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Autore: Claire Riordan    22/07/2015    3 recensioni
POST 3B, NESSUN COLLEGAMENTO CON LA 4° STAGIONE.
La morte di Allison ha sconvolto Scott e il suo branco, Isaac in particolare, che sembra incapace di reagire, di trovare un'ancora che lo salvi dall'abisso in cui è sprofondato. Nel frattempo, a Beacon Hills ritorna una ragazza di nome Holly, una ragazza che pare nascondere qualcosa ma che, allo stesso tempo, sembra risvegliare dei ricordi nella memoria di Isaac...
Dal cap. 2:
Isaac non riuscì a trattenere un sorriso «Sono Isaac» continuò «Isaac Lahey. Ti ricordi?»
Holly aggrottò la fronte, lo osservò un paio di secondi e, infine, scosse la testa.
«Alla scuola elementare di Beacon Hills» disse ancora Isaac, muovendo un passo avanti, animato da quel nuovo entusiasmo «Quello che… che ti ha spinto giù dall’altalena e ti ha rotto il naso» concluse con una risata.
Genere: Introspettivo, Mistero, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Argent, Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jubel

7. Hunters


A Helena (o preferisci Lena?), perché il suo entusiasmo per questa storia ha riacceso anche il mio.
A Marti, perché sì e perché strippa con me dalla notte dei tempi.
E a tutti coloro che, dopo un anno e aggiornamenti incostanti, sono comunque ancora qui.
 

Al tavolo della cucina di casa McCall, Isaac sfogliava le pagine del libro di chimica con fare svogliato. Di fronte a lui, Scott scriveva appunti come un forsennato.
Sbuffò, passandosi stancamente una mano sulla fronte, pensando a come sarebbe stato molto più entusiasmante quel pomeriggio se solo Holly avesse mantenuto la parola datagli quella mattina. Ancora non riusciva a capacitarsi del perché avesse deciso di scaricarlo così.
Scott alzò il capo e lo guardò «Tutto bene?» gli domandò.
Isaac aggrottò la fronte «S-sì, sono… sono solo un po’ in difficoltà con questa roba» buttò lì, voltando una pagina con noncuranza. Sapeva che Scott percepiva la sua delusione e la sua frustrazione.
McCall annuì «Se ti serve una mano…»
«No, non fa niente, ne verrò fuori»
Sapevano entrambi che non era di chimica che stavano parlando. Scott aveva avvertito che qualcosa non andava in Isaac, ma lui non avrebbe mai ammesso di avere grattacapi tanto banali per la testa, dopo quello che era successo qualche settimana prima.
Scott tornò ai suoi compiti, mentre Isaac si puntellò su un gomito, gli occhi sul libro, la mente altrove. Da qualche parte dentro di sé, sapeva che Holly era quel faro di speranza che avrebbe di nuovo fatto luce nel suo buio, ma era come se ci fosse qualcosa di sbagliato in tutto quello, come se non fosse giusto accantonare il dolore così velocemente. Ma era qualcosa che non poteva controllare: Holly era piombata nella sua vita dal nulla, in quello che era senz’altro il momento peggiore che avesse mai vissuto, ma gli aveva fatto rivivere vecchi ricordi, piacevoli, di tempi spensierati, in cui il dolore e la sofferenza non erano nemmeno lontanamente contemplati. E lui aveva un tremendo bisogno di scappare da tutto quel dolore, di ritrovare la stessa serenità di tanti anni prima, di superare la morte di Allison, le difficoltà e le sofferenze della trasformazione in lupo mannaro, i maltrattamenti di suo padre. Isaac aveva bisogno di fuggire e lasciarsi tutto alle spalle, di ricominciare, di chiudere quel capitolo della sua vita a Beacon Hills e cominciarne uno nuovo in un luogo diverso.
Improvvisamente, Isaac avvertì un forte senso di preoccupazione provenire da Scott. Alzò il capo e lo vide sull’attenti, con gli occhi vigili.
«Che succede?» domandò.
«Lydia» rispose Scott «Andiamo»
Isaac non ebbe nemmeno il tempo di ribattere che Scott era già scattato in piedi, avviandosi verso la porta. Lo seguì, guardandolo estrarre il cellulare dalla tasca.
«Stiles?» disse concitato al telefono «Devi venire subito. È successo qualcosa. Lydia ha urlato»
 
 
Ancora col cuore che le martellava nel petto per la paura, Holly fissò la ragazza di fronte a sé, la mente che rimbombava delle sue ultime parole: la morte sta arrivando.
In realtà, era già arrivata, pensò. Chiunque avesse distrutto il locale e sparato al malcapitato barista non aveva certo intenzioni pacifiche.
«Tutto bene?» la ragazza domandò ad Holly.
Lei scoppiò nuovamente a ridere in maniera isterica «Avrei preferito bere il mio caffè» disse «Chi cavolo era quello?»
La ragazza scosse la testa, senza dire nulla. Era chiaro che ne sapesse quanto Holly. L’uomo che era entrato aveva tutta l’aria di essere una specie di sicario. Ma chi lo mandava? E soprattutto, chi stava cercando con così tanta insistenza da arrivare ad uccidere un innocente?
«Forza, usciamo da qui» disse la ragazza, risvegliando Holly dai suoi pensieri.
Ancora piuttosto frastornata, Holly annuì, strisciando sul pavimento, fuori dal suo nascondiglio. Rialzandosi in piedi, pensò per un attimo di aver perso l’uso delle gambe: sembravano di gelatina.
Si guardò attorno: il tranquillo locale in cui era entrata meno di mezz’ora prima, ora somigliava ad un campo di battaglia. Il pavimento era cosparso di vetri rotti; qualche cliente, nella foga del momento, doveva aver fatto cadere il suo pasto; sul bancone, era accasciato il barista, inerme, un buco in mezzo alla fronte da cui usciva un abbondante rivolo di sangue. Davanti a quell’immagine, Holly si sentì mancare.
L’altra ragazza le mise un braccio attorno alle spalle, stringendola con forza «Ti senti bene?» le chiese.
Holly deglutì nel tentativo di reprimere un conato di vomito, scuotendo appena la testa «Mi manca l’aria» mormorò. La vista di quel povero ragazzo, ucciso barbaramente senza una vera ragione, era stata così scioccante da toglierle le ultime forze che le erano rimaste.
Uscirono da quel che rimaneva di quella tavola calda, raggiungendo gli altri clienti spaventati all’esterno. Stesa a terra, una donna sulla cinquantina stringeva la parte alta del braccio destro, mentre un uomo che poteva essere suo marito cercava di tranquillizzarla. Le sue dita erano sporche di sangue.
«Lydia!»
Un uomo dai capelli brizzolati richiamò l’attenzione della ragazza dai capelli rossi mentre s’incamminava verso di loro.
«Salve, sceriffo» fece lei. Nel trambusto generale, Holly non aveva nemmeno udito l’arrivo della polizia.
Lo sceriffo si guardò brevemente attorno prima di rivolgersi nuovamente a Lydia «Un locale distrutto, un morto e un ferito. Devo considerare una coincidenza che ti trovassi qui?»
Per un attimo, Holly pensò che quella Lydia dovesse avere dei precedenti penali per essere redarguita così dalle autorità. Forse era lei l’obiettivo di quell’uomo misterioso.
«Sceriffo, io…»
La voce di Lydia giungeva stranamente ovattata all’orecchio di Holly. Le parve di udire anche una voce maschile che la chiamava, ma sembrava lontana anni luce. Sbatté le palpebre più volte, il campo visivo che si riempiva di migliaia di luci nere e arancioni ogni volta che riapriva gli occhi. La testa si fece pesante, le gambe molli. Poi, il mondo si spense e fu soltanto il buio.
 
 
In un parcheggio fuori città, Chris Argent aveva appena spento la sua auto quando un grosso Hummer nero fece la sua apparizione, arrestandosi a pochi metri da lui. Scese dall’auto, ponendosi davanti al cofano, in attesa di fronteggiare i proprietari dell’altro mezzo.
La portiera del conducente si aprì: ne uscì un uomo alto e ben piazzato, col cranio rasato, gli occhi piccoli e scuri ed il naso storto, come se fosse stato rotto più volte.
«I cacciatori sono in città» disse l’uomo con voce alta e trionfante, incamminandosi verso Chris a braccia aperte.
«Meglio non farlo sapere troppo in giro» gli disse Chris, stringendogli la mano in un gesto d’intesa.
Una donna dai lunghi capelli neri, scesa dal sedile posteriore, li raggiunse: sembrava furibonda.
«Idiota, è già tanto che la polizia non ci abbia inseguiti» sbraitò.
Chris la guardò, accigliato «Che vuoi dire?» chiese, preoccupato.
«Delaney…» cominciò l’uomo, ma lei lo ignorò.
«Cliff ha freddato il ragazzo che lavorava alla tavola calda» disse Delaney, rabbiosa.
Chris avvertì un improvviso moto di rabbia ed odio montargli dentro. Afferrò i lembi della giacca in pelle di Cliff, lo rovesciò e lo mandò a cozzare contro il cofano della sua auto.
«Ti avevo detto niente vittime!» gridò, infuriato.
«Quel bastardo non ha parlato» disse Cliff, la voce arrochita dalla pressione delle mani di Argent sul petto.
Chris non riuscì a credere alle sue orecchie. Non aveva realizzato fino in fondo ciò che aveva detto Delaney finché Cliff non aveva pronunciato quelle ultime parole.
Mollò la sua giacca come se fosse qualcosa di pericolosamente infetto «Avevi solo un compito da svolgere» ringhiò «e hai preferito uccidere un povero ragazzo innocente per saziare la tua sete di sangue»
«Ti ho detto che non ha voluto parlare!» esclamò Cliff, rimettendosi in piedi.
«Ti avevo detto» fece Chris, sempre più furioso, l’indice accusatorio puntato contro Cliff «di parlare con la ragazza! La ragazza che avresti trovato alla tavola calda!»
«Beh, non c’era nessuna ragazza» cercò di giustificarsi Cliff «Solo qualche vecchio e quel maledetto barista del cazzo»
Chris sbuffò dal naso, voltando le spalle a quell’incapace. Come aveva potuto pensare di assegnare quel compito a un tale idiota? Cliff Roberts era soltanto un guerrafondaio maniaco delle armi. Ma trovare quella ragazza non poteva essere poi così difficile, nemmeno per uno come lui. Chris l’aveva seguita, l’aveva vista incamminarsi come un automa verso quel luogo e sedersi ad un tavolo. Cos’era successo prima che Cliff e gli altri arrivassero?
Argent si passò stancamente una mano sul volto prima di rivolgersi nuovamente a Delaney: «Tuo fratello?» le domandò.
«È in auto» rispose lei.
«Chiamalo»
Delaney si voltò verso l’Hummer, agitando una mano in aria per indicare a qualcuno di avvicinarsi. La portiera del passeggero e quelle posteriori si aprirono, lasciando scendere tre uomini. In testa a quel piccolo manipolo, un energumeno dai capelli neri e la barba brizzolata si avvicinò a Chris con fare spavaldo.
«È un piacere vedere Xavier James ancora in servizio» disse Argent, mentre l’altro gli stringeva la mano in una presa tanto stretta che, Chris non l’avrebbe mai ammesso, quasi si rivelò dolorosa.
«Io non abbandono le armi per la famiglia» ribatté Xavier con la sua voce roca e profonda «Faccio entrare le armi in famiglia»
Diede un pizzicotto sulla guancia a Delaney, la quale non sembrò apprezzare particolarmente.
«Ti prego, siamo adulti» brontolò, incrociando le braccia sul petto, scocciata.
Xavier ridacchiò divertito, poi tornò a rivolgersi a Chris: «Allora, per cosa ci hai chiamati? Oltre a far divertire Cliff con qualche inutile sparatoria?»
Al fianco di Chris, Cliff emise un grugnito offeso. Lui lo ignorò bellamente, concentrandosi su Xavier: «Da quello che dici, deduco che Jonah ti abbia contattato» disse.
Xavier sorrise, sornione «Quel vecchio burbero» ridacchiò «Sì, mi ha chiamato. So che anche Ellen è qui»
Argent annuì «L’ho chiamata per chiederle aiuto, ma, a quanto pare, ha deciso di comportarsi da madre, per una volta»
Xavier scoppiò a ridere «È incredibile come cambino le persone» disse.
«Già, si è accasata con un avvocato da quattro soldi di New York» buttò lì Chris «Credo tema che sua figlia venga coinvolta»
«La piccola Natalie?» domandò Xavier.
«Holly» fece Argent «Ha… ha la stessa età di Allison»
Si rabbuiò. Pensava tutti i giorni alla sua bambina, la sua bambina coraggiosa, morta combattendo per salvare un amico. Ogni volta che pronunciava il suo nome, la ferita lasciata dalla sua assenza sembrava bruciare ancora di più, come se venisse riaperta e cosparsa di manciate di sale. E capiva appieno la paura di Ellen, il timore di rientrare in campo e combattere, di dare ad Holly quell’esempio che lui stesso, ora, si pentiva di aver dato a sua figlia. Allison era cresciuta in una famiglia di cacciatori, l’aveva scoperto tardi ma aveva imparato ad usare le armi, aveva tirato fuori il suo coraggio, proteggendo coloro che non potevano proteggersi da soli, dimenticando, forse, quanto fosse importante proteggere se stessa. Sapeva che Ellen temeva la stessa sorte per sua figlia, che Holly nascondeva la stessa forza di sua madre. Che se fosse stata addestrata allo stesso modo, il destino avrebbe potuto portarsela via, proprio come aveva fatto con Allison, perché come lei, come Ellen, avrebbe lottato fino all’ultimo per salvare chi le stava a cuore. E Chris non avrebbe permesso che Ellen provasse quello stesso dolore, il bruciore di una perdita tanto grande da fare a pezzi l’anima.
Il parcheggio in cui si trovavano parve venire spazzato da un’ondata di gelo.
«Sappiamo che se n’è andata» mormorò Delaney «Jonah ci ha detto anche questo»
«E voglio che chi me l’ha portata via paghi per ciò che ha fatto» disse Chris con la voce spezzata.
«È per questo che ci hai chiamati?» domandò lei.
Chris annuì «È qualcosa che non posso fare» ammise «Non da solo»
«Christopher» intervenne uno degli uomini rimasti in silenzio fino a quel momento «lo sai che uccidere per vendetta va contro il codice, vero?»
«Lo so, Floyd» rispose lui «È per questo che siete qui»
«Un momento, che hai detto?» s’infervorò Xavier «Farai sporcare le mani a noi per la tua vendetta personale? Saremo noi a doverci macchiare di un omicidio?»
«Non ho parlato di omicidio»
«Quindi niente vendetta “occhio per occhio”?» intervenne Cliff, quasi deluso.
«Tieni la pistola in tasca, Wyatt Earp» lo redarguì Delaney.
«Niente “occhio per occhio”» ribadì Argent, ignorando la battuta di Delaney «E non colpirò il diretto interessato. Colpirò il suo cuore»
Xavier alzò le mani, rassegnato «Va bene, chi è il bersaglio?»
«La persona che ha dato inizio a tutto quanto» rispose Chris «Voglio che troviate Noshiko Yukimura»


*Clare's Corner
Di tempo libero ne ho e BAM! Aggiornamento!
So che il capitolo è un po' cortino, ma sono perdonata per la quantità di avvenimenti che ci sono? *fa gli occhi dolci*
Anyway, i nostri eroi (Scott, Isaac e Stiles) si muovono per recarsi sulla scena del crimine come sempre - e saprete prossimamente com'è andata -, Holly, come avrete immaginato, non regge lo shock per l'accaduto e stramazza al suolo - anche questo verrà maggiormente approfondito - e, dulcis in fundo, Chris chiama rinforzi per attuare il suo piano malefico. Ho messo l'avvertimento OOC per questo, ma tranquilli, nessuno si farà male, almeno, non troppo.
E, what else, credo di aver chiarito abbastanza perché Chris ed Ellen si conoscessero da tempo.
Oookay, ancora grazie a tutti per l'ascolto e buon pomeriggio! :)
C.

 
  
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