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Autore: Belarus    22/01/2009    3 recensioni
- Ho un nome e adesso che ti ho servito puoi anche andar via! - E quale sarebbe il vostro nome di grazia? - Non sono affari che ti riguardano! Vattene e smetti di rompere! - …Va bene, va bene… buon lavoro, bella addormentata! Scoppiò nuovamente a ridere, chiudendosi la porta alle spalle. Temari sospirò stanca e infuriata. Non aveva mai conosciuto un uomo tanto egocentrico e superbo, la faccenda le dava sui nervi. Eppure il fatto che poco prima l’avesse “disarmata” con tanta facilità, le aveva fatto pensare a qualcosa di più che un semplice passante con la mania del sollevamento pesi. Quegli occhi color porpora e quel viso stupendo da angelo dannato, l’avevano caricata di adrenalina in un circolo vizioso che la metteva in allerta e l’attirava inesorabilmente verso l’oblio. Godetevela tutta! Kiss Kiss Shikatema!
Genere: Romantico, Demenziale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Deidara, Hidan, Tobi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Sadic Smile

 

 

 

 

Odiava stare dietro quel dannato bancone. Odiava passare le serate in quel modo, in quel modo stupido e per nulla appagante. Perché nonostante gli sforzi il suo lavoro non gli fruttava più di qualche manciata di ryo, da spendere per comprare il minimo necessario. Appoggiò stanca la testa sul palmo aperto della mano poggiandosi stanca sul bancone in legno, sporco e unto con qualsiasi sostanza potesse ottenere quel risultato. Sbuffò infuriata e fece per guardare l’orologio. Inutile farlo, si disse fra sé, in ogni caso il risultato non era mai quello che si aspettava. Si gettò stanca sul bancone e socchiuse gli occhi, fuori era ancora buio e lei era rinchiusa in quello stupido minimarket. Socchiuse gli occhi, ascoltando il ticchettio delle lancette dell’orologio e il suono grave delle auto che passavano a poca distanza da lì. L’autostrada.

Riaprì gli occhi sentendo un rumore acuto, quasi un gridolino, provenire da dietro alcuni scaffali. Si era addormentata e adesso sperava con tutta se stessa, che quel poco che il negozio conteneva non fosse stato rubato da chissà chi. Si stropicciò gli occhi verdi con la manica della maglia e si sporse in avanti per osservare una buffa capigliatura fare capolino da dietro uno scaffale, qualcun altro bisbigliava. Un altro gridolino, seguito da una breve imprecazione, la misero in allarme. Un colpo di tosse, sarebbe bastato, pensò. I due che erano dietro gli scaffali si affacciarono curiosi, come due bambini che vedono delle caramelle, e la osservarono in silenzio.

-   Buona sera!   - disse garbata, mentre sorrideva ai due.

-   SEMPAI CI HA SCOPERTI! SCAPPIAMO! – gridò d’un tratto un ragazzo con una buffa maschera in testa, lei fece un passo indietro.

-   RAZZA DI STUPIDO! TI AVEVO DETTO DI FARE PIANO!   - cominciava a pensare che quelli fossero i peggiori rapinatori che le fossero mai capitati.

-   Se siete dei rapinatori, vi suggerisco di cambiare mestiere, non mettereste paura nemmeno ad un bambino!   - disse senza alcuna paura, osservandoli scettica, mentre sudavano freddo.

Fece il giro del bancone con una pistola in mano. Sperava che quei due fossero sul serio gli idioti che immaginava e che cadessero nel tranello, della pistola giocattolo. Il ragazzo con la maschera cominciò improvvisamente a saltare per il negozio urlando e chiedendo aiuto, mentre l’altro divenuto quasi blu in volto, sudava vistosamente aggrappato alla parete di uno scaffale. Li fissò stupita e quasi spaventata da quell’atteggiamento, sembravano aver più paura loro che lei, pensare che li aveva scambiati per rapinatori. Scoppiò a ridere divertita, quando il campanello della porta del negozio prese a tintinnare, non ci fece granché caso, impegnata com’era a fissare i due che stavano per svenire. Sorrise divertita, quando qualcuno le afferrò le braccia costringendola ad un blocco totale. Una voce profonda, le sussurrò all’orecchio, facendola rabbrividire di paura ed eccitazione al tempo stesso.

-   Dovresti imparare ad usarne una prima di prenderla in mano, giocattolo o meno…          - sbarrò gli occhi spaventata, questa volta il rapinatore c’era sul serio.

-   HIDAN-SAN CI VUOLE UCCIDERE!! SALVACCI!   - prese ad urlare di nuovo il ragazzo mascherato, mentre l’altro sospirava sereno, vedendola bloccata.

Rimase in silenzio quasi temesse che un singolo movimento potesse costarle la vita, sentiva le voci dei due che aveva poco prima minacciato affievolirsi sempre più, mentre le si creava attorno un mondo silenzioso e opaco, che le faceva perdere la voglia di lottare. Sentiva il corpo dell’uomo che le stava alle spalle, premerle contro la schiena, il suo respiro caldo le accarezzava il collo, dandole i brividi e le sue mani, premute contro i suoi polsi, le sembravano la più letale delle prese. Abbassò il volto cercando di pensare, non poteva arrendersi ad un energumeno che aveva una pistola giocattolo in mano. La sua mente prese velocemente a ragionare, le idee si sovrapponevano in un cerchio continuo lasciandola senza fiato. Passarono appena pochi attimi, prima che lui mollasse la presa, ma per lei quelli forse furono anni. Rimase immobile nel punto in cui lui l’ebbe lasciata, mentre sentiva la voce dei due che parlottavano e litigavano come due bambini, mentre lui li sgridava annoiato e incazzato. Il tintinnio della porta del negozio, le fece riprendere fiato e un lungo sospiro liberò il suo cuore dalla morsa di terrore in cui era caduto. Si avvicinò lentamente al bancone del negozio e afferrata una bottiglia d’acqua ne bevve un sorso con foga, per poi lasciarsi ricadere sullo sgabello lì accanto. Poggiò stanca e spaventata la testa sul legno freddo del bancone, cercando di trattenere quelle morse allo stomaco, che aveva accumulato la tensione nel giro di pochissimo, come una spugna. Sospirò stanca e udendo il tintinnio della porta, rialzò il viso a fatica, fissando gli occhi verdi sulla figura che era appena entrata. Le gambe ripresero velocemente a tremare e il cuore riprese la sua corsa senza freni, l’adrenalina le investì il corpo come un onda e la voce le tremò impercettibilmente.

-   Salve…   - disse preoccupata, mentre l’uomo si avvicinava al bancone.

-   Quei due idioti hanno dimenticato di prendere ciò per cui sono venuti…mi dai una cassa di birra o devo prendermela da solo perché mi minacci con la pistola?    - le disse lui con tono provocatorio poggiando i gomiti sul bancone.

-   Credevo fossero venuti per rapinare il negozio, non sono tanto stupida da puntare addosso a tutti una pistola!   -  si allontanò di pochi passi per afferrare una cassa di birra poco distante e poggiarla con fatica sul bancone.

-    …Non dovresti lavorare in certe zone, non si addicono alle ragazze…soprattutto se finiscono per addormentarsi sul bancone…   - scoppiò infine a ridere mentre poggiava alcuni spiccioli sul legno del tavolo e afferrava la cassa di birra.

-   Non credo siano affari che ti riguardino! Comunque grazie di avermi avvertita, se mi succederà qualcosa saprò con chi prendermela!  

-   Attenzione con le parole, ragazzina...non vorrei costringerti a tirar fuori la pistola!   - continuava a prendersi beffa di lei e certe cose non le erano mai andate giù tanto facilmente.

-   Ho un nome e adesso che ti ho servito puoi anche andar via!  

-   E quale sarebbe il vostro nome di grazia?  

-   Non sono affari che ti riguardano! Vattene e smetti di rompere!

-   …Va bene, va bene… buon lavoro, bella addormentata!  

Scoppiò nuovamente a ridere, chiudendosi la porta alle spalle. Temari sospirò stanca e infuriata. Non aveva mai conosciuto un uomo tanto egocentrico e superbo, la faccenda le dava sui nervi. Eppure il fatto che poco prima l’avesse “disarmata” con tanta facilità, le aveva fatto pensare a qualcosa di più che un semplice passante con la mania del sollevamento pesi. Quegli occhi color porpora e quel viso stupendo da angelo dannato, l’avevano caricata di adrenalina in un circolo vizioso che la metteva in allerta e l’attirava inesorabilmente verso l’oblio. Non doveva essere affatto una persona raccomandabile, lo dimostrava il suo modo assurdo di sorridere, che era ben più simile ad un ghigno sadico, eppure le compagnie non erano certo quelle di un criminale. Sospirò stanca, osservando un auto che faceva inversione ad U nel piccolo parcheggio del supermarket e lo intraviste nuovamente seduto accanto al conducente, mentre addentava famelico uno stecco da gelato, l’espressione ancora divertita. Magari stava pensando al modo in cui lei gli aveva risposto, magari stava pensando a lei, si disse fra sé, arrossendo impercettibilmente. Odiava essere sdolcinata con gli uomini, meritavano solo di essere presi a calci, eppure chissà per quale motivo le era venuto quel pensiero in mente. Scosse la testa divertita di sé stessa e afferrò la ramazza che stava poggiata dietro la tendina del ripostiglio, e prese ad aggirarsi per il negozio raccattando quello che quei due buffi uomini avevano rovesciato sul pavimento traslucido del locale. Un brivido le percorse la schiena abbronzata, la sensazione di avere ancora quegli occhi dannati su di sé.

 

 

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Note dell’autore:

 

Salve a tutti! So che sono mancata per molto dal Forum, ma dati gli impegni improrogabili non ho proprio potuto continuare a scrivere! Spero di essere un po’ più presente da adesso in poi e magari di aggiornare qualche mia storia lasciata incompiuta, per la gioia dei pochi affezionati che mi seguono! Intanto spero che questa breve storia fra Temari e Hidan vi sia piaciuta! A questa ne seguirà un'altra composta da molti più capitoli, nel triangolo che amo più fra tutti…HidaTemShika! Ispiratomi da un video trovato su YouTube per il Mep su Hidan e Tem! Spero che questa breve shot vi sia piaciuta!

Un bacione grandissimo dalla vostra Chiaretta!! Kiss Kiss

  
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