ti tocco ancora cosa?”

Matthias lo afferrò per la maglia “Che cosa mi fai? Cosa?” Urlò prima di strattonarlo ancora.

“Ti ho detto di piantarla…” Andrew gli si avvicinò di scatto “Ne ho le palle piene di te!” Sbottò spingendolo con forza. 

Matthias arretrò di qualche passo prima di cadere a terra, con aria sorpresa.

Il moro fissò il pavimento, digrignando i denti “Bugiardo… sei solo un fottuto bugiardo.” Sibilò Matthias; fece leva sulle braccia ma dovette arrendersi, rimanendo seduto a terra. “Porca…” Si sentì afferrare un braccio e con uno scatto cercò di divincolarsi.

“Ehi, falla finita, voglio aiutarti.” Borbottò Andrew sollevandolo da terra. “Te l’avevo detto di startene buono.”

Matthias ritornò a sedersi sul letto e lanciò un’occhiataccia a Wilson. “Fottiti! Sei solo un racconta balle.”

“Sì, hai ragione: sono un racconta balle.” Il volto di Andrew era privo di espressione.

“E quando…” Matthias inspirò con una smorfia di dolore “Quando mi sarò ripreso ti spaccherò la faccia!”

Andrew fece spallucce “Basta che lo fai fuori di qui.” Continuò a fissare Matthias, non riuscendo a nascondere un mezzo sorriso.

“Sì, sì, come dici tu, figlio di papà!”

“Vuoi che ti ributti a terra?” Andrew sbuffò e si sedette sul letto “Non pensare che sia stata mia l’idea di raccontarti cavolate!”

“Chi altro lo sa?”

“Solo mio padre, gli altri si sono dovuti accontentare di una parte di verità.”

“Perché?

“Cosa?”

“Perché tutte queste cazzate? Perché non hai chiamato un’ambulanza e fine? Perché…” Il giovane socchiuse la labbra, scattando in avanti “Dove sono le mie cose? Il cellulare, il portafogli, dove…?”

“Tranquillo, non è stato toccato nulla; sono nello studio di mio padre.” Andrew fece un segno con la mano in direzione della porta “Il cellulare si è spento nella caduta, credo…”

Matthias annuì senza dire nulla.

“Quindi ora ricordi tutto?”

L’altro annuì ancora.

“Sei sicuro?”

“Certo… perché sono qui?” Il moro alzò lo sguardo su Andrew, che sospirò.

“La sera che… beh, sì, che abbiamo avuto quel cazzo di incidente, avevo bevuto…” Wilson fece una smorfia “Ero completamente ubriaco e quando ti ho visto a terra la prima cosa a cui ho pensato è stata di nasconderti… di non far vedere niente a nessuno… e stava arrivando gente.” Una risata nervosa “Neppure fossi stato un cazzo di omicida… ma tu non eri cosciente e…” Andrew passò una mano sul viso, prima di lanciare una rapida occhiata a Matthias, che lo stava fissando.

Il giovane schiarì la voce, spostando lo sguardo “Non so neppure come sono riuscito a fare tutto così in fretta… ero fuori di me… e ti ho caricato in macchina, sui sedili posteriori, e sono andato via di lì…” Inspirò profondamente, torturandosi le mani “Non… non lo so perché… ma lo fatto… se ci ripenso, avrebbero potuto fermarmi… ubriaco e con una persona incosciente in macchina… da urlo… e poi come un’idiota ho chiamato mio padre.”

“Tuo padre…” ridacchiò Matthias “Logico… e patetico.”

L’occhiataccia di Andrew non fermò il ragazzo che continuò a sghignazzare “Beh, avrei dovuto immaginarlo… quindi è stato lui a mettere in scena questa recita?”

“Sì… tu non ricordavi nulla e ci sarebbe voluto un po’ prima che ti riprendessi…”

“E a nessuno è venuto in mente che la fottuta verità sarebbe stata più gradita?” Matthias fissò Andrew ma non vi fu alcuna risposta “Che razza di racconta balle…”

“Non ti ho mentito su mio fratello…” borbottò il giovane.

“Bella consolazione…”

“E tu?”

“Cosa?”

“Hai parlato di esser stato minacciato… e di avere una sorella…”

“Ah…” Un ombra passò velocemente nello sguardo di Matthias. Il giovane scosse la testa “Li conoscevo solo di vista, quei tre bastardi… neppure ricordo i loro nomi, e non per colpa tua!”

L’espressione confusa di Andrew lo fece sospirare. “Avevo appuntamento con un paio di amici, che non si sono fatti vivi… al contrario dei tre tizi che mi hanno… uhm… strapazzato… bastardi… in tre contro un ubriaco.”

Matthias fece una smorfia “Cercavano i miei amici, suppongo avessero qualche conto in sospeso…”

“Del tipo?”

“Oh, solite idiozie, un po’ di erba non pagata.” Matthias fece spallucce mentre Andrew annuì piano.

“Hai un bel giro di amicizie:”

“Già…” sussurrò piano il moro distogliendo lo sguardo “Ehi, Andrew, hai un telefono? Devo chiamare casa.”

 

   
 
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