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Autore: scriverepervivere    22/07/2015    3 recensioni
Per quanto Laura stia cercando di scappare dalla sua “Città di Carta” si rende conto che essa la trascina sempre in un vortice.
Non può sostituire Londra, no, ma può ancora immaginare di essere lì. Il traffico si ferma e riparte, quella ormai è casa sua.
Ma lei ha bisogno di spostarsi da sola.
E con i rumori della vita di città che riecheggiano nella sua testa, lei è pronta ad affrontare tutti i dolori, i problemi, i misteri, gli amori.
O almeno crede.
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«Tutte le cose sono più brutte viste da vicino»
«Non proprio tutte»
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«Dimmi, Ross Lynch, dimmi solo una cosa. Perché stai ancora con lei?»
Lui mi fissa. Ed io mi giro.
Silenzio. Solo le macchine fanno eco.
«Perché non voglio restare solo proprio ora!» mi urla.
Mi giro, lo affronto un’ultima volta. Lui è lontano. Ho percorso un tratto di strada.
Allora urlo: «Idiota! Non eri solo»
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«Baciami»
E lui lo fa.
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Come ho potuto solo minimamente pensare, che la mia Città di Carta fosse un luogo?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love will come and love will go.
 


Mi avvicino alla cassa per pagare il biglietto, la ragazza che è davanti a me mi passa il resto, è magrolina e ha un’espressione strana sulla faccia. Invogliata.
Quando entro in sala, una maschera prende il mio biglietto e lo oblitera, e so, dopo che Ross me lo aveva detto, che per questa inutile tradizione devo dare una piccola mancia.
Il sollievo è tale, che non mi accorgo nemmeno che i miei piedi si dirigono verso la mia fila preferita. Di fronte a me ci sono tre ragazze, più o meno della mia stessa età. Dietro, invece, una coppietta anziana che divide i popcorn. A molte persone non piace andare al cinema da sole, ma non è il mio caso.
Perché, quando si spengono le luci, l’unica interazione che conta, è quella tra me e il film.
Sprofondo nella poltrona rossa di velluto, e tiro un sospiro. Allora, per l’ultima frazione di secondo, inizio a pensare a Ross. A quello che è successo l’altra sera. E mi maledico, perché non dovrei pensare a lui, perché è impegnato.
I M P E G N A T O. E me ne devo convincere, ricordare.
Le luci si abbassano, e io interrompo i miei pensieri. L’interazione è tra me e il film.
Me/film.
 
«Vai di nuovo al cinema, stasera?» mi chiede Jace, il mio compagno di banco.
«Sì, danno dei bei film per l’arrivo di Pasqua» rispondo, cercando di stare attenta alla lezione di francese – lezione extra del lunedì –
La professoressa Gillet passa accanto al nostro banco «Je te présente ma famille. Pierre est … l’oncle»
«Ehm …come?» chiedo distratta.
«Quoi?» mi corregge la professoressa.
«Forte. Non pensavo fossi un’appassionata di film e cinema» mi dice Jace, quando è sicuro che la professoressa se ne sia andata.
«Mi piacciono i film ben fatti» dico «Marc est mon frère» continuo, quando la professoressa si gira verso la nostra direzione.
«Quando mi inviterai anche a me, eh?» mi fa Jace, lasciandomi spiazzata «Magari i film piacciono pure a me»
Non è la prima volta che allude ad una cosa simile. Jace è carino, ma non mi piace in quel senso. E’ difficile prendere sul serio un ragazzo che si dondola ancora sulla sedia, solo per infastidire gli insegnanti.
«Magari mi piace andarci da sola» il che è vero, ma evito di accennare il fatto che di solito non sono sola. A volte mi accompagnano Ellie e Chelsea, altre Gabriel. E sì, anche Ross.
Tira fuori il diario di Londra che mi ha regalato Ross.
«Ridammelo!» gli dico, mentre cerco di prendere il diario. Jace scorre le pagine.
«RIDAMMELO!» sbotto. Un’ombra cala su di noi. La professoressa è accanto ai nostri banchi, e ci guarda infuriata. Jace lascia andare il mio diario, e io mi faccio piccola piccola.
«Ehm …très bien, David» dico.
«Quand avrete finito quest’affascinonte discussion, siete pregati di tornare all’exercice assegnato» ci guarda ancora «Deux pagine su vos famille, pour lundi matin» lei si gira, ed alza i tacchi.
«Pour lundi matin? Che diavolo vuol dire?» chiedo a Jace.
La professoressa non si gira neanche «Lunedì mattina prossima, mademoiselle Marano»
 
A pranzo, quando mi siedo, sbatto i libri sul tavolo, e non distolgo lo sguardo dal vassoio che contiene il mio pollo.
«Che cosa ti rode?» mi chiede Ross.
«Francese»
«Non va bene?»
«Non va bene» tiro un sospiro, e prendo in mano la forchetta.
«Ci farai la mano» mi rassicura.
«E’ che … sono solo stanca di andare là fuori, e sentirmi così smarrita»
Ross mi guarda «Non sei smarrita. Esci tutte le sere, spesso anche da sola»
«Hmpff»
«Ei» si avvicina di più «Ricordi cosa ha detto la professoressa? Che dobbiamo aprirci a nuove culture. Che si fotta il corso di francese, non significa nulla, rien du tout»
Non faccio altro che sorridere, e lui me lo restituisce. Quando mi giro, vedo Jace, avvicinarsi verso di noi, con un piattino con sopra un bignè glassato.
«Ti chiedo le mie più umili scuse» mi porge il piattino, alza lo sguardo e sorride «Mi dispiace per il compito extra, è colpa mia»
Sono senza parole. Ruba una sedia dall’altro tavolo, e si infila tra Ross e me.
Ross non crede ai suoi occhi «Fai come se fossi a casa tua, Jace»
Jace non sembra averlo sentito «Allora. Stasera, al cinema»
Oh, mio Dio. Ti prego, fa che davvero Jace NON mi stia invitando ad uscire con lui, perché sennò svengo o vomito. E fai che non lo stia facendo davanti a Ross, lui detesta Jace.
«Ehm … mi dispiace» cerco una scusa «Ma non ci vado. Non più. E’ subentrato un altro impegno»
«E dai! Niente può essere più importante!» mi sorride e mi prende la mano. Disgustoso. Lancio uno sguardo implorante a Ross.
«Un progetto di Inglese» interviene lui, lanciano un’occhiataccia alla mano di Jace «All’ultimo minuto. Facciamo coppia»
«Ahh» esclama dopo un istante «Adesso capisco»
«Che cosa?» lo guardo confusa.
«Non credevo che …» e fa un cenno a me e a Ross.
«No! No. Non c’è niente, non in quel senso. Solo che siamo impegnati con quel progetto»
Jace ha l’aria scocciata «No problem. Ei, vieni alla festa di domani sera?»
Ah. La scuola dà una festa per Pasqua. Bé … per il rientro a casa degli studenti per le vacanze. Ma qualcosa di tipo tre settimane prima.
«Sì, forse» rispondo.
«Bene» Jace si alza «Farò in modo che te ne ricordi»
«Okay, grazie per il bignè!» gli dico.
«Non c’è di che, splendore!» e se ne va.
Splendore. Mi ha chiamata splendore. Ma a me non piace lui.
«Mezza sega» sbotta Ross.
«Non essere scortese» gli dico.
«Non ti sei lamentata, quando ti ho fornito una scusa per non farti uscire con lui, stasera»
Allontano il bignè «Mi ha messo in imbarazzo, tutto qui»
«Dovresti dirmi grazie»
«Grazie» esclamo sarcastica. Sono cosciente che gli altri ci stanno guardando. Ora me ne accorgo.
Will si schiarisce la voce e indica il bignè «Hai intenzione di mangiarlo?»
«Accomodati» gli dico, passandoglielo.
Ross si alza all’improvviso, e la sua sedia si ribalta facendo un gran rumore.
«Dove stai andando?» gli domanda Ellie.
«Da nessuna parte» risponde, e si allontana a lunghi pasi.
Dopo un silenzio imbarazzante, Chelsea solleva le sopracciglia nere «Sapete, Gabriel ed io li abbiamo visti litigare»
Io sbarro gli occhi «Litigare chi?»
«Ross e Madison» risponde ancora più a bassa voce «E’ di questo che si tratta»
«Davvero?» fa Ellie.
«Sì, è stato nervoso tutta la scorsa settimana» risponde Chelsea.
Annuisco «Sì è vero, visto che la sua stanza è praticamente sotto la mia, l’ho sentito camminare su e giù. Non l’ha mai fatto»
«Dove li avete visti?» chiede Ellie.
Gabriel smette di mangiare «Davanti alla fermata della metro. Ci siamo avvicinati per salutarli, ma quando abbiamo visto le loro facce, ci siamo allontanati, meglio non interromperli. Decisamente»
«Per cosa litigavano?» indaga ancora Ellie.
«Non so. Ma urlavano» dice Gabriel.
«E’ lei, è così diversa» Chelsea si acciglia «Si crede di essere migliore, ora che va alla scuola prestigiosa»
«E come si veste» dice Ellie con una punta di acidità.
Gabriel non dice niente. Prende il suo blocco da disegno, e inizia a disegnare. Il suo modo di non ascoltare la conversazione tra Ellie e Chelsea è significativo, quasi.
Ho la sensazione che sappia di più di quello che ha detto, o ci ha voluto dire, su Ross e Madison. I ragazzi parlano di questo genere di cose tra loro? E’ possibile?
Ma la cosa più importante è: Ross e Madison si stanno lasciando?
 

 

Scriverepervivere:

Hello people of the internet!
Come sapete già, ringrazio tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite, seguite e ricordate. E tutte quelle che hanno recensito lo scorso capitolo, siete i miei angeli.
Finalmente oggi parto per la Calabria e andrò finalmente al mare, ma non lascerò il mio fidato pc a casa, perché sapete che aggiornerò per tutta l’estate. La storia l’ho finita di scrivere, perché so già che non mi andrà molto di fare tutto in fretta, quindi è solo questione di editare e postare.
E nulla, io spero che questo capitolo vi sia piaciuto e mi raccomando recensite!
Aspetto anche altre storie che si aggiornino, perché non sto nella pelle!
Vi abbraccio,
Meri xx

 
 
 
 
 
 
 
   
 
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