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Autore: ClodiaSpirit_    23/07/2015    1 recensioni
Darren, un ragazzo ricco con una vita a dir poco perfetta. Una nuova scoperta lo porta quasi all'esasperazione, a perdere se stesso. Saprà non lasciarsi sfuggire via la sua vita? Cosa avrà in serbo per lui il destino? Chris, un ragazzo povero ma ricco d'animo, cresciuto senza la presenza dei suoi genitori e che ha saputo cavarsela fino ad adesso. Tutto si ricollega nel giorno in cui qualcuno fradicio e zuppo d'acqua si presenta davanti alla sua porta. Che cosa lo aspetterà?
Genere: Fluff, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 33.




And oh, I've only caused you pain, you know
That all of my words will

always be low
Of all the love we spoke
When you're on my road walking me home
Home, home, home, home




 
Darren, quello stesso giorno, venne riaccompagnato a casa su ordini di suo padre. Darren avrebbe tanto preferito rimanere con lui, con quel poco che gli restava da vivere ma, non gli venne concesso. Salutò per la penultima volta la sua casa. La casa in cui era cresciuto. E pensò che l'ultima volta che vi sarebbe entrato di nuovo, sarebbe stato per dire addio, a suo padre. Per avvolgere il suo debole corpo in un lenzuolo e poi, sotterrarlo. Sulla strada che lo riportava da Chris, pensò. Pensò a tutto ciò che era cambiato in bene e in peggio. Pensò a lungo e quasi, si scordò di riferire al cocchiere, dove fossero diretti. Il pensiero che lo aveva tenuto così tanto distante da suo padre adesso si era sciolto. Non avrebbe mai dimenticato ovviamente, ciò che lui gli aveva fatto. Ma non avrebbe mai smesso di ricordare che era pur sempre suo padre. Strade, vie e case si affacciavano da quella piccola fessura, in quel piccolo veicolo. Darren scostò leggermente la tenda e vide pezzi di quel panorama scomparire a poco a poco, mentre la carrozza proseguiva il viaggio. E mentre pensava, assorto, arrivò finalmente a casa. Ringraziò distrattamente l'uomo che lo aveva riportato lì. Arrivato alla porta, bussò e appena un uomo dagli occhi azzurri e i soliti capelli alzati, forse anche più bello di prima e di tutte le altre volte, si affacciò, i suoi pensieri si annullarono di colpo. Chris strinse forte Darren e lo avvolse tra le sue braccia senza volerlo lasciare. Darren affondò il viso nell'incavo del suo collo e respirò il suo dolce profumo. Tutta aveva un'aria così familiare. Forse, era davvero quella dopotutto. Sarebbe diventata quella la sua famiglia. Dopo entrarono dentro casa e anche Marie, ormai sull'orlo della preoccupazione più totale, strinse Darren fortissimo come se avesse appena avuto una visione. Darren raccontò tutto ciò che era successo. Raccontò del rapimento e di dove lo avessero portato. Raccontò di aver rivisto suo padre, di quanto fosse terribilmente malato e quanto, nonostante tutto l'odio alimentato e cresciuto dentro sentisse sempre di volergli bene. Perché nonostante questo, il suo odio era subito esploso dopo avergli parlato e dopo che suo padre, aveva ascoltato ciò che suo figlio aveva da dire E mentre raccontava, il suo viso si perse e si riempì di lacrime e allora, Chris lo rinforzò con le sue braccia e ancora una volta, gli trasmise tutto il suo amore, tutta la sua forza anche se non molta, tutto ciò che aveva da offrirgli anche se non era molto. Tutto quello che suo sguardo, le sue braccia attorno al suo corpo e al suo collo, i suoi baci.
 Ma bastavano. Sarebbero bastati e avrebbero reso tutto ciò intorno a loro ancora più saldo e vero.
Una settimana dopo, Richard morì. Così, Darren ritornò per un ultima volta in quella casa. Questa volta, insieme a Chris. E insieme, videro quel pover'uomo, su quel letto, immobile e inesistente. Chris sostenne Darren. E Darren trovò la forza per salutarlo un'ultima volta. Parlò con lui, e disse qualcosa riferendosi a Chris al che, lui, si ritrovò sorpreso. Darren glielo presentò. E lo elogiò davanti a suo padre.
« Non è bellissimo, papà? » sussurrò. Chris ascoltava. « So che magari, potrà sembrarti strano ma, lui è tutto ciò che mi rende felice. Non so se anche mamma riesca a vederlo da là. » A quelle parole, Darren prese le mani di suo padre e Chris, gli carezzò piano la spalla. « Lui é la mia felicità. Non desidero altro. A parte aver capito chi sono e cosa voglio essere. E l'essermi riconciliato con te, papà. »  Poi stringendo più forte, le sue mani, disse:                                                                                                                                                
« Grazie per aver capito. »
 
 


Poche persone lo vennero a trovare. E poche fecero a Darren le condoglianze quei giorni. Gente a lui poco conosciuta e altra che invece, aveva intravisto e ricordava benissimo. Salutava alcuni mal volentieri ed altri, con finto stupore. Suo padre si era creato degli amici e anche dei nemici, nel tempo. Persone nuove, forse, nuove conoscenze proprio durante il periodo in cui lui era stato cacciato via e non si trovava alla reggia. Avvolsero il corpo di Richard e prepararono un piccolissimo funerale al di fuori della reggia. Furono presenti in pochi, inclusi suo figlio e il suo uomo. Anche Marie si unì. Anche se non lo aveva conosciuto, Darren aveva parlato tanto di suo padre, quando era entrato nella vita sua e di suo figlio Chris. Pochi invitati. Alcuni lì solo per far bella figura, altri perché sentivano veramente quella perdita. La cerimonia fu breve ma intensa. Quando calarono la tomba al di sotto della terra, Chris lasciò che Darren si aggrappasse completamente a lui, senza tirarsi indietro. Gli avrebbe dato tutta la forza che aveva in corpo se era necessario. La messa durò un'ora e alla fine Darren toccò il legno ruvido della piccola cassa prima che, la ricoprissero completamente di terra.
 
 


Nei giorni a seguire, il lutto si fece meno lieve ma sempre presente. Chris e Darren avevano ripreso a vivere e a scambiarsi ogni tipo di attenzione. La mancanza anche se per poco, si era fatta sentire e quando Marie usciva di casa per andare a fare la spesa o altro, si ritrovavano sdraiati in camera di Chris e si scambiavano i loro segreti e i più belli e profondi dei baci. Certo, potevano anche baciarsi di fronte a Marie ma non poteva considerarsi essere veramente intimi. Scambiavano il giorno per la notte. Si scambiavano il cuore e ogni attimo godendo della sensazione più sentita e viscerale. I loro istinti e l'essere liberi. Ogni tanto, Darren ripensava a quei giorni addietro e c'era Chris a risollevarlo, lasciandolo parlare e facendolo sfogare. La luce entrava e non era più uscita con quello che avevano fatto crescere. Era come se, avessero addirittura rapito il sole e ne avessero uno personale con cui illuminare l'altro.
Certi giorni, Londra era così misteriosa. Altri, invece, rifletteva il suo bagliore ai suoi abitanti. Era piena di segreti e rivelazioni. E così, certe volte e quando vi era poca gente in giro, loro due uscivano per le vie del paese, anche solo per prendere un po' d'aria o trovarsi in qualche piccolo negozio appena nato o che stava aprendo.
Sì ritrovavano a tenersi per mano e a percorrere le vie principali. Restavano lì ad ammirare la vista e a parlare quel poco in cui, non erano intenti a guardarsi. Davano sfogo alla loro passione, ritrovandosi ogni volta, di nuovo e ancora e ancora. Come se in ogni vita, loro fossero fatti per questo. Per innamorarsi. Di nuovo. E ancora. Infinitamente e senza nessuna rottura.

 
**
 
Quel lunedì, arrivò una lettera. Marie la trovò nella buca, la prese e lesse a chi era indirizzata. Di solito riceveva di rado della posta. Qualche sua cugina lontana o qualche parente, avviso delle bollette da pagare o cose così. Guardò il nome: Al signorino Darren Criss. Non volendo curiosare in faccende che non fossero le sue, Marie consegnò quella lettera la mattina stessa a Darren. Lui se la rigirò tra le mani, leggendo appena il mittente che la aveva mandata. Si trattava della reggia. Restò confuso. A parte il funerale e la morte di suo padre, non capiva cosa altro volessero da lui. Sperò che non si trattasse di qualche seccatura. Decise di non aprirla fino a quella sera. Aveva deciso di leggerla davanti a Chris e Marie, a cena.
Arrivata la sera, si ritrovarono tutti e tre seduti a tavola. Il cibo ancora caldo, le ciotole contenenti alcuni condimenti, l'acqua e il vino. Chris fremeva dalla curiosità che ricopriva quella lettera. Darren la studiava attento. Marie invece, sbuffava.    

«Apri quella dannata 
lettera, Darren! Altrimenti giuro, che non ti faccio mangiare niente. Non ti faccio neanche toccare il pane. » sbottò subito dopo lei in preda all'ansia. Darren abbassò lo sguardo sulla carta e poi guardò Chris.              
« Non potrà essere così spaventoso o tremendo. E ricordati che noi siamo qui. Avanti su. » lo confortò lui. Darren prese un respiro profondo e ruppe la carta, tirando fuori la lettera per poi aprirla. Fece un lungo respiro. Cominciò a leggere. « Caro Darren, sarò già morto quanto tu leggerai queste righe. O forse strapperai via questa lettera senza neanche voler conoscere il suo contenuto. » Darren suonò teso ma prese coraggio e continuò. « Sono molto malato. E mi resta poco tempo per poterti parlare. Se riuscirò a farlo, in quel caso, vuol dire che hai saputo ciò che provo per te a parte il mio affetto. E cioè figlio, che voglio accettare ciò che sei. Voglio e posso. E non perché io sia costretto. Ma perché so di essere stato ingiusto e vigliacco e poco flessibile. Sei mio figlio. L'unico. Sei la copia di tua madre. Bella e giovane. Ribelle e forte. Diversa e originale. » « E dio solo sa quanto questo mi abbia fatto male appena lei se ne è andata. Tu mi ricordavi lei. Con la sua fantasia e il suo modo di viaggiare via da questo posto. Sapeva farmi viaggiare. Fuggire via.» Darren si fermò un attimo. Rielaborò ciò che aveva letto e riprese.  « Ma lasciamo stare questo. Scrivo questo pezzo di carta, per affermarti che voglio che tu, possieda questa casa. La nostra. O la tua, se preferisci chiamarla così. Lascio questo a te, in eredità con tutte le sue cose dentro. Potrai farne ciò che vorrai. Potrai anche farlo vivere qui. Chiunque sia il tuo lui. » Darren si fermò per guardare Chris complice. Chris semplicemente roteò gli occhi, scherzandoci su.
« Mi sarebbe piaciuto conoscerlo. Capire il suo sguardo. Chissà, forse, anche in lui hai trovato tua madre come io in te. » « Ti cedo questo. E il mio perdono. E spero che tu abbia capito e mi abbia perdonato. So di essere stato davvero un pessimo padre. Spero che tu farai meglio un giorno. Spero tu possa essere felice finalmente. » Darren si asciugò gli occhi lucidi e Marie mise una mano sulla sua, quasi commossa.  « A breve, ti arriveranno dei documenti che confermeranno il tutto. Ti voglio bene. Tuo padre, Richard. »
Darren finii di leggere ritrovandosi senza parole. Se la rigirò tra le mani, leggendo le ultime righe. Il foglio di carta tremava e lui non proferiva parola. Passarono alcuni secondi e Chris si preoccupò, si alzò dal suo posto e si avvicinò a lui.  
« Darren, ti senti bene?» gli mise le mani intorno alle spalle ma lui non rispose. « Darren, mi stai facendo preoccupare. Rispondi.» subito, Darren rispose. Ma non con delle parole. Baciò Chris di colpo, lasciandolo senza fiato. Marie cominciò a ridere. Appena Darren si staccò, Chris cercò di ricomporsi.  
« Bene? BENE? Io mi sento benissimo. Mi sento l'uomo che si sente più bene di tutti gli altri uomini. » cominciò a delirare.    
« Ho un ragazzo bellissimo. Lo amo. Ci amiamo. Mio padre mi manda questa splendida lettera dove finalmente parla di sentimenti cosa che non ha mai fatto. Ho una possibile casa. Ho una nuova famiglia. » e si voltò a guardare prima lui e poi Marie. « Mi sento felice. Sono felice. Mi sento fortunato. Lo sono. E non dovrei stare bene? »
Prese il viso di Chris e poggiando le mani a coppa su questo, lo baciò di nuovo. «Tu piuttosto, ti senti bene?»
Darren aveva un bagliore e una tale energia negli occhi che nessuno avrebbe potuto spegnere neanche provandoci.                              
« Sto bene, sì. » rise Chris e dopo lo baciò velocemente.                                                                                                                
«Ragazzi, ho dimenticato una cosa in cuina. » disse Marie. Ma loro non sembravano prestarle tanto ascolto. Come se non fosse veramente lì. « Mmmh.» mugugnò Darren. « Di improvviso mi è passata la fame.» terminò e lo avvicinò un po' di più a sè.          
« Darren, mi sa che dovrai mangiare, dobbiamo festeggiare per la buona notizia.» Chris gli mise le braccia intorno al collo.              
« Ma non possiamo festeggiare in un altro modo?»                          
Chris si morse subito il labbro inferiore. Fu tentato. « Lo faremo, dopo.»
 

 



 
¦ Claudia' space: Ciao bei ragazzuoli! *w* Come va? Spero che la vostra estate stia andando alla grande e se non alla grande allora spero che vi stiate rilassando, leggendo un bel libro, sentendo un po’ di musica fuori in veranda o al mare. Per quanto mi riguarda, io per adesso ho avuto solo belle notizie. Andrò al concerto del mio idolo, con la mia Rob. Eh sì, finalmente ci rivedremo. E poi, a dicembre, farò un bel viaggio. Come la mia Rob ha detto il capitolo precedente, confermo che la scuola e il resto, ci hanno distrutte. E come se non bastasse, io ho dovuto vedere le ultime puntate di Glee a maggio. Sì, avete capito bene. A maggio. Ed è finito quando? A marzo. Sì, dettagli. Professori del... della fava. Ecco, diremo così. E’ finito glee, lasciandoci sorrisi, pianti, ricordi. E lo terremo sempre con noi, non importa se cresceremo, io, lo terrò sempre con me. Ma, ritornando al capitolo… devo ammettere che ritornare a scrivere queste cose fluff e davvero caramellose dei Crisscolfer mi era mancato e non poco. Spero vi sia piaciuto. Eh già, il padre della Darren alla fine, si è riscoperto avere un cuore. Non dall’inizio forse. Doveva metabolizzare ma, alla fine, se ne è andato felice. E ha lasciato un Darren ancora più felice e con un peso in meno.
Al prossimo aggiornamento, readers. Che tra l’altro, sarà anche l’ultimo. Già Rob piange. Evitiamo che è meglio. Risparmiamo i saluti e le lacrime a più più tardi.
Love you, guys.
   
 
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