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Autore: dreamer_J812    21/07/2015    8 recensioni
HTTYD-Pirate AU.
Astrid Hofferson fa parte di una temibile ciurma di pirati.
Hiccup Haddock è figlio del re di un piccolo regno.
Il destino farà incrociare i loro cammini.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Pazza
Hi guys! Vi scrivo subito all’inizio per avvisarvi che la parte iniziale è un po’… spinta, e anche per rompervi subito le uova, lo ammetto. In più devo fare un avviso: tra qualche giorno vado in montagna, per cui interrompo momentaneamente la scrittura di Pirates, riprenderò a scrivere quando torno. Ho già cominciato a scrivere il prossimo capitolo, in quanto all’inizio doveva essere un unico capitolo, però poi veniva troppo lungo rispetto agli altri e l’ho interrotto qui, dividendolo in due parti (la seconda è ancora in fase di elaborazione). Tuttavia, non vi affliggete (oppure è questo il vero e proprio Crucio), nella settimana che starò via, non vi abbandonerò e tornerò con nuove storie strampalate. Ora vi lascio alla lettura. Spero di non aver fatto casino (probabilmente sì) e che il capitolo vi piaccia (non odiatemi). Se volete lasciare una recensione e dirmi cosa ne pensate, ne sarò più che felice. Grazie a tutti quelli che leggono, seguono, recensiscono e che hanno aspettato pazientemente questo capitolo, senza di voi non sarei qui! Vi ringrazio di cuore!
A presto
 
 
Hiccup si trovava in camera di Astrid.
Era proprio davanti a lei, con le mani sui suoi fianchi. I loro volti erano talmente vicini che i loro nasi si sfioravano e i loro respiri si mescolavano, fino a quando il castano non si era avvicinato ulteriormente a lei, baciandola.
Continuarono a baciarsi con passione e dolcezza, facendo intrecciare le loro lingue, mentre i cuori dei due giovani battevano all’impazzata.
Hiccup l’aveva afferrata per le cosce, sollevandola, posandola delicatamente su un comò che si trovava accanto a loro e lasciandole una scia di baci sul collo, scendendo fino alle clavicole. Astrid aveva lasciato andare all’indietro la testa, sospirando, e gli aveva allacciato le gambe intorno ai fianchi, tirandolo a se e stringendogli i capelli con possessività, come se non volesse lasciarlo scappare, mentre lui continuava a coprirla di baci. Il castano le aveva sfilato la maglietta, levandosi a sua volta la propria, per poi riprendere a baciarla con foga e premendo l’erezione sull’interno coscia di lei, facendola sussultare.
Si stringevano l’una all’altro facendo strofinare i loro corpi, mentre le mani vagano sui questi come per capirne ogni particolare, come per ricordarsi ogni dettaglio di quella notte indimenticabile.
Il castano era sceso a baciarla fino ai seni rotondi, poi l’aveva presa in braccio, tenendo le mani sul fondoschiena di lei per sostenerla e l’aveva buttata sul letto. Astrid si era aggrappata alle sue spalle forti e lo aveva trascinato con sé. In poco si erano trovati entrambi nudi, a fissarsi negli occhi, accesi di passione e desiderio, e avevano ripreso a baciarsi con veemenza. Il castano si era posizionato tra le sue gambe e la giovane aveva inarcato il bacino come per invitarlo ad entrare. Hiccup si era fatto strada dentro di lei e la bionda si era lasciata scappare un grido e gli aveva piantato le unghie sulla sua schiena. Il castano aveva aspettato che si abituasse per poi cominciare a muoversi dentro di lei con affondi lenti e precisi e Astrid gemeva il suo nome sempre più forte, fino a quando…
 
Hiccup si era svegliato di colpo, spalancando gli occhi, tirandosi su e cadendo inevitabilmente dall’amaca, che era piuttosto instabile. Per fortuna delle reti che si trovavano ammassate sotto di lui avevano attutito il colpo ed era riuscito a non svegliare nessuno.
Aveva cercato di stabilizzare il respiro affannoso e si era asciugato la fronte sudata con una mano. Era stato tutto un sogno. Non aveva mai fatto un sogno del genere. La situazione gli stava sfuggendo di mano. Quello che provava per Astrid si faceva sempre più forte e i suoi pensieri su di lei diventavano sempre meno innocenti.
Poteva un sogno essere così dannatamente dettagliato? Ed era talmente realistico… Hiccup si stava chiedendo che cosa avrebbe potuto fare; di sicuro non aveva nessuna speranza con Astrid e non si sarebbe mai messo con lei, ma non poteva neanche dimenticarla vedendola tutti i giorni. Non sapeva come controllare tutto questo amore, questo sentimento nuovo che gli invadeva l’anima. Si era preso il capo tra le mani e aveva cercato di calmare tutti i pensieri che gli affollavano la mente e gli avevano fatto venire un gran mal di testa. Aveva deciso di uscire a prendere una boccata d’aria, tanto non sarebbe riuscito a dormire. Così si era diretto sul ponte.
 
Era ancora buio. La Luna splendeva nel cielo insieme alle stelle e il mare era calmo come una tavola, ma nel silenzio si sentiva in rumore di piccole onde che si infrangevano sulla parete legnosa e incrostata della nave. Hiccup passeggiava tranquillamente, cercando di farsi cullare dal rumore del mare, che però non superava quello dei pensieri. Una voce familiare lo aveva ridestato da questi; era Fishlegs, che quella notte era di vedetta.
-Ei! Chi va là?
-Sono io, Hiccup!
-Oh, Hic! Che ci fai sveglio? Vieni qui!
Hiccup si era avviato verso l’amico, correndo, e si era messo accanto a lui, cominciando a scrutare l’orizzonte scuro, facendogli compagnia.
-Non riuscivo a dormire… -aveva spiegato.
-Astrid, eh?- aveva osservato il biondo, che era piuttosto sveglio ed intelligente, almeno rispetto al resto dell’equipaggio.
-E t-tu come…cioè, no!- aveva balbettato Hiccup, cercando invano di negare l’evidenza. Non era molto bravo a nascondere i sentimenti.
-Oh, andiamo! L’ho capito da un pezzo che ti piace!- aveva detto il biondo accennando un sorrisetto.
-Che confusione, Fishlegs!- Hiccup aveva sbattuto la schiena contro un grande palo di legno che si trovava dietro di loro, accasciandosi a terra e sbattendosi le mani in faccia.
Il biondo si era abbassato e gli aveva messo una mano sulla spalla amichevolmente, scuotendolo un po’.
-Hiccup, non è la fine del mondo!
-Sì che lo è! Da quanto lo sai? E chi lo sa oltre a te?- aveva chiesto il castano ormai in preda all’ansia e alla disperazione.
-Nessuno, credo. Io l’ho capito da come la guardavi la sera della luna piena. Ma perché non mi hai detto niente? Puoi fidarti di me!
-Lo so, ti ringrazio. E’ che… me ne sono reso conto da poco e… che casino!
-Ti piace molto? –aveva chiesto Fishlegs, un po’ preoccupato per lo stato dell’amico.
-Da impazzire! –Hiccup l’aveva detto come se innamorarsi fosse la più brutta le disgrazie, e tutti i torti non ce li aveva.
Era seguito un silenzio incessante, durante il quale la preoccupazione e l’afflizione di Hiccup si erano fatte sentire forte, fino a quando lui stesso non lo aveva interrotto.
-Senti, Fishlegs, ma Astrid e Philip…
-No. –l’aveva interrotto prontamente il biondo- Non secondo me. Nulla di serio. Lei non lo ama e lui non ama lei, c’è solo una certa attrazione fisica.
Stranamente questa frase non fece sentire meglio Hiccup, che aveva sentito la rabbia crescere dentro di se.
-Non darti tormento, Hiccup!- lo aveva confortato il biondo.
-Non ho speranze con lei! Perché sono così stupido?!
Fishlegs gli aveva messo una mano sulla spalla con fare fraterno, in segno di conforto. Era una delle poche volte che non sapeva cosa dire; non voleva ferire l’amico, che in quel momento era emotivamente fragile.
-Quella sera, -aveva continuato Hiccup con voce rotta, mentre cercava di trattenere le lacrime e di reprimere il nodo che sentiva alla gola- lei mi ha guardato…-
-Non illuderti Hiccup. –il biondo lo aveva interrotto di nuovo- Lei fa sempre così, le piace prendersi gioco degli altri, soprattutto di quelli nuovi o quelli più… deboli. Sembra che provi gusto a far star male la gente.
-Lo vedo.- Hiccup aveva girato il volto dall’altra parte per non far vedere all’amico la lacrima che, solitaria, gli rigava una guancia.
-Mi dispiace Hic.- era stata l’unica cosa che era riuscito a dire.
-I ragazzi, Snotlout e Eret intendo….n-non mi hanno preso in giro il giorno seguente…
Fishlegs avava di nuovo compreso dove volesse andare a parare e aveva risposto senza neanche fargli finire la domanda.
-Astrid non vuole che parliamo di quelle sere. “Quello che succede con la Luna piena rimane con la Luna piena”, dice lei. Per questo Philip non parla mai di cosa fanno o non fanno e non passa ore a vantarsi. Se Astrid si arrabbia sono guai per tutti.
-E’ una tosta.- aveva osservato il castano, lasciandosi sfuggire una ristatina.
-Eh, già!
Poi entrambi si erano rimessi a guardare il mare, in silenzio.
   
 
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