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Autore: WannaBeLoved    20/07/2015    0 recensioni
Nicole è lo yin.
Michael lo yang.
Sono opposti ma complementari e destinati a rimanere insieme fino alla fine, per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yin & Yan – Sabato, 7 Marzo

Dopo il forte abbraccio che mi diede quel ragazzo, mi sentii per la prima volta al sicuro dopo tanto tempo passato da sola.
Mi disse che si chiamava Michael, Michael Clifford. Niente di più. Era un perfetto sconosciuto ma in quel momento avevo sentito il bisogno di piangere. Ero esplosa come una supernova. E lui mi aveva accettata.

<< Ti va di parlarne? >>, mi chiese. Avevo asciugato le mie lacrime e dopo essermi rialzata, con il suo aiuto, ci eravamo spostati in cucina.
Casa sua era enorme e a 3 piani. Perciò dal terzo piano, dove era situata la sua camera da letto, ci eravamo spostati al piano terra dove era situata la cucina. Quest’ultimo vano si sviluppava in longitudine ed era piuttosto grande e fredda. I mobili erano tutti neri, con le maniglie argentate e dei piani di marmo bianco. Al centro vi era una lunga tavolata di legno nero con sei sedie, dello stesso materiale del tavolo.
Mi porse un bicchiere d’acqua e io lo accettai. Ne bevvi un sorso, << No.. >>, mormorai. 
<< Okay, nessuno ti obbliga >>, mi rassicurò. Prese anche lui un bicchiere d’acqua e poi si sedette di fronte a me. << Posso almeno sapere perché l’hai fatto? Perché hai finto di essere una prostituta? >>, mi chiese, << Per caso, t’interesso? >>.
Gli lanciai un’occhiataccia << Hey, per me sei un perfetto sconosciuto. Vacci piano >>.
Bevve un sorso d’acqua anche lui << Anche tu lo sei >>.
Ci fu un attimo di silenzio e poi gli chiesi, << A proposito, come mai hai questa casa così grande? >>.
Lui fece spallucce << Beh, ad essere sincero sono cresciuto in una famiglia benestante. E’ tutto merito dei miei genitori. Poi faccio il manager, quindi anch’io sono messo bene economicamente >>, ammise. Alzò lo sguardo e i nostri occhi s’incrociarono << E i tuoi? Che lavoro fanno? >>.
<< Non sono affari tuoi >>, sputai.
Lui rise << Okay, miss simpatia >>.
Feci un respiro profondo e presi a parlare, quasi esplosi come avevo fatto poco prima ma senza piangere, << Grazie per quello che hai fatto, okay? I-io.. so di essere una perfetta sconosciuta. Insomma, sai solo che il mio nome è Nicole come io so che il tuo è Michael. Proprio perché non ti conosco, non mi va di parlarti delle mie cose personali >>.
<< Lo sai che certe volte ci si confida meglio con gli sconosciuti? Loro non giudicano come farebbe un migliore amico >>, buttò lì. Lo osservai per un attimo e capì che aveva perfettamente ragione. Non importa se ti confidi con la tua migliore amica o con tua mamma. Chiunque ti conosce, giudica e lo fa senza pietà.
<< Se vuoi il mio aiuto >>, riprese lui, << e so che ne hai bisogno >>, precisò, << Almeno dimmi come posso aiutarti >>.
Lo guardai di nuovo. Lo guardai come si guarda una torta in pasticceria. Lo volevo. Naturalmente non in quel senso ma avevo bisogno di lui per sopravvivere.
<< Uhm >>, mormorai << Io non ho soldi. Non conosco nessuno qui. Non ho un lavoro e riesco a malapena a pagare l’affitto di una topaia in periferia. H-ho bisogno, almeno, di un lavoro. Al resto penserò dopo.. >>.
Mi sorrise, un sorriso che mi rassicurò per qualche secondo. << Okay. Vedrò come aiutarti. Puoi lasciarmi il tuo numero di telefono? >>, mi chiese. Mi diede il suo iPhone nero e digitai il mio numero sulla tastiera, salvandomi nella sua rubrica. Poi gli ridiedi il telefono e mi alzai dalla sedia.

Afferrai la mia borsa nera e mi sistemai i capelli scompigliati. Michael mi fece strada come un vero galantuomo fino alla grossa porta bianca. << Hai bisogno che ti accompagni da qualche parte? >>, mi chiese. Io feci cenno di no con la testa.
L’aria fuori era fresca e io la respirai come se non lo facessi da anni. Mi voltai per salutarlo un’ultima volta. Michael era lì, appoggiato con la spalla sinistra sulla porta. Aveva i piedi scalzi, un paio di jeans neri e una canotta bianca. Mi stava fissando con quei grossi occhi e i capelli neri scompigliati. << Beh, grazie di tutto >>, mormorai.

Lo salutai con la mano e feci per andarmene ma lui mi fermò.
<< Nicole >>, mi chiamò e io mi voltai. << Posso farti una domanda? >>, mi chiese.
<< Si, certo >>.
<< Perché hai scelto proprio me? >>, mi chiese. Io gli rivolsi un sorriso, forse il primo dopo tempo.
<< Sei stato la prima persona gentile che io abbia incontrato fino ad ora >>.


Hello people! Ho ricevuto due recensioni che ho molto apprezzato e mi hanno spronato a continuare il racconto. Per non parlare delle visualizzazioni..
GRAZIE e GRAZIE. Spero di ricevere ancora recensioni :) Fatemi sapere cosa ne pensate.
  
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