My dearest Philly,
ti sembrerà assurdo ricevere questa lettera, contando che viviamo insieme e ti vedo 24 ore su 24, ma non sarò mai capace di consegnartela di persona, quindi ho bisogno che tu ti sieda nel nostro salotto e legga attentamente il seguito senza chiamarmi o chiedermi spiegazioni.
La conosci quella sensazione di comodità, piacere e sicurezza quando torni a casa dopo un lungo viaggio? Quando ti butti sul materasso dopo aver dormito sui sedili di un aereo per giorni?
Quella sensazione di calore quando ti nascondi sotto le coperte in una fredda notte invernale, quella sensazione di felicità quando l’autore della tua serie TV preferita annuncia una nuova stagione?
Io le provo tutte, quando mi perdo nei tuoi occhi.
“Love eyes Lester” scrivono su tumblr.
Ma non sono semplicemente due grandi iridi blu, verdi e gialle.
Dentro quello sguardo c’è molto più di “amore”.
Io ci trovo il mio rifugio, la mia gioia.
Come quando due settimane fa mi hai portato la colazione a letto. Ho aperto gli occhi e ti ho trovato in piedi accanto a me, con in mano un vassoio colmo di pancakes (spero vivamente tu abbia usato la ricetta di Delia) ed una tazza di caffè, il naso ed i capelli sporchi di farina ed il tuo solito adorabile sorriso.
Come quando d’inverno decidi di farti una cioccolata calda e, senza che io ti chieda nulla, la prepari anche a me.
Come quando suono il pianoforte e tu, sentendomi, corri nella mia camera per ascoltarmi.
Resti sulla soglia senza dire nulla e, quando termino il pezzo, sorridi.
Come quando mi abbracci. Come quando mi scompigli i capelli.
Come quando sei con me, Phil.
Io ho bisogno di te.
Nella mia vita, nei miei giorni, nelle mie banalità e nei miei sbagli.
Forse tutto questo è uno sbaglio, forse dovrei continuare a comportarmi come faccio da anni, ma credimi, non ne posso più.
Non riesco più a restarti vicino sul divano e non abbracciarti.
Non posso più trattenermi dal stringerti la mano ed accarezzarla.
Non pensare che io abbia scordato ciò che abbiamo passato insieme.
Io non lo dimentico quel bacio sul Manchester Eye, io non dimentico quella settimana a casa tua, io non dimentico perché abbiamo deciso di rompere ciò che avevamo.
E’ solo che rivoglio quei momenti indietro.
Voglio tornare a quelle ore in cui, mentre giocavamo a Sonic, i baci non finivano più e fummo costretti a tagliare più di metà del video perché non riuscivamo a trattenerci, non potevamo. Non volevamo.
So che sarà difficile, so che sarà doloroso e so che nasconderlo farà schifo e ci farà passare delle notti insonni, ma sarà bellissimo.
Sarà la nostra vita.
Non più me e te.
Sarà un noi.
Perdona lo sfogo, ti amo.
Ti amo da quando ho 18 anni, da quando ho trovato il mio migliore amico e la persona con cui voglio stare per il resto della mia vita.
Ti amo da quando quel 19 ottobre ci siamo abbracciati in stazione e non volevo più scostarmi.
Da quando le nostre chiamate di skype duravano anche tutta una giornata e a me non importava, perché con te il tempo non aveva numeri, non aveva importanza. Non aveva alcuna consistenza.
Perché io voglio urlarlo al mondo, Phil.
Ma prima lo dirò a te.
Io ti amo, Philip Michael Lester.
Tu mi ami?
                                                                                                                                         Dan

P.S. Hai presente quel biglietto che ti comprai durante il nostro viaggio in Giappone? Quello che tieni sulla mensola, con la scritta che non sei ancora riuscito a tradurre? Significa “Tu sei il mio ikigai", sei qualcosa per cui vivere o una ragione per esistere, sei la mia ragione per esistere.
 

Phil cercò di asciugare velocemente le lacrime che avevano coperto le sue guance. Posò la lettera sul divano e si issò in piedi, prendendo un lungo respiro prima di dirigersi a passo lento verso la camera di Dan.
Bussò con delicatezza e, dopo aver udito un “entra pure” dal moro varcò la soglia della sua stanza, restando a guardarlo per alcuni secondi senza proferire parola.
«Cazzo. Hai letto la lettera? E’ già arrivata? Pensavo ci avrebbe messo di più. Beh, in effetti abitiamo a Londra, e la posta solitamente ci mette poco ad arrivare, solo che pens..»
Dan non fece in tempo a terminare il discorso che Phil esalò una semplice, apparentemente futile parola che zittì il ragazzo.
«Sì.»
«Sì cosa?»
«Sì, ti amo. Ti amo Daniel James Howell. L’ho sempre fatto.»