Titolo: Le cose non vanno mai
come credi
Personaggi coinvolti:
Dean Winchester (Jensen Ackles), Sam Winchester (Jared Padalecki), Allison
Roberts (Willa Holland), Derek ???
Breve
riassunto:
un inizio e una fine non previsti
Genere: romantico, introspettivo,
drammatico, soprannaturale, avventura
Colonna
Rating: Giallo
Spolier: la Fan Fiction è
ambientata durante la Seconda Stagione, per cui probabili spolier per chi non
l’avesse ancora vista
Disclaimer: tutti i personaggi del
telefilm “Supernatural” appartengono ai produttori e autori della serie, tra
cui Kripke; gli altri personaggi che figurano sono, invece, di mia invenzione.
Note: Finalmente riesco ad
aggiornare. Perdonatemi se non sono riuscita a farlo prima, ma ho iniziato
l’università e, nonostante il capitolo fosse quasi terminato da parecchi mesi,
sono riuscita a completarlo del tutto solo ora. Spero sia alla vostra altezza e
che l’attesa sia servita a qualcosa! ^^
Ps. Il titolo è una citazione da “Marzo” di Giorgia.
Sono ben accetti commenti! Grazie e buona lettura!
CAPITOLO 10 –
Le cose non vanno mai come credi
Sentiva l’odore del sangue mescolato al profumo
che, ogni mattina, spruzzava sul collo sottile e delicato. Guardava il suo
volto, anche se la vista era tremendamente distorta dalle troppe lacrime negli
occhi. La stringeva tra le braccia, seduto in ginocchio e oscillava leggermente
avanti e indietro, quasi per scuolterla e svegliarla. Non era riuscito a
proteggerla, non era riuscito a salvarla, non aveva impedito che altre persone
morissero per causa sua.
Si ripeteva in testa quanto fosse egoista e colpevole del male
che, adesso, aveva causato anche a lei. Se prima credeva di non meritare tutto
l’affetto che aveva ricevuto da suo fratello e da lei, ora ne era completamente
certo.
Allison aveva gli occhi semichiusi, la bocca leggermente
aperta e un’epressione immobile. Sam avrebbe giurato che prima di andarsene, le
labbra della ragazza si fossero inarcate nel sorriso che lui tanto amava,
quell’espressione che lo sollevava da terra ogni volta che lo coglieva.
Continuava a sostenerla con le braccia e con una mano le accarezzava il viso e
i capelli morbidi, mentre le lacrime amare e piene di dolore solcavano il suo
viso e le più grandi abbandonavano il suo mento per cadere sul collo di lei.
-Allison, ti
prego…Non lasciarmi…Non andartene anche tu, ti prego…Allie…- diceva tra le
lacrime.
Ma lei non poteva rispondere. Giaceva tra le sue
braccia, inerme.
Gliene erano capitate molte negli ultimi due anni,
anzi, molte sin dalla sua nascita, più di quanto una persona normale potrebbe
credere. Sua mamma era stata uccisa, suo padre
accecato dalla vendetta aveva catapultato i suoi due figli in un mondo assurdo,
crudo e senza pietà, Jessica era morta, sapeva di avere un destino oscuro e
ogni giorno si trovava a combattere contro spiriti, demoni o mostri che
fossero. Eppure tra tante cose negative, aveva trovato degli appigli a cui
aggrapparsi: Dean e Allie. Lui era il migliore fratello al mondo e lei la nuova
ragione per svegliarsi ogni mattina con un sorriso, così come gli aveva
insegnato.
Chiuse gli occhi per spingere fuori altre lacrime e
senza volerlo, immagini velocissime cominciarono a scorrergli davanti.
Ricordava il giorno che l’aveva incontrata e distingueva con molta chiarezza
come, sin da quel momento, loro due fossero diventati inspiegabilmente complici.
Ricordava la sua confessione, fermi al benzinaio, i
suoi modi spiritosi di zittire Dean, la sua curiosità e passione in ogni caso,
l’imbarazzo nel vederla bellissima con il vestito che aveva indossato per
l’asta, i momenti con lei, senza Dean, i suoi consigli, la sua ironia e il
fatto che ogni giorno, per un motivo o per l’altro, lo lasciasse sempre senza
fiato. E poi, davanti a sé, distingueva bene l’immagine del loro primo bacio,
rubato prima che lei partisse e assaporato perfettamente quando era tornata, la
loro prima volta insieme e tutte quelle successive.
E ricordava lei. Lei e i suoi occhi incantevoli che
ogni mattina aveva il piacere di incrociare. Lei e i suoi capelli morbidi, lei
e la sua voce, lei e la sua risata. Perché se davvero si potesse descrivere una
persona con una sola parola, per Allie quella giusta sarebbe stata “vita”.
Tutti quei flash scorrevano velocissimi nella mente
di Sam e si pentiva di non poterseli gustare per davvero. Vedere Allison così intensa
nella sua memoria gli aveva quasi fatto di dimenticare che tutta la vitalità
che aveva sempre visto in lei, ora era svanita, fuggita chissà dove.
Allie era morta e lui non aveva fatto nulla per
salvarla.
Non credeva che il momento dei ricordi e quello dei
rimpianti fosse separato solo da una minuscola frazione di secondo. Aprì gli
occhi per guardarla e al dolore di quella vista si univano i rimorsi per non
averle mai fatto capire quanto ci tenesse a lei. Si disse che il vecchio detto
dell’apprezzare le cose solo quando le perdi è dannatamente vero. Il vederla
così, tra le sue braccia, con il petto coperto di sangue e gli occhi senza vita
gli aveva fatto capire una cosa che, forse, non avrebbe mai capito perché non
avrebbe mai creduto di poterla provare. Ancora.
L’amava. L’amava tremendamente.
Lo squarcio dentro di sé a quella presa di
coscienza lo costrinse ancora una volta a stringerla e a chiudere gli occhi per
cacciare via le lacrime, nella speranza che assieme ad esse anche il dolore
potesse colare via.
-Allie, mi
dispiace…perdonami…- disse tra i singhiozzi, mentre tornava a dondolare
piano, avanti e dietro, implacabile, come il vuoto che cresceva dentro di lui.
Non era possibile che tutto quello stesse davvero
succedendo. Non credeva di meritare un tale dolore. E poi si rimproverava di
non averla protetta abbastanza, di non averla dimostrato il suo amore. Di non
aver mai avuto il coraggio di smettere di sentirsi in colpa, per Jessica, nè di
buttarsi completamente nell’unica vera relazione che valeva la pena di vivere.
E perché, perché non era riuscito a capire prima
cosa avrebbe potuto perdere? Cosa avrebbe messo a rischio?
Alzò lo sguardo verso il soffitto, quasi per
pregare. La disperazione si trasformò in rabbia, risentimento verso quel
destino infame, verso quella serie di eventi tremendamente sfortunati.
-Perché??? Perché Allie?? Perché???-
gridò credendo di non avere abbastanza voce per ascoltarsi.
Ovviamente, non ricevette risposta. Come pensare di
poterla ottenere?
Tornò a chiudere gli occhi e li riaprì solo quando
poteva vedere il viso della ragazza, tra le sue braccia. La guardò un’ultima
volta e si ripromise che di lei avrebbe ricordato altro, non l’espressione
assente che aveva in quel momento. Avrebbe ricordato la Allie
che aveva amato, anche se se ne era reso conto troppo tardi per poterglielo
dire.
Le chiuse gli occhi con un gesto dolce, delicatamente la
baciò.
-Ti amo.-
sussurrò tornando
a stringerla tra le lacrime.
***************
Si sentiva scuotere da mani familiari.
-Sam! Sam!
Svegliati!- esclamò Dean preoccupato. Sam aprì gli occhi di scatto, balzò a
sedere a letto e se suo fratello non si fosse spostato in tempo, gli avrebbe
dato una testata da farlo svenire per un bel po’. Riconobbe Dean,
ma null’altro gli passava per la mente se non lei, Allie.
-Sam, stai
bene?- chiese Dean preoccupato.
-Allie,
Allie, dov’è?- ribattè lui ancora con il fiatone per l’ansia.
-E’ in bagno, sta facendo una doccia. Sam, calmati…- rispose
Dean allarmato.
Ma le sue parole non ebbero effetto, se non quello
di far scendere Sam dal letto e precipitarsi verso la porta del bagno
spalancandola di botto. Le ginocchia di Sam non impiegarono molto per
cominciare quasi a tremare: aveva visto la ragazza di spalle, avvolta in un
asciugamano a righe, a pochi passi da lui.
-Sam!-
protestò Allison voltandosi nel sentire la porta aprirsi.
Lui non raccolse minimamente l’indignazione di lei
e si precipitò ad abbracciarla e a poggiare la sua guancia sui suoi capelli
bagnati.
-Sam, Sam,
che succede?- chiese Allie con fiato spezzato per la sorpresa. Vederlo
piombare in bagno in pantaloncini e canottiera e abbracciarla così, cominciava
a farla proccupare. E la cosa peggiore era che non potesse vederlo in viso per
capire quale fosse il problema.
Dean li aveva raggiunti e si era appoggiato alla
porta.
-Sam, vuoi
dirci che succede?- insistette visto il silenzio di suo fratello.
Lui sospirò sollevato, in risposta e allentò la
presa dell’abbraccio per guardare Allison in viso. Lei sussultò alla vista
degli occhi gonfi e rossi di Sam e delle righe bagnate che aveva sul viso.
-Oddio, Sam,
stai bene?- gli chiese allarmata e tamponando dolcemente il suo viso con le
mani, quasi temesse che avesse la febbre.
-Sì, ora sì.-
fu la sua risposta.
***************
-E non
ricordi dove sia accaduto, vero?- chiese Dean lanciando il suo bagaglio nel
sedile posteriore della macchina.
Sam scosse la testa a sguardo basso. –Io…so solo che è stata colpa mia.-
Dean chiuse la portiera di scatto e poggiò i gomiti
sul tettuccio dell’Impala, per guardare Sam dall’altro lato.
-Ancora??? Non è colpa tua, Sam. Smettila di sentirti responsabile
anche se una vecchietta scivola per le scale.-
-Ma Dean! Io
l’ho lasciata morire! Ho permesso che succedesse!- ribattè suo fratello.
-No, non sei
stato tu. E’ stato quel bastardo.- rispose Dean secco.
Sam abbassò lo sguardo e si rese conto solo allora
di non aver raccontato tutti i dettagli di quel sogno così reale, troppo preso
nel sentirsi responsabile della morte di Allie.
-Non era il
demone che intendi tu, Dean.- disse con un filo di voce.
-E chi,
allora?- chiese Dean guardandolo.
-Derek.- fu la risposta di Sam.
Dean dovette reprimere l’imprecazione che
desiderava gridare per non spaventare ancora di più suo fratello. Scoppiò a
ridere in risposta.
-Io ti dico
che nostro nonno passa al lato oscuro, che uccide Allie e tu che fai? Ridi?-
esclamò indignato Sam.
Dean si azzittì senza smettere di sorridere. Guardò
suo fratello comprensivo. -Ascolta, Sammy. Qui
non siamo a Star Wars e il tuo è stato solo un incubo. Nulla di più. Non crucciarti
per cose che non esistono.-
Sam contrasse le labbra a quella risposta. Si
aspettava sostegno e invece aveva ricevuto solo uno schiaffo in faccia.
-E se
dovesse accadere, Dean? Che ne puoi sapere?-
Dean non esitò a rispondere perché sapeva che Sam,
prima o poi, avrebbe fatto quella domanda. Nonostante il sogno che gli aveva
descritto cominciava a terrorizzare anche lui, rispose sciolto. -In quel caso siamo nei guai. Perché mio
fratello è un matto e in famiglia non ce n’è uno sano di mente.-
Sam s’irrigidì. -Dean, dammi ascolto, per una volta! Se accadesse? Pensaci un momento,
non sappiamo perché lo Yed abbia sempre cercato e
desiderato Derek, e se fosse perché è come me? Perché in qualche modo siamo
legati? Perché può usarlo?-
Dean si fece serio. Il ragionamento di Sam, come al
solito, filava, ma lui non poteva lasciarsi prendere anche da questi pensieri o
sarebbe davvero crollato. Schiarì la voce e si bagnò le labbra.
-Ora ascolti
tu me, Sammy. I sogni non sono come le tue visioni. Non si realizzano. Non è
mai successo e mai potrebbe accadere. Non credere di essere più strano di
quanto lo sei già. Derek non è posseduto, né passato al “lato oscuro”, Allison
è viva e vegeta. Non succederà nulla, e ti prometto lo stesso che staremo in
guardia comunque. Nessuno morirà, Sammy. Fidati di me.-
Sam l’aveva ascoltato attentamente, ma quelle
parole gli sembravano le più false della storia; anche perché Dean sapeva che Sam aveva
sognato della morte di Jessica prima che avvenisse. Qualcosa sarebbe andato
storto, Sam se lo sentiva e basta.
-Ehi, mi
date una mano?-
Le parole di Allison scossero Sam dai suoi
pensieri, si voltò di scatto e camminò verso di lei, prendendole i bagagli e
ricevendo quel sorriso che tanto amava in ricambio.
-Sam, mi
dici che hai?- gli chiese quando lui stava per entrare in macchina, qualche
istante dopo. Sam le sorrise e le accarezzò il volto. -Nulla, Allie, tranquilla.-
Lei restò impassibile. -Sam, ti ho visto. Ti sei svegliato piangendo. Che hai? Ti prego, Sam,
mi fai morire se mi tieni nascosto qualcosa di così grande.-
A quella frase, per Sam, si aprì un intero
universo. Ora capiva finalmente perché Dean avesse impiegato così tanto tempo
nel dirgli ciò che loro padre gli aveva confessato
prima di morire. Proteggere chi si ama. Anche a costo di mentire per una vita.
In altre occasioni non avrebbe condiviso
quell’idea, neanche per sogno. Ma non poteva trattenersi. Sapeva che era
l’unica cosa giusta da fare, al momento. Le avrebbe raccontato la verità solo
quando i rischi erano passati
-Un brutto sogno, Allie. Nulla
di importante.-
Lei lo guardò sottecchi e, infine, si lasciò
convincere. Sam la baciò sulle labbra e la fece salire in macchina,
raggiungendo poi Dean, al posto anteriore.
-Allora,
Allie, pronta per l’Europa questa volta?- chiese Dean mettendo in moto e
dando gas.
-Più di
prima, ma sarei comunque più contenta di restare con voi.-
-Con Sam,
intendi.- rispose sarcastico Dean guardandola allo
specchietto retrovisore.
-No, anche
con te, testa di rapa!- rispose lei dandogli una pacca sul collo.
-Ahi!-
ribattè Dean piegandosi.
***************
A quell’ora sarebbe già dovuta essere in Europa, ma Allie era stata tanto abile da convincere Sam a
far ritardare la sua partenza ancora di una settimana. E, in fondo, non le era
sembrato troppo difficile farlo, visto che in quella stanza Dean non c’era.
Ma lei non voleva proprio raggiungere i suoi
genitori. Non ora più che mai. Sam le nascondeva qualcosa, nonostante Allie si
era lasciata falsamente convincere da quelle sue parole di prima.
Sciolse i capelli e si alzò dal letto raggiungendo
Sam che era seduto sulla sedia di fronte con in mano
il giornale, alla ricerca di un nuovo caso. Dean,
intanto era in bagno, sotto la doccia, a quanto pareva.
Allie strappò il giornale dalle mani di Sam e gli
fece gli occhioni dolci.
-Sam, posso
restare ancora un’altra settimana? Ti prego…- disse con voce da gattina.
Sam sbuffò e si alzò dalla sedia per andare a
riprendere il giornale. Poi la puntò con un dito. -Ehi, non provarci nemmeno. I patti sono patti.-
Allison non si diede per vinta e rigettò via il
giornale, buttandolo sul letto. -Sam, ti
prego. Non me ne voglio andare.-
Sam sospirò e volse altrove lo sguardo. Si ripeteva
in testa che non ci sarebbe ricascato ancora. Allie doveva raggiungere i suoi e
il fatto di averla sognata morta non era confortante. In Europa, sarebbe stata
sicuramente più al sicuro. Si sedette sul letto e riprese il giornale, facendo
l’indifferente.
Allison sbuffò nervosa e rigettò via il giornale. -Sam, mi ascolti?-
Lui roteò gli occhi al cielo e poi incrociò i suoi.
Scosse piano la testa. -Allie, non
rendere le cose più difficili.-
La ragazza sorrise maliziosa e si tirò indietro i
capelli con un gesto veloce. Si mise a cavalcioni su di
lui senza che Sam potesse fare nulla e lo guardò ammaliante negli occhi. -Ti prego…- Prese a baciargli le labbra,
le guance e poi si soffermò sul suo collo.
Sam combatteva con sé stesso per tenerla stretta a
sé e respingerla. Sapeva che se avesse ceduto Allie non sarebbe più partita per
davvero.
-Allie…Dai, fermati. Lo sai che devi andare…- disse poco
convincente mentre i baci si facevano sempre più irresistibili.
Lei sembrava proprio non aver sentito neanche una
parola di quello che le aveva detto, anzi, cominciò a stringerlo e ad
accarezzarlo sempre di più, come se lui in realtà la stesse
incitando a proseguire.
-Allie…Ti
prego.- insistette Sam sul punto di cedere.
Lei conosceva quel tono. Le era familiare perché
era lo stesso che aveva usato la settimana precedente, proprio con la stessa
falsa volontà di volerla fermare. Ovviamente, Allie l’aveva avuta vinta.
Continuò a baciarlo e ad accarezzargli le spalle e
il collo e risalì con la testa fino a poggiare la sua fronte su quella di Sam.
Accennò un sorriso. Sam era perso ormai. Era perso e aveva perso. Di nuovo.
Lei colse il suo sguardo d’arresa e lo prese a
baciare appassionatamente sulle labbra, stuzzicandolo come lui più amava. E
Sam, tra un bacio e l’altro, come aveva tempo per respirare pronunciava il suo
nome, con un’espressione a metà tra il volerla incitare e il volerla fermare.
Le sue mani le strinsero i fianchi e le accarezzarono la parte di pelle morbida
di Allie che spuntava tra la maglietta e i jeans.
Dean si schiarì la voce non appena aprì la porta
del bagno e vide i due avvinghiati.
-Fuori di qui.
Prendetevi una stanza. E possibilmente lontano dalla mia. Fuori!- li incitò
con un tono di disappunto.
Sam smise di baciare Allie e in cuor suo ringraziò
che qualcosa dall’esterno l’avesse fermato.
-Bel
tempismo, Dean. Grazie mille!- disse sorridendogli.
Dean corrugò la fronte senza capire. Si sarebbe
aspettato un tono ironico, non riconoscente.
Allie scese dalle gambe di Sam e sbuffò sbattendo
un piede per terra. -Accidenti a te!
Riesci a rovinarmi sempre tutto!-
Dean guardò entrambi interdetto e s’infilò la
maglietta che aveva lasciato sul letto.
Allie gli puntò il dito contro. -Giuro che me la paghi!-
Dean alzò le mani in segno di resa: era preoccupato
per quel tono, ma anche parecchio divertito. -Ehi, ma che vuoi???-
Guardò Sam per capire che era successo e soprattuto
per capire perché lui non fosse minimamente toccato dal fatto che gli avesse
rovinato “il momento”. Sam fece spallucce e riprese il giornale aprendolo e
tornando a leggere come niente fosse.
Dean scoppiò a ridere e Allie si voltò fulminandolo
con lo sguardo. -Non ci posso credere!
Sam che si fa convincere in “quel” modo! Mi sembra impossibile!-
-Voi maschi
avete “quel” punto debole che funziona sempre!-
-Ehi!-
protestò Sam guardando la sua ragazza accigliato. -Questa non è carina!-
-Sempre se
non c’è un fratello di mezzo.- rispose Dean
divertito. Continuava a sghignazzare tra sé e sé e spintonò Sam facendolo
cadere disteso sul letto.
-Sam, sei un
uomo di poco polso. Non me lo sarei mai aspettato.-
proseguì divertito. -Ecco perché misteriosamente
Allie aveva avuto “il permesso” di restare un’altra settimana.- Si voltò
verso di lei parlandole sarcastico. -Acuta,
sicuramente una mossa acuta. Complimenti, Allison.-
Lei continuò a guardarlo sottecchi e infine non
riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere. Quella situazione le si era
ritorta contro ed era diventata davvero comica: lei che usava la seduzione come
arma! Non avrebbe mai pensato di poterlo raccontare.
Sorrise a Dean e gli fece una specie di inchino. -Ma grazie, grazie davvero. Ora, visto che
oggi non ha funzionato, non hai mica un’altra strategia da usare, eh?-
Dean sorrise e si sedette sul letto. Alzò le spalle
e si fece più serio. -Mi dispiace,
Allie. Credo che questa volta non cederei neanche io.-
Sam si rimise a sedere alle parole di Dean e aprì
le braccia.
-Grazie!-
gli disse sincero.
Allison roteò gli occhi al cielo e prese posto accanto a Sam. Rilegò i capelli e fece un cenno
con la testa verso il giornale.
-Qualche
notizia utile?- chiese.
C’erano alcuni casi interessanti effettivamente, ma
Sam si promise che non avrebbe esposto Allie ad ulteriori rischi e che
l’avrebbe spedita in Europa prima che potesse succederle qualunque cosa che
riguardasse il suo sogno. Scosse la testa e gettò via il giornale. -Nulla di interessante.-
Dean si voltò a guardare entrambi e si soffermò in
particolare su Sam, interrogativo. Solo quando suo fratello gli fece capire con
lo sguardo che era ancora preoccupato per il sogno, si alzò in piedi e disse
che sarebbe andato a mangiare qualcosa.
Allie seguì Dean con lo sguardo e si lasciò cadere
sul letto, sdraiandosi. -Sam, mi spieghi
come faccio due settimane, e dico due, a stare senza di voi?-
Sam ascoltandola sorrise e si voltò a guardarla.
-Dico
davvero Sam. E devo stare con i miei genitori! Dio, sarà
un inferno! E non oso immaginare quanto saranno arrabbiati perché gli ho dato
buca così.-
-Appunto!-
ribattè Sam.
-Appunto,
cosa?-
-Appunto,
vai da loro e non farli arrabbiare ancora di più.-
Allie sbuffò e lo guardò in cagnesco. -Ti odio quando hai ragione,
Sam. Non lo sopporto.-
Sam ridacchiò e si stese accanto a lei. -Non mi odierai dopo che sentirai la mia
proposta.-
Allie si drizzò poggiandosi su un gomito e lo
guardò incuriosita. In mente aveva parecchie proposte allettanti che desiderava
sentirsi dire da Sam.
Sam non si voltò e continuò a guardare il soffitto.
-Stasera è l’ultima sera che sei con
noi. Quindi pensavo di andare a cena fuori. Che ne dici?-
La ragazza roteò gli occhi e si ridistese
scontenta. -Sam andiamo a mangiare fuori
ogni sera. Cosa cambierebbe oggi?-
Sam abbassò lo sguardo sorridendo tra sé. -Che Dean non verrebbe con noi.-
-Sì, e come
al solito dovremmo portargli la cena al letto. No, Sam. Non mi sembra di aver
smesso di odiarti.- rispose piccata Allison.
Sam capì che Allie non voleva rendergli facile la
cosa, ma si disse che forse, non era tanto colpa sua.
Magari lei non era abituata a faccende del genere e lui di certo non poteva
ritenersi l’esperto della situazione. Voltò la testa verso di lei.
-Ok, odiami
pure. Io comunque, intendevo una cena per…noi due. Cioè senza Dean a tutti gli
effetti. Senza il fatto di dovergli portare la cena, ma se vuoi odiarmi, fa’
pure.- rispose rivoltandosi a guardare il
soffitto.
Allie corrugò leggermente la fronte. -Aspetta. Sam, questo sarebbe un invito a
cena?-
Lui fece spallucce. -Prendilo come credi. Tanto mi odi.- rispose facendo un po’ troppo
l’offeso.
Allie si drizzò come prima su un gomito e lo guardò
sorpresa. -Samuel Winchester mi sta invitando
ad uscire per la prima volta?-
Sam incrociò le braccia sul petto e assunse un’aria
imbronciata. -Se devi scherzarci su, no.
Samuel non ti invita proprio per niente.-
Allie rise dolcemente e gli scompigliò i capelli. -Sì.-
Lui la guardò stranito. -Sì, cosa?-
-Sì,
accetto.-
Sam si illuminò in un sorriso sincero. -Davvero? Non mi prenderai in giro?-
-Credo di
averlo fatto fin troppo. E poi hai sempre tuo fratello che si prende gioco di
te, quindi sarò clemente.- rispose Allison scuotendo
la testa divertita.
Sam le fece una smorfia e in risposta ricevette un
leggero bacio sulle labbra. Allie poggiò la testa sul suo cuore e intrecciò le
mani con le sue. Restò in silenzio per qualche minuto, chiudendo gli occhi.
-Ti ringrazio, Sam.- disse con un filo di voce.
Chiuse gli occhi e respirò piano ripensando al
passato. Non lo faceva mai, lei. Il fatto di poter
diventare nostalgica l’aveva da sempre quasi terrorizzata e temeva di poter
restare intrappolata nei ricordi inevitabilmente. Eppure, questa volta non aveva
paura. E’ come se sentiva che sarebbe proseguito tutto per il meglio e, quindi,
avrebbe guardato ai giorni precedenti solo con soddisfazione e non con
rimpianto. Con Dean e Sam andava benissimo. Lei era felice e, nonostante i
tanti problemi in cui si era cacciata in loro compagnia, avrebbe ripetuto le sue
azioni alla stessa maniera con cui l’aveva fatto, senza cambiare un singolo
dettaglio.
Credeva fossero sensazioni che potessero essere
provate solo dai personaggi inventati di qualche libro o qualche film, ma lei
era più cosciente che mai che quelle emozioni in lei erano reali. Questa volta
sì, non erano solo un semplice meraviglioso sogno.
Si sentì stringere da Sam e baciare sulla testa.
Solo a quel contatto si rese conto che forse era restata in silenzio per troppo
tempo. E Sam se n’era accorto. Riaprì gli occhi e diede un colpo di tosse quasi
per nascondere la sua vulnerabilità del momento.
Sam sorrise e poggiò una guancia sulla sua testa. Chiuse
gli occhi anche lui e non riuscì a spiegarsi il motivo, ma sapeva che quel
momento sarebbe stato più prezioso della serata che si prospettava. Forse era
l’atmosfera. Di solito, Allie non avrebbe fatto altro che chiacchierare,
blaterando di qualunque cosa, ma l’assenza delle sue parole lo convinceva che
fosse sinceramente troppo emozionata per poter dire qualcosa.
Era tra le sue braccia, esattamente come nel suo
sogno, ma era al sicuro. Viva e felice, dopotutto.
***************
Eppure se in un angolo della Terra due persone
vivono il più perfetto dei momenti, dalla parte opposta è probabile, anzi,
certo che una miriade di persone stiano trascorrendo dei minuti terribili.
-L’hai promesso, mio caro amico. E sai che le promesse si
mantengono con me.- disse l’uomo senza tono rigido, ma solo per enfatizzare
la serietà della faccenda. –Altrimenti
dì “ciao-ciao” ai tuoi consanguinei. O almeno a quelli di tuo diritto.-
-Rispiegami
tutto.-
-La mente fa
cattivi scherzi, eh? Stiamo diventando anziani, Derek. Forse dovrei chiedere
giù se possono fare in modo di farti rifunzionare qualche rotella?- rispose
il Demone sarcastico.
-Non era nei
piani.-
-Cosa? Un
cervello nuovo?- insistette lui. Sorrise malefico. -Possiamo trattare su quello.-
Derek lo prese per la giacca e lo sbattè al muro.
Recentemente stava acquistando più forza di quella che aveva di solito avuto
nei suoi muscoli. Scacciò dalla testa il perché di quel cambiamento.
-Non ho
intensione di fare quello che dici. I patti erano chiari anche per te!-
replicò con rabbia.
Azazel rise beffardo. -Credi che io sia così stupido quanto lo sei
tu? Sai, noi Demoni abbiamo una memoria piuttosto sviluppata. Tu dovresti
saperlo, giusto?-
Si divincolò da lui e passeggiò per la stanza. -Quel giorno, quella sera, eravamo d’accordo
che avrei lasciato in pace i due speciali e il terzo incomodo e che non li
avrei toccati. Ma ho guadagnato un bravo cane da guardia.- disse con una
smorfia sbilenca -Oh, non offenderti. Ma
mi sei stato utile negli ultimi tempi. Sei davvero il migliore cagnolino che
potessi desiderare.-
-Finisci di parlare, razza di bugiardo!-
Il Demone fece roteare i suoi occhi gialli.
-Non tollero
questa maleducazione.- disse sospirando. Si voltò a guardarlo ancora e
stavolta assunse un’aria seria. Derek non l’aveva mai visto tanto preso.
Quell’atteggiamento quasi non gli si addiceva. -Io non tocco i ragazzi. Ma tu lo farai per me. Il piano lo sai
perfettamente. E se non lo farai tu, ho altri che potrebbero riparare alla tua
mancanza. Però, fidati. Non ci sarebbero supersiti. Sai che sono capace di
fare, Derek. Non mi smentisco mai, vero? Quel giorno sei stato solo un povero
sciocco. Ti sei sacrificato per salvare i tuoi nipoti e la ragazza e cosa ne
otterrai? Sarai proprio il carnefice della loro fine.-
-Figlio di
pu***na!- sibilò Derek a labbra strette.
Azazel sorrise da un lato. –Scegli, Derek. La fine che ho prospettato per loro è molto meglio di quella
che opterei io. E’ più indolore, la tua. Fidati.-
Lo guardò penetrante negli occhi e Derek fu
costretto ad abbassare i suoi e a congedarsi con un semplice “Sarà fatto.”.
***************
-Quindi, una
serata tutta per voi.-
Sam sbuffò. -Dean,
è la quarta volta che lo ripeti.-
-Sì, ma…Una
serata tutta per voi.- ripetè Dean tra lo scioccato
e il divertito.
Sam stufo si alzò dal letto e andò a spegnere il
computer che fino a poco prima aveva usato Allison. Dean, invece, era restato
fermo sul letto a guardarsi le mani e a cercare di assorbire le parole di Sam.
Cercava di non farsi scoprire. Quello che aveva sentito era stata per lui quasi
una coltellata. Sapeva che Sam e Allie erano felici insieme,
ma il fatto che ora si atteggiassero anche da coppietta felice gli dava una
sensazione di vuoto.
-Dean, sono
settimane che io e Allie…beh, lo sai, no?- insistette Sam a braccia aperte.
-E domani deve
partire e non ci vedremo per quattordici giorni…-
Mentre parlava cercava di non ascoltarsi. Non
capiva davvero perché dover spiegare tutte quelle cose a Dean. E poi il tono
che ne usciva fuori era irritante. Suonava quasi come una scusa.
Dean non reagiva e Sam tornò a sedersi di fronte a
lui. Suo fratello alzò finalmente lo sguardo e sì limitò semplicemente ad
annuire.
-Mi portate
la cena, giusto?- chiese con aria da strafottenza.
Sam sbuffò e si rialzò dal letto. -Sei incredibile, Dean.-
***************
Allie si era fatta promettere da Sam che sarebbe
stata una serata come tutte. Aveva espressamente precisato di non volersi
ritrovare in imbarazzo in locali lussuosi o in scene da film di principesse.
Per Allie, l’unica cosa che aveva importanza era il poter stare con Sam e,
detto in tutta sincerità, le sarebbe bastata anche una semplice passeggiata
intorno al motel.
O per lo meno, lei così credeva. Il fatto che si
era chiusa in bagno da circa un’ora e non smetteva di aggiustarsi per
l’appuntamento non faceva che provare il contrario di ciò che pensava. Era la
prima volta in tutta la sua breve vita ad elettrizzarsi sul serio. Non voleva
ammetterlo, ma la cosa la prendeva davvero più di quanto lei potesse gestire.
Dean bussò alla porta del bagno. -Allie? Sam ha detto che ti aspetta giù. Sei
pronta?-
-Porca
miseria. Porca miseria e porca miseria.- rispose una voce attutita
dall’altro lato.
-Che c’è?-
chiese Dean.
-Ma
accidenti a questo coso!- replicò Allie sbattendo qualcosa di metallico sul
lavandino.
Dean sobbalzò ed aprì la porta del bagno. -Allie, ma che..-
disse preoccupato e interrompendosi alla vista del ferro arricciacapelli vicino
al lavandino, ridotto più o meno molto male.
-Mi spieghi
perché cavolo questa gente mette in commercio quelle scartoffie se poi non
funzionano?!- gridò Allison arrabbiata.
Dean trattenne una risata perché temette per la sua
incolumità, vista la rabbia della ragazza. La guardò in viso e cercò di
sorriderle. Ok, nella mente gli era anche passato che lei gli si potesse
“portare via” Sam, ma l’affetto che aveva imparato a donarle lo trattenne dal
fare qualunque cosa di sbagliato. Fece un passo verso di lei e le prese una
mano.
-Sam ti sta
aspettando giù. Non farlo aspettare per quel coso di metallo.-
Allie restò di stucco a quella sensibilità
improvvisa di Dean. Lo guardò sottecchi. -Hai
bevuto, Dean? Ti giuro che se mi fai saltare questa
serata, ti verrò a prendere a schiaffi fino in cima al mondo.-
Dean rise e le lasciò la mano. -Vai, oppure a schiaffi ti ci prendo io.-
L’espressione sospettosa di Allie si trasformò in
un sorriso sincero. Avvolse Dean in un abbraccio riconoscente. Lui lo sentiva
come il fratello maggiore che non aveva mai avuto. Dean la strinse un attimo e
poi l’allontanò da sé sentendosi in imbarazzo.
-Fila.-
le disse sorridendo di sbieco.
Lei sorrise e annuì. Gli stampò un bacio affettuoso
sulla guancia e scappò via.
Dean si ritrovò a guardarsi allo specchio senza
capirne il motivo. Addosso non sentiva altro se non una sensazione di enorme
disorientamento. E, ovviamente, ammetterne il motivo era fuori discussione.
***************
-Sam, ma si
può sapere dove mi stai portando?-
-Sssh.-
sussurrò Sam conducendola per mano dopo aver parcheggiato la macchina.
-Ricordi
quello che ti avevo detto vero? Niente sorprese e niente palazzi da dame. Ti
mollo su due piedi se lo fai, Sam.- replicò Allie camminando un passo
dietro di lui e scuotendo le loro mani intrecciate.
Sam faceva finta di non sentire, camminava ancora e
si bloccò solo quando il paesaggio era completo alla loro vista.
Allie si fermò giusto in tempo per non sbattere
contro Sam. Alzò lo sguardo e sorrise rincuorata. Davanti a loro non c’era
nulla se non una piccola meraviglia della natura. Erano ancora lontani da New
York, per fortuna, e il verde aveva ancora un po’ di spazio.
C’era un ponticello poco distante e garantiva il
passaggio da una sponda all’altra del sottile fiumicello che scorreva
riflettendo il cielo sereno di quella sera d’estate.
Sam si voltò a guardare Allie. -Allora, troppo principesco?-
Lei sorrise e si voltò verso di lui facendo arrivare
gli occhi per ultimi. -No, è troppo perfetto.-
Sam sorrise e le accarezzò il viso. -Come qualcun altro, qui.-
Allie poggiò la sua testa sul petto del ragazzo e
l’abbracciò dolcemente.
Trascorsero lì diversi minuti e ad entrambi sembrò
che il tempo si fosse fermato. Forse Allie capiva di meno l’importanza di quei momenti, ma Sam non era mai stato abbandonato da
quell’immagine del suo sogno e cercava di apprezzare ogni singolo secondo con
lei.
-Allie,
guarda che anche se avrai la febbre a quaranta, ti spedisco in Europa per
posta.- rispose Sam come vide Allie togliersi le scarpe e camminare sulla
riva del fiume.
La ragazza rise e, prendendolo per un braccio, lo
trascinò a sé.
-Taci,
Winchester.- disse sollevandosi sulle punte e avvinghiandosi al suo collo.
Sam non ebbe neanche il tempo di respirare che sentì le labbra di Allie premute
sulle sue.
Il bacio gli ricordava quasi quello che si erano
scambiati quando lei era tornata. E aveva lo stesso dolcissimo sapore. Sam la
strinse a sé e le accarezzò il viso. Quando le loro labbra si staccarono, poggiò
la sua fronte sulla sua e la guardò negli occhi.
Allie non avrebbe approvato, probabilmente, ma Sam
non aveva più motivi (né voglia, d’altra parte) per trattenersi.
-Ti amo.-
sussurrò chiudendo appena gli occhi e riaprendoli qualche istante dopo.
Allie sbattè le palbebre per più volte e corrugò
leggermente la fronte mentre una marea di pensieri le attraversavano la mente.
D’accordo che non voleva essere una principessa, ma il romanticismo non aveva
fatto male mai a nessuno. E Allie non era imbarazzata. Per la prima volta non
era imbarazzata nel parlare dei suoi sentimenti. Aveva da sempre creduto che
farlo significasse essere persone false. In un mondo in cui il sentimento più
facile da provare è odio o invidia, tutta la storia dei “ti voglio bene”
regalati non aveva mai avuto molto senso per lei.
Ma Sam. Sam era diverso. Sam era il sentimento. E Allison non aveva
conosciuto nulla di più vero di quella sensazione.
Mai.
-Ti amo
anche io, Winchester.- rispose dolcemente e sfiorando il suo naso con il
suo. Sam sorrise e la baciò con amore, tenendola stretta a sé e sollevandola
leggermente da terra.
Che lo volessero o no, la loro era la storia
d’amore più semplice eppure più “principesca” che parecchi desidererebbero
vivere davvero.
***************
L’Impala viaggiava lungo la statale sotto un sole
pallido di prima mattina.
Una melodia troppo nota alle orecchie di Dean era
stata passata alla radio e lui aveva bruscamente cambiato stazione. Allie era
allungata sul sedile di dietro, addormentata. Sam guardava il paesaggio alla
sua destra farsi sempre più grigio e frastagliato da strutture lunghe ed
affusolate. New York era distante solo qualche miglia
e in poche ore sarebbero arrivati all’aeroporto.
-Allora…Divertiti ieri sera?- chiese
stranamente titubante Dean.
Sam sorrise tra sé e si voltò verso suo fratello. -Tu
non vuoi avere una conversazione imbarazzante, Dean. Non sei costretto a
chiedermelo.-
Dean alzò le sopracciglia e impugnò meglio il
volante. -O..ok. Come vuoi. Ma…Il sogno. Non l’hai
avuto anche stanotte, giusto?-
Solo dopo essersi ascoltato pronunciare quelle
parole Dean si rese conto che non era il caso neanche di chiedere quello.
Figuriamoci se la notte passata avessero dormito, pensò tra sé. E il fatto che
Allie fosse ancora addormentata ne era la conferma.
Sam sorrise ancora e si schiarì la voce. Evitò di
specificare che non avessero effettivamente dormito.
L’esitazione della risposta di Sam convinse Dean a
rimangiarsi la domanda. –Ok, fa’ finta che non ti abbia chiesto niente.-
Il silenzio non venne interrotto neanche dopo il
risveglio di Allison. Stranamente, non protestò di necessitare del solito caffè
mattutino e Dean ne dedusse che la serata prima doveva essere stata veramente
indimenticabile. Sorrise senza farsene accorgere e accelerò una volta portata
la sua Impala in autostrada.
Arrivarono al Kennedy Airport dopo qualche ora e,
come al solito, era tremendamente affollato.
Il check-in sembrò durare un’eternità, ma quando
ormai i bagagli di Allie, Dean e Sam riuscirono a poter accompagnare Allie fino
al gate del suo aereo.
-Dove credi di andare, Allie?- chiese Sam
guardandola camminare verso l’uscita della stanza.
Allie si voltò e accennò un sorriso innocente. –Al
bagno delle signore, Sam.-
Lui sorrise e annuì sentendosi colpevole di aver
dubitato di lei. –Ok, fai subito, Allie. Altrimenti
perdi l’aereo.-
Lei sorrise. –Magari lo farò apposta!-
replicò ironica.
Sam scosse la teste sorridendo e seguendola con lo
sguardo.
-Quindi sei cotto, Sam. Ah, Sammy.- disse
Dean sedendosi comodo su una poltroncina. Sam rise leggermente e l’affiancò.
-Sei cotto anche tu.- replicò pentendosi
poco dopo.
Dean fece finta di non essere stato colpito. –Cotto?
No, no, Sammy. Io non sono neanche nel forno.-
***************
Allie si stava asciugando le mani come venne
percorsa da un brivido. Chiuse gli occhi ed ebbe una visione: era in un luogo
scuro e davanti a lei c’era un ragazzo, di spalle, seduto a terra.
L’inquadratura andò a farsi sempre più nitida e Allie riuscì chiaramente a
distinguere le fattezze di Sam. Era ferito in tutto il corpo e improvvisamente
cominciò a contorcersi e a gridare di dolore come la persona di cui Allie aveva
gli occhi sollevò una mano.
Il contatto venne interrotto e Allie si ritrovò a
guardarsi allo specchio, pallidissima. Il potere di Allie era ben diverso da
quello di Sam e lei sapeva che le sue visioni si stavano realizzando proprio
nello stesso momento. Cercò di non farsi coinvolgere dal panico, ma quello che
aveva visto era troppo perfino per lei. Si voltò per uscire dal bagno e intravide
tra le porte delle toilette una socchiusa che lasciava scorgere delle scale.
Fece ciò che era più sbagliato al momento.
Aprì velocemente la porta e scese cauta le scale.
Si ritrovò come non meno in una specie di scantinato buio, esattamente come quello
della sua visione e ora poteva chiaramente vedere che la persona di cui aveva
preso gli occhi era un uomo sulla sessantina, con la barba bianca e
un’espressione minacciosa.
***************
Sam guardò ancora l’orologio. Al volo mancavano
solo quindici minuti e i passeggeri erano già stati invitati a salire
sull’aereo.
-E’ scappata sul serio.-
concluse alzandosi e agitando le braccia.
-No, Sam, dai. Magari è solo restata chiusa in
bagno oppure incastrata nel wc.-
Sam fulminò suo fratello con lo sguardo e si avviò
verso il bagno delle signore. Dean lo seguì con lo sguardo e, capendo che era
parecchio convinto, si alzò e affrettò il passo per raggiungerlo.
I due entrarono in bagno, nonostante la
costernazione delle due signore presenti, aprirono tutte le singole porte per
cercare Allie. Si guardarono intorno e perlustrarono anche il corridoio che
conduceva agli altri gates. Niente, Allie non c’era. Sembrava essersi
volatilizzata.
Sam cominciò a sentire il sangue gelarsi. E se la
visione era nell’aeroporto? Se stava per verificarsi? Oppure, se si era già
verificata?
Tornò in bagno a passo svelto, deciso a capire che
fine avesse fatto la ragazza. Come lei qualche minuto prima, notò la porta
socchiusa e le scale.
Fece cenno a Dean e dopo il suo accenno presero le
loro torce e si avviarono lungo la rampa di scale.
Non ci volle molto per ritrovarsi nello stesso
scantinato che Allie aveva attraversato poco prima.
Arrivati al centro della stanza buia, si guardarono
intorno per capire se vi fosse traccia di Allison. I fasci di luce delle torce
dei ragazzi attirarono l’attenzione della ragazza che uscì dalla stanza
attigua.
-Sam! Dean! Andatevene da qui! Andate via!-
Sam si voltò ascoltando la sua voce e la guardò
preoccupato. La illuminò con la luce e le andò in contro.
-Allie, Allie, stai bene?- le chiese accarezzandole
il volto.
Lei si ritrasse. –Sam, andate via. Vi prego. Non
è sicuro qui.-
Dean si avvicinò. –Allison, che succede? Che ti
prende?-
Non sembrava quasi lei. Era troppo spaventata per
poter essere la solita Allie. Lei scosse la testa non rispondendo.
Sam la prese per le braccia delicatamente, ma senza
esitazione. La puntò guardandola negli occhi. –Allie, che è successo? Perché
sei così spaventata?-
Lei non rispose. In tutto il suo cervello c’erano
solo le parole di quell’uomo. Quelle terrificanti parole.
-Vi chiedo scusa per l’interruzione di questa
toccante scenetta.- esclamò una voce dall’oscurità. Dean estrasse
all’istante la pistola e si voltò per illuminare la parte dalla quale era
provenuta quella voce familiare. Di fronte a lui c’era la persona che
immaginava di non ritrovarsi mai in quelle vesti.
Derek fece un passo verso di loro e cercò di
nascondere la sua aria colpevole, ovviamente senza successo. Dean restò a
guardarlo, scioccato più che mai. Al suo silenzio, anche Sam si voltò e deglutì
a quella vista. Era la sua visione. Sì, la sua visione prendeva corpo sempre
più rapidamente. Ma Sam questa volta avrebbe certamente fatto qualcosa. Tenne
Allison dietro di sé e la coprì tenendola per mano.
-Salve, ragazzi.- annunciò quasi sospirando.
-Detto in sincerità, speravo di trovarti da solo, Dean.- proseguì Derek
facendo un altro passo verso di loro.
-Stai indietro!- replicò Sam estraendo anche
la sua pistola e puntandogliela contro. Se salvare Allie significava sparare a
colui che avrebbe potuto, in qualche modo, far luce su tutti i suoi problemi,
l’avrebbe fatto senza esitazione.
Derek alzò le mani in segno di resa, ma non arretrò
di un centimetro. –Sam, resta calmo. Cos’è che ti
preoccupa così tanto?-
Quel tono di voce risultava estremamente irritante
alle orecchie di entrambi i fratelli. Eppure, Derek aveva tutto in mente tranne
che ferirli più di quello che avrebbe fatto a minuti.
-Non ti torceremo un capello se te ne vai e se
ci dici che accidenti ci fai qui.- disse deciso Dean.
Derek abbassò lo sguardo annuendo. –Ma non posso
andarmene.-
Dean abbassò la pistola lentamente e guardò l’uomo.
Non ci stava capendo nulla. Niente di tutto quello aveva senso. Niente lo aveva
più da quando aveva saputo del passato di sua madre. Derek aveva fatto di tutto
per di non farsi trovare e ora era davanti a loro. In carne ed ossa. E di sua
spontanea volontà.
-Ma che ci fai qui? Che vuoi da noi? Che ti è
successo?-
Derek non incrociò il suo sguardo. –Mi sarebbe
piaciuto non essere stato costretto a farlo, Dean. Ma tu sai meglio di me cosa
vuol dire sacrificare qualcosa per un bene superiore, giusto?-
Quelle parole erano più taglienti di quanto il
maggiore dei fratelli potesse aspettarsi. Teneva ancora la pistola ben impugnata,
ma non la rialzò. Sentiva che se Derek avesse continuato a parlare, forse
avrebbe scoperto dell’altro.
-Vostro padre lo ha fatto per una vita intera,
Dean. E tu. Tu stai affiancando le sue orme sempre più rapidamente.-
-Ti ha chiesto cosa vuoi. Non una predica.-
rispose irascibile Sam. Aveva paura, questa volta. Paura vera. E non era
difficile accorgersene visto che Sam restava educato anche con chi non lo
meritava.
-Sam…- replicò Dean a bassa voce. –Lascialo
finire.-
Derek alzò finalmente lo sguardo e si ripromise che
avrebbe bandito altre parole che l’avrebbero potuto distogliere dal suo
incarico. Cercò solo di credere che era vero ciò che aveva detto. Che era
giusto sacrificare qualcosa, o qualcuno, per un bene superiore. Sì, doveva
essere giusto.
-Ho paura che il fatto che siate venuti a
conoscenza della verità mi abbia portato su questo binario.-
-Che cosa??? Ma quale
accidenti di binario, Derek?- rispose Dean confuso. Tutte quelle parole
continuavano a non avere senso. –Ci avete nascosto quella verità per anni.
Ti abbiamo chiesto quello che era successo a nostra madre, perché fosse stata
uccisa, e non hai fatto altro che mentirci. Ti abbiamo cercato. Per darti una
lezione, certo. Ma ora? Ora che fai? Ti ripresenti qui a scombussolarci di
nuovo???-
-Dean, aspetta. Non è come
sembra.-
-E allora com’è? Ci hai praticamente rovinato la
vita. A questo punto, potresti anche degnarti di dire la verità adesso. E
illuminarci una volta per tutte.-
-Io non vi ho rovinato la vita, ragazzi. Ho
fatto quello che mi è stato chiesto di fare.-
replicò fermo Derek. –E Dean, se proprio devi prendertela con qualcuno,
quello è tuo padre. Non io.-
Dean costrinse il suo viso ad aprirsi in una
risata. –E’ peggio di come credevo.- blaterò.
-Si può sapere o no cosa vuoi?- interruppe
Sam tenendo ancora alta la pistola, ma sentendo il sangue pulsare sempre più
velocemente nelle sue vene.
Derek guardò Sam dritto negli occhi. Gli balenò in
mente il ricordo di qualche foto di lui da bambino. Quelle che aveva rubato
quando era tornato da Mary prima della sua morte improvvisa. Lo sguardo
innocente c’era ancora. Che lo volesse o no, la parte
buona di Sam aveva ancora il sopravvento su di lui. Anche se impugnava una
pistola che mirava dritta al cuore. Dubitò per un istante di quello che lo Yed gli aveva detto. Sam sembrava tutto al di fuori che
un capo di un esercito del male. Distolse i suoi occhi per guardare un istante
Dean e si ricordò che non poteva più temporeggiare. La missione andava
compiuta, senza altri sprechi di tempo. Tornò a riconcentrarsi su Sam.
-Non io. Lui.-
disse nella più normale delle maniere.
-L…Lui chi?- replicò Sam. Non ci volle molto
per capire da sé la risposta corretta alla sua domanda. Si avvicinò di più ad
Allie per proteggerla e impugnò l’arma con entrambe le mani.
-Sam, Sam,
ti prego andiamo via di qui. Ti prego…- sussurrò Allie senza riuscire a
trattenersi dal cercare di abbassare la pistola. Tremava, tremava dalla paura.
E ciò che Derek le aveva detto poco prima non era affatto incoraggiante.
-Tu cosa hai fatto???-
esclamò colmo di stupore Dean. Tutto continuava a farsi sempre più confuso. E il
fatto che non riuscisse a tenere quella situazione sotto controllo lo stava
facendo andare fuori di testa. -Che hai
fatto???- ripetè sollevando la pistola.
Derek abassò leggermente lo sguardo. –Per ora quasi nulla.-
sussurrò.
Dean deglutì e scosse la testa
deluso. -Sam, andiamocene via. E’
inutile parlare con lui. E non merita neanche il nostro tempo.-
Sam replicò secco un “no” senza distogliere lo
sguardo su suo nonno. Sapeva, sapeva che qualcosa sarebbe successo.
Dean voltò le spalle e s’incamminò verso le scale. -Andiamo, Sam.- ripetè calmo, nonostante
tutto provava dentro di sé fuorchè serenità.
Allie prese una mano di Sam e camminò verso Dean
cercando di trascinarlo con sé. Ma Sam era impassibile, restava lì, a puntare
Derek e sembrava quasi che non battesse più neanche le palpebre, pronto a cogliere una sua qualunque mossa.
-Vorrei
potervi spiegare tutto questo.- sussurrò Derek guardando
Sam dritto negli occhi. -Ma non
capireste. Prima o poi vi renderete conto che non ho nient’altro a cuore se non
voi due.-
Sam contrasse la fronte. -Co..cosa..?-
-Mi
dispiace.- rispose Derek.
Sam non ebbe neanche il tempo di assimilare quelle
parole, che per la prima e sola volta sembravano essere veritiere.
In un secondo, accadde tutto ciò che non sarebbe
dovuto succedere.
Un tonfo. Del fumo nero. Un grido di dolore.
Dean era a terra, immobile. Derek era svanito nel
nulla. E Sam si era reso conto che quell’incubo si era realizzato.
Solo che questa volta, tra le sue braccia, c’era il
corpo inerme di Dean.
Suo fratello era morto. E il piano aveva avuto
successo.
Ringraziamenti:
@ WaterAlch: Per prima cosa, sono felice che
la mia storia ti piaccia! Poi, grazie mille per averla aggiunta ai tuoi
preferiti! ^O^
@ sci: Lo zio Yed è adorabile. Io l’adoro da
matti! lol..Per quanto riguarda Dean..ehm..staremo a
vedere!^^
@ tusike6speciale: Graaaazie! Grazie mille!
Sono felicissima che trovi i personaggi in character..Non
sono sempre sicura di fare delle scelte giuste durante i capitoli. XD Jo a me è
diventata simpatica dopo aver finito la seconda stagione! Ma solo perché con
Dean non riesce a combinare nulla..*risata perfida*.
No, vabbè..scherzo. E’ un personaggio interessante e è
un peccato che l’abbiano tagliata fuori così presto!