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Autore: Eneri08    21/07/2015    2 recensioni
Cosa succederebbe se Hera, dea del matrimonio, dopo l'ennesimo tradimento di Zeus, decidesse a sua volta di tradirlo con un comune mortale, e se dalla loro unione nascesse una figlia semidea? L'appassionante storia di tre ragazze semidee che andranno incontro al loro cupo destino tra guerre, primi amori e satiri che mangiano lattine.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Era, Grover Underwood, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Facciamo la conoscenza di una divinità primordiale incredibilmente... idiota
 
Pandora finì di suonare il brano; si inchinò ed ammiccò verso Magalie. Poi, scomparve dietro le quinte.
Sentii un nodo allo stomaco quando qualcosa di freddo mi sfiorò la gamba. Mi voltai per vedere un cameriere zombie che mi guardava con fare, come dire, suadente. Aveva l'aspetto di un quattordicenne. Aveva una costellazione di brufoli pieni di pus in putrefazione sparpagliati per tutto il viso; il naso era ormai inesistente, e rimanevano al suo posto due piccole cavità ossute. La mano penzolava dal braccio ed i suoi capelli erano crespi e stopposi. Fra i suoi denti era rimasto incastrato un pezzettino di insalata di qualche decennio scorso. In sintesi, era orripilante. Mi mise un braccio attorno al collo e mi alitò sulla faccia.
–Ehi, dolcezza, da quant'è che sei morta? Perché hai un aspetto ancora così... vivo.– Feci una risatina nervosa; in quel momento, un'idea incominciò a propinarsi nella mia mente bacata. Mi annodai un dito ad una ciocca di capelli, e dissi in modo vanesio,
–Ohh, trovi? Lo sai che sei uno zombie davvero... ehmm...– Esitai. –...carino?- Lui gonfiò il petto in modo goliardico. –Mi farebbe tanto piacere se ci portassi nei camerini dietro le quinte!-
Lo zombie esitò.
–N...non so, è contro le regole. La Signora P. non ama che gli spettatori vengano a curiosare nel retroscena.- Io giocherellai con lo scollo della maglietta.
–Che peccaaato...– Cantilenai. Se c'è una cosa che il buon vecchio Travis mi aveva insegnato, è che quando ci sono di mezzo le poppe, i ragazzi sballano. Anche se sono morti. Lui indugiò; poi fece segno di seguirlo.
–Ottima tattica, errore.- Si congratulò Isabelle. Mi girai, ma non vidi Magalie. Bisbigliai ad Isabelle.
–Pssst! Dove è finita Magalie?
–Doveva andare in bagno.
–Ancora?! Siamo in un buco sperduto e pieno di mostri dimenticato dagli dei, e lei va in bagno?!- Strepitai.
Dietro al palco scenico, dozzine di attrezzi di scena, casse acustiche e quant'altro, erano sparpagliati in ogni angolo. Su il lato frontale c'era una porta, su cui una targhetta a forma di stella riportava inciso il nome di Pandora. A illuminare la porticina, c'era un unico riflettore che mandava una luce fioca e sommessa.
Magalie non era ancora tornata; dall’altra parte della porta si udiva la voce di Pandora che parlava con qualcun altro. Non potevamo entrare così, gridando “EHI PANDORA! SORPRESA”, e non potevamo nemmeno sfondare la porta, anche se Isabelle era tentata nel farlo. Poi, guardai il ragazzo zombie e mi venne un’idea.
–Caro,– Dissi imitando la voce di mia madre, –potresti portarmi una banana split, per favore?– Sorrisi gentilmente. Il ragazzo zombie, annebbiato dalla mia voce, andò a prendere ciò che gli chiesi senza esitazione. Qualche minuto dopo, mi portò la banana split. Io gli ammiccai e gli porsi un numero di telefono… solo che non era il mio, bensì quello di Travis, che mi aveva appositamente messo nello zaino prima di partire. Era la giusta punizione che si meritava per avermi rubato la spilla. Isabelle dichiarò in modo sarcastico:
–Pensavo ti piacesse quello Stoll, non pensavo che ci provassi con i non-vivi.
–Oh, ma quello non era affatto il mio numero.
–Ma se non era il tuo allora di chi era?- Io sghignazzai.
–Quello di Travis!
–Non ti facevo così spietata, Foster.- Io per tutta risposta feci spallucce.
–In amore ed in guerra tutto è concesso!
–Oh, quindi ti piace.
–N…no, certo che no! Siamo in guerra Ross, siamo in guerra. Ricordatelo.– Detto questo, lei prese il rossetto nero di sua madre dal suo zaino e si fece delle strisce nere sulle guance, poi, con fare serio, ripeté lo stesso gesto con me.
–Forza, Errore. Andiamo.– Cercai di trattenere la risata. Misi le fragoline al burro alcoliche di Dioniso sulla banana split e bussai con la mia mano libera. Appena entrai, Pandora era seduta davanti alla sua toilette trucco e si stava aggiustando il rossetto rosso con un dito. Ci squadrò dall’alto in basso.
–Posso esservi d’aiuto?– Chiese con la sua voce acuta.
–Siamo venute per offrirle un dono dalla casa per il suo magnifico spettacolo.- Le porsi la banana split e lei la guardò sospettosa. Io le feci l’occhiolino.
–C’è un ingrediente segreto aggiunto a posta per lei!- Ora, dovete sapere che Pandora era una gran curiosona a causa del dono che le fece Hermes quando fu creata: la curiosità. Fu per questo che lei aprì il vaso e scatenò i mali nel mondo. Lei inclinò leggermente la testa e strizzò gli occhi.
–Di quale ingrediente segreto state parlando?- Io scandii la parola.
Se-gre-to.- Lei puntò i suoi occhi ametista sul dolce. Lo scrutò per qualche secondo; sembrava indecisa, ma poi cedette alla curiosità e prese una cucchiaiata di gelato abbondante dove sopra risiedeva una fragola al burro alcolica. Pandora fece un verso estasiato.
–Mhh, è dolcissimo– Dopo qualche secondo e diverse altre cucchiaiate dopo, le sue guance ed il suo naso divennero di un colorito rossastro. Singhiozzò;
Hic! Sapevo che sareste venute a trovarmi prima o poi!– Rise. –Hic! Zeus si sarebbe accorto che il mio vaso era sparito!
–Quindi sei stata tu a rubarlo!
–Ovvio, altrimenti non si chiamerebbe vaso di Pandora! Hic!
–Non fa una piega. Ma come hai fatto ad arrivare fino a là?- Lei mi diede una pacca amichevole sulla schiena e mi fece l’occhiolino.
–Diciamo… hic! Che ho avuto un piccolo aiutino! Hic!- Isabelle le strepitò in faccia,
–Chi è stato?! Parla!- Lei le rise sonoramente in faccia.
–Piccole stupide! Hic! Non avete ancora capito chi è?! Walle l’ha pure… hic! Sognato! Hic! Non hai capito chi è?!
–Come fai a sapere il mio nome?!
–Quella ragazza, quella ragazza era cooosì carina! Però…– Mise il broncio, –…sono rimasta offesa… hic! Dal fatto che lui abbia scelto un’altra invece che me!
–Chi è?!– Dicemmo in coro io ed Isabelle;
dalla cabina armadio rotolò fuori Magalie. La sua pelle sfocava dal suo colorito normale al blu cangiante, ricoperta di stelle o di nuvole. Strabuzzai gli occhi.
–M… Magalie? Sei… diventata un puffo?– Pandora si inginocchiò e cominciò a baciarle i piedi, mugugnando:
–Mio… hic! Signore! Hic!– Magalie le diede un calcio sullo sterno. Pandora perse il fiato per qualche secondo, poi si accasciò per terra e cominciò a russare sonoramente.
Magalie teneva fra le grinfie un portagioie, pieno di brillantini e strass. Sulla facciata davanti, dei piccoli cristalli artificiali prendevano la forma delle lettere che componevano il nome di Pandora in greco antico: Πανδώρα.
–Bene, bene, bene!– La sua voce aveva una doppia frequenza, la prima era quella della solita Magalie, l’altra era più dura e roca. Era uno strazio sentirla parlare.
–Vi facevo più stupide, sinceramente! Ma cosa vi siete fatte su quei bei faccini?– In quell’istante, le idee mi si affollarono nella mente: avevo risentito quella voce, e ricordavo anche l’aspetto della pelle che aveva Magalie. Sibilai fra i denti,
–Urano.–

Nota delle autrici
Shippiamo male Magalie con Urano.
-La trinità delle sfigate

Curiosità
Le ragazze non hanno tutte la stessa altezza: la più alta è Magalie, che misura 1,66m, poi viene Isabelle, che misura 1,62m ed infine Walle, che misura 1,52m.
 
   
 
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