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Autore: Margo Malfoy    22/07/2015    2 recensioni
Cosa succederebbe se un’agente di polizia alle prime armi e con poca esperienza venisse sedotta dal sospettato principale di uno dei casi più importanti cui sta lavorando?
E se non dovesse essere solo lei a pagare caro questo errore fatale?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Felton, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Mentre Malia percorreva ad una velocità che il suo stesso lavoro non le permetteva di mantenere la strada per raggiungere la casa del nuovo sospettato, la sua testa aveva già immaginato cosa sarebbe successo davanti alla porta d’ingresso. Malia non sarebbe andata dritta al punto, ma avrebbe lasciato che fosse la sorpresa e l’inesperienza del suo nuovo sospettato a metterlo nel sacco. O almeno così sperava.
Lungo la via che le sfrecciava di fianco, fuori dal finestrino, intravide un ragazzo che la guardava di sottecchi, che puntava i suoi occhi scuri sulla sua macchina e che non spostava lo sguardo da lì, ma Malia aveva altro per la testa. In altre circostanze quel comportamento così sospetto e quei movimenti così cauti del ragazzo l’avrebbero allarmata, addirittura spaventata, ma in quel momento quel ragazzo poteva anche essere un serial killer e Malia avrebbe potuto tranquillamente ignorarlo. Se lo sentiva dentro, che il ragazzo che di lì a poco si sarebbe ritrovata davanti c’entrava qualcosa con l’omicidio di Lisa, ne era certa. Una scoperta così traumatizzante poteva impressionare e sorprendere chiunque avesse trovato il cadavere, ma nei suoi occhi e nei suoi movimenti così nervosi c’era dell’altro, vero e proprio terrore, la paura di chi temeva che il minimo passo falso potesse incastrarlo.
Malia parcheggiò la macchina alla bell’e meglio e corse dall’altra parte della strada senza nemmeno guardare prima di attraversare. Salì di fretta di scalini della casa color panna e suonò il campanello tre volte, per assicurarsi che chiunque fosse all’interno della casa capisse che la visita era urgente – anche se non doveva sembrarlo. Nell’attesa, Malia studiò l’ingresso della casa, la porta che sperava si aprisse da un momento all’altro e il campanello che era tentata di premere ancora. Fu nel momento in cui spostò gli occhi verdi sul nome scarabocchiato con una penna nera che il suo cuore sembrò mancare un battito: Edward Jones. Non che Jones fosse un cognome raro, ma era possibile che lui e Becca fossero imparentati? Mentre Malia ci rimuginava sopra, l’uomo che il primo giorno delle indagini si passava nervosamente le mani sulla camicia scozzese aprì la porta e un lampo di terrore gli attraversò gli occhi castani.
« Credevo che aveste trovato l’assassino ». Fu la prima cosa che disse, con un tremolio nella voce che tradì un debole tentativo di sembrare impassibile alla nuova visita di un detective.
« È così » e Malia, dicendolo, non seppe se la sua bocca avesse detto la verità o meno. Tom era davvero innocente come diceva, o lei si stava facendo trasportare dalle emozioni che le avevano cambiato la vita da quando aveva iniziato quel lavoro? « Solo che, il giorno in cui il corpo è stato trovato, avrei voluto parlarle » disse Malia spingendosi con un passo in avanti all’interno della casa.
Edward si schiarì la voce e le chiuse la porta alle spalle. « Il processo di Felton non è oggi? »
« Sì » rispose Malia, accomodandosi su una poltrona senza aspettare un invito, « ma vogliamo assicurarci di non aver preso la persona sbagliata. E sa, lei è l’unico che può aver visto qualcosa »
« Certo » convenne Edward, anche se un po’ perplesso. « Un po’ d’acqua? » offrì avvicinandosi alla cucina moderna.
« Naturale, grazie » rispose Malia con un sorriso. La castana approfittò della breve assenza del moro e accese il registratore che da settimane, ormai, era solita portarsi nella borsetta. Così, da quando lei cominciò a bere il primo sorso d’acqua, la loro conversazione sarebbe stata su nastro.
« Conosceva bene Lisa? »
« Era la mia vicina di casa. Il nostro era il rapporto che ha un vicino con la sua vicina ». “Il nostro era il rapporto che ha una segretaria con il proprio datore di lavoro”, Malia si ripeté le parole di Becca mentalmente, possibile che fosse solo una coincidenza?
« E cosa sa dirmi della sua migliore amica, Becca? »
« Lei... » Edward tentennò e bevve un lungo sorso d’acqua. « Veniva spesso a casa di Lisa, credo che... probabilmente lavoravano insieme »
« Esattamente » annuì Malia. « Senta, mi parli della sera dell’omicidio. Ha notato qualcosa di strano? »
« Oltre a Felton che entrava in casa sua e la uccideva? No, direi di no » la risposta sarcastica di Edward prese un po’ alla sprovvista Malia, che però si riprese subito.
« Quindi lei crede che sia stato Tom ad ucciderla? »
« Ne sono certo. L’ha ubriacata e poi l’ha uccisa »
« Il signor Felton dice che quando è arrivato a casa di Lisa era già ubriaca... »
« Ah, lui dice un sacco di cose! Un mucchio, lo sa? »
« Restiamo sull’argomento Lisa, per favore » disse Malia con la voce leggermente tremante. « Ci sono state altre sere in cui lei ha notato che si ubriacava da sola? »
« Non si è ubriacata da sola! »
« D’accordo, forse quella sera no. Ma in altre circostanze? »
« Tutti noi ci ubriachiamo da soli, se e quando ci va. Per festeggiare, per dimenticare, o semplicemente per assaporare un buon whisky »
« Curioso » commentò Malia. « L’autopsia dice che Lisa ha ingerito del vino – che Felton ha dichiarato di averle portato quella sera – e... » la castana si alzò dalla poltrona e girovagò per la stanza, fino a raggiungere un mobiletto dove era ordinatamente disposta una serie di liquori. Malia sollevò una bottiglia di whisky e l’agitò di fronte ad Edward: « e questo »
« Mi sta accusando di aver ubriacato Lisa? » chiese lui indignato.
« No » rispose Malia con tono rassicurante. « Sto solo esponendo i fatti, e i fatti sono questi: Tom è andato per un po’ a letto con Becca, che è una sua parente, e poi l’ha scaricata per Lisa. Becca è venuta da lei a piangere e ad insultarlo e lei, da bravo fratello o chiunque lei sia per Becca, si è infuriato con Tom come lo era la Jones. Ho sempre trovato... ammirevoli i fratelli che proteggono le sorelline, sinceramente, ne avrei sempre voluto uno anche io. Uno di quei fratelli fighi, che gira con gli amici altrettanto fighi, tutti pronti a proteggere la ragazzina di turno che per tutti quanti è come una sorella minore, dico bene? Ma questo era più un fatto personale, non eravate più al liceo. Ha pensato bene di eliminare Lisa e incolpare Tom, in modo che Becca si liberasse delle persone che le avevano spezzato il cuore. L’ha ubriacata ed è tornato a casa con la sua bottiglia vuota. Ha aspettato che Tom se ne andasse dopo che lei le aveva detto di volersi licenziare – chissà, magari sollecitata da Becca – ed e tornato lì con la mazza che aveva rubato il giorno prima dalla sacca di Tom, devo ammetterlo, compromettendo abilmente le prove. E, in questo momento, una persona innocente sta per essere processata per omicidio! ». Malia vomitò quelle parole addosso ad Edward come una doccia fredda e lui non fece altro che rimanere a bocca aperta. I suoi occhi che con il passare della conversazione avevano assunto un po’ di sicurezza in più erano stati inondati dallo stesso lampo di paura di quando aveva visto Malia alla porta. Lasciando cadere il bicchiere a terra e rompendolo in pezzi, il moro si prese la testa tra le mani e cominciò a dondolarsi avanti e indietro, sussurrando parole incomprensibili tra un singhiozzo e l’altro.
Tutta la professionalità di Malia venne a meno e, ad un passo dalla liberazione di Tom, le parole le saltarono fuori senza che lei le volesse davvero pronunciare: « Hai ucciso tu Lisa Stevens? »
Il moro alzò la testa e la guardò con gli occhi gonfi e rossi. « Sì »
Per Malia quella sillaba fu una boccata d’aria, un peso che si era tolta dallo stomaco, un sospiro di sollievo. Tirò fuori il cellulare ed aspettò che la Centrale mandasse una pattuglia per Edward. Di nuovo, quando le sirene illuminavano le pareti bianche di casa Jones e dell’ex casa Stevens, Malia salì in macchina lasciando il moro in mano ai colleghi. Corse verso il tribunale, notando ancora quello strano ragazzo che la guardava, un po’ più agitato di prima. Ne incontrò altri due vestiti uguali e con le stesse movenze più in là lungo la strada, ma non le importava. Che cos’erano un paio di strani ragazzini in confronto a ciò che era appena successo e a ciò che stava per succedere? Sperava che non fosse troppo tardi e che il processo non fosse ancora finito. Salì per le scale con i piedi che minacciavano di ribellarsi alle scarpe col tacco che Malia aveva scelto di indossare quel giorno. Poi, col cuore in gola, raggiunse il portone di legno che portava all’interno dell’aula. I due uomini che erano in piedi ai lati della porta annuirono quando la videro raggiungere di gran carriera la soglia, senza chiederle chi fosse perché lo sapevano di già. La castana quindi, con il registratore stretto nella mano destra aprì il portone e subito si sentì tutti gli occhi addosso. Quelli sorpresi della maggior parte dei presenti, quelli accusatori di Oldman, quelli irritati del giudice, quelli perplessi di Daniel, Rupert e Emma e quelli speranzosi e spaventati di Tom. Il silenzio cadde in aula, con i due avvocati irritati quanto il giudice che però non osarono proferir parola. La castana, ancora al centro dell’attenzione, si fece un po’ più avanti e si schiarì la voce imbarazzata.
« Signorina Browning, vuole dirci perché ha ritenuto opportuno interrompere un processo importante come questo in modo così brusco e maleducato, o si siede ed evita di disturbare ancora? » chiese il giudice.
« holaprovachetomfeltonèinnocente » disse Malia.
« Come, prego? »
« Ho la prova che Tom Felton è innocente » disse ancora la ragazza più calma e professionale.
In sottofondo si levarono brusii che solo il giudice riuscì a calmare. C’era chi le inveiva contro, chi diceva che aveva perso la testa, per non parlare di Oldman, i cui occhi sarebbero potuti uscire dalle orbite da un momento all’altro così come la sua mascella sarebbe potuta cadere per terra.
« Beh, e qual è questa prova? » chiese il giudice impaziente.
Malia attraversò il corridoio centrale e porse al giudice il registratore. La registrazione si fermò al “sì” che tanto aveva rincuorato Malia e ora la ragazza guardava speranzosa il giudice, che parve piuttosto disorientato. Chiamò a sé gli avvocati facendo spostare Malia di lato che, anche se vicina, non riuscì a sentire più di tanto la conversazione tra i tre.
Poi il giudice chiamò a sé l’attenzione e disse: « Ritengo che, con le opportune indagini, questa prova possa essere la chiave fondamentale del caso. Non so dire se Jones sia colpevole o no, ma fino al momento del suo processo, Tom Felton è scagionato »
Inaspettatamente, furono di più le urla di gioia che quelle di sconfitta. La gente non credeva ai media, la gente credeva a ciò che gli era appena stato detto, tutto in quel momento sembrò prendere forma e funzionare. Malia guardò in direzione dei suoi colleghi e con grande felicità si accorse che erano pochi ad essere abbattuti quanto Oldman, ma la ragazza avrebbe fatto capire anche a loro che avrebbero commesso un enorme errore se avessero arrestato Tom. Fu su di lui che i suoi occhi si spostarono subito dopo, lucidi di gioia come lo erano quelli azzurri del biondo. Possibile che fosse davvero finita? Possibile che quei quattro giorni di terrore che erano passati fossero già diventati un brutto ricordo? Possibile che, lanciando un’occhiata fugace verso i poliziotti, Malia avesse scorso l’ombra di un sorriso sul volto di Oldman, che guardava in direzione sua e di Tom, come se stesse guardando sua figlia col suo fidanzato? A Malia non importava. Si avvicinò tentennante al banco di Tom e gli fece un sorriso debole. Lui superò il tavolo con un salto e si mise di fronte a lei, un centimetro in più e sarebbero diventati la stessa cosa. Le appoggiò le mani sulle spalle e la guardò per la prima volta con una sorta di vero amore negli occhi. Le sorrise e poi eliminò quella minuscola distanza che li separava con il bacio più bello che Malia avesse mai dato.
« Sei straordinaria, ragazzina » 


ANGOLO AUTRICE:
Hey there!
Sono tornata, col capitolo che sembra finalmente liberare Tom dalle grinfie della polizia. Anche se, si scoprirà nei capitoli seguenti, c'è una minaccia più grande alle porte che, sì, c'entra con i misteriosi ragazzi che Malia ha visto uscendo e rientrando dal tribunale.

Spero che la storia sia di vostro gradimento e vi prego di farmi sapere cosa ne pensate per continuare a migliorare!
A presto

 
   
 
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