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Autore: Emy Potter    22/07/2015    3 recensioni
(Sequel de "New city, new Life") Hiro e i suoi amici sono partiti per le loro splendide vacanze con Rebecca e Noemi. Destinazione? Italia. Come le passeranno? E che succederà?
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: GoGo Tomago, Hiro Hamada, Honey Lemon, Nuovo personaggio, Wasabi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'New city, new life'
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Capitolo 15: Fever
 
3 luglio 2015
 
Quando Gogo si svegliò quella mattina, tutto quello che sentiva era un gran dolore alla testa e freddo, il che era strano visto che c’erano 30° in casa. Si alzò per andare in cucina, ma subito si sentì debole e dovette appoggiarsi a un mobile per non cadere. Si toccò la fronte, calda. Sbuffò e si diresse dove dormiva Noemi, tentando di rimanere in piedi.  
“Ohi, hai un termometro?” chiese senza mezzi termini.
“Buongiorno anche a te Gogo” disse invece Smile ancora mezza assonnata.
“Sì, sì, buongiorno, ma ora dimmi dov’è il termometro”
“Sì, ho dormito bene, grazie” la stuzzicò ancora la rossa.
“Senti dimmi dov’è!” sbottò l’altra.
Smile si alzò e glie lo andò a prendere. Era incredibile quanto Gogo potesse essere permalosa. Una volta Fred le raccontò che qualche tempo prima, Gogo si era infuriata terribilmente con una compagna perché diceva che non le piaceva il suo modo di vestirsi.
La corvina si misurò la temperatura: 38.5.
“Fantastico” borbottò tra se e se ironicamente. Non le piaceva per niente avere la febbre, non poteva fare tutte quelle cose che faceva di solito e questo le dava un enorme fastidio. A volte faceva comunque tutto quello che le passava per la testa, tornando a casa con 40.
“Che succede?” le chiese dolcemente Honey preparando la colazione. “Se ti senti triste una fetta di torta ti tirerà su di morale. L’ho preparata ieri sera.”
“No, non ho fame, sto male solo a sentirlo nominare il cibo.”
“Hai la nausea?” domandò la bionda.
“No, la febbre.” Rispose dirigendosi verso il divano-letto. Accese il televisore e cominciò a fare zapping con il telecomando.
Intanto, nella stanza, entrò Wasabi, con il suo pigiamone verde anche se era estate. Sembrava un bambino troppo cresciuto con quell’abbigliamento infantile. La corvina sorrise al pensiero.
“Non hai una bella cera” constatò il ragazzo.
“Ho la febbre” si limitò a dire continuando a cambiare canale in cerca di qualcosa che facesse per lei.
“A quanto?”
“38.5”
A quella risposta, Wasabi sobbalzò. “Devi stare a letto allora, non stare sul divano a cambiare canale!”
Gogo fece spallucce e si fermò finalmente su Dmax, dove trasmettevano “cacciatori di fantasmi”. Non credeva a quella roba, ma la divertiva le reazioni che avevano i conduttori, così esagerate e stupide a suo parere.
Wasabi andò in cucina, senza dire una parola, tornando poi poco dopo con una tazza di tè caldo e miliardi di farmaci.
Gogo lo guardò per un po’, in silenzio. “Stai scherzando?”
“Per guarire in fretta devi bere bibite calde.” Le disse passandole la tazza.
“Non mi piace il tè caldo” rispose lei.
Wasabi sbuffò. Doveva immaginare che non avrebbe fatto cosa le avrebbe detto. Non lo aveva mai ascoltato, cosa gli faceva pensare che lo avrebbe fatto ora? Per fortuna che aveva un piano B.
“Ti sfido”
A quelle due parole, Gogo staccò subito gli occhi dal televisore per guardare il ragazzo, presa all’improvviso da uno strano interesse.
“Se riesci a fare per un intero giorno quello che ti dico io, girerò per l’isolato in mutande” continuò.
Al pensiero del ragazzo di colore in quello stato le sfuggì una risata. Ci pensò su e poi lo guardò con un sorriso che esprimeva tutta la sua competitività.
“E se perdo?” chiese, anche se era sicura che non sarebbe successo.
“Dovrai uscire con me”
Gogo venne presa così alla sprovvista da quell’affermazione, che quasi le cadde il telecomando di mano. Perché voleva uscire con lei? D’altronde non si sopportavano no? Era sempre stato così, sin dalla prima volta che si erano visti. Cos’era cambiato?
Scosse la testa per scacciare quei pensieri persistenti e rifletté sull’offerta. Non sapeva perché, ma questa volta aveva davvero paura di perdere. Non perché era convinta che non era in grado di farcela, ma perché se sarebbe uscita con lui…cosa sarebbe successo? Era possibile che l’idea di uscire con Wasabi la spaventasse? No, non lo era. Continuò a fissarlo pensierosa, mentre decideva sul da farsi.
Il cuore di Wasabi, intanto, batteva all’impazzata. Avrà fatto la scelta giusta? Di sicuro non si sarebbe sorpreso se da un momento all’altro gli fosse arrivata addosso una cuscinata irritata da parte della ragazza. Ma non succedeva. Si limitava a fissarlo pensierosa, con una strana espressione negli occhi che non riusciva a decifrare. Solo quando vide un ghigno farsi strada sul suo volto cominciò a calmarsi un po’.
“Ci sto” rispose lei.
Wasabi sorrise. A quanto pare era tornata la vecchia Gogo.
“Bene, allora bevi.” Disse porgendole ancora una volta la tazza.
Lei lo prese e bevve la bibita piano piano, continuando a guardarlo con i suoi occhi scuri. Wasabi si perse in quello sguardo che da poco aveva imparato ad amare. Dopo che ebbe finito di bere, passo la tazza al ragazzo, che la portò in cucina. Quando tornò le diede una pastiglia e la fece spostare in camera, dove le mise addosso un piumone.
Sarà proprio una luuunga malattia; pensò Gogo.
 
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Dopo che i ragazzi uscirono, Gogo si ritrovò sotto due piumoni, con un termometro in bocca e le medicine sul comodino di fianco. Si sentiva come un personaggio malato dei cartoni animati.
“Rieccomi, ti ho portato una pezza bagnata da mettere sulla fronte” disse Wasabi sorridente.
Gogo ribollì di rabbia facendo alzare ancora di più la temperatura. Odiava quando veniva trattata così. Si sentiva una bambina, vincolata da tutte le regole che i genitori le davano.
“Evviva” brontolò sarcastica.
“Vuoi rifiutarti?”
“Mai!” esclamò sapendo che se lo avrebbe fatto avrebbe perso.
Aveva sopportato Wasabi per l’intera giornata, mancavano solo 5 ore a mezzanotte e sarebbe stata libera. Ma in quel momento aveva un dannato bisogno di prendere aria. Anche se la febbre era ancora alta, l’unica cosa che Gogo voleva fare era una corsa in bicicletta. Inoltre aveva caldo, segno che la febbre stava calando.
Ma quando si girò di lato rimase a bocca aperta: Wasabi stava tornando nella stanza con una coperta ancora più pesante di quelle che aveva addosso.
Eh no, adesso basta.
“Non ti azzardare” lo avvertì minacciosa.
“Non puoi rifiutare o perdi la sfida” le disse avvicinandosi ancora.
Gogo scattò seduta. Ormai aveva perso la pazienza. “Eh no, ora basta! Ho fatto tutto quello che volevi per tutta la mattina e tutto il pomeriggio e la febbre non si è abbassata di un minimo! Sono stufa!”
Si alzò e uscì indignata dalla stanza ancora con il suo pigiamino corto.
“Woah, woah, woah, dove credi di andare?!” chiese Wasabi seguendola.
“A fare un giro!” rispose Gogo continuando a camminare.
“Ma così la febbre aumenterà!”
“Non mi interessa!”
D’istinto, Wasabi le prese il polso per fermarla. “Beh, a me sì!”
La corvina lo guardò, senza dire una parola. Perché doveva importargli? Ok, erano amici, ma era solo una febbre, non sarebbe morta! Eppure c’era preoccupazione nei suoi occhi, una preoccupazione che non riusciva a comprendere.
Ma Wasabi sì. Non voleva vederla andare via. Per qualche motivo era preoccupato che se fosse uscita da quella porta non sarebbe più tornata. Ma perché? Era stupido no? Era solo una semplice febbre.
“A me interessa” disse senza riuscire a non farsi scappare quelle parole.
Piano piano, Gogo si calmò e si perse in quegli occhi color cioccolato. Si sentiva così strana…il battito era accelerato e il viso divenne bollente.
Sarà per la febbre; si disse, ma era più per autoconvincersi.
Poi capì: quelle paure che aveva di uscire con Wasabi erano perché forse avrebbe fatto uscire i suoi sentimenti profondi. Quei sentimenti che in quei giorni in Italia aveva cercato di nascondere in tutti i modi, ma per quanto lei lo allontanasse, Wasabi era sempre lì, pronto a darle una mano con le sue stramberie.
I suoi occhi scesero sulle labbra del ragazzo, che piano piano si stavano avvicinando alle sue. Lei, così minuta, insieme a lui, un armadio a trentatre ante.
Che coppia assurda, nessuno ci avrebbe mai creduto. E cosa avrebbero detto gli altri? La forte e indifferente Gogo con un ragazzo che chiamava la mamma se veniva attaccato e che si portava ovunque delle mutande pulite di ricambio. Era stupido. Ma il quel momento non le importava, voleva solo sentire le sue labbra contro le proprie, nient’altro.
Si avvicinava, fino a quando i loro nasi si sfiorarono, e poi ancora fino a che…
“Siamo a casa!” esclamò Smile.
In pochi secondi, Gogo e Wasabi erano a due metri di distanza, con i volti rossi.
Il gruppo si limitò a guardarli, incuriositi.
Fu Rebecca a rompere in ghiaccio: “ Ehm…Abbiamo interrotto qualcosa?”
 
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NOTA AUTRICE: Rieccomi! Scusate il ritardo, ma sto traducendo una storia dall’inglese all’italiano chiamata “Winter Wonderland” de “Le 5 leggende”…se vi va potete andarlo a leggere…
Che ne pensate? Questo capitolo è praticamente incentrato su Gogo e Wasabi, negli altri vedremo anche gli altri personaggi.
Ringrazio Chia29, Rebianime, Pelelen_moon6 e Hajar04 per le recensioni.
Recensite in tanti! Kisses, Emy.
 
                                                                                                                                                          
   
 
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