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Autore: QUEEN S OBLADIOBLADA    23/07/2015    1 recensioni
John, follemente innamorato di Nagisa (o così dice lui) dovrà fare i conti con un rivale, George, trasferitosi da poco nella sua scuola, o meglio, nella sua classe, il quinto Liceo Artistico sezione Design e Oreficeria.
All'inizio si contenderanno sempre la ragazza che interessa a tutti e due, diffamandosi in pubblico, facendo scherzi pesanti, ma poco a poco, per uno scherzo del destino saranno costretti a conoscersi e a confrontarsi, capendo di avere molti più punti in comune di quello che credevano, e andando ancora più avanti, diventeranno addirittura amici, complice del fatto, alcuni comportamenti poco chiari e ambigui della ragazza inizialmente contesa. L'intesa tra i due prenderá una piega.....leggete 😉
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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"Ma lo vedete si o no quel cartello eh? Non - vi - dovete - appoggiare - SULLA - PORTA! É pericolosissimo... E se si apre eh?!"
Un gruppo di ragazzine guardó sconcertato George
"Ragazze...quando vedete questo individuo...limitatevi a fargli controllare il biglietto, ma per il resto non ascoltatelo eh, poverino, é completamente.."
Si intromise John che fu interrotto da uno spintone del minore, nonostante fosse alto, comunque il biondo lo superava di qualche centimetro ed era molto piú gracile, ma la sua spinta aveva fatto effetto e John indietreggió di qualche passo, nel suo volto nessun'espressione stupita, solo quel solito sorrisetto strafottente e narcisista. In genere George non ricorreva alla violenza, ma quando qualcuno ci si metteva per farlo andare fuori di se...
"Si puó sapere che non va in te eh???!Ora capisco quando c'é LEI...ma dammi tregua Cristo!" Urló George, mentre il gruppetto di ragazze decise che fosse meglio non assistere a litigi tra colleghi.
"Ragazze se si apre la porta morite!" Gli rifaceva il verso il maggiore.
"Davvero? E se ti cade un asteroide in testa anche!" Riprese John ridendo della sua stessa battuta
"Hey scemo guarda...per te l'ho stampato io?" Chiese George indicando un'avvertenza sul foglio.
"Sei troppo fiscale pivello, rilassati, non fare piú appunti del genere, mi dai ai nervi. Perfettino del cazzo!"
"Io non sto alle tue regole" urló con gli occhi sbarrati il minore
"E io non ti sopporto proprio!" Rimbatté John, avvicinandosi sempre di più al suo collega fino a dargli una forte spinta che lo mandó a sbattere con la schiena proprio sulla porta tanto temuta.
"Che fai? No...no non ti avvicinare no!" Supplicò George mentre l'altro si avvicinava intrappolando il corpo del minore sulle ante, con il suo.
"E se si apre?" Disse John con un sorrisetto maligno
"Hey levati levatiiiiii, mi stai facendo paura!"
"Sei nato per farti odiare da me sai!? Lo ammetto, mi piacerebbe molto ucciderti!" Sussurró il biondo nel suo orecchio, provocandogli del solletico ed un colorito rossiccio
"A me piacerebbe che ti togliessi da addosso a me, che te ne andassi dal treno e che scomparissi dalla faccia dell'universo e oltre!"
"Mm per ora accontento solo il tuo primo desiderio!" Disse il maggiore allontanandosi
"Sei solo un frustrato Harnon!chi sono io, il tuo capro espiatorio?"
"Ooo non sei morto schiacciato tra le rotaie?"
"Non prendertela con me se con Nagisa non ti va bene!" Disse George mentre il collega si avviava a passo svelto verso il vagone riservato ai controllori.
"Dimmi, ce l'hai con me perché ti sono antipatico o perché io con lei ci sono riuscito"
Nessuna risposta arrivava alle orecchie di George che continuava a seguire il ragzzo
"Ma dimmi, in tutti questi anni ci sei mai riuscito ad uscire con lei eh?" Riprese il minore afferrando il polso di John
"Non gliel'ho mai chiesto esplicitamente" rispose secco il riccio liberandosi dalla presa
"Ah é così? Non glielo hai chiesto..mhhh e tu l'ami eh?!Per me tu non glielo chiedi perché sei un codardo, hai paura che la sua risposta sia..."
"Scommettiamo eh? Io riusciró ad uscire con lei McLerrison e tu starai zitto zitto, come i morti pivello, zitto come i morti!!"
"Quando vinceró la scommessa...dovrai farmi tuutte le tavole di geometrico e architettura capito, tutte!" Esordí George
"Quando IO vinceró mi aiuterai a rimbiancare casa e farai i tre quarti del lavoro ci stai?"
"Scommessa accettata" disse il pivello stringendo la mano al collega.
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"Permesso" Il minore si trovava sul davanzale della casa del suo rivale, che tra l'altro era molto vicina alla stazione dove lavoravano
"O ciao...tu devi essere George? Piacere, Eleanor! Sono la sorellina di John!"
"Piacere di conoscerti Eleanor!"
John stava scendendo di fretta le scale fissando George con un espressione di vittoria stampata sul volto.
"Ciao pivello" disse lasciandogli un pugno poco leggero sulla spalla.
"Io vado a mettermi dei vestiti che posso sporcare con la vernice. Intanto fermo qui e non fiatare!" Continuó il biondo
"Joooooohn! Che modi sono questi? Entra George!" Disse Eleanor invitando l'ospite ad entrare. 
Il minore aveva chiacchierato un po' con la sorellina del collega, aveva 15 anni e frequentava una scuola del cinema, a differenza di John era molto carina, simpatica e affabile.
"Tua sorella é molto carina!" Disse George per smorzare quel silenzio odioso tra i due nato non appena ebbero iniziato a verniciare la cameretta di John.
"Si adesso provaci anche con mia sorella cosí ti uccido all'istante"
"Intendo dire che è molto simpatica, in parole povere non ha ripreso da te "
"Io sono molto simpatico!"
"È perché con me non ti comporti proprio bene sai!" Disse con un filo di voce il minore, che si beccó un occhiataccia da parte di John.
"Cioè come faccio a dirti che sei una bella persona se con me ti comporti in modo antipatico..."
"E io che me ne faccio del tuo giudizio buono? Te l'ho già detto che ti ucciderei?"
"Si...credo di si! E io ti ficcherei tutta questa vernice in bocca...pensi che schiatteresti?"rispose George, mentre John si era girato dall'altra parte inzuppando nuovamente il suo pennello del colore quando immerse le sue mani nella vernice, si giró di scatto e imbrattó con due dita le guance di George facendolo assomigliare ad un indiano.
"Credo che mi prenderebbe un colpo!"
"O il tuo é un vizio! É questo che vuoi? La guerra?" Disse George con un tono non troppo serio, mentre si avvicinava al riccio e iniziava a fargli il solletico.
"No, no no ahahahah questa é slealtá ahahahahah io ti odio ti odio noooo!" John parlava tra le risate, e l'altro ragazzo continuava a solleticarlo e a spingerlo nell'incavo di un angolo della stanza.
"Ora avrò la mia vendetta!" Disse George bloccando il maggiore all'angolo, ormai senza piú forze per opporsi, ridere lo aveva inibito. Il minore immerse una mano nella vernice ed inizió dagli zigomi di John, con le dita percorse la loro forma, molto pronunciati e ehm...carini si. In realtà non si era mai soffermato a guardarlo da vicino, era il tipico ragazzo giudicato dalle ragazze molto affascinante.
"Sai ho trovato il nome in codice per te!" sussurrava George mentre disegnava un occhio proprio al centro della fronte del maggiore.
"Che nome in codice scusa?"
"Tu mi chiami sempre pivello!"
"Genio...si chiamano soprannomi!"
"Ok non lo vuoi sapere..." Disse George con una punta di dispetto mentre stava seguendo la linea del suo naso con l'indice ancora pieno di vernice
"Spara pivello!"
"Ti chiameró Greco!"disse tutto soddisfatto il minore, con un sorrisetto ebete, come se avesse appena fatto la scoperta del secolo.
"C...cosa e perchè?"
Beh la veritá era che...prima cosa assomigliava ad una statua greca, ma sarebbe sembrato un complimento, e alle persone narcisiste non si fanno i complimenti. Seconda cosa aveva il naso alla greca....
"Perché hai il naso alla greca!" Si giustificó un po'imbarazzato
"Mm e non te ne accorgevi, bisognava imbrattarlo con le dita....aspetta era un complimento?" Disse John fissandolo dritto negli occhi con un sorrisetto sghembo
"Niente complimento, era un commento!" Rispose George mentre con l'indice continuava a percorre la linea dritta del naso fino a raggiungere la bocca, che non esitó ad imbrattare
"No le labbra no!"
"Scommetto che lei non è come ti aspettavi, sennó saresti stato tutto il giorno a farmi due palle su cosa avete fatto te e Nagisa!" Disse George con aria di superiorità
"Dai non imbrattarle le labbra, non voglio doverti spaccare le dita!"
"Non é la risposta giusta...uno: Non mi hai risposto effettivamente. Due: Hai detto che mi uccideresti, perchè dovresti avere scrupoli nel spezzarmi le dita?" disse George guardando attento il lavoro che stava facendo, passava delicatamente il suo pollice imbevuto di vernice su tutto il suo labbro superiore...al contatto sembrava proprio che avesse delle labbra morbide
"Fa schifo fa schifoooo, mi prenderá un colpo!" Disse John mentre guardava il ragazzo assorto a fissare le sue labbra, quando gli venne da sorridere
"Che hai da ridere greco?" Si distolse per un attimo, aveva finito col labbro superiore ora toccava all'inferiore. Ma John rise nuovamente, e stavolta George rispose con un sorriso sincero
"Hai delle labbra morbide John" esordí un George molto perspicace.....che cazzo aveva detto? John era diventato tutto rosso e aveva sbarrato quei suoi grandi occhi verdi
"Ti rendi conto che sembra una situazione equivoca?" Sussurró John
"mh mh!" Disse il minore annuendo, e imbarazzato si morse il labbro istintivamente
"John.....John...mi hai chiamato John?"disse stupito il ragazzo
"Dicono che é il tuo nome!" Disse George mentre lo fissava e si sorridevano sinceramente
"Cosí dicono eh?Filibustieri!" Disse il biondino imitando un tono da uomo costernato che fece ridere il minore
"Hey ragazzi! Vi ho portato un po' di ..." Esordí Eleanor entrando di soppiatto nella cameretta del fratellone, e non appena lo vide intrappolato contro il muro, con avanti George, molto vicino al corpo dell'altro (sembravano una sottiletta)scoppió a ridere con un espressione mista tra il divertito e lo stupito.
"Vi ho portato la Limonta, ma vedo che vi siete giá dati da fare" continuó la sorellina, sperando che i ragazzi cogliessero quel doppio senso
"Credevo di entrare con una scusa per evitare che vi scannaste, ma vedo che state pomicia...ehm giocando come due ragazzini"continuó
"Grazie Eleanor!"esordí George girandosi appena appena, ma stando nella stessa posizione:spiaccicato contro John e con il pollice ancora sulle sue labbra
"Giá grazie, mi voleva far bere la vernice e farmi morire avvelenato!" Disse John dando una gomitata a George e lanciandogli un occhiataccia che diceva-togliti ora, chissá che pensa-
"Ma tu non opponi resistenza? Li lascio qui i bicchieri, magari prima pulitevi la faccia!"
I due, accettarono il consiglio di Eleanor e bevvero limonata in silenzio, poi George rinizió a verniciare solo, perché John era seduto sul suo letto a riflettere. Il pivello aveva ragione, come diamine faceva a colpire sempre nel centro del problema, loro due non si conoscevano affatto, eppure sembrava sapere spesso cosa gli passava per la testa.Nagisa non era come se l'aspettava, l'uscita non era stata come aveva fantasticato sempre, e in realtà era stato molto piú eccitante l'attesa dell'appuntamento che l'appuntamento stesso, ma era una cosa cosí frustrante...che era meglio non pensarci e far finta che una giornata con Nagisa sia stata splendidamente fantastica. Forse George non era poi così antipatico ma sta di fatto che comunque era una specie di terzo incomodo per lui...e anche se simpatico...forse
"Allora ti sto un po' piú simpatico adesso?" Disse George che si era inchinato per ritrovarsi alla stessa altezza del biondo che, preso dai suoi pensieri non lo aveva visto avvicinarsi e sussultó quando se lo ritrovó di fronte...che diamine faceva il pivello? Leggeva nella mente delle persone per caso? Stava pensando la stessa medesima cosa.
"Assolutamente no!" Rispose il maggiore.Bugiardo.
"Ma prima stavamo ridendo..o no?Sembravi sinceramente divertito di sicuro abbiamo..."
"Quanto parli! Se sei nato perché io ti odiassi come faccio..."
"Vai oltre a questa fase...lo sai anche tu ti ci metti a fare l'antipatico narcisista e prima dicevo che di sicuro abbiamo..."
"Se mi parli da così vicino mi fai diventare strabico e poi..."
"E poi i tuoi grandi e bellissimi occhi verdi sfigurano" disse George schernendolo e imitando un ragazzo un po' effemminato...anche se c'era un pizzico di convinzione in ció che aveva detto, ma l'altro stava ridendo di gusto.
"Dicevi?" Si riprese John continuando a sorridergli
"Sicuramente anche noi abbiamo dei punti in comune"
"A parte Nagisa?"
"Giá..."disse George prendendo una sedia e posizionandola davanti al ragazzo
"Pensa a come ci vestiamo, tutti e due abbiamo un abbigliamento dei fine sessanta, questo vuol dire che ci piacciono quegli anni, e quasi sicuramente abbiamo qualche band in comune!"
"Non ci dormi la notte per pensare alle mie camicine hippie?"
"Io amo le tue camicine hippie! Ehmmm...io non ne trovo di così belle" risero un' altra volta, poi John si girò e accese il suo stereo
"Here comes the sun durunduduuuu" la canzone aveva riempito tutta la stanza di felicità e ottimismo. 
"Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa" urló George scattando in piedi non appena udì quella melodia, i suoi occhi si erano riempiti di stelline
"Nooooo anche tuuuu" continuava ad urlare 
"Hey mi terrorizzi i neuroni cosa diamine scleri?"
"Se non avessi ancora quel po' di odio nei tuoi confronti ti abbraccerei! Sei un Beatlesiano!"
"Certo Joj" disse John alzando un sopracciglio come per rendere piú evidente l'ovvietà dei suoi gusti musicali
"Come mi hai chiamato?"
"Joj é come dire Giog...ed é un diminutivo del tuo nome..suppongo..."
"Mmmm non mi piace, mi ci chiamava mio fratello Richard... sembrerebbe quasi che io fossi il tuo cocchetto" A queste parole John si sentí un po' imbarazzato, ovviamente non intendeva fare la parte del fratello maggiore chiamandolo Joj...lui lo disprezzava fino al midollo!Anzi non sapeva nemmeno come gli fosse venuto in mente.
"Non mi faccio chiamare Joj da chi dice di odiarmi..."disse George lanciando una frecciatina virtuale al maggiore, che appena vide quell'espressione iniziò a ridere.
"Anche se non è vero"
"Cosa?"
"Che mi odi!" Rispose il minore con un sorrisetto malizioso di chi la sa lunga. A confermare la sua tesi, il sorrisetto ricambiato da parte di John...anche se, di sicuro non lo avrebbe presto ammesso a se stesso.
"Lo possiamo tenere acceso lo stereo? Per favore greco!"
"Ma certo pivello!"
Si era fatto tardi e per George era ora di andare.
"Mh, allora ciao greco!Ci si scanna a lavoro!" Disse ironico George sulla soglia della porta.
"Sera..."disse John mentre il minore si era avviato sulla strada per casa.
"Ehm...Pivello!" Disse John appoggiato di fianco sulla porta.
"Si?" Disse George girandosi non appena l'altro lo chiamó, con un sorrisone a trentadue denti
"Ehm..ecco domani abbiamo lo stesso orario di lavoro.." Disse imbarazzato John, non sapeva se chiederglielo o no...
"Sempre insieme greco...Il turno!" Rispose il minore sempre con quel suo sorriso sghembo sulle labbra
"Beh ecco pensavo che, visto che, cioé" parlava balbettando mentre si grattava la testa in segno del suo imbarazzo.
"É la prima volta che fai il turno di notte, e diciamo che a volte capitano persone poco raccomandabili, e se ti vedono solo potrebbero...che só rubarti qualche soldo, oppure.."
"John?" Disse stupito Il minore
"E che sai, ti vedono con quella faccia da cretino e pensano, questo pesce abbocca!" 
"Ma vaffanculo!"disse George, rigirandosi e riiniziando a camminare
"Se mi suoni qui a casa, ci andiamo insieme!"Urlò tutto d'un fiato il riccio.
Il minore fece uno scatto e si giró un'altra volta all'indietro
"Certo che ci andiamo insieme!"
"É che non voglio averti sulla coscienza capito!"
"Abbiamo una visione diversa di odio allora!" Sussurró George, troppo piano perché John potesse scandire tutte le parole
"Che dici?"
George lo salutó con un gesto della mano ed un altro sorrisone a trentadue denti e se ne andó, stavolta senza girarsi.
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Salve a tutti, spero che questa storia vi stia interessando almeno un po'. Lasciate una recensioncina, non vi mangio! Grazie a Dinda91, formularosa e templar9 per aver seguito la storia, spero continuerete a leggerla! Al prossimo aggiornamento!.
  
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