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Autore: Classicboy    21/07/2015    1 recensioni
AU! Modern, AU! Mistery, AU! Fantasy
Nel villaggio tra le montagne di Cover Village tutto sembra scorrere nella più assoluta tranquillità.
Ma allora perché Hazel ha la sensazione che ci sia qualcosa che non va? Perché suo fratello si comporta in maniera così paranoica? Perché lui ed il padre non le hanno mai parlato del fatto che, prima di farla vivere con loro, vivevano lì? E soprattutto chi è la misteriosa figura di cui tutti parlano ma di cui nessuno fa cenno quando lei è presente?
Verità e fantasia a volte si confondono, rischiando di diventare un incubo senza vie d'uscita.
C'è un motivo se un tempo le persone avevano paura del buio...
ATTENZIONE: STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA, CI SCUSIAMO PROFONDAMENTE PER IL DISAGIO!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hazel Levesque, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP.12: RACCONTI

 

 

Hazel correva per i boschi. Erano passati all'incirca quattro giorni da quando aveva appreso la verità su suo fratello e sui suoi amici. All'inizio ne era stata profondamente turbata, poi però aveva accettato il tutto con una calma che neanche lei si sarebbe mai aspettata.

“La stai prendendo bene” aveva detto ammirata Annabeth.

Lei aveva alzato le spalle: “Nico è fatto così. Credo che non ci sia nessuno che sappia davvero quali sono i suoi segreti o cosa passi per la sua testa”

“Hai ragione” poi aveva aggiunto in un sussurro “O almeno non c'è più”

Prima che la minore potesse chiederle spiegazioni, la bionda aveva sorriso ed era andata avanti con la lezione.

Vide la sagoma d'oro baluginare poco distante alla sua destra e tornò al mondo reale.

La fase successiva dell'allenamento di Reyna consisteva nell'inseguire i suoi levrieri metallici e catturarli.

“Sono molto veloci” le aveva spiegato la ragazza mentre si chinava ad accarezzare le orecchie dei segugi d'oro e d'argento appena apparsi al suo fianco. E quando parlava di cani d'oro non intendeva automi bensì animali viventi con la pelliccia metallica e i denti fatti del prezioso materiale “E sono anche molto scaltri. Non riuscirai mai a prenderli a meno che tu non incominci ad usare i tuoi poteri” fischiò “Argentum!” ed il cane d'argento si mise sull'attenti “Prima dovrai prendere Argentum, poi sarà la volta di Aurum, e poi... vedrai” disse enigmatica prima di fare un gesto in direzione del levriero che scattò in direzione della foresta.

“Su, va'” le aveva detto con un leggero sorriso “Sennò rischi di perderlo”

Hazel ci aveva messo un solo giorno per catturare Argentum, alla faccia di Reyna, però per Aurum ne stava impiegando tre. Quel cane era un altra categoria, e, come la padrona, sembrava divertirsi a prenderla in giro. Quando stava per prenderlo, questi virava di scatto facendola cadere di faccia. Se i cani potevano ridere, Aurum lo faceva ogni volta che il suo trucchetto funzionava.

Arrivò ad un pezzo di bosco un po' più libero e vide il cane che l'aspettava, per poi scomparire di nuovo in una macchia.

“Eh no, scordati che ti faccio fuggire di nuovo” mormorò seccata. Si concentrò e sentì di nuovo l'energia pervaderle il corpo. Scattò. Il cane era ad alcuni metri da lei, ma la stava distanziando sempre più. Hazel sapeva di non poter contare solo sulle capacità del suo fisico per catturare quell'animale magico, ma cos'altro poteva fare?

Le tornarono in mente le parole di Reyna “dovrai incominciare ad usare i suoi poteri”.

Ma certo: la magia era l'unico modo per catturare quella creatura!

Le venne in mente che spesso, le streghe o i maghi, nei libri, per attirare in inganno alcune creature si servivano di illusioni, che erano pur sempre una branca di magia.

Inspirò a fondo, cosa non facile da fare mentre si correva. Immaginò la propria immagine come se non esistesse, come se al suo posto ci fosse il nulla, come se fosse un miraggio che scompariva.

Il cane si voltò, per vedere se la seguiva e incominciò a rallentare, fino a fermarsi e a guardarsi intorno con aria perplessa. Hazel intuì che il suo incantesimo aveva funzionato, si avvicinò pian piano e gli si lanciò sopra con un urlo. Troppo tardi il cane si rese conto dell'inganno, e così si ritrovò fra le grinfie della castana.

All'istante si ritrasferirono nel giardino sul retro di Annabeth.

“Brava, ce l'hai fatta a catturare anche Aurum” disse Reyna compiaciuta.

“Già, non è stato per niente facile, però... alla fine è servito a qualcosa” disse la ragazza buttandosi sfinita a sedere per terra.

“Sei stata in grado di adoperare la magia a comando, vero?”

Hazel non si stupì neanche del fatto che l'altra lo sapesse. Ormai aveva capito che quella tipa non era un essere umano, o almeno non più.

Annuì semplicemente.

La portoricana sorrise: “Devo dire che sei una scoperta continua, tu. Nessun'alro finora era mai riuscito a catturare i miei due tesori in così poco tempo”

Alzò le sopracciglia: “Ci ho messo tre giorni”

“E gli altri solitamente due settimane”
Hazel era stupita: possibile che fosse davvero così brava?

“Comunque” continuò la mora “Ti avviso che domani non ci alleneremo”

“E perché?”

“Non va bene allenarsi sempre e di continuo, alla fine il fisico potrebbe risultarne danneggiato anziché aiutato. Prenditi una giornata libera dai nostri impegni”

Hazel sorrise: “Grazie, Reyna” e se ne andò.

Ma il motivo del suo sorriso non era perché avrebbe passato la giornata in pace il giorno dopo, anzi! Ne avrebbe approfittato per portare a termine un compito che già da tempo si era prefissata.

Finalmente avrebbe scoperto la verità dietro a quel nome: Bianca.

 

Corre. Un solo pensiero si affaccia alla sua mente: correre perché è l'unico modo che ha per saziare il proprio appetito. Si ferma e lo vede. Un uomo, un cacciatore a giudicare dall'armamentario, quasi sicuramente di frodo. Gli si avvicina pregustando il sapore della carne umana nelle sue fauci. Gli salta addosso e...

“Per quanto tempo ancora hai intenzione di torturare quella povera tovaglia?” chiese divertita la voce di Leo.

Frank aprì gli occhi. Era nella cucina di casa sua, l'ispanico di fronte a lui sorrideva strafottente. Abbassò gli occhi e vide che stava tenendo con forza il tessuto della tovaglia. Si costrinse a rilassarsi e notò che in alcune zone il tessuto era strappato come se fosse appena stato artigliato da un gatto.

“Di cosa stavamo parlando?” chiese il moro con la gola secca.

L'espressione dell'altro si fece seria: “Dei tuoi sbalzi d'umore che stanno seriamente rischiando di compromettere la tua identità”

“Forse sarebbe anche il caso che qualcuno la scopra. Sono stanco di fingere di essere estraneo a questo mondo” ringhiò alzandosi di scatto.

“Frank ragiona” disse Leo alzandosi a sua volta “Se scoprono che sei tu il Fenrir non ci vorrà molto perché i Guardiani facciano due più due e scoprano che la Ceartura originale era tuo padre”

“Ma lui è morto...” disse con un sussurro. Ancora ricordava quella sera in cui l'aveva visto compiere quel delitto e a come quella ragazza si era sacrificata. Si costrinse a tornare al mondo reale: pensando al passato non faceva altro che dare più opportunità all'animale di fuggire “E se è morto non c'è più nessun problema!”

“Le colpe dei padri ricadono sui figli. Ascoltami, sto cercando di...” prima di riuscire a completare la frase fu preso e scaraventato contro il muro. Un attimo prima dello scontro, il corpo di Leo divenne una fiamma che guizzo per poi riformarsi qualche metro dietro al canadese.

“E anche questo è un problema” disse l'elementale del fuoco spazzandosi i vestiti “Se continui a perdere il controllo a caso finirai per fare del male a qualcuno”

“Ci sto lavorando, ok?! Ci sto lavorando!” urlò con la testa che scoppiava.

Lui annuì: “Ora è meglio che ti lasci solo. Ciao Frank, a domani” e uscì.

Il moro andò in bagno, si sciacquò il viso e si guardò allo specchio. L'immagine grottesca di un volto non umano ma simile a quello di una bestia gli si parò davanti.

“Ci sto lavorando...” mormorò afferrando ancora più forte il lavello.

 

Era sabato pomeriggio e Hazel era più decisa che mai a portare a compimento il suo progetto. Dopo aver salutato Nico e suo padre uscì, dicendo che doveva andare a fare delle compere. Non vista si diresse invece in una stradina laterale fino ad arrivare di fronte ad una vecchia officina. Bussò timidamente.

“Sì, è aperto!” disse un vocione dall'altra parte.

Lei aprì titubante. Dietro un bancone vide un ragazzone dalla pelle scura e i capelli castani con diverse ustioni su tutto il corpo.

“Oh, ciao Hazel”

“Buongiorno Beckendorf” disse la ragazza salutando l'amico di Percy, che spesso veniva a lavorare nell'officina di proprietà della madre di Leo “Sto cercando...”

“L'iperattivo? È nel retro” e indicò una porta che dava su di un malconcio giardino.

“Grazie mille” e si diresse lì.

Una volta uscita vide seduto di spalle il ragazzo che stava lavorando freneticamente intorno a quello che pareva essere un tavolino, lanciandosi di tanto in tanto in colorite espressioni.

“Leo” lo chiamò. Lui si voltò. Aveva la faccia sporca di grasso per motori.

“Oh, ciao Hazel” disse sorridendo “Come va?”

“Bene, grazie, ma...” gli si avvicinò “A cosa ti serve un tavolino?”

“Non chiamarlo semplice tavolino. Quello che vedi è l'avanguardia in fatto di mobilio: Buford il tavolo delle meraviglie”

“Gli hai dato un nome”

“E dovresti vedere i miei armadi. In pratica sto cercando di applicagli delle parti meccaniche cosicché sia in grado di muoversi da solo e aiutarmi in casi estremi”

si voltò a fissarla “Ma non voglio tediarti con gli aspetti tecnici. Volevi qualcosa dal bel tenebroso?”

Si morse il labbro: “Sì, c'è una cosa che ti volevo chiedere, ma tu devi promettermi che sarai sincero”

Sorrise divertito: “E va bene, prometto”

Inspirò a fondo: “Chi è Bianca?”

All'istante tutta l'allegria scomparve dal volto dell'altro. La fissò per un paio di secondi come se fosse indeciso se parlare o meno. Poi si voltò verso il tavolo: “Scusa, ma non ti posso dire niente. Non capiresti” e tornò a concentrarsi sul mobile.

Hazel si arrabbiò, puntò il dito contro il cacciavite che l'altro teneva in mano e questo scomparì, per poi riapparire nel suo palmo.

Leo la fissò con occhi sgranati: “Ti ho chiesto chi è Bianca, elementale del fuoco Leo Valdez” sussurrò.

I suoi occhi si spalancarono ancora di più, poi mise su un sorrisetto: “E così finalmente l'hai scoperto, eh?” sospirò “Immaginavo che prima o poi sarebbe successo”

Tutt'a un tratto Hazel si ritrovò con la gola secca: “Dimmi chi è”

Lui la fissò serio: “Sei sicura di volerlo sapere? Non è un bel racconto, di certo non lo narrerò mai ai miei figli prima di andare a letto”

“Voglio sapere” disse decisa.

Leo la fece sedere, poi la fissò negli occhi: “Bianca di Angelo è stata la sorella di Nico e la primogenita di Ade”

Quelle parole la colpirono come un pugno nello stomaco: “Come?”

“Nico è originario di questo paesino. Come immagino che tu sappia neanche lui è completamente umano. Comunque dopo la morte in un incidente della madre, Nico si trovò da Venezia a vivere qui con il padre e la sorella, anche se lui non era molto presente”

Hazel arrossì. Lei era nata da una scappatella del padre con sua madre.

“Ad ogni modo la sorella maggiore di Nico, Bianca, era una ragazza vivace, seria quando l'occasione lo richiedeva, sempre disposta alla battuta e allo scherzo. Era lei che aveva allevato Nico, lo considerava quanto di più importante c'era nella sua vita. Poi sette anni fa Bianca entrò a far parte di un gruppetto di sole ragazze, le Cacciatrici, fondato da una ragazza dell'università, Diana Artemis”

Hazel trattenne il respiro: “La professoressa Artemis?”

Leo annuì: “Bianca passava sempre più tempo con loro, Nico ne era dispiaciuto ma aveva comunque molte persone con cui passare il tempo: me, Jason, Frank, ma soprattutto Percy. Stranamente si era molto legato a lui. Ah, tieni conto che era molto diverso da come è ora, era sempre allegro e parecchio logorroico”

Hazel stentava a crederci.

Lo sguardo di Leo si indurì di colpo: “Poi cinque anni fa accadde il fatto. Tra le attività delle Cacciatrici vi era anche il tiro con l'arco, così spesso finivano per prendere parte a varie gare in giro per il paese. Una sera d'autunno il bus stava tornando con le Cacciatrici e varie altre persone tra cui Nico, me, Percy, Piper, Frank e così via che eravamo andati a fare il tifo per Bianca. Avevamo quasi raggiunto il paese quando il mezzo fu sbalzato in aria da qualcosa. Fu il panico. Atterrammo, qualcuno ferito, ma nessuno gravemente. Riuscimmo ad uscire e lo vedemmo: illuminato dai lampi se ne stava una essere enorme, simile ad un lupo ma grande il doppio, gli occhi scintillavano malefici, la pelliccia incrostata di sangue. Era la Creatura, quella che aveva mietuto già parecchie vittime. Ci venne alla carica. Bianca fu l'unica a mantenere il sangue freddo. Scattò di lato con l'arco e la faretra sotto braccio, e incominciò a bombardare il mostro. Così facendo purtroppo o per fortuna ottenne la sua attenzione. La creatura virò e se la prese con lei. Le Cacciatrici si rianimarono e corsero per darle man forte. La Artemis ordinò a Percy di trattenere Nico per impedire che lui facesse qualcosa di stupido come prendere parte allo scontro. Non so quanto durò, credo venti minuti buoni. Alla fine la creatura colpì Bianca, ma Diana ne approfittò per colpirla al cuore con una freccia. Ormai era spacciata, ma riuscì a fuggire. Nessuno la inseguì, perché tutti erano raccolti attorno al corpo della maggiore dei di Angelo. Il colpo le aveva rotto le costole, le quali le avevano perforato i polmoni. Salì la nebbia. Nico si avvicinò al suo corpo piangendo. Le si accasciò affianco ed iniziò a cantare quella che pareva essere una ninna nanna. Sua sorella chiuse gli occhi e sorrise nel sentirla. Sussurrò 'ti voglio bene, Nico' e poi più niente. Erano le undici di sera, e Bianca di Angelo ci aveva lasciato per sempre”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Sono tornato alla vita! (stile “Una notte al museo 2”)

Quant'è che non pubblico su Pery Jackson? Un mese? Uno e mezzo? Ad ogni modo scusate il ritardo ma il fatto è che ho incominciato a pubblicare storie anche su altri fandom e quindi ero concentrato altrove.

Davvero perdonatemi, spero che il capitolo sia valsa la pena di aspettare tanto.

E così alla fine scopriamo una volta per tutte chi è Bianca, la quale è pur sempre un'eroina.

Spero che vi abbia intrigato anche il dialogo tra Leo e Frank.

Ed ora: qual'è l'ultima parte dell'allenamento di Reyna? Come fa Leo a sapere che Frank è il Fenrir quando neanche i Guardiani ne sono a conoscenza? Leo rivelerà quest'ultima cosa ad Hazel?

Vedrò quando riuscirò ad aggiornare, fino ad allora vi lascio con queste domande in sospeso.

Byeeeee!!!!!!!!!

   
 
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