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Autore: Ice_DP    21/07/2015    4 recensioni
Tutti sanno che Portuguese D. Ace, prima di diventare il comandante in seconda della flotta di Barbabianca, ha cercato in tutti i modi di farlo fuori. Non ha risparmiato nemmeno la scelta più assurda che potesse venirgli in mente, architettando in ogni dettaglio i suoi piani, con i quali ha attentato alla vita del capitano della flotta più potente del mondo.
Inutile dire che tutti, dal primo all'ultimo, hanno fallito miseramente.
Tra avvelenamenti, oggetti volanti non ben identificati e tentativi di buttarlo in mare, alla fine Ace scoprirà che c'è un modo più semplice per poterlo annientare definitivamente.
[Comunicazione di servizio: molti capitoli potranno risultare stupidi oltre ogni misura ed aspettativa, andando oltre a qualsiasi soglia di logica e decenza]
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Portuguese D. Ace
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le imbarazzanti avventure di Ace'
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100 modi per uccidere Barbabianca


#2 Caffè bollente


Era una giornata apparentemente come le altre, calda e tranquilla; l'aria si muoveva appena. Ma se si prestava particolare attenzione rimanendo in silenzio, si poteva percepire chiaramente un muoversi convulso di rotelle cerebrali che giravano ininterrottamente.

Inutile dire che tutto quel lavoro proveniva da una testa calda, molto calda, che la maggior parte delle volte nemmeno ragionava troppo bene; era più solita agire d'impulso, e puntualmente non ne ricavava mai il massimo.

Quel giorno Ace era intento ad escogitare qualcosa che potesse anche solo inizialmente far agonizzare il capitano dai lunghi baffi bianchi, per poi concedergli una lunga, lenta e dolorosa morte. Bruciarlo vivo non sarebbe stato divertente, ed era anche fin troppo prevedibile da parte del ragazzo lentigginoso; aveva sì in mente qualcosa di bollente e ustionante, ma lui ne era la causa indiretta.

Pugno di Fuoco aveva aspettato che tutto fosse placido e silenzioso; cosa c'era di meglio dell'abbiocco pomeridiano?

Barbabianca era solito schiacciare un pisolino sul suo enorme trono, mentre tutta la ciurma si ritirava nella propria cabina, incapace di sopportare il caldo che la faceva da padrone sul ponte della nave.

Ace si era spinto fin vicino a lui quasi volando pur di non far rumore; era appena stato nelle cucine per poter prendere gentilmente in prestito la caffettiera gigante che i cuochi usavano per preparare il caffè a tutta la ciurma in contemporanea. Era stato abbastanza difficile persino per lui riuscire a portare quell'attrezzo da cucina sulle spalle, pieno di caffè bollente, che lui stesso si era premurato di scaldare ancora un po'.

Forse fin troppo, perché la simpatica moka iniziava a dare segni di cedimento e scioglimento del metallo; forse Ace aveva esagerato.

Era ad un soffio dal corpo titanico di Barbabianca, quando con un balzo atletico saltò fin sopra la sua testa, aprendo il coperchio della caffettiera e rovesciando quasi tutto il suo contenuto nell'impeto dell'azione. Lo richiuse velocemente, resosi conto che non aveva preso una mira decente per poter inondare il corpo muscoloso e martoriato del capitano; provò almeno cinque o sei volte prima di riuscire a capire quale fosse la posizione ideale da cui sganciare il liquido non bollente, di più. Non poteva permettersi di sprecarlo così, a caso.

Con un ultimo balzo dall'angolazione perfetta, era pronto per lanciare la bomba, quando una risata proruppe nell'aria in maniera quasi spaventosa.

Guarararararara, ragazzino, cosa credi di fare?”

Nemmeno il tempo di ragionare, che Ace si sentì preso con forza da entrambe le gambe, mentre la caffettiera gli veniva strappata dalle mani. In una frazione di secondo ci si ritrovò dentro a testa in giù, la stessa risata gutturale che accompagnava il tutto.

Guararararara, ragazzino cocciuto, devi escogitare di meglio se vuoi farmi fuori! Questi trucchetti da bambini non possono nulla contro di me!”

Con il coperchio chiuso sulla testa e trattenuto dalla mano del capitano, Ace ribollì di rabbia; non seppe nemmeno lui quanto tempo passò dentro a quella caffettiera.

Fortuna che almeno non pativa il caldo.



ANGOLO DELLA DEMENZA

Ok, lo so. È un'emerita cagata, lo ammetto a me stessa; ma non so perché questa immagine mi faceva ridere come una cretina. So che non è il massimo, ma mi sono accorta che inventare cento modi per far fuori quell'omone sono davvero tanti, e sicuramente mi ripeterò in mille modi, oltre che a fare capitoli insulsi e senza logica, non divertenti che non farebbero ridere nessuno. Per ora la mia ispirazione mi consente questo, perciò sono pronta ai pomodori, peperoni, frutta di vario genere.
Ringrazio comunque chi ha recensito lo scorso capitolo, chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate e chi ha avuto il coraggio di leggere questa stronzata.
Grazie! :D
Peace & Love!

   
 
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