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Autore: Stefs    20/07/2015    1 recensioni
Questa storia parla di un'amore devastante, un'amore doloroso, un amore alla Black, l'unico amore che Sirius Black poteva provare per Marlene Mckinnon.
Dal testo:
[...]Nella sua mano destra era ancora presente la bacchetta . Le mani piene di sangue così come il suo labbro. Arrivò anche James e, prima che potesse anche solo sfiorare il suo amico, quest’ultimo si era già avvicinato al corpo senza vita della ragazza. Lo sollevò e lo strinse contro il suo petto. Le labbra sfiorarono la fronte di lei mentre la mano destra le accarezzava i capelli come spesso aveva fatto in alcune notti gelide a Hogwarts.
Quel giorno fu l’unico di tutta una vita passata insieme in cui James Potter vide Sirius Black piangere.
Quel giorno fu l’unico in cui Sirius Black bramò vendetta. [...]
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Marlene McKinnon, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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He was drunk of her 

L’uomo, sin dalla sua nascita era sempre stato sospeso su un filo. Quel filo era tanto fragile quanto importante e fondamentale per la sua esistenza. Quell’apparente sciocco oggetto era la vita umana. Una vita piena di emozioni belle e brutte, dolci e amare, felici e tristi, una vita destinata a finire.
Molti pensavano che l’uomo fosse nato per morire, pessimisti.
L’uomo era nato per vivere a pieno ogni giorno della sua vita, viverlo come se fosse l’ultimo perché quel filo tanto sottile era anche imprevedibile e poteva rompersi in qualunque momento, facendo precipitare chiunque  in un baratro oscuro e infinito chiamato morte.
Questo filo nel 1978 si spezzava frequentemente, ormai nessuno teneva più conto di tutti gli omicidi commessi in quell’anno. Sirius Black lo sapeva e insieme ai suoi amici cercava in ogni modo di contrastare questo massacro. Il giovane Black era uno dei pochi che ancora credeva in una futura pace. Si ripeteva che la speranza fosse l’ultima a morire e amava il modo utilizzato da Marlene Mckinnon per ricordarglielo.
Sfortunatamente però, il 19 Novembre di quello stesso anno, il filo della Mckinnon si spezzò e insieme, a quello anche tutto il desiderio di libertà di Sirius Black.

Erano da poco passate le 22.00 e James e Sirius si stavano dirigendo da Marlene per avere il rapporto e darle il cambio per quella notte. Sirius era così entusiasta di poterla rivedere. La loro non è mai stata una storia stabile, probabilmente non era mai stata nemmeno una storia ma entrambi sentivano il bisogno di starsi accanto.
Entrarono in casa, la porta era stranamente aperta e nessun allarme si azionò al loro passaggio.
Era tutto insolitamente calmo. Nel salotto era ancora presente la tazza di thè che Marlene beveva per scaldarsi. Sirius si guardò intorno e la chiamò, James fece lo stesso ma non ottennero nessuna risposta.
In quella casa regnava il silenzio. Ronzava nelle orecchie di Sirius come un rumore fastidioso , come se volesse dirgli che qualcosa non andava. Salirono su per le scale cercando Marlene in ogni stanza. Il primo ad arrivare alla camera da letto di ‘Lene fu Sirius.
Era sempre stato Sirius.
Aprì la porta e lo scenario davanti a se gli fece gelare il sangue nelle vene.
Marlene stesa sul tappeto, immobile, priva di vita. I suoi occhi verdi erano ancora aperti e sembravano quasi per scoppiare in lacrime.
I segni di lotta erano evidenti. Nella sua mano destra era ancora presente la bacchetta . Le mani piene di sangue così come il suo labbro. 
Arrivò anche James e, prima che potesse anche solo sfiorare il suo amico, quest’ultimo si era già avvicinato al corpo senza vita della ragazza. Lo sollevò e lo strinse contro il suo petto. Le labbra sfiorarono la fronte di lei mentre la mano destra le accarezzava i capelli come spesso aveva fatto in alcune notti gelide a Hogwarts.
Quel giorno fu l’unico di tutta una vita passata insieme in cui James Potter vide Sirius Black piangere.
Quel giorno fu l’unico in cui Sirius Black bramò vendetta.
 
Nonostante James fosse famoso per il coraggio mostrato durante i frequenti scontri con i Mangiamorte, in quel momento il giovane aveva timore di avvicinarsi all’amico.
Certo, era capitato altre volte di averlo sostenuto e di avergli dato conforto, ma mai per un’occasione come quella.
Lentamente si avvicinò al migliore amico e gli mise una mano sulla spalla. Lo sguardo di Sirius era al contempo disperato e desideroso di vendetta.

“L’hanno uccisa Ramoso, hanno ucciso ‘Lene, la mia ‘Lene…”

Sussurrò guardando l’amico, sollevandosi in piedi sorreggendo ancora il corpo della giovane donna, adagiandolo sul morbido materasso che più volte quell’anno avevano condiviso.
La parte più devastante nel perdere una persona cara è accettarlo. Sirius stava affrontando quel momento prima del previsto e non con ottimi risultati sicuramente.

“ Io li ammazzo tutti James! Non m’importa chi è stato ad ucciderla, io voglio che la finiscano con questi morti e se l’unico modo è ucciderli, lo farò io stesso con immenso piacere.”

Stringeva il pugno destro con tanta forza da far sbiancare le nocche. Il viso era rivolto verso il corpo di Marlene, steso accanto a lui. Le accarezzava lentamente il viso mentre parlava con James. Voleva vendicarla, voleva dar pace a quella sete insaziabile che si stava lentamente impadronendo di lui. Sapeva quanto fosse sconcertante per James la vendetta, ma sperava che fosse per una volta d’accordo con lui.
Questo però, sfortunatamente per Sirius non accadde. James aveva degli ideali ben delineati e odiava con ogni cellula del suo essere la vendetta.

“La vendetta non ci rende differenti dagli assassini, in entrambi i casi si  uccide per il piacere di vedere una persona morire”

Quando sentì le parole del suo migliore amico, il giovane Potter si irrigidì e lo guardò con disapprovazione, tanto da pensare di iniziare a somigliare a Remus.

“ Non dire sciocchezze Sirius. Non sei uno di loro, non puoi ucciderli tutti. Il nostro compito e catturarli, ci penseranno poi i dissennatori.”

Sirius odiava quando James cercava di essere ragionevole, odiava quando faceva l’uomo con la testa sulle spalle, che manteneva la calma anche nei momenti più critici. Sirius era certo, abbastanza da scommetterci la vita, che se al posto di Marlene ci fosse stata la Evans, lui non avrebbe assolutamente reagito così.
Alle parole di James grugnì ignorandolo e posò le labbra su quelle di Marlene per un’ultima volta. Erano fredde e senza vita e questo rattristò ancor di più Sirius che prese coscienza della sua morte definitivamente.
 
Quella fu una delle scene più tristi a cui James aveva mai assistito.
Sapeva del forte sentimento che Sirius provava per Marlene ma non sapeva che fosse così profondo. Era triste per il suo migliore amico e non sapeva davvero cosa dirgli.
Non era tipo da pensare che un abbraccio e qualche parola dolce avrebbero risolto la situazione. Quelli servivano solo alle persone che risorgevano solo in occasioni di lutto per mostrare la loro velata falsità.
James sapeva che Sirius doveva solo chiudere gli occhi e ricordare Marlene nei momenti più belli passati insieme.
Poco dopo si ritrovarono fuori a camminare insieme. Fecero pochi passi ma sembrarono un’infinità dato il silenzio intorno a loro. Improvvisamente James si fermò e posò la mano sulla spalla di Sirius facendolo voltare.

“Questa notte ti copro io. Tu vai a casa, parla con Lily. Marlene era una sua amica e vorrà sapere che le è successo. Io rimarrò qui fino a domattina. Ti farà bene parlare con lei Felpato.”

Sirius accettò quella proposta ma dentro di sé sapeva che non sarebbe tornato a casa Potter.
I pub a quell’ora erano perfetto per coloro che avevano qualcuno da onorare. Quando James si fu smaterializzato, Sirius si infilò in una delle tante strade della piccola cittadina e finì nel pub ‘red roses’ famoso per i suoi abbondanti bicchieri di scotch.
Lì più volte Sirius aveva portato Marlene a bere qualcosa con lui. Si sedette al loro solito tavolo e ordinò due scotch.
Non parlò con nessuno in quel bar, in realtà non conosceva nemmeno il nome della cameriera dai capelli d’ebano che era solita servirlo.
I bicchieri arrivarono e Sirius li buttò giù come se fossero acqua.
Ne ordinò un altro e poi un altro e un altro ancora fino ad arrivare a perdere completamente il conto di quanto avesse bevuto.
Sprofondò nel comodo divano dove si trovava e mentre sorseggiava quello che probabilmente era il decimo bicchiere iniziò a vagare nei ricordi ripescando i più felici, quelli ad Hogwarts, quando la sua Marlene si chiamava semplicemente Mckinnon, almeno per lui.

 
Sirius aveva sempre amato le fresche giornate di Maggio, era uno dei mesi che preferiva. Lo stress era palpabile nell’aria e lui si divertiva a infastidire uno dei suoi più cari amici mentre cercava di assimilare nozioni già presenti nella sua testa.
Il caro buon vecchio Lunastorta infatti era la mente del gruppo, colui che dava le direttive dei piani meglio articolati di quella piccola banda, il ragazzo che preferiva rimanere sconosciuto quando si rubava l’alcool o il cibo dalle cucine.
Quel giorno Sirius era proprio alla ricerca di quel ragazzo. Aveva cercato in tutti i luoghi che più lo affascinavano, la foresta, il lago, era entrato persino in biblioteca! Tutto per trovare quella mente criminale che era il suo adorato Remus.
Finalmente, quando ormai si stava per stufare, lo vide seduto su una panchina qualche metro oltre l’ingresso del castello. Con passo  furtivo si avvicinò a Remus facendolo sobbalzare dallo spavento nel sentirsi sfiorare la spalla.

“Sirius! Ma che ti prende? Vuoi farmi morire prima dell’esame?!”

Remus lo sgridò, ma poi entrambi scoppiarono a ridere. Sirius per poco non cadde in terra e Remus cercò inutilmente di continuare a leggere. Era davvero incredibile come quei due riuscissero a ridere tanto dopo un evento così sciocco.
Improvvisamente però quel momento di ilarità finì.
Davanti a loro infatti passò Marlene Mckinnon e Sirius, che era palesemente attratto da lei, scattò in piedi e la segui.
Riuscì a raggiungerla e a circondarle le spalle con il braccio, facendola rallentare.

“Mckinnon, che fai? Cerchi di imparare l’impossibile anche tu?”

Chiese accennando al libro tra le mani di Marlene il quale tutto era tranne che un libro scolastico.

“Se tu puntassi gli occhi sul libro, Black, capiresti che è solo una lettura leggera, per uno svago che non sia distruggere la scuola.”

Disse guardandolo negli occhi rivolgendogli un sorriso ironico. Continuò a camminare sciogliendo quello che in realtà doveva essere l’inizio di un possibile abbraccio.

“Sai, ci sono altri svaghi oltre alla lettura,Mckinnon”

La malizia usciva dalle labbra di Sirius tramutata in parole riservate solo alla sua Marlene. La giovane Grifondoro si fermò e puntò gli occhi contro quelli di Sirius, mentre un sorriso divertito spuntava sulle sue labbra rosate.

“Non ci riuscirai Black, ho altri interessi per ora.”

Disse Marlene, liquidando Sirius il quale si fermò guardandola andar via con occhi interrogativi. Come faceva quella ragazza a sfuggirgli sempre?

 
Un sorriso amaro spuntò sul viso di Sirius mentre ripensava a uno dei loro tanti incontri.
Marlene rendeva sempre le cose difficili ma interessanti. Prima riusciva a stringerla forte, e poi se la faceva scappare in un secondo come se in realtà fosse solo un fantasma.
Il bicchiere si riempì nuovamente e il liquido ambrato scese lento all’interno della bocca del ragazzo. Quello con Marlene era un gioco, erano i due estremi di una molla ormai rotta.
Strinse il pugno, Sirius, e bevette un altro bicchiere di scotch sprofondando di nuovo nei ricordi.

 

“Ci scopriranno lo sai questo vero…?”
 
“Che cos’è la vita senza qualche rischio, Mckinnon?”
 
Le labbra di lei, i suoi ansimi, i gemiti, le unghie conficcate sul proprio corpo, i capelli arruffati e l’odore di proibito che somigliava tanto al profumo di lei.
Ecco cosa faceva andare fuori di testa Sirius.
Loro due da soli, in un ripostiglio, i loro sospiri erano impercettibili ma allo stesso tempo assordanti. Le labbra si muovevano esperte nel corpo di lei, sfiorò ogni centimetro di pelle stringendola forte a se.
L’amava, amava respirare la sua stessa aria, amava sentirla ansimare a causa sua, a causa delle emozioni che gli provocavano le sue mani, il suo corpo.

“Sirius…”

“Marlene…”

I loro nomi, pronunciati sommessamente. I loro corpi che oramai si muovevano insieme, sincronizzati, veloci.
Le loro labbra che si cercavano, baci intensi coronavano quelle frequenti riunioni. Le mani di lei gli accarezzavano la schiena, la graffiavano dopo ogni movimento più forte. Quelle di lui invece la stringevano. Una sui fianchi, l’altra sui capelli, l’accarezzavano con desiderio, come se fosse la loro ultima volta.
L’aria veniva a mancare ma non importava a nessuno.
Sirius la strinse a se e con un gemito spezzato entrambi raggiunsero l’apice. I loro bacini rallentarono e i baci del ragazzo divennero dolci. I capelli gli ricadevano sul viso coprendo gli occhi.
Marlene invece sorrideva appagata da quelle sensazioni incredibili.
Era un momento meraviglioso, c’era la passione e il desiderio e l’amore tra due ragazzi destinati a stare insieme, ancora troppo immaturi per poterlo capire.
I loro respiri si stavano regolarizzando quando Sirius sentì dei passi familiari muoversi rapidi sulla pietra. Sgranò gli occhi e subito iniziò a vestirsi passando a Marlene le sue cose.

“Presto vestiti Mckinnon, non vorrai farti vedere così da Gazza! Potrei diventare geloso.”

Sorrise malandrino mentre l’aiutava a rivestirsi.
Ecco, questo era uno dei rischi che Sirius avrebbe volentieri evitato quando infrangeva le regole. Aprì leggermente la porta senza badare a Marlene che litigava con la zip della gonna.
Gazza sembrava scomparso, dovevano assolutamente approfittarne. Si presero per mano e corsero via ridacchiando soddisfatti di quella piccola malefatta che avrebbe fatto imbestialire il custode
.
 
Quella volta Sirius si divertì talmente tanto che il solo ricordo riuscì a strappargli uno dei suoi sorrisi che sarebbero diventati rari in futuro.
Il bicchiere si riempì di nuovo ma non riuscì a berlo.
Quei ricordi facevano male e se bere significava ricordare, almeno per quella notte non avrebbe più bevuto.
Si alzò, lasciò qualche banconota sul tavolo e uscì dal pub dirigendosi a casa di Marlene, dove tutta quella tragedia era iniziata.
Quando aprì la porta rivisse le stesse emozioni di poche ore prima. Salì le scale e sperò di non trovare il corpo della sua amata sul letto, dove l’aveva posato poco prima.
Rivederlo fu devastante quasi più della prima volta. Si avvicinò a quel corpo lentamente e si stese accanto ad esso.
Accarezzò il viso e i capelli della sua amata, poi l’abbracciò forte lasciando che qualche lacrima bagnasse il suo viso prima di addormentarsi.

“Ti amo Mckinnon…”

Gli occhi di Sirius si chiusero e per pochi istanti sembrarono entrambi solo due corpi privi di vita.
Il respiro del ragazzo era impercettibile e non si accorse che qualcuno era lì e lo guardava stare abbracciato al cadavere della donna amata.
Si diceva che i morti fossero in grado di stare sulla terra come fantasmi solo se hanno ancora una questione in sospeso. Ebbene, Marlene Mckinnon aveva un conto in sospeso ed era lì per saldarlo.
Vide Sirius stendersi accanto a se, cerco di toccarlo ma fu inutile, la sua mano lo attraversò come se fosse aria.
Lo guardò accarezzarla e immaginò che quelle mani che tanto aveva amato, gli sfiorassero i capelli. Si morse il labbro sofferente e fluttuò verso di lui immaginando di giocare con i suoi capelli come spesso era accaduto.
Quando Sirius si dichiarò Marlene venne invasa dalla luce. Il suo conto era stato saldato. Mentre la sua ombra sbiadiva lentamente, guardò Sirius e sorrise con amore.
“Ti amo anch’io Black.”

 
 
 N.d.A 
Ciao a tutti! Sono finalmente tornata! Amo Sirius e in generale l'era dei Malandrini. ecco svelato il mistero delle FF che hanno come protagonisti questi mostrini adorabili. Btw, Questa è la mia prima Blackinnon. Li ho sempre amati, senza un motivo apparente in realtà. Se non l'avessero uccisa e se la nostra amata Rowling non mi avesse ammazzato Sirius senza nessun preavviso, probabilmente penserei a loro in una casetta in campagna con qualche piccolo Black a rovinargli la giornata. 
Coomunque, non divaghiamo. Sono felice di averla scritta e spero piaccia a voi quanto piaccia a me e boh, se è di vostro gradimento lasciate pure una recensioncina che fa sempre piacere <3 

Un bacio, 
Stefs. 

 
 
 
  
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