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Autore: SusanTheGentle    22/07/2015    8 recensioni
Lui fece una mezza risata, ma senza allegria.
«Buffo pensare a me come a una persona normale»
«Ma tu sei una persona normale, Ben»

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Nell'inverno 2013, Claire Riccardi si trasferisce negli Stati Uniti d'America, più precisamente nello Utah, nella città di Ogden, decisa a dare una svolta alla sua vita. E proprio quello stesso inverno, in quella stessa città, Ben Barnes si sta preparando a girare il suo prossimo film. Il destino, o semplicemente il caso, fa sì che i due si conoscano. Ed è in questo scenario che i loro mondi si scontrano. Entrambi con una dolorosa storia sentimentale alle spalle, si trovano, si comprendono. Le loro vite così diverse si intrecciano e, inevitabilmente, l'amicizia lascia spazio a un sentimento più profondo.
Ma possono due persone tanto dissimili vivere una relazione in totale libertà? Possono, se le cicatrici bruciano ancora e hanno tanta paura di amare di nuovo?
La storia può sembrare sempre la stessa: la cameriera e l'attore. Forse, all'inizio può sembrare così, ma questa è una storia di sentimenti, di vita e d'amore. Soprattutto d'amore.
E' la storia di Ben e Claire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''A Place For Us''
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21. Svegliati con me
 
 
Stringimi mentre dormi,
Vegliami mentre sogno.
Abbracciami, baciami, amami.
Ancora...
Ancora…
 

 
 
Calma e tranquillità. Un silenzio interrotto solo dal sommesso frusciare della neve che si posava sul davanzale della finestra.
Dopo essersi coricato accanto a lei, Ben strinse Claire tra le braccia. La tenne vicinissima a sé, come se non sopportasse l’idea di lasciare il minimo spazio tra loro.
Rimasero abbracciati per parecchio. Pelle contro pelle. Nulla a dividerli. 
Ben sapeva che, dopo la delusione d’amore, lei non aveva più permesso a un uomo di avvicinarla. Lui, al contrario, aveva avuto qualche rapporto occasionale, ma nulla di più. Nulla di paragonabile al momento appena trascorso.
Si sentiva in un qualche modo responsabile per lei, per essere stato il primo dopo molto tempo, e ancora una volta provò la voglia di proteggerla.
Claire teneva gli occhi chiusi, accomodata sul suo petto; Ben, il naso affondato nei suoi capelli scuri, la sentiva respirare contro l’incavo del suo collo.
«Stai bene?»
«Sì»
Lui prese a sfiorarle lentamente i capelli. Era così rilassante per lei…
Claire era sprofondata in un puro stato di grazia.
Aveva fatto l’amore con l’uomo che amava. Non poteva esserci nulla di più meraviglioso, dolce e perfetto. E non era stato stupendo solo per le sensazioni che le aveva fatto provare, ma anche e soprattutto perché era stato lui a toccarla.
Alzò il viso e incrociò il suo sguardo.
Ben le accarezzò una volta la guancia. «Perché abbiamo aspettato tanto?»
Lei posò la mano su quella di lui, tenendola premuta contro il volto. «Non lo so»
Con un movimento delle dita, lo invitò a far incontrare i palmi, come per misurarne la differenza.
«Che mani piccole hai» commentò Ben.
«Confronto alle tue, sicuro». Lei fletté le dita, intrecciandole a quelle di lui. «Mi piacciono le tue mani»
Ben le regalò uno sguardo dolcissimo. Si portò la sua mano alle labbra, baciandone il dorso e il palmo, fermandosi poi ad osservare il segno del taglio che Claire si era provocata in cucina qualche settimana prima.
«Non è ancora guarito» osservò.
«Sparirà, prima o poi» disse lei. «Non sarebbe la prima cicatrice che mi rimane. Ne ho una anche sul ginocchio sinistro»
«Sul serio?»
Lei annuì.
Ben si separò dall’abbraccio e sollevò un poco il busto, scostando leggermente le lenzuola per scoprirle le gambe.
«Questa?»
«Sì»
Lui tracciò con l’indice il profilo del segno più chiaro che attraversava l’intera curva del ginocchio di lei. «Non l’ho notata prima»
Claire arrossì leggermente.
Certo che non l’hai notata. Eri impegnato a fare altro…
«Come te la sei fatta?»
«Ricordi quando ti ho parlato dell’incidente in auto?»
Ben si puntellò su un gomito e annuì subito.
«Mi ruppi la gamba in tre punti: anca, ginocchio, tibia» Claire indicò i punti esatti. «Le altre due cicatrici, ormai, non si vedono più»
«Questa però si nota molto». Lui si chinò a baciarle il ginocchio, risalendo lentamente sulla coscia, sul fianco, il braccio, la spalla.
Claire rabbrividì al contatto delle labbra di lui sulla pelle.
Ben arrivò sul viso, sulla bocca.
Un bacio tenero. 
«Tu non hai cicatrici?» gli chiese lei, accarezzandogli il mento con l’indice.
«No. Una vota mi sono rotto le costole in teatro, però»
«Oh, sì! Durante una rappresentazione di Bird Song»
«Brava. Ma niente segni permanenti». Ben fissò la cicatrice. «Non andrà mai via?»
«Credo proprio di no»
Lui le si stese nuovamente accanto, ricoprendola con le lenzuola. «Com’è successo esattamente?»
«Tornavo da una festa di compleanno» rispose Claire, giocherellando con le dita di lui. «Mi trovavo su una corsia a senso unico, quando un gruppo di ragazzi ubriachi – un paio erano minorenni – sbandò e mi venne addosso. Andavano a più di centocinquanta all’ora. La strada non era abbastanza larga e non riuscii a evitarli. Mi presero in pieno. Mi salvò l’airbag, più una buona squadra di angeli custodi»
Claire emise una risatina ironica. Ben, al contrario, si era fatto scuro in volto, una mano ancora posata sul suo ginocchio.
«Avanti, non fare quella faccia» cercò di tranquillizzarlo. «E’ passato un sacco di tempo, adesso sto benone»
Lui fece una smorfia seccata. «Sai cosa mi dà più fastidio? Immaginare quegli stronzetti venirti addosso e poi tirare dritto»
«In realtà non andò troppo bene nemmeno a loro» lo corresse lei. «Eravamo messi malissimo, tutti quanti. E’ un miracolo che nessuno ci abbia rimesso la pelle».
Ben le infilò una mano tra i capelli, sulla nuca, facendole appoggiare la testa alla propria spalla.
«Tu quasi ci scherzi sopra. Come fai? Potresti non essere qui, ti rendi conto?»
Claire gli sorrise apertamente «Invece sono qui con te. Anche se ancora non mi sembra vero»
Finalmente, lui le sorrise di nuovo, passandole un dito sul naso. «E’ verissimo: sei qui con Ben Barnes in persona!»
Entrambi ridacchiarono. Poi, lei si fece più seria.
«No…» mormorò, facendogli una carezza sulla guancia. «No, non con Ben Barnes. Sono qui con Ben. Solo con Ben»
Lui la fissò intensamente, distendendo lentamente le labbra in un ampio sorriso. «E’ la cosa più bella che potessi dirmi»
La strinse e lei si rannicchiò contro il suo corpo caldo, forte e protettivo.
Claire aveva cercato per settimane le parole giuste da dire, per fargli comprendere che lui non era più un volto o un nome, ma lui. Le sembrava di non riuscire mai ad esprimersi adeguatamente (e il fatto che parlassero due lingue diverse non centrava nulla). Alla fine, era giunta alla conclusione che la cosa più giusta era non dire niente.
Non servivano frasi complicate.
Come le sarebbe piaciuto rimanere con lui tutta la notte…
Ben sembrava proprio non volerne sapere di lasciarla andare, perciò…poteva farlo? Restare con lui?
Ma cosa avrebbero pensato Joseph e Lory non vedendola rientrare? Forse avrebbe dovuto chiamare casa e avvertire che non sarebbe tornata. Oppure doveva andarsene?
Lei voleva rimanere. Lo voleva più di ogni altra cosa. Aveva bisogno di questo in quel momento: di sentire Ben dormirle accanto, di sapere che si sarebbe svegliata con lui. Però non poteva far preoccupare la sua famiglia.
Mentre rifletteva, un senso di disagio prese forma dalle parti dello stomaco.
Era egoismo? Quella voglia incontenibile di stare vicino a Ben e dimenticarsi del resto, era egoismo?
Non riusciva a decidere cosa fare.
Non se ne andò, comunque, perché prima di rendersene conto si era già addormentata, stanca sia emotivamente che fisicamente.
Ben, invece, rimase sveglio a guardarla dormire.
Semplicemente, la guardò dormire.
 
 
 
Lei riaprì gli occhi…non seppe quanto dopo. La lampada sul comodino era ancora accesa.
Percepì il materasso piegarsi sotto il peso di un corpo che tornava a stendersi accanto al suo.
«Scusa. Non volevo svegliarti» le sussurrò Ben, rinfilandosi sotto le coperte.
Si era rimesso i boxer, il che le fece dedurre che doveva essersi alzato.
Claire gli sorrise, sonnacchiosa «Che fai?» 
«Ehm...bagno»
«Oh»
«E ho recuperato il tuo cellulare»
Lei allungò un braccio fuori dal piumone e lo prese. Giusto, pensò: era rimasto nel suo cappotto, dimenticati entrambi da qualche parte nel salottino della suite. Fissò il display, e la sonnolenza l’abbandonò all’istante. Sgranò gli occhi, trattenendo un’imprecazione.
«Sei chiamate senza risposta?!»
Ben si distese a pancia su, un braccio sotto la testa. «Deve aver squillato per tutto il tempo, solo che non lo abbiamo sentito»
Si scambiarono uno sguardo d’intesa, trattenendo entrambi un sorriso divertito.
Claire raddrizzò il busto e piegò le gambe, poggiando la schiena ai cuscini, sistemando le lenzuola per coprirsi.
«Sarà meglio che chiami mia cugina per rassicurarla e dirle che sono ancora qui»
Compose il numero. Dopo soli due squilli, Lory rispose….urlando.
«CLAIRE!!!»
Ben sussultò per lo spavento, Claire pure: per poco non le schizzò il telefono dalle mani.
«C-ciao, Lory»
«DOVE DIAVOLO SEI FINITA?!?!?!»
Claire emise un silenzioso sospiro, iniziando a parlare in italiano, come la cugina.
«Scusa, lo so che ti avevo detto che avrei fatto presto, ma…»
«Dove sei?!» insisté l’altra.
«Da Ben»
Udendo il proprio nome, lui voltò la testa in direzione di Claire. La vide riavviarsi i capelli nervosamente. Sentiva la voce alterata di Lory ma non capiva quel che diceva.
Stavano litigando?
Cercò lo sguardo di Claire e la fissò negli occhi. Solo con essi, sottintese una domanda: andava tutto bene?
Lei capì e annuì affermativamente.
Sì, sarebbe andato tutto bene se Lory le avesse lasciato spiegare…
«Sto bene, sono qui con lui» proseguì, tentando di calmare la cugina.
«Sì, lo so che sei da Ben, ma avevi detto ‘vado e torno’!»
«E’ vero, l’ho detto. Solo che…»
«E’ passata più di un’ora, Claire! Ti rendi conto di come io e Jo ci siamo preoccupati? Per di più, non rispondevi nemmeno al telefono! Abbiamo cercato il numero dell’hotel, abbiamo chiamato, ma non ci hanno passato la stanza di Ben perché sono informazioni riservate. Non sapevamo più che fare! Non potevamo neppure telefonare a lui per assicurarci che fossi arrivata lì, dato che non abbiamo il suo numero!»
«Scusami, ma…»
«Niente ma! Poteva esserti successo qualsiasi cosa! Joseph voleva persino uscire a cercarti, e se non fosse per la bufera, non lo avrei fermato!»
«Lory, mi dispiace tanto!» Claire alzò la voce, sovrastando quella della cugina. «Sto bene, non mi è successo niente»
«Allora perché non hai risposto?»
«Non ho sentito il telefono»
«Sei chiamate, Claire! Non hai sentito sei chiamate?!»
«Non potevo rispondere»
«Che significa?»
Claire lanciò un’occhiata a Ben: si era alzato di nuovo, aveva acceso una sigaretta e se ne stava in piedi poco più in là della soglia. Le dava le spalle: lei capì che lo faceva per non metterla in imbarazzo e gliene fu grata. Pensò fosse una fortuna che non potesse capire quello che stava dicendo: l’avrebbe imbarazzata troppo il pensiero che avesse potuto ascoltare quella conversazione tra lei e sua cugina.
«Claire, ci sei?» fece Lory.
«Sì»
«Che vuol dire che non potevi rispondere?»
«Vuol dire che non ho sentito gli squilli. Non mi sono accorta delle tue chiamate né del tempo che passava»
Non seppe se Lory avesse inteso ciò che stava tentando di spiegarle, fatto sta che il tono della cugina si addolcì di colpo.
«D’accordo» Lory emise un lungo sospiro. «Capisco che tu non sia riuscita a tornare a causa del maltempo, che ti sia dovuta fermare lì, ma la prossima volta avvisami! A volte ti comporti come un’irresponsabile, lo sai?»
«Mi spiace davvero»
«Sì, lo so. Lo so…»
«Ho agito senza riflettere»
«Lo facciamo tutti. Tu stai bene, comunque?»
«Certo»
«Hai intenzione di tornare a casa?»
«Veramente…no»
Lory sospirò di nuovo. «Va bene… Scusami, non volevo urlarti contro, ma ero davvero in ansia»
«No, hai ragione. Nemmeno io volevo farti preoccupare»
«So anche questo. Ne riparliamo domattina, va bene? Ora sarà meglio che ti lasci andare»
Non c’erano dubbi, Lory aveva capito. Non fece alcun commento: le diede la buonanotte e riattaccò. Ma il suo tono tradiva chiaramente il disappunto per come si era comportata.
Claire sapeva di aver sbagliato: avrebbe dovuto avvisare di essere rimasta, era vero, ma…a dirla tutta, non le era proprio passato per la testa. Quando Ben le aveva chiesto di entrare e l’aveva baciata, lei aveva perso ogni cognizione di tempo e di luogo. In quel momento, nella sua testa, non c’era stato spazio né per Lory né per Joseph, né per la loro preoccupazione, né tanto meno per un cellulare che squillava.
Ben rientrò nella stanza. «Tutto a posto?»
Lei annuì, posando il telefono sul comodino. «Era molto preoccupata: le avevo detto che sarei rientrata subito a casa»
Ben spense la sigaretta lasciata a metà, tornandole vicino con un sorriso. «Sono comprensibili le sei chiamate, allora»
Le passò un braccio attorno alle spalle e Claire abbandonò il capo sulla sua.
«Ho una famiglia molto apprensiva»
«L’ho notato» disse lui, solleticandole il braccio con la punta delle dita.
Lei fece lo stesso, passando lievemente una mano sul suo petto. «Quando sono arrivata, non pensavo che sarei rimasta. Ma non voglio andare via»
Lui si scostò appena per poterla guardare. «Te ne devi andare?»
Claire scosse il capo. «No se tu non vuoi»
Lui sospirò piano, di sollievo. No, che non voleva! Tutto il contrario: desiderava avere Claire con sé quella notte, nella sua stanza, nel suo letto.
Le prese il mento tra il pollice e l’indice, iniziando a baciarla lentamente. «Non voglio che te ne vai»
Lei si strinse di più a lui, sospirando.
Continuando ad accarezzarle la spalla e il braccio, Ben percepì la pelle d’oca formarsi sulla sua pelle.
«Freddo?»
«Un pochino»
«Vuoi metterti qualcosa?»
«No, sto bene. Tu sei caldo»
Lui l’avvolse con entrambe le braccia e la portò giù, ridistendendosi completamente.
«Sicura che non vuoi metterti niente? Prendo il tuo maglione?»
«No, non fa niente. Non alzarti ancora» Claire gli allacciò le braccia attorno al busto per trattenerlo. «Voglio dormire così»
Ben fece un sorrisetto. «Senza nulla addosso?»
Lei annuì, arrossendo leggermente. «E’ un problema?»
«Bè…no, non è un problema. Però, se non indossi niente, di dormire non se ne parla proprio»
Sorrisero entrambi, il cuore che ricominciava a battere più forte.
Ben riprese a baciarla, facendo scivolare le mani lungo la sua schiena nuda.
Claire gli passò le braccia attorno al collo. Si mosse sotto le coperte per modellarsi contro il suo corpo, bramosa di un nuovo bacio, di nuove carezze. Di lui.
Ben. Il suo Ben.
Lui le accarezzò di nuovo il seno, le gambe, tutto il corpo. Sentiva il calore che emanava dal proprio fondersi con quello di lei, percorrerli lentamente fino all’attimo in cui ebbero bisogno di trovarsi nuovamente, muoversi insieme.
Claire tremò di meraviglia, incapace di pensare ad altro se non a lui. Tutto ciò su cui riuscì a concentrarsi furono i respiri di Ben che si perdevano su di lei, mentre le labbra si posavano ovunque. Sentì le sue mani, usate solo per farla rabbrividire di più. Sentì lui, loro, ancora e ancora finché, occhi negli occhi, non si persero insieme.
Avevano fatto l’amore per la seconda volta.
Ed era stato meraviglioso.
Lo sarebbe stato sempre.
Lui crollò al suo fianco. Intrecciò le dita con le sue, aspettando che il respiro di entrambi tornasse regolare. Avvertì le labbra di lei posarsi sul suo viso, dolci.
Separandosi, trovarono l’abbraccio nel medesimo istante.
 
 
Il mattino li trovò ancora così: l’uno accanto all’altra sotto lenzuola scomposte.
Lui era sveglio da qualche minuto, il gomito appoggiato al guanciale, la testa sorretta dalla mano.
Non c’era risveglio migliore che quello di trovarsi di fronte la persona più importante.
Anche la notte prima si era soffermato per diverso tempo a guardarla dormire, e aveva scoperto che gli piaceva. Non c’era un motivo, era così. Gli piaceva osservarla respirare piano, seguire con lo sguardo le linee del suo corpo sotto le coperte, le onde dei capelli scuri sparsi sul cuscino, sulle spalle nude.
Lui non credeva nell’amore a prima vista. L’amore era qualcosa che nasce e cresce: con il tempo, dalla fiducia reciproca, dalla condivisone di obiettivi e pensieri, momenti di humor, momenti di tristezza...
Tutto ciò non poteva accadere all’improvviso, o in una serata fatta di poche ore.
Ma nemmeno in cinque settimane, si era detto all’inizio.
Eppure, in quel breve lasso di tempo, lui e Claire avevano condiviso tutto questo: passioni e sogni, risate e parole; avevano vissuto le medesime esperienze e delusioni, si erano capiti, incontrati.
In tutto ciò, era nata la reciproca fiducia.
C’erano ancora un mucchio di cose da scoprire e di cui parlare, ma per quello c’era tempo. Gli bastava soltanto sapere che lei era la persona giusta al momento giusto. E, in cuor suo, Ben sperava che quel momento durasse ancora molto, molto a lungo.
Finalmente, lei si mosse. Lui sorrise teneramente nel vederla aprire gli occhi ed emettere il più rilassato dei sospiri.
«Buongiorno»
Claire stirò gambe e braccia. «Buongiorno»
«Dormito bene?»
«Benissimo»
Ben si chinò a posarle un bacio a fior di labbra. Lo fissarono occhi scuri che aveva visto chiudersi in preda all’estasi. Le labbra rosa scuro che aveva baciato a fondo, si distesero in un sorriso. Il corpo longilineo che aveva amato più volte, si tese per uscire dal torpore del sonno.
«Che c’è?» fece lei.
«Niente. Ti guardo»
Lei gli riavviò la frangia. Dio, quant’era bello con il viso ancora un po’ assonnato e i capelli in disordine…
«Che ore sono?» 
«Nove e mezza circa»
«Oddio, Ben, io devo andare a lavorare!»
«Non credo proprio che oggi lavorerai, bimba»
«Ah no?»
Ben assunse un’aria colpevole. «Ti è arrivato un sms di tua cugina poco fa. Considerata la sua sfuriata di ieri sera, ho pensato fosse importante e…gli ho dato un’occhiata. Scusami, non dovevo»
«No, non c’è problema» disse Claire in tutta tranquillità.
«Sicura?»
«Sì. Non ho segreti inconfessabili»
«Meglio così»
«Che diceva il messaggio?»
Ben si spostò da lei, afferrò il cellulare e glielo passò. «Io ho letto solo la prima parte. Tieni»
Claire si mise a sedere, tenendo le lenzuola premute contro il petto.
Il messaggio di Lory diceva così:
 
 
CIAO CUGINETTA! TUTTO BENE? TI VOLEVO AVVISARE CHE OGGI IL LOCALE RESTA CHIUSO, PERCIO’ PUOI RESTARE DA BEN QUANTO VUOI.
PERO’….MI RACCOMANDO!!! CHIAMAMI PIU’ TARDI.
UN BACIO.
 

 
«Niente sfuriate?» domandò Ben.
«No, tutto a posto. Il locale resta chiuso»
Ben sorrise. «Posso essere egoista e dirti che mi fa piacere?»
Lei ricambiò il sorriso, allungandosi verso di lui per baciarlo un volta. «Anch’io sono contenta. Così posso restare ancora un po’ con te»
Lui le posò le mani sui fianchi. «Stando a quanto mi hanno detto ieri, io ho tutta la mattina libera. Se smette di nevicare, nel pomeriggio dovremmo girare qualche scena»
«Va bene. Me l’avevi già detto»
Lui annuì. «Non ne sono del tutto sicuro, visto che sembra non voler smettere»
Entrambi si voltarono verso la finestra: attraverso le tende, si notavano chiaramente i fiocchi vorticare a mezz’aria.
«Però è bellissima» commentò Claire. «Lo so che ha creato un sacco di disagi, ma la neve è splendida»
Ben la guardò dolcemente. Amava la semplicità di Claire, il suo entusiasmarsi per le piccole e semplici cose. Lui non era così. Non ci riusciva. Con la vita che faceva, erano rari i momenti in cui poteva anche solo soffermarsi a formulare un pensiero simile.
«Doccia e poi colazione?» chiese.
Lei annuì.
«Che ne dici se ce la facciamo portare in camera?»
Claire rimase stupita dalla proposta. «Colazione a letto?»
«Perché no? Ti va?»
«Non ho mai fatto una cosa del genere. Sì, mi va eccome!»
«Perfetto!» Ben la lasciò andare, afferrando il ricevitore del telefono della stanza. «Tu va pure a farti la doccia, io intanto ordino. Hai preferenze?»
«Colazione all’italiana, ovvio»
«D’accordo»
Entusiasta, Claire si mosse per acchiappare i propri vestiti, che stavano su una poltroncina poco lontano dal letto. Ben doveva averli sistemati la sera prima, quando aveva recuperato il suo telefono dal salotto. Attenta a non scoprirsi, allungò un braccio, tentando di raggiungere gli abiti senza spostarsi.
«Cosa stai facendo?»
«Eh?» Claire si voltò. «Cerco di vestirmi»
Ben – in attesa che gli passassero la cucina – la guardò divertito. «Ti vergogni che ti veda nuda?»
«N-no. Solo, non mi sembra bello girare per la stanza senza niente addosso»
Lui fece uno sguardo sornione. «Tanto ti ho già vista nuda, Claire»
«Bè, ma…»
«Tutta tutta…»
«Ben!»
Lui rise, lei anche, riuscendo finalmente ad afferrare il suo maglione. Sbuffando scherzosa, se lo infilò e sgattaiolò verso il bagno.
In effetti era veramente sciocco vergognarsi di lui, pensò qualche minuto dopo, mentre era sotto la doccia…
La doccia dove Ben si lava…nudo!
No, guarda, con l’impermeabile!
Giunti a quel livello di intimità, non aveva davvero alcun senso. Era proprio scema…
Il fatto era che la tempesta di emozioni e di desiderio che la vicinanza di Ben scatenava in lei,  era qualcosa di totalmente diverso rispetto a ciò che aveva provato in passato. Non aveva mai conosciuto molto amore nella vita, forse era questo a destabilizzarla un po’.
Quando tornò in camera, avvolta nell’accappatoio e i capelli ancora bagnati, Ben era alle prese con il cellulare.
«Già finito?» le chiese, quando riattaccò.
«Quasi. Non trovo l’asciugacapelli»
«Ti faccio vedere dov’è»
«La colazione non è ancora arrivata?» chiese lei, mentre si dirigevano insieme verso il bagno.
«Non ancora. Hai fame? »
«Abbastanza»
Ben si abbassò per aprire l’anta del mobiletto sotto il lavandino. «Stavo parlando con Tyler, poco fa»
«Ah sì? Che ti ha detto?»
«Mi ha confermato quello che già sospettavo: oggi niente riprese. Tieni»
Claire afferrò l’asciugacapelli. «Grazie. Mi dispiace che abbiate tutti questi disagi per colpa del tempo»
«Quando si girano gli esterni può succede»
«Ben, senti…» mormorò lei, incerta.
«Sì?»
«Come facciamo con i tuoi colleghi? Insomma, dovremo pur uscire dalla stanza, prima o poi e…come spieghiamo la mia presenza qui?»
Si fissarono un istante.
«Non glielo spieghiamo» rispose lui.
«Cosa?»
Ben le si accostò. «Dopotutto, chi ha detto che dobbiamo uscire dalla stanza?»

 
 
  
 
Salve a tutti! Sono tornata con Ben & Claire! Vi siamo mancati? Spero di sì…
Non succede granché in questo capitolo, ma volevo scrivere un po’ di loro due insieme, mi sembrava importante far vedere il seguito della loro prima notte. Mi auguro che vi sia piaciuto ugualmente, soprattutto ai romantici come me ;)

 
 
Ringraziamenti:
 
Per le preferite: battle wound, Bella_babbana, Ben Barnes, Blackpanda96, Christine Mcranney, Fra_STSF, HarryPotter11, JessAndrea, jihan, Joy Barnes, Len IlseWitch, marasblood, MartaKatniss98, matimarchisio8, Medea91h, MelvyLelvy, Milkendy, NestFreemark, NeverendingStoryGirl, Occhi di ghiaccio, Riveer, Stefania1409, The_Warrior_Of_The_Storm, _likeacannonball
 

Per le ricordate: Ben Barnes, dadaOttantotto, Fra_STSF, Halfblood_Slytherin, Hug my fears, maty98, Milkendy, NestFreemark, Suomalainen
 
Per le seguite: All In MY Head, AmeliaRose, apologize, Ben Barnes, Catnip_Peeta, Cecimolli, ChibiRoby, DeniAria, EmmaTom4ever, EvaAinen, Fra_STSF, Greenfrog, Halfblood_Slytherin, HarryPotter11, InTheMiddleOfNowhere, JessAndrea, JLullaby, Joy Barnes, MartaKatniss98, maty98, MIlkendy, nadie, NestFreemark,NeverendingStoryGirl, nuria elena, Queen_Leslie, Ramos4, Sandra1990, SerenaTheGentle, Shadowfax, silent words, soffsnix, SweetSmile, The_Warrior_Of_The_Storm, Violet A Nash, WikiJoe, _joy, _likeacannonball, _LoveNeverDies_
 
Per le recensioni dello scorso capitolo: Ben Barnes, Cecimolli, JessAndrea, Sandra1990, Shadowfax.
  

Come sempre, vi ricordo le mie pagine facebook Susan LaGentile Clara e Chronicles of Queen, dove trovate gli aggiornamenti di tutte le mie storie.
Inoltre, vi avviso che questa settimana posterò un nuovo capitolo di "Night&Day", e il primo di una nuova storia "Legend". Se siete interessati, passate a trovarmi ;)
Ringrazio ancora una volta tutti voi! Grazie infinitamente! Vi adoro e vi stra-adoro.
Alla prossima!
Susan♥
   
 
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