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Autore: Megumi Uchiha    23/07/2015    5 recensioni
«Auguri, Sasuke.»
Sussurrò queste parole con voce bassa, rivolte al bambino che era un tempo.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Curse.

Tanti auguri, Sasuke! ♥

Quel giorno era arrivato.
L’anniversario della loro morte, della morte dei suoi genitori.
Non importava quanto ogni anno desiderasse ardentemente che quel giorno non arrivasse mai, che sparisse dalla sua memoria.
Era tutto inutile.
Riusciva a ricordare ogni singolo dettaglio, persino il più macabro.
Il volto della madre di un inquietante pallore, così diverso dal colorito candido e delicato che solitamente aveva la sua pelle. L’espressione terrorizzata del padre, le cui labbra erano leggermente piegate come se stesse invocando aiuto anche dopo la morte, pareva così diversa dall’espressione che Sasuke ricordava: era sempre così austero. Sasuke da bambino guardava quell’espressione fredda sul volto del padre con ammirazione.
Sembrava invincibile, indifferente a tutto ciò che gli succedeva intorno e che nulla potesse turbarlo.
Invece quella notte era spaventato.
Spaventato dalla morte, dal suo stesso figlio.
I corpi martoriati dei suoi genitori si trovavano uno accanto all’altro. Le loro mani erano vicine, come se avessero tentato inutilmente di intrecciarle prima che i loro cuori smettessero di battere. I loro occhi spalancati e vuoti, ormai privi di vita.
Il 23 Luglio.
Era quello il giorno in cui erano morti.
Il giorno del suo compleanno. Sasuke aveva sempre amato il suo compleanno, lo attendeva con impazienza tutto l’anno. Sua madre lo svegliava e lo guardava con i suoi occhi profondi, così pieni d’amore da fargli perdere un battito. Gli baciava delicatamente le guance, sussurrandogli all’orecchio buon compleanno con un filo di voce. La voce era sempre così bassa quando parlava con lui, quasi come se ogni cosa che diceva fosse un segreto che solo loro avrebbero condiviso.
Suo padre il giorno del suo compleanno non lavorava mai. I suoi auguri erano sempre abbastanza freddi ma a Sasuke bastava il suo sguardo che si addolciva per qualche istante solamente per lui.
Itachi.
Lui era un altro motivo per cui amava il suo compleanno. Gli sfiorava la fronte con le dita, un sorrisino appena accennato sulle sue labbra rosee. Non diceva niente, si limitava solamente a restare in silenzio. Pensava che il suo silenzio nascondesse amore fraterno che non riusciva ad esternare apertamente – essendo caratterialmente simile a loro padre.
Non avrebbe mai potuto immaginare che il silenzio di suo fratello nascondesse una simile furia omicida, che celasse agli occhi di tutti un traditore capace di sterminare il proprio clan a sangue freddo.
Digrignò i denti, si conficcò con forza le unghie nel palmo della mano nel tentativo di calmare quell’odio bruciante che gli faceva perdere la ragione.
Vide il sangue scorrere da quella ferita che lui stesso si era inflitto.
Le gambe cedettero, per un istante il dolore fu troppo da sopportare. Anno dopo anno, il giorno del suo compleanno portava con sé sempre più disperazione.
Vendetta, voleva vendetta. Voleva vedere il corpo di Itachi in una pozza di sangue, nella stessa posizione in cui aveva lasciato i suoi genitori. Avrebbe chiuso a pugno la mano del fratello prima di togliergli definitivamente la vita. Gli avrebbe fatto capire che lui, a differenza dei loro genitori che avevano avuto le mani dell’altro da stringere in punto di morte, lui non aveva nessuno.
Solo.
Doveva capire di essere solo in quel momento.
La stessa solitudine che lui stava vivendo da anni.
Sfiorò le tombe dei suoi genitori con mani tremanti prima di allontanarsi di scatto e stringere spasmodicamente l’erba del terreno sporco sul quale era crollato. Stringeva con rabbia, incurante della ferita che aveva ricominciato a sanguinare.
Era arrabbiato con il mondo intero, arrabbiato persino con chi non aveva fatto nulla per meritare il suo odio distruttivo.
«Auguri, Sasuke.»
Sussurrò queste parole con voce bassa, rivolte al bambino che era un tempo. Il bambino che un tempo amava quel caldo giorno di Luglio con tutta l’anima e che non era a conoscenza della maledizione che sarebbe iniziata proprio quel giorno.
Sasuke con gli occhi vuoti e il cuore dilaniato si lasciò andare in un raro pianto liberatorio, nascondendo il viso tra le mani.
  
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