Scritta
di getto su ispirazione di una long analoga in via di stesura (lo so che non si
capisce cosa dico, ma voi annuite pure).
500
parole su un’amicizia.
Mano
È
difficile essere suo amico. Lo è sempre stato, da quando lo sono
diventati, da quando la loro rivalità da ostile che era si è
colorata di complicità per poi scivolare senza rumore nell’affetto.
È
difficile, perché Sasuke è affilato come i kunai
che porta sempre con sé, assicurati alla gamba; molto spesso le sue
parole feriscono e fanno male come lame. Quando giungono a destinazione possono
avere lo stesso effetto di un pugnale seghettato, s’infilano fin dentro
lo stomaco e squarciano, tanto da non lasciare la forza di respirare.
È
difficile, perché Sasuke è aspro e freddo come una distesa di
ghiaccio. Così indifferente e arido da risultare letale.
Naruto
sa che sono in tanti a chiedersi perché tenga tanto a quel legame. Ma non ha una
risposta perché ne ha troppe, sono immagini. Il sorriso beffardo di
Sasuke, che lo sfida col suo raro entusiasmo, la velocità con cui ad un
semplice gesto e ad una minima occhiata possono capirsi al volo, la loro
capacità di condividere le urla come il silenzio.
O
forse il motivo principale è la sua mano. La mano di Sasuke, quella che
al suo arrivo si leva istintivamente in un saluto reso riottoso dalle sue
continue pose, quella che lui afferra spesso facendo leva per tirarsi su da
terra, quella che lo spintona con arrogante intesa quando ne dice une delle
sue, quella che tiene rabbiosamente tra le proprie mentre le lacrime gli
bruciano negli occhi quando crede di stare guardando Sasuke morire, caduto
sotto i colpi di Haku. Quella che scaglia contro di
lui il chidori.
Forse
è la mano di Sasuke il motivo per cui continua ad essere disperatamente suo
amico, e ad esserne felice. Quella mano che, ne è certo, non si
volgerà mai su di lui per distruggerlo veramente, perché troppe
sono le volte in cui l’ha sostenuto e lui le ha offerto sostegno. E spera
con tutto se stesso che tornerà ad essere così, quando
sarà riuscito a sistemare le cose. Perché vuole che quando ha
bisogno di alzarsi sia quella la mano cui aggrapparsi, e da tirare verso l’alto
quando ad essere in basso è Sasuke.
La
mano che fa scattare fuori l’impugnatura dal fodero della katana, la mano
che si solleva sopra le loro teste accompagnando il sibilo letale della lama
che scivola fuori scintillando al sole, la mano che estrae la spada e la porta
con sicurezza dietro la sua schiena, puntandogliela contro, la mano che abbatte
il fendente.
E
sa che nessuno capisce, credono che dovrebbe rassegnarsi perché Sasuke
ha di nuovo cercato di ucciderlo ed è evidente che quell’amicizia
è perduta. Ma loro non sanno quel di cui lui invece è
consapevole: finché quella mano continuerà a muoversi per lui,
Naruto, la speranza non sarà persa. Quella mano per prima è
diventata sua amica, quando ancora Sasuke non lo sapeva, trattenendolo da una
caduta mortale.
E
finché la sua mano non lo ignorerà, Naruto saprà che
Sasuke è ancora il suo migliore amico.