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Autore: VelvetRainDrops    22/01/2009    5 recensioni
-Riusciremo a sopravvivere?- chiese la saru con la bocca sporca di cioccolato
-Alla giornata?-
-No. Alla convivenza.-
-E chi lo sa?-
Genere: Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Sha Gojio, Son Goku
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Due Danni E Una Capanna

-Sai, oltre a sottolineare, il segreto sta nel capire cosa c’è scritto.- sghignazzò il rosso
-Fatti gli affari tuoi! Adesso è Hakkai ad aiutarmi nei compiti!-
-Perché non sono un bravo maestro io?-
-Non è che non sei un bravo maestro…- rispose Hakkai -… è che l’ultima volta che gli hai spiegato la Divina Commedia, s’è perso nel bosco e l’abbiamo ritrovato dopo tre giorni.-
-è vero, ma adesso sta studiando chimica. Dove vuoi che vada?-
-Ti ricordi quando tentasti di riprodurre del cloruro di sodio?-
-Umh… No?-
-Ci credo. Sveniste facendo esplodere la cucina di Sanzo. È per questo che abitiamo qui!- sorrise il moretto
-Allora mi spieghi perché anch’io vivo qui? Non mi ricordo nemmeno questo…-
-Che spirito! A parte questo, io vado a lavoro, voi finite di sistemare la roba che è rimasta negli scatoloni, stendete il bucato che è nella cesta, date da mangiare ad Hakuryu e la cena la trovate in frigo. Sanzo sarà di ritorno verso le 20:00, cercate di aver fatto tutto per quell’ora. Ciao!-
-Ciao, Hakkai!- i tre si salutarono con un sorriso. La porta si chiuse lentamente e appena si udì il click della maniglia i due si guardarono:
-Se non mi aiuti a fare i compiti dirò che mi hai legato, mi hai buttato nello sgabuzzino e hai dato una festa senza il loro permesso!-
-Se non fai tutte le faccende di casa dirò che non hai studiato e mi hai rubato tutti i giornali zozzi!-
-Certo che andiamo d’accordo…- notò Goku abbassando il tono
-Già… superpartita alla xbox?-
-Sì! Anzi, no… Sanzo l’ha nascosta perché non ho preso la sufficienza al compito sulla Divina Commedia… -
-Cosa?! Che ti ci voleva per prendere la sufficienza?! Dovevi dire che è la metafora della vita umana! Qualsiasi racconto è la metafora della vita umana! I Promessi Sposi è la metafora della vita umana! Gulliver è la metafora della vita umana! Topolino è la metafora della vita umana! Quante volte dovrò dirtelo? Facciamo così: io stendo il bucato, tu cerca questa dannata xbox-
-Ok!-

Il piano diabolico era in atto, dopo aver ripetuto per settantaquattro volte a Goku che l’xbox non poteva di certo trovarsi in frigo, Gojyo era intento a stendere il bucato sul balcone.
-Finché la barca va, lasciala andare, finché la barca va, tu non remare…- canticchiava Gojyo, con il suo completino da massaia, composto da foulard ricamato e grembiule in tulle, confezionato da Hakkai
-Ciao…-
-Eh?- Gojyo si voltò e sul terrazzo accanto stava un uomo appoggiato sulla balaustra che lo guardava –Ciao…-
-Come ti chiami?-
-Oh, che sciocchino- si voltò dall’altra parte bisbigliando in falsetto
-Non ti devi vergognare, sono delicato con le belle donzelle come te-
-Sono una persona molto timida io- si coprì la bocca con la mano mentre continuava a simulare una voce femminile
-E dai, di me ti puoi fidare. Perché non mi fai vedere cosa si nasconde sotto quel bel grembiulino?-
-Ti ho detto di no, brutto maniaco!- ruggì Gojyo tirandogli un gancino dritto dritto in un occhio -Bene, così impara a molestare le belle ragazze!-

-Se io fossi Sanzo, dove nasconderei la mia xbox?- Goku portò la mano al mento come per riflettere. Rimase in quella posizione per mezz’ora. –Allora, cominciamo con ordine: se io fossi Sanzo, dove nasconderei la mia xbox? Proviamo a vedere in camera sua.-
La saru si avviò tutta contenta verso camera del suo tutore. Fiera di aver trovato un’ipotetica soluzione, abbassò la maniglia ed en… no, un momento, la porta era chiusa! –Accidenti! E adesso come faccio? Ah…trovato!-

-Hai capito Hakkai…-
-Gojyo…- Goku comparve alle spalle del rosso facendolo trasalire
-… che c’è, Goku?- scattò
-Perché stavi guardando i boxer di Hakkai?- chiese
-Eh? No, niente… li stavo stendendo al sole. Dimmi che c’è.-
-Dov’è la cassetta degli attrezzi?-
-Nello scaffale in basso dello sgabuzzino.-
-Ok, grazie.-
Quindi il più giovane si procurò la cassetta degli attrezzi e si accucciò nell’intento di esaminare la serratura. –Bene, dobbiamo operare d’urgenza. Infermiera, cacciavite! Cacciavite… cacciavite… cacciavite… cacciavite…- borbottava tra sé passandosi l’attrezzo da una mano all’altra. Era così intento nel suo operato che si potevano scorgere le goccioline di sudore scivolargli dalla tempia. Alla faccia di Grey’s Anatomy.

Dopo aver rivisitato tutto il repertorio dei Cugini Di Campagna e di Gigliola Cinquetti (ventun anni e non sentirli), Gojyo stava per stendere l’ennesima t-shirt.
-AHHH!-
-Goku, che succede?!- domandò il rosso correndo da lui –Tutto bene?-
La saru si voltò con gli occhioni lucidi e l’indice alzato: -Mi sono tagliato, sigh… Mi ci dai un bacino?-
-Eh?! Tu sei tutto matto! Che hai fatto alla serratura della camera di Sanzo?-
-Era chiusa a chiave. Così sono riuscito ad aprirla.-
-Spero che sarai capace anche di richiuderla!-
-…-
-Oddio, siamo rovinati…-
-Ehi, quella che sta volando fuori dalla finestra non è la t-shirt preferita di Sanzo?-
-Mi correggo: siamo morti…- fece giustamente notare Gojyo con le mani nei capelli –Senti, io vado a recuperare la maglietta, tu non fare niente. Dai solo il cibo ad Hakuryu e basta, intesi?-
Goku annuì perplesso, le uniche parole che aveva capito erano: niente, cibo e Hakuryu. Il problema rimaneva come metterle insieme.

-Andiamo, andiamo, andiamo!- ripeteva Gojyo attaccato all’interruttore dell’ascensore –Ho capito, mi farò sei piani a piedi!- e si precipitò giù per le scale, facendo, inoltre, tutta la rampa del quinto piano con il sedere dopo essere inciampato su uno zerbino. Al quarto trovò la lampadina fulminata e andò a sbattere contro la colonna in stile dorico. Al terzo trovò una comitiva di bambini al rientro dalla scuola che lo invasero. Se ne trovò anche uno in braccio che lo chiamava mamma. Al secondo arrestò la corsa perché il pianerottolo era occupato da tre vecchiette intente a parlare dei fiori del condominio:
-Belle le tue rose bianche…-
-Non sono rose, sono gigli. Eh, la vecchiaia se l’è presa anche con la tua vista!-
-Cos’hai detto? Sì, sì… le tue rose saltano subito alla vista!-
-Scusate, signore… mi fareste passare?- incalzò Gojyo saltellando sul posto
-Ho detto che sono gigli. Non ci vedi molto bene!-
-Hai il colesterolo nelle vene?-
-NO! HA DETTO CHE SONO GIGLI E CHE SEI CIECA!- sentenziò il rosso a voce alta
-Oh, ma che maleducato!- disse la donnina allontanandosi
-Questi giovani d’oggi… si vede da come si veste e da come porta i capelli che ha dei problemi, poverino…- notò la donna guardando il ragazzo allontanarsi.
Al primo piano, il nostro paladino affrontò uno stormo di cavallette e una tormenta di neve, finché al piano terra il portinaio lo prese per la cantante Milva e lo pregò di cantare al compleanno del figlioletto. Il ragazzo non si dette per vinto e finalmente riuscì ad uscire dall’edifico come un maratoneta che taglia il traguardo.
Si guardò attorno e finalmente la vide, vide la t-shirt intrappolata tra i rami di un grosso albero –Rimani ferma lì, bambina. Papà sta venendo a prenderti!-. Gojyo partì alla riscossa, sarà stata a quattro metri e mezzo da terra, ma quella maglietta significava la sua salvezza. Affrontò i graffi dei gatti in amore appollaiati sui rami, gli escrementi dei volatili che ci albergavano, uno stormo di pipistrelli e dei makaki scappati dallo zoo, ma finalmente ce la fece.

Gojyo rientrò stremato e si gettò ai piedi della saru per crogiolarsi sul parquet.
-Gojyo…-
-Non ti preoccupare, l’ho recuperata…- bofonchiò spalmato sul pavimento
-No, è che..-
-Hai distrutto camera di Sanzo?-
-No, vedi…-
-Hai rotto la mia chitarra elettrica?-
-No, però…-
-Tranquillo, allora non hai fatto niente di male…-
-Hakuryu è sparito…-
Il rosso scattò in piedi e prese Goku per il colletto: -Cosa vuol dire “sparito”?!-
-Gli ho dato da mangiare e forse ho lasciato la gabbietta aperta…-
-Forse, dici? Pensavo che gli avessi dato le chiavi dell’appartamento, figuriamoci!-
-Adesso che facciamo?-
-Hakkai torna alle 23:00, giusto? Sanzo alle 20:00, quindi prima preoccupiamoci della serratura…-
-Aspetta, rinnovo la domanda: Adesso che facciamo?-
-Umh… Oddio, un’idea ce l’avrei…-

-Allora, ti avviso: se lo dici a qualcuno ti faccio a fettine!-
-Secondo me non ci casca!- esclamò Goku tentando di soffocare le risate
-Ci casca, ci casca…- sorrise Gojyo col suo completino da massaia, due gocce di profumo dietro le orecchie e il rossetto sulle labbra. Sia chiaro: dove abbiano preso un rossetto in un appartamento di soli uomini non c’è dato sapere. Gojyo aprì la porta, si guardò bene intorno e bussò al vicino di casa.
-Tu sei quella bisbetica di oggi pomeriggio!-
-Io bisbe…- il rosso si schiarì la voce e iniziò a parlare in falsetto -… ti prego, non chiamarmi così! Ho bisogno di un favore, uno di quelli che solo i veri machi possono svolgere…- ammiccò accarezzandogli il panciotto con l’indice
-Oh, non riesco a resistere agli occhi di una bella ragazza come te! Accetto!-

-Oh, prego entra, ti presento mio figlio Goku- sorrise Gojyo facendo accomodare l’uomo
-Gojyo, ma che dici?- sbottò Goku perplesso
-Gojyo?- l’uomo era pressoché confuso
-No, no… Mi chiamo Olga, mio figlio è un po’ pestifero. Tu come ti chiami?-
-Manny-
-Bene, Manny… la serratura da aggiustare è quella là.-
-La riparo in 10 minuti, mia cara. Dopo che ne dici se ci beviamo qualcosa insieme?-
-Oh, ma sono una donna sposata.-
-Strano, non vedo la fede…-
-Fede… oh, la fede! Beh… io… io l’ho persa oggi mentre… mentre pulivo il cesso!-
-Una vera signora proprio.- lo pungolò Goku con un’occhiata
-Sta zitta, scimmia!-

-Bene, con la serratura ho finito.-
-Ti ringrazio, Manny… non sai quanto significhi per me!-
-Però cinque minuti potresti passarceli con me.-
-Scusate se vi interrompo…- intervenne Goku -... ma ho sentito imprecare dalla tromba delle scale…-
-Oh cielo, San… Oh cielo, mio marito! Mi spiace, Manny! Sarà per un’altra volta!- esclamò Gojyo spingendo l’uomo fuori di casa e sbattendogli la porta in faccia
-Gojyo, senti…per Hakuryu che faccio?-
-Non preoccuparti, ti darò una mano io con Sanzo. Intanto corro a togliermi il grembiule!-
Non appena Gojyo si dileguò in camera sua, Sanzo aprì la porta di casa con un: -Attento a quello che dici. Oggi è stata una giornataccia!-
Goku deglutì a vuoto: -Sanzo, perché non ti siedi al tavolo… ti porto una birra.-
-Sì, grazie.- disse il biondo sedendosi. Il più giovane si sedette davanti a lui continuando a cercare Gojyo con lo sguardo per un aiuto dal pubblico.
Sanzo: -Goku, devi dirmi qualcosa?-
Goku: -No, cioè sì… cioè… Come stai?-
Sanzo: -Come sto? Come al solito…-
Goku: -Capisco… mi dispiace…-
Sanzo: -Che vuol dire che ti dispiace?-
Ad un tratto alle spalle di quest’ultimo comparve Gojyo e iniziò a fare di gesti a Goku.
Goku: -Vedi devo dirti che…- fissava il rosso muovere il collo avanti e dietro -… che un piccione…-, ma Gojyo scosse la testa e iniziò a sbattere le braccia, -… non riesce a volare…- a quel punto vide l’amico coprirsi il volto con la mano dalla disperazione, -…se sbatte la testa contro il palo della luce…-
Sanzo: -Che diamine stai dicendo?-
Goku: -Non lo so. Che sto dicendo?-
Il panico regnava sovrano nella stanza. Goku iniziò a tremare e Sanzo iniziava ad insospettirsi, quando il rosso ruppe il silenzio: -Hakuryu!-
Sanzo si voltò verso di lui: -Ah, ci sei anche tu!-
Gojyo: -Sì, stavo per dar da mangiare ad Hakuryu! Ah, hai presente la tua maglietta a scacchi? L’ho messa un’altra volta in lavatrice perché si vedevano delle macchie...-
Sanzo: -Tanto ho deciso di buttarla. È vecchia…
Gojyo: -Ah… Adesso svengo…-
Sanzo: -Comunque c’è qualcosa che non mi convince…-
Gojyo: -E che cosa? Guarda, che così ci offendiamo!-
Sanzo: -Non lo so…è tutto troppo in ordine. E poi il rossetto color rame non ti dona per niente, Gojyo…-
Gojyo: -Eh-eh… lo stavo appunto dicendo a Goku…-

  
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