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Autore: Mrs_Juliax    20/07/2015    1 recensioni
Gli addii devono essere urlati, agitati, rabbiosi, furiosi.
Con telefoni muti. Con nessun augurio di compleanno.
Con nessun sms che ti chiede come stai.
Con nessuna foto in fondo al cassetto.
Con nessuna forma di contatto mentale e fisico.
Altrimenti è un "arrivederci".
Ed è un'altra storia...
(Crisalideinversa)
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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La passeggiata sarebbe dovuta essere rilassante, invece è stata solo un modo per liberarmi da un po' di stress e rabbia così quando sono tornata in hotel e ho trovato mamma e Leonardo seduti ad un tavolo in atrio a giocare a carte, alla domanda "tutto bene?" ho risposto "si, certo" con una scrollata di spalle.
«Buongiorno» sento la voce tranquilla di Matteo che ci saluta e subito dopo quella  di Paolo, più assonnata.
«Buongiorno.» rispondo dolcemente sorridendo a Matteo come se lo stessi ringraziando per la buonanotte di ieri sera.
«Tutto bene?» chiede lui, avvicinandosi e allontanandomi dalla sua e dalla mia famiglia senza dare troppo nell'occhio.
«E' una domanda di routine o ti interessa la risposta?»
Vedo che la sua espressione si fa interrogativa e poi aggrotta le sopracciglia «Mi interessa e mi interessi anche tu.» In un'altro momento avrei stampato un sorriso da orecchio a orecchio sul mio viso, ma non oggi. E' la cosa più bella che un ragazzo mi abbia mai detto, ma non riesco ad essere felice più di un tot, ad ogni modo niente mi impedisce di arrossire alla sua affermazione.
«Non sto molto bene per via di mio padre.» confesso e poi abbasso il viso.
«Lui non c'è, vero?"
Scuoto la testa e sto per rispondergli, ma quando rialzo il viso noto che Matteo non è più davanti a me ma si è spostato e si è inserito nel gruppo degli altri tra il nonno e Anna. Lo guardo perplessa e vedo che lui invece mi sorride. In questo momento il suo sorriso mi irrita, così quando tutti si avviamo a fare colazione io lo fermo per un momento e gli prendo il polso tra le mie dita.
«Ti stavo parlando!» esclamo infastidita, rimproverandolo per il suo comportamento
«Lo so Giuly. Mi dispiace, poi ti spiego.» E si allontana, raggiungendo la sala da pranzo dove sul tavolo da buffet ci sono delizie sia dolci che salate, tra cui yogurt, marmellata, cereali ma anche affettato, formaggio e pane appena sfornato.
Decido di lasciar perdere e raggiungo il mio tavolo con in mano un piatto dove ho messo una fetta di torta classica e un pacchettino di due biscotti al cioccolato.

Verso le nove di mattina ci dirigiamo, in tempi diversi, al mare ma poi ci incontriamo tutti lì dato che i nostri ombrelloni sono vicini.
Paolo propone di giocare a bocce, ma nessuno gli da retta così lui si siede in silenzio e prende il suo libro. Sta leggendo Maze Runner - Il Labirinto e ogni volta che c'è un pezzo clou alza il viso in ansia e mi chiede come va avanti dato che ho visto il film e dopo che glielo dico, si arrabbia perchè non devo spoilerare il continuo.
Matteo invece è circondato dalle bambine e tiene tra le mani il suo fumetto, Tex. Mentre gioca con le pagine e parla con le cugine, arriva all'ultima pagina e io riesco a vedere il pezzo mancante che lui ha strappato per scrivermi il numero. Arrossisco imbarazzata pensando cosa Matteo risponderebbe se le cugine gli chiedessero perchè manca un pezzo di pagina, poi sorrido nel immaginarmi una scusa plausibile e a quel punto immagino Paolo che romperebbe tutta la magia con una delle sue stupidate su Matteo e le ragazze che gli vanno dietro.
«Il campo da pallavolo è libero, facciamo due tiri?» chiede Paolo, sedendosi al mio fianco sul lettino arancione.
Alzo il viso verso il campo e poi guardo Paolo «Okay dai, poi però andiamo a fare un bagno.» Paolo annuisce e comincia ad andare a preparare il campo, io chiedo a Matteo se si unisce a noi e le sue cuginette mi pregano di lasciarle giocare.
«Certo!» esclamo dolcemente, poi sento Paolo che chiama il fratello perchè ha bisogno di aiuto per montare la rete.
«Ora sei costretto a giocare con noi.» affermo e lui mi sorride, poi mi supera e va ad aiutare Paolo.
Giochiamo finchè non siamo stanchi e sudati, poi lasciamo il campo al gruppo di ragazzi con in mano le racchette e tra loro riesco ad individuare Francesco, così mi ritrovo a pensare che neanche ieri ho fatto caso a lui in hotel.
«Ehy!» esclamo salutandolo quando mi passa a fianco
«Giulia!» esclama lui con particolare felicità nel tono di voce «Un giorno dobbiamo fare una partita quattro contro quattro a pallavolo!» esclama il ragazzo che poi mi sorride come per dire "devo andare, a più tardi."
Annuisco elettrizzata per via di giocare a pallavolo perchè lo adoro come sport e lo saluto con la mano, poi faccio una piccola corsa per raggiungere Matteo e gli altri che sono già in riva al mare.
«Dov'eri finita?» chiede Paolo mentre guarda Matteo e Chiara che sono già bagnati e più in là della riva.
«Mi sono fermata a parlare con Francesco.» rispondo, poi guardo la sua espressione compiaciuta e scuoto la testa. Lui non era mica quello che diceva che a me interessava suo fratello? Fa in fretta a cambiare idea.
«Che c'è ora?»
«Niente.» risponde facendo le spallucce, entrando lentamente in acqua.
Evito di commentare e così lo seguo in silenzio, sentendo l'acqua gelida che mi fa venire la pelle d'oca. Una volta raggiunti Matteo, Chiara e Anna, scopro che anche Leonardo è con loro.
«Buttati!» esclama Leonardo con l'intento di schizzarmi, ma quando lo fulmino con lo sguardo si blocca e mi sorride con fare innocente. Poco dopo vedo Matteo che sussurra qualcosa all'orecchio dei tre ragazzi così guardo Paolo e gli domando cosa si stiano dicendo, ma non ho neanche il tempo di finire la frase che io e Paolo veniamo completamente ricoperti da schizzi di acqua e siamo costretti a buttarci per evitare che essi continuino. Lo ripeto, il bagno dev'essere un piacere ma con loro è impossibile. Riemergo qualche metro più in là di loro e li osservo giocare e scherzare per un bel po', mentre nuoto per tenere caldo il mio corpo poi li raggiungo e facciamo una battaglia due contro due, uno sopra l'altro. Io prima prendo Anna, poi Chiara e infine mio fratello, ma Matteo e Paolo ci battono sempre. Mentre mi sistemo i capelli, sento due mani che mi afferrano le caviglie e quasi urlo per lo spavento.
«No Matteo!» strillo con voce acuta quando il ragazzo riemerge con i lunghi capelli, ormai privi di ricci, sul viso.
«Perchè?»
«Non voglio.»
«Va bene.» mi sorride dolcemente e poi mi tira un buffetto sulla spalla «Io vado a fare un bagno.» afferma poi, allontanandosi a bracciate da tutti noi. Anna, Chiara e Leonardo decidono di tornare in riva e Paolo, dopo una lunga riflessione li segue. Io sono indecisa, poi do una veloce occhiata a Matteo e vedo che mi fa segno di raggiungerlo. Improvvisamente le mie idee sono chiare e quindi lascio Paolo piacevolmente incuriosito e raggiungo il fratello, molto più lentamente perchè nuoto solo con lo stile a rana. Quando lo affianco l'unica cosa che riesco a fare è sorridere come una stupida così Matteo mi chiede se proseguiamo e io annuisco. Stare sola con lui mi intimorisce perchè mi rende ancora più timida di quanto già non sia e poi mi discipace che lui con la sua famiglia sia così aperto e poi quelle poche volte che siamo solo io e lui stia sempre zitto.
Decide di nuotare alla mia stessa velocità, ma vedo che in realtà vorrebbe andare più velocemente così cerco di trovare un'argomento di cui parlare dato che lui non credo abbia intenzione di parlare.
«Un anno di nuoto e tutto quello che ho imparato è stato rana e dorso!»esclamo divertita, con la speranza di strappargli una breve risata.
«Anche io ho fatto nuoto, poi ho dovuto smettere.»
«Come mai?» chiedo, continuando a bere acqua e sputandola poco dopo.
«Ho l'otite.» spiega brevemente, poi si immerge e compare poco più in là «Per questo non posso emergermi tanto.»
Annuisco comprensiva e dopo una pausa in silenzio, cambio argomento.
«Quando sei venuto a Milano?»
«Una volta nel duemilatredici, poi con la scuola pochi mesi fa per l'expo.» spiega «Poi dovrei venire anche a ottobre, il ventotto.»
«Capito.» rispondo
«Tu quanti anni hai?»
«Diciassette, ne faccio diciotto il sedici febbraio.»
«Io li faccio il ventotto ottobre.»
«Ah, quando vieni all'expo!»
Matteo annuisce, poi per una manciata di minuti nessuno parla ma tra di noi inizia uno gioco di sguardi e sorrisi che se potessero parlare direbbero troppe cose, così preferiscono restare zitti.
«Fidanzato?» chiede e io prontamente scuoto la testa.
«Ne hai mai avuto uno?» Ecco che sono costretta a scuotere nuovamente la testa, ora però comincio ad agitarmi e sentirmi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Ingoio la saliva mista a un po' di acqua salata quando sento gli occhi di Matteo su di me, sto aspettando un'altra domanda perchè so che non tarderà ad arrivare.
«Come te lo aspetti il primo bacio?» Okay, forse non mi aspettavo questo tipo di domanda, non così diretta perlomeno. Io non riesco ad essere troppo esplicita, per questo molte volte adoro le domande dove le uniche risposte che puoi dare sono sì, o annuire e no, o scuotere la testa.
«Non lo so.» rispondo con le guance a fuoco. Mi guardo intorno per evitare il suo sguardo, siamo davvero lontani dalla riva e fin troppo vicini agli scogli. Il battito del mio cuore è troppo forte che non riesco a concentrami su Matteo, quindi prendo un respiro e poi alzo lo sguardo e incrocio gli occhi marroni del ragazzo, che sta sorridendo. «Non ci credo.» dice poi.
«Non lo so davvero!» esclamo. Vorrei dirgli di smetterla di farmi domande, ma ho la sensazione che mi chiederebbe cosa dovrei fare, così evito.
«Potresti mentire, le ragazzo sono brave a farlo.»
«Beh, non io. Sono sincera.»
La pausa di imbarazzante silenzio successiva decido di lasciarla in pace e non la riempio con nessun argomento che risulterebbe scomodo. Mi limito a sospirare imbarazzata, trovandomi di fronte a Matteo che non ha intenzione di spostare il suo sguardo da me.
«Allora perchè non qui? Non ora?»
Per alcuni secondi credo di aver smesso di respirare. Il mio cuore ha smesso di pompare, i miei occhi di guardare, le mie mani di muoversi tentando di stare a galla e i miei denti di morsicare l'interno guancia. Solo il cervello non ha smesso di pensare. Pensare che Matteo sta aspettando una risposta che io vorrei evitare di dare. Si che vorrei baciarlo, vorrei capire cosa si prova. E poi muoio dalla voglia di guardare le sue adorabili lentiggini da vicino, ma io non sono capace. E me ne vergogno. Se non fosse che sono in acqua, credo che sarei già scappata. Ma sarei stupida, perchè un ragazzo mi sta chiedendo di baciarlo, un ragazzo che a me piace, e io rifiuterei. Come potrei farlo? Sarebbe stupido.
«Okay» sussurro così a bassa voce che probabilmente se fossi stata in lui non avrei sentito, ma poi annuisco e mi avvicino lentamente. 
Più mi avvicino e più il cuore pompa velocemente e la distanza sembra aumentare più mi avvicino. Mi sento inutile e stupida, perchè io non ho mai fatto una cosa del genere, eppure mi sto avvicinando e lo sto desiderando. Si, desidero baciarlo, però ho paura. Ormai è vicinissimo, le mie labbra sfiorano le sue. Devo chiudere gli occhi? Sì, almeno quello.
Il bacio viene approfondito e schiudo le labbra naturalmente, come se fosse un gesto automatico. Sento la carnosità delle sue labbra tra le mie e vorrei morderle o succhiarle, vorrei stringerlo a me e non lasciarlo andare più. Vorrei fare tante cose, ma l'unica che faccio è la più sbagliata; mi allontano.
«Io non sono capace.» balbetto con voce spezzata e bassa. Dio quanto sono stupida!
«Ehy» Matteo allontana il mio viso dalla sua spalla e mette entrambe le mani sulle mie guance «Non è vero. Sei bravissima, okay?» Annuisco anche se non sono molto convinta e rimango senza respiro quando lui si avvicina nuovamente continuando a tenere il mio viso tra le sue mani. Poi però attraversa la mia schiena e giunge fino al sedere. Fa una leggera pressione su di esso e io allaccio le gambe intorno al suo bacio, poi intreccio le dita dietro il suo collo e mi lascio trasportare da questo momento che definirei magico.
«E se affoghiamo?» chiedo in un breve momento di panico. Il sorriso di Matteo mi tranquillizza, ma non abbastanza, così propongo di tornare indietro, almeno dove tocchiamo. Non credo di aver mai nuotato più velocemente e quando comincio a toccare, urlo con tono trionfante che ci siamo.
Mi avvicino a lui e mi approprio delle sue labbra perchè è tutto quello che desidero in questo momento. Mi viene da sorridere nel ripensare alle parole di mia mamma: "Non puoi imparare come baciare, ti viene naturale. Io chiesi ad una mia amica, e quando me lo spiegò, la prima cosa che pensai è stata che era disgustoso, poi però..." Credo che Matteo si sia accorto del mio sorriso e dopo che le nostre lingue si sono incontrate, si separa da me con un sorriso rilassato sulle labbra.
«Che c'è?» chiede, accarezzandomi la guancia. Un brivido percorre la mia schiena, non avevo mai provato questa sensazione, ma essere sfiorata in questo modo da un ragazzo mi rende più felice, importante. Mi sento importante per lui.
«Niente, prima mi hai fatto una domanda.» affermo «Come mi aspettavo il mio primo bacio.» gli ricordo «Così.» E lo stringo tra le mie braccia sentendo il suo petto che preme contro il mio seno. 


«C'è qualcosa di strano in te.» constata mamma, scrutandomi con un sorriso divertito stampato in faccia. Non so se l'abbia capito, però ora non mi va di parlare perchè voglio ancora godermi le mie labbra leggermente più gonfie e il sapore di quelle di Matteo in bocca. Mi limito ad annuire e poi metto gli auricolari e faccio partire Rebel Love Song dei Black Veil Brides, adorando l'introduzione di soli strumenti.
«Giochiamo a pallavolo?» chiede Paolo ed è fortunato che lo senta, perchè la canzone è finita e sta per iniziarne una nuova. Non ho molta volta di giocare, sopratutto perchè a mezzogiorno la sabbia scotta e il sole è bollente, però alzo le spalle nella mia mente e annuisco nella realtà, alzandomi con fatica dal lettino che ha preso la forma del mio corpo.
Nella mia testa continuano a passare le immagini del mio primo bacio, cavolo ora posso dirlo! Ho dato il mio primo bacio ed è stato meraviglioso, incredibilmente magico. Per ora mi limito a ringraziare Matteo nella mia mente, poi penserò a come farlo nel mondo reale.
«Solo un momento.» affermo poi prendo il cellulare e aggiorno Martina, che già sa di Matteo.
"Martina!"
Invio e aspetto con ansia che si colleghi, però non lo fa e quindi le invio una serie di messaggi uno dietro l'altro per guadagnare tempo dato che Paolo mi ha già chiamato una decina di volte.

 
"Merda!"
 
"Non puoi capire(in realtà si)"
 
 
"Mi ha baciato! Matteo e io ci siamo baciati!!!"
 
"Oh Dio, non ci credo."

"Mi sento male."

«Giuliaaa!» Paolo questa volta è vicino a me e cerca di sbirciare quello che io sto scrivendo. Sono felice che sto scrivendo con Martina e non con Matteo, perchè a quel punto Paolo avrebbe cominciato con le sue ipotesi fastidiose.
«Arrivo, va bene!» esclamo lasciando cadere il cellulare nella borsa e riuscendo a malapena a mettermi la mia canottiera perchè Paolo mi tira verso il campo di pallavolo.
Giochiamo per una buona mezz'oretta e poi io esco e mi avvicino nuovamente alla borsa, prendo il telefono per controllare l'ora -dato che l'orologio del bagno è avanti di dieci minuti- e noto la casella di whatsapp con un numero uno rosso. Convinta che sia Martina lo apro immaginandomi cosa possa aver risposto, ma mi sorprendo il doppio quando il messaggio è di Matteo:

"Ti va se oggi ci incontriamo in piscina oggi alle due? Non ci dovrebbe essere nessuno ;)"

Un sorriso compare sulle mie labbra e il mio cuore comincia a battere più velocemente. Le guance si fanno rosse e uno strano calore -non dovuto dal sole bollente- mi provoca brividi di caldo su tutta la schiena. E' questo l'effetto che fa l'amore?









ANGOLO AUTRICE: Ciao :)
Ho pubblicato anche il capitolo numero quattro, ma ho pensato che se continuò a non ricevere recensioni cancellerò la storia... Mi dispiacerà tanto, però non credo abbia molto senso pubblicare una storia e non riuscire a leggere neanche una piccolissima recensione, almeno per sapere cosa ne pensiate.
Spero ci sia un prossima volta, altrimenti buona continuazione :)
Baci,
Julia
  
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