Il cielo è crudele questa sera. Nero, fosco, pieno delle nuvole acri della battaglia, il puzzo dei roghi è ovunque e la terra ha bevuto il sangue di mille corpi, i gemiti di mille innocenti.
Il tuo mantello nero è accanto a te, nella polvere, giaci con la bacchetta stretta in pugno.
Sto cercando di indurre le tue mani ad aprirsi, ma non c'è nulla che io possa fare.
Sorridi alle mie lacrime e mi dici "Non è niente" Ma so che non è così.
Non credevo che sarebbe mai accaduto. Non a me.
Abbiamo scavato la terra della più immonda
delle prigioni, e solo perché eravano assieme. Abbiamo consumato le dita sulla nuda pietra fredda, il cervello e il cuore in fiamme.
Insieme navigavamo nell'orrore e nella disperazione, si, abbiamo bruciato l'anima nelle
fiamme dell'orrore più
impenetrabile, perduti in un'oscurità
muta dalla quale non c'è ritorno...
I nostri volti rigati di sangue hanno
sfidato la luna con un folle, tripudiante sorriso.
Insieme.
Insieme siamo arrivati a questo.
Luce ad ovest, attraversa il nostro
campo deserto.
Mi chino su di te. Scruto le tenebre... Il tuo respiro intriso di
sangue mi sfiora la guancia.
I tuoi capelli biondi sono sparsi e impigliati a terra, e
le tue dita son ancora contratte.
Ogni medimago ha abbandonato da tempo questa terra sporca, impura, immonda.
Non c'è più pietà per nessuno,
e in ogni caso tu non ne avresti bisogno.
"Lucius"
Il dolore è come un fiume caldo sale assieme alla voce, nuovo all'imprivviso, più violento, insopportabile. Non posso
vivere
senza di te.
La fine è oltre i tuoi occhi azzurri.
Quando anche questi perderanno la luce forse anche io scivolerò dietro di essi. Non riesco a immaginarmi senza queste iridi, senza la piega amara e dolce assieme della tua bocca beffarda.
Hai sempre sorriso alle mie lacrime, e a nche stavolta sembra che tu mi schernisca.
Non posso...
non posso fermarti,
non posso afferrare la vita che è acqua, acqua fra le mie povere dita contratte.
Vorrei dirti che ti amo, ma il pensiero che è l'ultima
volta che posso farlo
mi mette addosso il desiderio di tutti quei 'Ti amo' mai detti e ormai perduti per sempre e così sono qui
a strignerti le mani
a vedere come l'orizzonte si abbassa
e la mia gola è un ricettacolo muto di grida disperate, l'eco straziata di un oracolo dimenticato nelle pieghe del tempo.
Ombre scure sfilano ti lasciano indietro.
Mi aggrappo tiro stoffe mantelli mani calde, fiato e bocca che ride.
Scivolo, non ti lascio, no, non ti lascio la mano Lucius.
Non c'è pietà per uno sporco Mangiamorte!
Non ridere
è così
tremendo
adesso.
"Ti ho amato davvero
Sta succedendo.
La luna sul tuo volto illumina la tua fronte con la muta rivelazione di uno scherzo crudele.
Ma nulla giunge a deridere dolcemente la mia credulità, nessuna mano toglie via le lacrime, nessun volto sostituisce il tuo
riverso sull'erba
rossa del tuo sangue.
La tua bocca ha il colore dell'erba baciata dal buio l'azzurro della morte.
Mentre avvicino le labbra penso che quella sarà
l'ulitma volta.
Ancora per un istante lancinante, sono polvere, frantumi di me stessa.
Che cosa succederà quando il tuo dolore scivolerà sulle
acque ormai quiete della tua ultima agonia, verso la tua pace...
La tua pace che sarà la mia morte
e la tua morte
che sarà la fine?
"Non posso lasciarti andare, Lucius"
No, non posso non posso, ma che importa ormai? Respingo il pensiero, non voglio, non posso permettermi questo pensiero.
Torno a gridare. Volti si soffermano, altri occhi irrimediabilmente si abbassano.
Un altro scuote la testa e se ne va, un altro che osserva la cerea fine del mio cuore riverso a terra
e dice
che non c'è più speranza.
Grido.
La mia voce si perde, quella schiena non si volta, sparisce.
Lucius.
Mani fra i capelli, sulle gote. Così vive, impossibile credere
che sia finita.
Ti dedico fino all'ultima parola mentre
le tue scivolano dentro di te
per sempre
mai dette
e sfuggono
in eterno
dentro di te
uccidendomi.
Ma la mia voce
e tua, prendila. Mi senti?
Questo respiro è il tuo.
" Come puoi vedere sono tuo
fino alla tomba
Narcissa."
Il tuo collo è così dolce,
così morbido,
Adesso il sangue ha smesso
di fluire, e le tue labbra schiuse anelano la luce come se dormissi.
Hai sofferto? Sembrava così atroce quel distacco che le mie mani
impotenti non potevano bloccare.
Non hai lasciato le mie dita e so che non riuscirò a farlo.
Un'ombra si è posata immobili ali
di sogno eterne sul tuo volto in quest'ora incerta. I tuoi occhi sono fissi su di me
ancora lascia che sia
io
a chiuderli
amore mio.
Ti amo
Ti amo...
La terra, sporca delle voci del dolore, adesso é muta, tace solo per te.
Non posso
lasciare
le tue
mani.
(Ora essi sono polvere
terra
innamorata.
Guardate la piana smorta
dove un tempo si compì la storia del Mondo Magico,
camminate con attenzione
c'è ancora un ansito lieve
come un respiro,
giace forse ancora intatto
sotto le ceneri antiche
un amore)
FINE
*Citazioni nel titolo e nella intestazione del capitolo di Giovan Battista Marino (1630 c.a)